09 AGOSTO 2006

Dal Molin, prove di dialogo tra sì e no
«È l’ora dei vigili stranieri»
SCHIO.Più “occhi” per la sicurezza

È iniziata ieri intanto la raccolta di firme a sostegno dei 744 lavoratori della caserma Ederle
Dal Molin, prove di dialogo tra sì e no
Cisl e Uil incontrano il fronte contrario al nuovo insediamento Usa I sindacati insistono: «Da valutare benefici e impatto del progetto»

di Eugenio Marzotto

Prove di dialogo tra il “sì” e il “no”, tra quelli che l’ampliamento della Ederle lo sottoscriverebbero domani e quelli che temono ripercussioni sul piano urbanistico, del traffico e dell’ambiente. Oggi alle 17, prima della fiaccolata “anti Dal Molin”, il comitato del no incontrerà una delegazione sindacale, la stessa che lunedì ha animato l’assemblea alla Ederle. Ci saranno Grazia Chisin della Uil e Costantino Vaidanis della Cisl, pronti a trovare un terreno di dialogo con i residenti della zona e quanti si oppongono all’insediamento americano. «La premessa è che noi non siamo dei guerrafondai o americanisti - spiega Vaidanis - vogliamo solo valutare in modo sereno pro e contro del possibile ampliamento della Ederle, tenendo presente che il problema occupazione non può non essere un argomento da affrontare». È iniziata ieri mattina intanto la raccolta firme del comitato per il “sì” tra i 744 dipendenti della Setaf, raccolta che proseguirà anche all’esterno della caserma e che coinvolgerà tutto l’indotto. «Sta crescendo silenziosamente il numero di persone a cui sta a cuore il nostro posto di lavoro e l’economia della città - spiega Roberto Cattaneo portavoce dei dipendenti della Ederle - e questo è già un buon risultato di partenza». E mentre i sindacati confermano la volontà di incontrare il ministro della Difesa per esporre anche il punto di vista dei 744 delle Ederle, i comitati di quartiere si chiudono in un “no comment” sui perché e sui per come il summit di oggi ha avuto origine. «All’incontro di oggi - continua il segretario della Fisascat, Costantino Vaidanis - non ci saranno forze politiche, non sono state invitate e non sono previste, anche se è chiaro che i comitati dei due “fronti” sono in contatto con tutti i partiti» Resta confermata intanto la posizione delle segreterie di Cisl e Uil, che ribadiscono la strategia già annunciata dopo l’assemblea alla Ederle, quella di creare una commissione “verità”: «Va realizzata subito una commissione che si occupi della raccolta e la diffusione delle informazioni sul reale stato delle cose. Verificare fino in fondo - spiegano Riccardo Dal Lago e Franca Porto la fattibilità del progetto, mettendo al centro le convenienze della città e dei cittadini» Una commissione in cui siano rappresentati anche i comitati dei cittadini e dove si valuti l’impatto sull’occupazione. «Se il sindaco non si farà promotore di questa iniziativa Cisl e Uil inoltreranno analoga richiesta al Prefetto», ripetono i sindacati. Ma i fari sono puntati sull’appuntamento di oggi, anche perché qualche ora dopo si svolgerà la fiaccolata del comitato per il “no” davanti all’aeroporto vicentino, che riunisce i diversi comitati di quartiere della città e sarà in quell’occasione che il fronte anti Ederle 2, farà capire quali saranno i rapporti con quanti l’ampliamento lo auspicano. Chi non nasconde le proprie opinioni è Marco Palma segretario cittadino dei Comunisti italiani che sul rapporto occupazione-caserma, commenta: «Da quando Vicenza pensa al proprio sviluppo centrandolo sulle servitù militari? Di questo passo, ci sarà chi sosterrà che anche la guerra è utile ai fini occupazionali: anche gli eserciti che si scontrano, infatti, generano migliaia di "posti di lavoro"; peccato che alle loro spalle lascino migliaia di morti e devastanti distruzioni».

Alex Cioni di Azione Sociale annuncia la sua presenza al corteo e scatta il niet
La destra: «Anche noi alla manifestazione» Ma l’Osservatorio mette il veto: «No, voi no»

L’aveva annunciato a chiare lettere: «Saremo alla fiaccolata contro il “Dal Molin” americano». Alex Cioni coordinatore provinciale di Azione Sociale, movimento di estrema destra, incassa però una sorta di “no tu no”, dall’Osservatorio contro le servitù militari, organizzazione che fin da subito ha aderito alla manifestazione voluta dal coordinamento dei comitati di quartiere della città che si oppongono alla base Usa del Dal Molin e che 24 ore prima dell’appuntamento del fronte del no, risponde ad Azione sociale con una sorta di «no tu no». «Apprendiamo dalla stampa locale - scrivono quelli dell’Osservatorio - che davanti all'aereoporto Dal Molin, manifesteranno anche sigle dell’estrema destra. L’Osservatorio contro le servitù militari, organizzatore dell'iniziativa, a cui parteciperanno anche comitati e cittadini, associazioni e sigle sindacali, ritiene però incompatibile e sgradita la presenza di neofascisti alla manifestazione». Il riferimento è anche alla probabile presenza di Forza Nuova che potrebbe partecipare alla manifestazione contro la nuova base Usa. Come andrà a finire e come reagirà Cioni al niet che arriva da sinistra? Lui che aveva detto «vengo anch’io» e che si sente rispondere, come nella canzone di Enzo Jannacci, «no tu no».


«È l’ora dei vigili stranieri»

di Gian Marco Mancassola

Vigili stranieri per controllare quartieri ad alta densità di immigrati e a rischio microcriminalità. Alleanza nazionale soffia sul fuoco della combinata “sicurezza + integrazione” e lo fa con l’on. Giorgio Conte, presidente provinciale del partito, che rilancia la proposta di assumere agenti ausiliari extracomunitari per scongiurare il rischio di derive come accaduto in via Anelli a Padova, dove a fine luglio è esplosa in tutta la sua violenza la questione della convivenza fra diverse etnie, con liti, scontri e decine di arresti. A distanza di due settimane rimane ancora accesa la brace della polemica politica, che ha prodotto uno scontro fra destra e sinistra. Ed è proprio da Padova che è rimbalzata fino ai telegiornali nazionali l’idea del capogruppo dei Democratici di sinistra Umberto Zampieri, che nei giorni seguenti agli scontri esplosi in via Anelli ha dichiarato: «Gli agenti di polizia locale immigrati possono essere fondamentali per avvicinare gli extracomunitari che vivono nei nostri rioni. Un’antenna importante sul territorio capace di creare un collegamento con le comunità che abitano qui». Conte aveva elaborato una bozza di progetto ai tempi in cui era vicesindaco e assessore alla pubblica sicurezza, vale a dire fino al 2001, quando accettò la candidatura alla Camera lasciando il posto in municipio a Valerio Sorrentino. Ora il leader aennista vicentino esce nuovamente allo scoperto, sulla scorta degli eventi padovani, forte del manifesto di Gianfranco Fini nel quale, tra l’altro, si tocca proprio il tasto dei diritti degli immigrati, dal diritto di voto amministrativo all’apertura verso alcuni gradi di riconoscimento della cittadinanza. Dentro An, in città, la riflessione sul ruolo che vigili stranieri potrebbero svolgere nei corpi di polizia locale è già a uno stadio avanzato, sviluppata in particolare da Diego Beltramelli, consigliere di amministrazione dell’Ipab. Beltramelli si ispira al modello già adottato in molte nazioni, in Europa come negli Usa, dove quelli che un tempo erano immigrati di colore, cinesi o italiani oggi sono parte integrante dei dipartimenti di polizia e operano con successo in quartieri come China Town o Haarlem. Secondo il modello elaborato da Beltramelli e fatto proprio da Conte, il poliziotto ausiliare dovrebbe affiancare la polizia locale, senza arrestare o contestare ammende, dal momento che i compiti della polizia non vanno né sostituiti né delegati. Lo scopo dell’ausiliare sarebbe invece fare informazione, assistenza, prevenzione. «I tempi sono maturi perché il Comune rifletta su questa proposta, prima che i buoi siano già scappati dalla stalla, come accaduto a Padova - incalza Conte -. Fortunatamente, a Vicenza non sembrano esserci contesti paragonabili a quella di via Anelli. Ciò non toglie che in situazioni di particolare degrado, dove le forze dell’ordine faticano a immergersi nelle realtà sociali delle diverse etnie, il vigile di quartiere straniero, con un solido legame e senso del dovere, può rappresentare una soluzione utile a risolvere molti problemi». Alleanza nazionale più che di agenti veri e propri parla di ausiliari, mentre a Padova si è parlato di assunzioni dirette con contratto a progetto: sia come sia, Conte sottolinea come il vigile straniero possa aiutare forze dell’ordine e polizia locale a svolgere i loro compiti istituzionali, muovendosi meglio in contesti “chiusi” in se stessi e difficilmente penetrabili dall’esterno. Le aree da porre sotto stretta sorveglianza sono quelle comprese nel ben noto triangolo disegnato dalla stazione e Campo Marzo, da Ss. Felice e Fortunato e viale S. Lazzaro e da via Torino. Quella del vigile straniero non appare quindi più una boutade o una provocazione, e la proposta arriva proprio alla vigilia del programma di assunzioni messo in conto dal Comune per rinforzare l’organico del comando di contrà Soccorso Soccorsetto, ridotto all’osso dai numerosi pensionamenti. Così, ora che viene invocato da destra e da sinistra, Beltramelli si toglie qualche sassolino dalla scarpa: «Non capisco più niente. O dicevo sciocchezze, oppure ero davvero avanti».


Salgono a dodici i dispositivi di videocontrollo. Quelli nuovi in via dell’Industria, Ss. Trinità, Rovereto e Campo Sportivo
Più “occhi” per la sicurezza
Quattro nuove telecamere in città collegate alle centrali operative

di Paolo Rolli

Quattro nuove telecamere a vigilare sulla sicurezza della città. Diventano così dodici gli occhi elettronici puntati su diversi angoli di Schio: dopo la prima tornata di installazioni, risalente a circa tre anni fa, e che aveva visto montare otto telecamere in altrettanti punti strategici, ora l’Amministrazione comunale ha deciso di potenziare il servizio aggiungendone altre quattro, che sono già entrate in funzione e che come le altre sono collegate alle centrali operative dei carabinieri e della polizia locale. L’esperimento iniziato con la prima telecamera, quella installata in piazza Statuto, aveva dato a suo tempo buoni risultati: di lì a poco, infatti, il Comune aveva deciso di montarne altre sette, tutte in punti strategici, per il controllo della viabilità e in funzione anticrimine. Per questo duplice motivo, infatti, le immagini erano state rese disponibili sia alla centrale operativa del comando carabinieri di viale Maraschin, sia a quella della polizia locale. In più occasioni le telecamere si sono rivelate importante supporto per tenere d’occhio particolari situazioni, legate soprattutto al traffico e al controllo di manifestazioni, limitando nel contempo l’impiego del personale. Adesso ecco giungerne in sordina altre quattro, che sono state posizionate in altrettanti punti di particolare importanza soprattutto per il controllo delle principali arterie di ingresso e uscita dalla città, vale a dire viale dell’Industria, via Ss. Trinità, via Rovereto e via Campo sportivo. Si tratta di punti che, come accaduto anche in precedenza, sono stati concordati tra i tecnici comunali e i responsabili delle forze di polizia, che hanno suggerito i punti di maggior interesse. «Si tratta di uno strumento assai importante, sia per noi sia per i carabinieri, e proprio per questo le ultime telecamere sono state installate lungo importanti assi stradali - afferma il comandante della polizia locale Matteo Maroni -. La loro funzione è duplice: per quanto riguarda noi soprattutto per gli aspetti viabilistici, mentre per i carabinieri in particolar modo per l’attività investigativa». L’incremento del servizio di videocontrollo è stato reso possibile anche grazie all’ampliamento della rete di fibre ottiche di cui si sta dotando Schio, e che permette collegamenti video caratterizzati dalla rapidità del trasferimento dati e dalla qualità elevata delle immagini. Anche queste quattro nuove telecamere possono essere manovrate a 360 gradi e sono dotate di un potente zoom che permette di rilevare anche piccoli particolari a grande distanza. Il tutto con il semplice gesto della mano da parte del carabiniere o dell’agente in servizio nella sala operativa, che ha a disposizione un joystick come quello dei videogiochi, e di fronte a sé un grande schermo al plasma che riporta le immagini di tutte le telecamere della città.