09 OTTOBRE 2006

La segretaria provinciale Cisl scossa dopo la scoperta dei sinistri messaggi
Minacce alla Cisl e alla Porto

di G. M. Mancassola

«Venduti agli Usa. Attenta Franca». Il dibattito sul caso “Dal Molin” deflagra. Il confronto di idee fra le ragioni del Sì e del No al nuovo insediamento americano sfocia nella violenza verbale, nelle scioccanti minacce spruzzate con rabbia sulla facciata della Cisl, in stradella Piancoli, in pieno centro storico. Nel mirino c’è un sindacato che si sta battendo per la tutela dei 750 lavoratori vicentini impiegati alla caserma Ederle e c’è la segretaria provinciale Franca Porto, a cui è riservato un messaggio sinistro: «Attenta Franca». La facciata dell’elegante palazzina all’ingresso di stradella Piancoli, a due passi dal teatro Olimpico e da piazza Matteotti, e il muro sull’altro lato della via, sono stati imbrattati con grandi e lugubri scritte di colore rosso e verde, che recitano: «Servi dei padroni», «Ascari», «State attenti maledetti», «Venduti agli americani». Nessun simbolo politico accompagna i graffiti, né alcun tipo di firma, mentre il riferimento agli ascari, i soldati indigeni delle truppe coloniali europee, sembra rafforzare l’accusa di servilismo nei confronti dello straniero. La scoperta è stata fatta nel primo pomeriggio di ieri, per cui tutto farebbe immaginare che l’atto vandalico sia stato compiuto nella notte fra sabato e domenica. La segretaria Franca Porto è stata avvertita mentre stava rientrando da Tonezza, dove aveva preso parte a un convegno delle Acli. Con la Porto c’erano alcuni politici vicentini di primo piano, fra cui il vicepresidente del consiglio regionale ed ex sindaco Achille Variati della Margherita, e il segretario cittadino dei Democratici di sinistra Luca Balzi, in passato a sua volta vittima di minacce per la sua attività politica. Ad attendere la segretaria del principale sindacato del Vicentino, in contrà Piancoli c’era la Digos, con il dirigente Eduardo Cuozzo. Il contenuto delle scritte e i messaggi spruzzati sui muri inducono a ricondurre il gesto nell’ambito della vicenda sulla nuova caserma Usa al Dal Molin. Obiettivo delle anonime bombolette spray sarebbe l’attività della Cisl a tutela dei dipendenti della Ederle e le prese di posizione della segretaria Porto. La Digos conferma che si tratta del primo episodio di questa natura. Il vandalismo e l’intimidazione si sono tuttavia fermati ai graffiti: non sembra che gli autori del raid siano penetrati all’interno della sede. Franca Porto, 47 anni, è diventata segretaria provinciale della Cisl nel luglio 2004, succedendo a Giuseppe Benetti, che poche settimane prima era scomparso dopo una breve malattia. Sulla sua candidatura era piovuta anche la benedizione dell’allora segretario nazionale Savino Pezzotta. Nata a Montecchio Maggiore. Prima di segnare la svolta in rosa nell’ufficio più importante di contrà Piancoli, la Porto aveva maturato una lunga esperienza di sindacalista nel comparto tessile. I suoi primi numeri li mise in evidenza negli anni Ottanta, quando alla guida della Cisl vicentina c’era Bruno Oboe. Dopo un’importante serie di incarichi territoriali (è stata segretaria della Filta di Verona), è approdata in laguna alla Cisl regionale dove ha lavorato fino all’elezione di due anni fa. Prima donna alla testa della Cisl provinciale, il più importante sindacato nel Vicentino, in questi due anni la Porto ha contraddistinto il proprio mandato con prese di posizioni coraggiose e una forte personalità.

Nella vicenda Dal Molin, Franca Porto entra in scena all’inizio dell’estate, quando per la prima volta si profila un’ipotesi che mette a rischio i circa 750 posti di lavoro assegnati a vicentini alla Ederle: se la brigata americana non dovesse essere unificata a Vicenza, c’è il pericolo che l’operazione venga compiuta altrove. La segretaria della Cisl interviene, dunque, per chiedere rispetto per i lavoratori della storica caserma, a costo di entrare in rotta di collisione con il collega della Cgil, Oscar Mancini. Da quel momento la Cisl mette in mostra un vivace dinamismo nella tutela dei dipendenti vicentini della Ederle, cercando di spronare politici e amministratori ad assumersi la responsabilità delle scelte e delle decisioni. La colpa della Porto, forse, è di aver appoggiato la proposta di indire un referendum, invitando tutte le parti al dialogo con queste parole: «Avere opinioni diverse è un problema solo se siamo incapaci di parlarci e di cercare una sintesi comune. Vicenza è la nostra città: occupiamocene».

(g. m. m.) «Un gesto davvero brutto e cattivo». Franca Porto è al telefono, sta parlando con un amico mentre muove qualche passo nervoso da un lato all’altro di stradella Piancoli, davanti alla “casa” della Cisl, davanti a quella scritta sinistra: «Attenta Franca». «Per prima cosa, sono maleducati e privi di senso civico e rispetto - attacca la segretaria della Cisl vicentina -, ma soprattutto è grave che si arrivi a questi atti. Le minacce e le intimidazioni anonime contro la libera espressione di pensiero sono vigliacche e vergognose. Minacciare vuol dire mancare di cultura democratica e senso di civiltà. Continuo a pensare che su questo tema delicato, vale a dire la nuova caserma americana al Dal Molin, hanno sbagliato coloro che hanno voluto dividere la città, esasperando i contrasti. Chi non ha voluto fermarsi nel linguaggio ha forti responsabilità. La politica ha il compito di organizzare consenso e non di gettare benzina sul fuoco». Poi la Porto fa un appello: «Chiedo solo che si eviti di drammatizzare e sollecito ancora una sede in cui il Governo e l’amministrazione comunale possano parlarsi con chiarezza, ascoltando tutti i cittadini e facendo una proposta che tenga conto della realtà, non delle stupidaggini». «Evitiamo la barbarie - conclude la sindacalista - e proviamo a capire se un atto brutto come questo può almeno aiutare a costruire qualcosa di positivo».

Da destra a sinistra solidarietà al sindacato e condanna dei vandali
«È un atto anti-democratico contro il dibattito sulla base»

(g. m. m.) Da destra a sinistra è un coro unanime di solidarietà a Franca Porto e alla Cisl, e di condanna agli autori del vandalismo e delle minacce. «È un brutto segnale, che offende un sindacato sempre in prima linea a difesa dei diritti dei lavoratori - afferma Achille Variati, della Margherita, che ha accompagnato la Porto davanti alla sede della Cisl -. Ed è un brutto messaggio per la città, che dovrebbe indurre tutti coloro che hanno responsabilità». Con Variati ci sono anche i diessini Luca Balzi e Giovanni Rolando: «È un atto vergognoso e antidemocratico che respingiamo con forza, perché mira a svilire il dibattito», commenta Balzi. «Bisogna reagire subito, per questo proporrò una mozione di condanna al consiglio comunale, annuncia Rolando. Fra i primi a condannare l’episodio è il sindaco forzista Enrico Hüllweck: «Qualunque atto o minaccia contro un sindacalista - spiega - è il più odioso che possa esistere, perché il sindacalista è un avvocato che si batte per difendere il lavoro e l’occupazione. In questo caso il gesto è ancora più odioso, se possibile, perché colpisce un segretario che è donna. Non trovo parole sufficienti per esprimere un’adeguata solidarietà. La città giustamente si interroga sull’allargamento della presenza dei soldati americani, ma non può assolutamente accettare una convivenza con personaggi che scelgono metodi delinquenziali per cercare di imporre le proprie opinioni. Chi ha stupidamente ritenuto di rafforzare la posizione di chi si schiera legittimamente da un certo punto di vista ha nociuto proprio a questa parte». L’on. Giorgio Conte, di Alleanza nazionale, esprimendo «totale solidarietà a Franca Porto», punta il dito contro «le parti politiche che nelle strumentalizzazioni non si rendono conto che seminano vento e poi raccolgono questo tipo di tempesta. Per questo desidero richiamare tutti a una maggiore responsabilità». Di «gesto ignobile» parla Oscar Mancini, segretario provinciale della Cgil, che dice: «A chi non riesce a capire che ci possono essere opinioni diverse, serve un corso di democrazia. Purtroppo c’è sempre qualche stupido». Matteo Quero, dei Repubblicani europei, manifesta «solidarietà a gente che lavora e Franca Porto sta facendo il suo lavoro. Chi va contro il lavoro, va contro l’articolo 1 della Costituzione». «Deprechiamo nella maniera più assoluta - è la posizione di Marino Quaresimin e Pierangelo Cangini della Margherita - un gesto che non aiuta e non giova alla democrazia». «Questa grande organizzazione democratica non è venduta a nessuno - sostiene il diessino Ubaldo Alifuoco -. Nel dibattito si inseriscono questi re Mida alla rovescia che provengono dalla cultura della violenza». «È un atto violento - afferma Giuseppe Doppio segretario provinciale della Margherita - che usa le stesse armi che si vorrebbe combattere: e cioè gli atti violenti». «Purtroppo è una chiara conseguenza della campagna ideologica messa in atto dalla sinistra radicale e non solo», incalza il vicesindaco Valerio Sorrentino, esponente di An, dopo aver attestato la sua solidarietà alla Cisl. «Si tratta di atteggiamenti estremisti che non interessano alla comunità vicentina, un vergognoso atto di inciviltà», osserva Giovanni Giuliari, capogruppo di Vicenza capoluogo.

La giunta e i capigruppo del centrodestra hanno dato l’okay a una nuova proposta congegnata dalla presidente Manuela Dal Lago
E la Provincia dice: «In via Moro»
Ipotesi che spiazza tutti: «La caserma sui campi di fronte alla Ederle»

di Antonio Trentin

In teoria è una novità potentissima e capace di spaccare tutti gli schemi incancrenitisi in quattro mesi di ping-pong Vicenza-Roma su chi deve decidere il "via libera" alla super-caserma americana all’aeroporto Dal Molin. In pratica si vedrà prestissimo se ha davvero fiato per marciare - e se ha supporter numerosi e autorevoli - l’idea della Provincia di offrire i suoi campi presso via Aldo Moro per il raddoppio della Ederle (a giusto prezzo, s’intende) e di farsi capofila di un’operazione immobiliare condotta con i proprietari terrieri confinanti. Sbucata fuori dalle retrovie di Palazzo Nievo ancora giovedì scorso, sarà probabilmente il tema-clou della settimana questa nuova ipotesi che sia l’Amministrazione provinciale - e non più l’Amministrazione militare italiana - a fornire al governo Usa la risposta che cerca a Vicenza: cioè un bel po’ di spazio per edificare gli alloggi, i servizi e gli impianti necessari alla 173. Aerobrigata da combattimento in riunificazione pianificata a Vicenza. Di definitivo non c’è ancora niente, ma i passaggi politici fondamentali sono stati fatti già tutti. La presidente della Provincia ha prima portato proposta e disegni ai suoi assessori: «Semplicemente - raccontano gli amministratori del centrodestra - abbiamo sovrapposto i disegni progettuali fatti dagli americani per il Dal Molin alla mappa dei terreni agricoli lungo via Moro, al di là della circonvallazione, praticamente di fronte al perimetro della Ederle. Tra terreni della Provincia e terreni privati, ci stanno perfettamente...». Come dire: riubicato dal Dal Molin a via Aldo Moro, il progetto è realizzabile senza problemi di spazio, e in più la nuova base statunitense si collegherebbe facilissimamente con l’attuale, addirittura soltanto scavando uno o più tunnel di forse un centinaio di metri sotto la strada di grande scorrimento. Dopo questo okay degli amministratori, è stata la volta di una riunione tra capigruppo della Casa delle libertà, dove la presidente leghista ha ottenuto dal suo partito, da Forza Italia, da Alleanza nazionale, dall’Udc e dal Movimento Ppe un sostanziale "d’accordo, vai avanti" che ora aspetta l’ufficializzazione: «Per noi sta bene che la Ederle resti e raddoppi. Se questa di via Moro è la risposta giusta agli americani, siamo disponibili a promuoverla e gestirla». L’utilizzo dei campi esterni alla circonvallazione per nuove strutture Usa era stato approfondito già un paio di anni fa, quando la Ederle andava in cerca di terreni per un raddoppio del "villaggio americano" attraverso un grande leasing immobiliare-finanziario con un interlocutore vicentino. Si era formato allora un consorzio tra proprietari che potrebbe diventare la base per la nuova iniziativa studiata a Palazzo Nievo. L’affare economico è praticamente lo stesso, ben sostanzioso, e la superiore utilità pubblica di una ri-destinazione per usi militari potrebbe addirittura accelerare la trasformazione urbanistica delle aree. La Provincia, che possiede una quindicina di campi vicentini verso il complesso della "Nostra Famiglia", parteciperebbe per il 10-15 per cento al mosaico di terreni agricoli da destinare all’uso militare.