Scuola. Contro la supervalutazione del servizio prestato in montagna, isole minori e carceri
Precari ancora sul piede di guerra
Il Comitato vicentino si allea con i colleghi siciliani e lucani
(an. ma.) Precari nuovamente sul piede di guerra. Questa volta è il Comitato insegnanti precari di Vicenza, aderente alla Fuip nazionale, a presentare ricorso presso il Tar del Lazio contro la supervalutazione del servizio prestato nelle scuole di montagna, nelle isole minori e nelle carceri. «Abbiamo deciso di ricorrere - spiega Francesco Casale, presidente del Cip vicentino - insieme ai colleghi dei coordinamenti siciliani di Palermo, Enna, Catania e Caltanissetta, al coordinamento precari della provincia di Potenza ed altri grupppi di insegnanti precari sparsi sul territorio nazionale, affidando l'azione legale all'avvocato Fabio Rossi. Riteniamo fondamentale per una lotta efficace contro questa iniqua disposizione di legge il coinvolgimento delle diverse associazioni dei docenti precari e dei singoli precari interessati, perchè alla questione del doppio punteggio venga restituita la visibilità sinora negata e si possa finalmente collaborare per ottenere risultati significativi».
Con il ricorso si chiede tra le altre cose l'annullamento del decreto direttoriale del 31/3/05 nella parte in cui si prevede che per il servizio prestato nelle scuole di montagna o nelle isole minori o negli istituti penitenziari possa essere effettuata una valutazione superiore a 12 punti annui. Viene inoltre chiesto l'annullamento nella parte in cui si omette di precisare che, "ai fini della valutazione in misura doppia del servizio d'insegnamento prestato in scuola di montagna, è necessario che i competenti Csa abbiano previamente verificato la sussistenza di un effettivo stato di disagio della sede scolastica, con conseguente inserimento della stessa in apposito elenco da sottoporsi a revisione triennale".
«A sostegno dei motivi di ricorso - conclude Casale - verranno prodotti in giudizio i numerosi provvedimenti giudiziari (tribunale del lavoro di Catania, Tar Catania, tar Molise, Consiglio di Stato) che hanno già riconosciuto la fondatezza delle esposte deduzioni».