08 LUGLIO 2006

I Ds insistono: «Sì al referendum»
E da oggi riappaiono le “pantere” per sorvegliare il Campo Marzo
SCHIO.Il questore ha vietato la sfilata Gli ex repubblichini protestano

“Dal Molin” agli Usa. Il capogruppo chiede un nuovo dibattito in Consiglio. Anche da Rifondazione no alla caserma
I Ds insistono: «Sì al referendum»
Poletto: «Il Comune deve esprimersi sull’impatto urbanistico»

(g. m. m.) «Dibattito in Consiglio e referendum comunale». I Democratici di sinistra tornano a pretendere la promozione di una consultazione popolare per stabilire quale sia l’orientamento dei vicentini rispetto al progetto americano di costruire una nuova caserma all’aeroporto “Dal Molin”. «In questa vicenda torbida, insensata e opaca - argomenta il capogruppo in sala Bernarda Luigi Poletto - risaltano le contraddizioni, le elusioni e i sotterfugi del primo cittadino che dà un assenso senza avere consultato il consiglio comunale, che assume posizioni amministrative incoerenti e illogiche, che drena sul governo una responsabilità che gli è propria, che contraddice il parere degli uffici comunali volto ad evidenziare la contrarietà dell'insediamento allo strumento urbanistico vigente, che avanza la proposta del referendum per poi subito abbandonarla, che continua ad evitare un dibattito in Consiglio dando per scontato un consenso della comunità vicentina tutto da dimostrare». Poletto fa schermo poi sul premier Romano Prodi: «Hüllweck chiama in causa il governo Prodi? Finge di non sapere che se la politica internazionale spetta ai Governi e alle diplomazie, la valutazione sull'impatto urbanistico, ambientale, viabilistico, sociale e di gestione della questione sicurezza compete agli organismi locali. Ciò che è importante è comunque bloccare questa folle corsa verso la militarizzazione di Vicenza; stupisce che a spingere sull'acceleratore siano i militari statunitensi: bisognerebbe dire loro che non è accettabile che la tempistica ci sia imposta, che in Italia a governare sono i civili». Infine, il nesso fra la futura caserma e l’aeroporto civile: «A prescindere dal fatto che l'aeroporto di Vicenza non decolla, colpisce il fatto che il Comune e la controllata Aim abbiano proceduto alla ricapitalizzazione della società. La vera domanda è: se il sindaco era a conoscenza del futuro insediamento Usa all'interno del “Dal Molin”, perché ha assentito alla ricapitalizzazione?». Spostando il tiro ancora più a sinistra, si registra il no alla caserma Usa di Ezio Lovato, segretario provinciale di Rifondazione comunista: «Il progetto appare devastante per l'impatto ambientale e sociale che produrrebbero sia la cementificazione di circa 700 mila metri cubi, sia l'arrivo di oltre 2 mila militari reduci dai teatri di guerra dove l'amministrazione Bush ha deciso di intervenire». «Registriamo quindi l'esistenza di un progetto teso a raddoppiare la presenza militare Usa nella nostra città - prosegue Lovato -, sottraendo un'altra vasta area del territorio comunale, oltre a quella già attualmente occupata dalla caserma Ederle, al controllo democratico della popolazione. Oltre alla presenza della Gendarmeria europea ciò significherebbe militarizzare completamente la città. Il partito di Rifondazione Comunista è a fianco della popolazione ed è impegnato affinché l'attuale governo respinga questo progetto antipopolare, mostrando in tal modo la volontà di discontinuità rispetto alla politica del governo precedente». Questa mattina, all’albergo S. Raffaele a Monte Berico, i comitati anti-caserma incontrano l’on. Elettra Deiana, vicepresidente della Commissione difesa della Camera.


Sorrentino: «Vogliamo puntare sulla percezione di sicurezza»
E da oggi riappaiono le “pantere” per sorvegliare il Campo Marzo

(g. m. m.) «Quello che conta, a mio avviso, non è il numero di reati, ma la percezione della sicurezza avvertita dai cittadini». Valerio Sorrentino, assessore del capoluogo alla pubblica sicurezza, è reduce dal vertice di Venezia, in cui è stato certificato un calo generalizzato dei crimini nel Vicentino fra il 2004 e il 2005, ma che vede ancora molte ombre. «È importante dare la sensazione a chi vive in città che ci sono uomini e strumenti per combattere la criminalità - argomenta -. Ci sono casi di quartieri in cui non si registrano reati, ma dove gli abitanti hanno la sensazione di essere insicuri». La cura, allora, è data dalla presenza sul territorio: «Essere presenti con agenti, telecamere, automobili, dà ai cittadini una percezione di sicurezza che va oltre i numeri: se accade qualcosa, sanno a chi rivolgersi». Sorrentino ha in mente la situazione della zona calda della stazione e di viale Milano, dove sono state installate videocamere per sorvegliare una delle aree in cui più spesso è stato posto il problema della microcriminalità. E non ci sono soltanto le telecamere a circuito chiuso. Ci sono anche le “pantere”, vale a dire le bodyguards che da oggi torneranno a pattugliare Campo Marzo e i Giardini Salvi. «Si tratta di un servizio di custodia - spiega l’assessore - che si articolerà durante l’estate, per tutti i giorni della settimana, ma in particolare al sabato e alla domenica. In caso di situazioni a rischio, le “pantere” faranno le dovute segnalazioni al comando della polizia locale, chiedendo l’intervento di agenti». L’attività di custodia durerà fino al 30 settembre e verrà svolta nei giorni feriali dalle 17 alle 20 e nei giorni di sabato e domenica dalle 15.30 alle 20.30. Il compito di custodia - si legge in una nota del Comune - è motivato dalla duplice necessità di fornire agli utenti dei parchi tutte le informazioni circa le manifestazioni in programma e di garantire comportamenti civili all’interno dei parchi, come prevedono anche i regolamenti e le disposizioni che disciplinano le aree verdi.


Eccidio: ieri sera la commemorazione in duomo con autorità e parenti delle vittime
Il questore ha vietato la sfilata Gli ex repubblichini protestano

(m. sar.) Il questore non autorizza il corteo degli ex repubblichini di domani ma ugualmente si terranno due manifestazioni: la commemorazione delle vittime dell’Eccidio da parte di “Continuità Ideale della Rsi” al sacrario militare di Ss. Trinità e l’iniziativa antifascista promossa da numerosi movimenti e organizzazioni sindacali, in piazza Rossi, sempre nella mattinata. «Un risultato atteso e molto importante per la nostra città - è il commento del sindaco Luigi Dalla Via alla decisione del questore -. Schio, che si fregia della medaglia d’argento al Valore Militare per i suoi meriti resistenziali, non meritava di subire ancora l’oltraggio di un corteo che offende la storia e la memoria antifascista della nostra terra. Per troppi anni abbiamo dovuto subire un appuntamento che non ha radici né legami con il nostro territorio e che offende quello spirito antifascista affermato dalla nostra Costituzione». Ma il clima non sembra stemperato: l’altra notte c’è stato un raid all’hotel Noris, dove ieri sera c’era un incontro pubblico organizzato da “Continuità Ideale con la Repubblica Sociale Italiana”. Vetri e muri sono stati imbrattati con uova e vernice rossa. Per domani Cgil-Cisl e Uil, assieme all’Anpi invitano intanto alla manifestazione dedicata «alla libertà, alla democrazia e alla Costituzione scaturita dalla Resistenza». Un richiamo alla pace e alla riconciliazione arriva invece dalla messa di suffragio celebrata da don Guido Poier in duomo, ieri sera, alla presenza dei familiari delle vittime e di numerosi politici, dall’on. Giorgio Conte di An alla segretaria provinciale dei Ds Daniela Sbrollini, passando per buona parte del consiglio comunale scledense, sindaco in testa. Da segnalare, fra i banchi, la presenza anche del figlio di uno dei componenti del commando partigiano che irruppe nelle carceri mandamentali e mise in atto la strage. «Questo è un faticoso e duro anniversario di lutto collettivo - ha affermato don Poier -. Bisogna abbandonare egoismi e divisioni perchè l’odio non è forza creativa». Il comitato dei familiari, in calce all’elenco delle 54 vittime scandito in ordine alfabetico, ha diffuso parole di serenità: «Vogliamo cancellare l’odio, portatore di morte e divisione. Crediamo che questa riappacificazione venga percepita da tutti come segno di speranza per il futuro».