09 MAGGIO 2005

dal Giornale di Vicenza

Foglio di via per i punk-a-bestia
Precari ancora sul piede di guerra

È l’ultima iniziativa forte preannunciata dal Comune per fronteggiare il fenomeno dell’accattonaggio
Come accade nel calcio, i giovani che bivaccano sotto la Basilica saranno prima ammoniti e poi espulsi
Verrà poi fatta rispettare l’ordinanza che vieta ai mendicanti di stazionare nelle zone del centro storico

Foglio di via per i punk-a-bestia
Sorrentino: «Le abbiamo provate tutte. Ora saranno allontanati»

di Silvia Maria Dubois

«Foglio di via per i punk-a-bestia che si sono insediati in città». Questa è solo l'ultima iniziativa "forte" preannunciata dal Comune di Vicenza per fronteggiare il fenomeno dell'accattonaggio, del disordine sociale e di tutta quella falsa povertà che è tornata a far tintinnare monetine nelle vie del centro: falsi zoppi, falsi ciechi, falsi orfani dai cartelli con falsi errori ortografici che disturbano i passanti con richieste e lagne più o meno esplicite. Chi si è fatto un giro in questi giorni nella città del Palladio ha potuto rendersene conto di persona, Vicenza brulica di mendicanti: due slavi fissi alle porte del Duomo, due stampellati a Porta Castello, drogati con la solita scusa del biglietto del treno da prendere in viale Roma e, dulcis in fundo, le due bocche d'uscita di corso Palladio presidiate in pianta stabile da impolverati e irritanti punk-a-bestia che, invece di lavorare, passano il loro tempo a chieder soldi alla gente. L'andazzo, però, sembra durare ancora per poco. «Dopo alcuni colloqui con il questore, sembra essersi prospettata finalmente una soluzione definitiva - racconta il vice sindaco ed assessore alla sicurezza Valerio Sorrentino - i punk-a-bestia della città verranno prima sottoposti ad una serie di ammonizioni verbali, dopodichè per loro scatterà il foglio di via: saranno individuati e controllati affinchè non possano più metter piede a Vicenza». Un atteggiamento che, dalle parole del vicesindaco, sembra costituire il logico epilogo di una situazione esasperante di lunga data. «Con loro le abbiamo provate tutte - racconta Sorrentino - vengono continuamente contravvenzionati per il comportamento e i reati che compiono, e i vigili urbani li controllano e gli rompono le scatole il più possibile anche di notte, affinchè questi non rovinino il nostro patrimonio artistico, visto che, come tutti sanno, vanno a dormire e a fare i loro comodi in posti come la Basilica Palladiana. Purtroppo, finora tutto questo, dal punto di vista pratico, non è servito a nulla, è rimasto tutto sulla carta. Adesso bisogna agire diversamente». Nel frattempo, ai cittadini viene dispensato un appello. «Invitiamo tutte le persone che ritengano di essere molestate da questi soggetti di chiamare immediatamente la centrale di Polizia - specifica il vice sindaco - i vigili sanno che devono immediatamente intervenire in questo caso. Lo ripeto: con il foglio di via si prospetta una prossima soluzione di questo problema sociale, ma nel frattempo i cittadini hanno il diritto di esser lasciati in pace». Un diritto che potrebbe estendersi al rifiorire d'accattonaggio vero o presunto che sta ripopolando la città e per cui, anche qui, si potrebbe prospettare qualche novità. «Esiste un’ordinanza e va fatta rispettare - racconta Sorrentino, all'indomani dell'arrivo di una squadra di guardie private in Campo Marzo, come preannunciato qualche mese fa - purtroppo non possiamo farla valere in posti come i sagrati delle chiese, visto che a suo tempo, ci furono parecchie polemiche da certi interlocutori, e quei luoghi vennero lasciati fuori. Ma ciò non toglie che ora la si possa cambiare, estendendola a zone non ancora precedentemente comprese». «Mi auguro che questa politica dei controlli che la nostra Amministrazione intende rinforzare non venga, ancora una volta, strumentalizzata da una certa parte della sinistra buonista - conclude il vice sindaco - questi interventi vanno fatti proprio per tutelare i cittadini e distinguere quello che è il rispetto della vera povertà da quello che è il suo misero tentativo di speculazione, sfruttando lo spirito di compassione che si riesce a suscitare negli altri con l'inganno o l'esasperazione».


Scuola. Contro la supervalutazione del servizio prestato in montagna, isole minori e carceri
Precari ancora sul piede di guerra
Il Comitato vicentino si allea con i colleghi siciliani e lucani

(an. ma.) Precari nuovamente sul piede di guerra. Questa volta è il Comitato insegnanti precari di Vicenza, aderente alla Fuip nazionale, a presentare ricorso presso il Tar del Lazio contro la supervalutazione del servizio prestato nelle scuole di montagna, nelle isole minori e nelle carceri. «Abbiamo deciso di ricorrere - spiega Francesco Casale, presidente del Cip vicentino - insieme ai colleghi dei coordinamenti siciliani di Palermo, Enna, Catania e Caltanissetta, al coordinamento precari della provincia di Potenza ed altri grupppi di insegnanti precari sparsi sul territorio nazionale, affidando l'azione legale all'avvocato Fabio Rossi. Riteniamo fondamentale per una lotta efficace contro questa iniqua disposizione di legge il coinvolgimento delle diverse associazioni dei docenti precari e dei singoli precari interessati, perchè alla questione del doppio punteggio venga restituita la visibilità sinora negata e si possa finalmente collaborare per ottenere risultati significativi». Con il ricorso si chiede tra le altre cose l'annullamento del decreto direttoriale del 31/3/05 nella parte in cui si prevede che per il servizio prestato nelle scuole di montagna o nelle isole minori o negli istituti penitenziari possa essere effettuata una valutazione superiore a 12 punti annui. Viene inoltre chiesto l'annullamento nella parte in cui si omette di precisare che, "ai fini della valutazione in misura doppia del servizio d'insegnamento prestato in scuola di montagna, è necessario che i competenti Csa abbiano previamente verificato la sussistenza di un effettivo stato di disagio della sede scolastica, con conseguente inserimento della stessa in apposito elenco da sottoporsi a revisione triennale". «A sostegno dei motivi di ricorso - conclude Casale - verranno prodotti in giudizio i numerosi provvedimenti giudiziari (tribunale del lavoro di Catania, Tar Catania, tar Molise, Consiglio di Stato) che hanno già riconosciuto la fondatezza delle esposte deduzioni».