Nuovo villaggio della caserma Ederle C’è una “proposta di collaborazione”
Il Comune dovrà decidere se adottare una variante urbanistica entro fine febbraio
di Tommasino Giaretta
Quinto è pronto all’arrivo di 2 mila militari americani? Adesso è nero su bianco, visto che agli atti del Comune è stato protocollato un documento di “Proposta di collaborazione” formalizzato da uno studio tecnico di Padova.
È quindi confermata la notizia dei contatti tra emissari, amministrazione comunale e un pool di proprietari di alcuni ettari di campagna in prossimità dei laghi nella frazione di Valproto, scavati all’epoca della costruzione dell’autostrada Valdastico e utilizzati per l’allevamento di anguille. La zona potrebbe essere coperta da una colata di asfalto e cemento per fare posto a 200 nuovi alloggi per soddisfare la necessità delle forze armate Usa di stanza alla Ederle, che hanno necessità di disporre di un nuovo quartiere residenziale definito di “alta qualità” per il loro personale. Tra i requisiti fissati dal bando figurano quelli della vicinanza alla caserma, l’accessibilità in tempi brevi e la disponibilità in tempi certi.
L’area verde a ovest dei laghetti viene definita da Bruno Beghetto firmatario del documento, «un’area idonea sotto ogni profilo a tale destinazione d’uso mediante un intervento di riqualificazione urbanistica, edilizia ed ambientale. Da uno studio di massima, risulta la fattibilità dell’intervento e l’ampiezza dei benefici che ne deriverebbero al Comune da molteplici punti di vista».
Il sindaco Secondo Pillan ha girato la proposta ai gruppi di maggioranza e di minoranza, visto che l’argomento deve essere affrontato in tempi brevi valutando o meno la possibilità di presentare entro il 28 febbraio 2005 una variante urbanistica ad hoc. Il consigliere di minoranza e segretario politico di Forza Italia, Fausto Rossi, ha presentato subito un’interrogazione. L’operazione comporterebbe un giro d’affari stimato in 300 milioni di euro.
Il sindaco era stato chiaro: «Un insediamento abitativo di tale portata - aveva puntualizzato recentemente - potrà essere accettato e approvato dalla nostra amministrazione soltanto a determinate condizioni. Diciamo no se si intende costruire una serie di condomini, diciamo no se si vuole costruire una caserma, diciamo no se si vuole costruire un bunker, diciamo ancora no se si vuole costruire un villaggio recintato a esclusivo beneficio degli americani».
Una serie di paletti che sanno tanto di prescrizioni: non poteva essere diversamente, visto l’impatto sul piano ambientale che una scelta del genere comporterebbe con la costruzione di un nuovo ponte sul Tesina, all’altezza del cavalcavia sulla Valdastico nella zona di via Quintarello, rendendo quasi immediato il collegamento con la caserma Ederle. Una questione non da poco ma con poco tempo a disposizione per decidere con ponderatezza se accettare o meno la proposta. E c’è chi già avanza l’idea di un referendum.
Il sindaco si schiera contro l’antenna
(m. sc.) Il prefetto Angelo Tranfaglia convoca i rappresentanti del comitato. E il sindaco Franco Viero scrive all’H3g chiedendo «con forza» l’interruzione dei lavori in contrada Griffani. I segnali tanto attesi dai genitori, che sabato e lunedì avevano estremizzato la protesta contro l’antenna Umts tenendo i loro figli a casa da scuola, sono arrivati. I numerosi sit-in degli ultimi giorni, la marcia davanti alla casa del primo cittadino, l’occupazione della sala consiliare non avevano dato i risultati sperati. L'agitazione scolastica del 75% delle famiglie, invece, ha colpito nel segno.
Il primo cittadino ha deciso di scrivere all'H3g: «I lavori di installazione provocano un danno sociale di dimensioni preoccupanti che va ben oltre i confini della zona interessata», è l'incipit della missiva inviata anche al prefetto ed al preside Domenico Caruso. Viero ricorda i numeri dell'astensione scolastica, «contro la scelta di questo sito sensibile perché vicino alle scuole, all'asilo, all'oratorio e ad altra antenna. Chiedo con forza - conclude - che la ditta consideri con molta attenzione quanto l'installazione stia lacerando il tessuto sociale della comunità e che interrompa i lavori».
«È da mesi che diciamo queste cose - osserva Massimo Poncina, portavoce del comitato Griffani e presidente del comitato genitori -. Ora, comunque, lo scenario è di nuovo mutato. Non c'è più solo il comitato, ma anche il sindaco che si esprime. È un segnale forte, così come la convocazione del prefetto».
Altri segnali vengono dalla scuola, dove, con la sospensione della protesta, è ripreso il programma didattico. Alla ferma richiesta di bloccare i lavori formulata dal consiglio dell'istituto comprensivo, si è aggiunta quella analoga della Rsu.