09 NOVEMBRE 2004

dal Giornale di Vicenza

Barche, il controllo in centro.
L'osservatorio sui prezzi?"mancano soldi e personale"

17 Il difensore civico scrive alla Giunta: «Vanno eliminate le panchine e installate telecamere per evitare eventuali reati e disagi ai residenti»
Sorrentino: «I problemi purtroppo sono simili a quelli di via Napoli»

Barche, il degrado in centro
Nel rione schiamazzi notturni, tossicodipendenza, vandalismi

di G. Marco Mancassola

Caos fino a tarda ora, bottiglie, siringhe, graffiti e immondizia. Vent’anni dopo la conclusione degli ultimi restauri dello storico e caratteristico rione delle Barche, gli abitanti denunciano lo stato di abbandono in cui si sentono relegati. Tanto che, dopo aver inviato petizioni ed esposti in municipio, ora si sono rivolti al difensore civico Massimo Pecori, che a sua volta ha scritto a tre assessori per chiedere interventi tempestivi.
«Alcuni residenti del rione Barche si sono rivolti al mio ufficio lamentandosi per lo stato di degrado e di abbandono in cui versa quello che fino a qualche anno fa era uno dei punti più caratteristici e affascinanti della città», si può leggere nell’intervento pubblicato anche nel sito Internet istituzionale e indirizzato al vicesindaco e assessore alla pubblica sicurezza Valerio Sorrentino, e ai colleghi Carla Ancora (lavori pubblici) e Ernesto Gallo (sviluppo economico). In questo spicchio di centro storico, accanto al teatro Astra e a due passi dalla Basilica e da piazza dei Signori, a detta di molti residenti si è innestato un cancro che sta rendendo invivibile il rione in cui un tempo approdavano le imbarcazioni che dal mare risalivano il fiume: i muri sono lacerati dalle bombolette spray, alla notte la suggestione dei vicoli è mortificata da balordi, vagabondi, alcolizzati e tossicodipedenti.
«Al di là dei ben noti problemi di ordine pubblico più volte denunciati - spiega Pecori - i residenti mi riferiscono che lungo stradella Barche sono state da tempo collocate dall’Amministrazione delle panchine, alcune fisse, altre mobili. Queste, di fatto, vengono “sfruttate” fino a notte inoltrata da persone che le utilizzano in modo improprio, quasi fossero tavolini per consumare cibi o bevande dato che i locali della zona in questo periodo non hanno tavoli e sedie all’aperto».
«Tutto questo, evidentemente - continua il difensore civico - contribuisce a spostare in avanti, fino a notte inoltrata, la permanenza di persone che bevono, mangiano, bivaccano e, stando agli esposti, urlano, ascoltano musica ad alto volume, fanno uso di sostanze stupefacenti, e così via». Tre sono le raccomandazioni di Pecori agli assessori: disporre l’immediata rimozione delle panchine e l’installazione di una o più telecamere che permettano di individuare gli autori di eventuali reati, oltre a ordinare controlli agli esercizi pubblici nelle ore serali provvedendo, in caso di accertata violazione, alla chiusura anticipata dei locali. Con una raccomandazione finale: «l’invito ai gestori degli esercizi pubblici della zona a collaborare con il Comune in quanto è interesse di tutti, residenti e gestori, mantenere la convivenza civica».
«Le problematiche della zona ci sono note da tempo - precisa l’assessore Sorrentino -. Non a caso, con l’attivazione del servizio notturno della polizia municipale, abbiamo dato disposizioni perché la zona venga controllata con la dovuta cura. L’auspicio è che oltre ai vigili, i controlli vengano effettuati anche dalle altre forze dell’ordine.
Purtroppo molti problemi dipendono dai clienti dei locali della zona. Si potrebbe addirittura dire che l’area soffre disagi simili a via Napoli, con la differenza che qui sono procurati da bianchi. Per questa ragione non escludiamo di intervenire a breve con operazioni mirate per limitare disagi e degradi. Spero vivamente che non si debbano più ripetere le situazioni vissute l’estate scorsa».
Una delle soluzioni invocate da più parti è l’installazione di un sistema di videosorveglianza: «Sì, le telecamere potrebbero essere una soluzione», conferma Sorrentino.
Il primo a chiedere, in primavera, le telecamere, era stato il consigliere di Alleanza nazionale Francesco Rucco con un’interrogazione i cui contenuti ora ribadisce con più forza: «Rinnovo l’invito all’Amministrazione di provvedere a installare sistemi di videosorveglianza, per rafforzare gli effetti dei controlli operati dalle pattuglie».


Il capogruppo dei Democratici di sinistra Poletto invia una domanda d’attualità
L’Osservatorio sui prezzi? «Mancano soldi e personale»
«Se a Torino hanno contenuto il valore di alcuni prodotti, ne hanno aumentati altri»

di Chiara Roverotto

Se contro il carovita la parola d’ordine resta risparmio, ormai le famiglie hanno raschiato anche il fondo del barile. Le statistiche nazionali, infatti, dicono che non si risparmia più: l’aumento dei prezzi ha fatto ridurre le spese per carburanti, frutta, verdura e abbigliamento. Eppure, oltre agli inviti del capo dello Stato, all’accordo siglato dal Governo per bloccare gli aumenti fino alla fine dell’anno, la situazione non cambia. E se anche i Comuni avevano deciso di attrezzarsi contro la corsa dei prezzi, ora devono gettare la spugna. Tra questi c’è Vicenza che, dopo i buoni propositi assunti nei mesi scorsi, ottemperando ad alcuni suggerimenti provenienti anche dalle opposizioni, si rende conto di come sia improponibile esercitare un vero controllo sui costi di alcuni prodotti. E non solo per questioni legate ai finanziamenti oppure al personale che non basta mai, ma perchè tra commercianti ed esercenti non c’è accordo. « Proporre il bollino piuttosto che il marchio di qualità o qualche altra iniziativa diventa difficile - spiega l’assessore al Commercio, Ernesto Gallo - chi vorrebbe creare disparità tra i vari punti vendita? Nessuno, su questo non c’è alcun dubbio. Senza contare che il potere in mano alle Amministrazioni sotto questo punto di vista è praticamente ininfluente: vengono fatte le rilevazioni per conto dell’Istat, la polizia annonaria si occupa di tutte le procedure relative alla correttezza di saldi e vendite promozionali, ma sui prezzi che cosa possiamo fare? Per quanto riguarda l’Osservatorio ci siamo riuniti tre volte, abbiamo deciso di ampliare il paniere dei beni da controllare e di valutarne la filiera, ma se i finanziamenti non ci sono e spesso manca il personale che cosa facciamo? E poi - continua l’assessore al commercio - gli accordi che sono stati fatti, per esempio, a Torino con la grande distribuzione: chi ci dice che funzionino? Non solo, se alcuni prezzi sono stati bloccati evidentemente ne avranno ritoccati altri che però passano inosservati agli occhi dei consumatori. Insomma, si tratta di un problema che va affrontato in un altro modo e con strumenti diversi ». Eppure, c’è chi sostiene che il Comune dovrebbe rimboccarsi le maniche. Anzi, con una domanda d’attualità il consigliere dei Ds, Luigi Poletto ritorna sull’argomento prezzi e chiede come e quanto l’osservatorio abbia lavorato in questi ultimi mesi. Non solo « se è stata attuata la mozione, soprattutto in relazione al rilascio di un marchio a chi decida di aderire volontariamente ad iniziative di contenimento costi. Se il Comune ha intenzione di copiare l’iniziativa di Torino e Palermo con accordi “ribassisti” e se l'Amministrazione ha fruito dei finanziamenti contenuti nella Finanziaria ». Domande alle quali l’assessore al Commercio ha in parte già risposto. Infatti l’osservatorio, a tutt’oggi, si è riunito tre volte: la prima il 29 luglio con 12 rappresentanti sui 15 individuati, poi il 14 settembre con 7 esponenti su 15 e l’ultima il 26 ottobre scorso nella quale è stato deciso di ampliare il paniere dei prodotti da monitorare, facendone anche una serie storica per capire quanto e come siano aumentati e controllando anche la filiera. Ma al riguardo l’ufficio statistica è stato chiaro: non abbiamo personale, ci vorrebbe un altro collaboratore per cui ulteriori finanziamenti che nessuno comunque intende trovare. « La perdita del potere d’acquisto degli italiani è sicuramente uno dei problemi più avvertiti - spiega Poletto -: l’associazione delle Casse di Risparmio indica che il 58 per cento degli italiani spende tutto senza riuscire a risparmiare nulla. Secondo uno studio dell’Ires-Cgil- nell’ultimo biennio un impiegato con una retribuzione media di 22 mila euro ne ha persi 1.380. Per questo bisogna rimboccarsi le maniche . Ho inviato - prosegue il capogruppo dei Ds in Consiglio - una lettera aperta alle associazioni di categoria, ma del tutto inutilmente, intanto una città come Torino siglava un accordo con la grande distribuzione, Palermo inaugurava un kit di 100 prodotti alimentari scontati del 5 per cento ed altre iniziative hanno interessato Milano e Roma. E Vicenza? ». «I commercianti si lamentano in continuazione aggiunge Matteo Crestani dell’Associazione consumatori- in realtà ci sono prodotti che vengono venduti come se nulla fosse: per esempio jeans a 300 euro. Il problema è un altro: se la borsa della spesa fissa a 85 euro il prezzo medio dei jeans non è così, inganna i consumatori perché non tiene conto delle tendenze, delle mode e di altri fattori che restano determinanti. Chi dovrebbe intervenire con maggiore incisività sono i vigili urbani che hanno l’obbligo di controllo e di verifica, ma evidentemente il problema è di natura politica. Senza contare - conclude Crestani - che le associazioni di categoria dovrebbero insegnare ai cittadini come spendere, invece con tutti i saldi, le vendite promozionali si droga il mercato e nient’altro».