08 MAGGIO 2005

dal Giornale di Vicenza

I camionisti fanno squadra
Il fronte del sì affila le armi

I camionisti fanno squadra

di Marino Smiderle

Sandrigo. Glielo spiegano i camionisti, ai politici, come si deve fare squadra. Una squadra composta da 250 bisonti, tutti bene allineati lungo le strade della zona industriale di Sandrigo, fin dalle 7 di mattina. Il sole è appena nato e i tir dai colori sgargianti se ne stanno acquattati col motore spento, in attesa del via libera. Tra poco accenderanno i motori, sporcheranno il cielo limpido sfornato da questa mattina di maggio e marceranno in fila indiana per protestare contro l’ordinanza che li costringe a passare le notti in garage. È il giorno della grande manifestazione, della marcia su Vicenza, passando per i comuni di Sandrigo, Dueville, Villaverla, Isola Vicentina e Costabissara. I sindaci di questi comuni firmano divieti al traffico notturno (dalle 22 alle 6) dei tir? Bene, i tir si mettono in marcia al sabato mattina. Marcia lenta, massimo 20 km/h, per la gioia degli automobilisti. Ma riusciranno nell’intento di far recedere gli amministratori da questo provvedimento che ritengono ingiusto e lesivo dei loro diritti? «Per il momento posso dire che parteciperanno all’iniziativa 250 mezzi - rivela Maria Teresa Faresin, presidente provinciale del settore autotrasportatori in Assoartigiani -, il doppio di quelli che ci avevano comunicato le adesioni. Segno che si tratta di un’iniziativa molto sentita e condivisa da tutti». Proprio tutti. Assindustria, Assoartigiani, Piccoli industriali, Cna, sigle che non sempre riescono a trovare un terreno comune, stavolta si schierano compatte. E con loro c’è anche l’assessore provinciale Roberto Ciambetti, fresco di elezione al Consiglio regionale. «Se le nostre aziende sono competitive solo fino ai cancelli - attacca Massimo Calearo, presidente di Assindustria - lo dobbiamo ai politici che in tutti questi anni non sono riusciti a realizzare le infrastrutture necessarie. Ora pretendono addirittura di mettere al bando i tir dalle strade, senza curarsi minimamente di seguire con attenzione gli sviluppi progettuali della bretella che dovrebbe unire Vicenza ovest a Isola. Stamattina ci sono anche molti padroncini, che hanno patito un danno economico rilevante dalla decisione amministrativa. Sono qui, di sabato, perdendo ore e denaro, per protestare contro un provvedimento che non sta né in cielo né in terra». Col presidente di Assindustria c’è anche Rodolfo Mariotto, categoria autotrasportatori, che ha seguito i dettagli organizzativi della manifestazione: «Capiamo il disagio dei cittadini - dice - ma dovevamo far capire in modo chiaro che non ci stiamo ad accettare questo sopruso». Per l’Api ci sono Tranquillo Loison («È grave che gli imprenditori siano costretti a mettere in cantiere simili manifestazioni per farsi sentire») e Luca Dall’Osto («L’unica soluzione è la bretella, ma gestire il problema con ordinanze punitive mi sembra irresponsabile»). Giuseppe Sbalchiero, presidente di Assoartigiani, ricorda che, «anche se ci fosse il progetto per la bretella, ci vorrebbero 4 anni per averla e la categoria non può subire danni così consistenti aspettando che l’asfalto veda la luce». Sulla stessa lunghezza d’onda Alberto Lanaro, della Cna: «I sindaci non possono svegliarsi la mattina e inventarsi ordinanze di questo genere. Chi gliele porta, ai cittadini, le merci al negozio sotto casa?». Politici sul banco degli imputati, questo è palese, prima ancora di vedere il corteo di bisonti prendere il via dall’Autoparco di Sandrigo. E un politico c’è, in questa arena, il leghista Ciambetti, pronto però a indirizzare gli strali verso i sindaci, autori delle ordinanze che bloccano il traffico dei tir di notte. «Credo che prima di dar retta a certi comitati - attacca - farebbero bene a pensare al futuro delle comunità coinvolte: capirebbero che i benefici sono di gran lunga maggiori delle controindicazioni». Ogni riferimento al sindaco di Costabissara, Giovanni Maria Forte, è puramente voluto. E comunque, si parte. La soluzione di far passare i tir per l’autostrada (ipotizzato un transito gratuito da Vicenza ovest alla Valdastico), fortemente sponsorizzata dal comitato di viale del Sole, è ritenuta inapplicabile dai camionisti, oltre che penalizzante in termini di ore-lavoro. I contributi della Regione non basterebbero a coprire i costi complessivi. «E poi - aggiunge Faresin - è stato dimostrato che il rumore delle notti senza tir non è diminuito». E se la manifestazione non sortisse alcun risultato? Se gli amministratori non cambiassero idea? «Ne potremmo fare un’altra sabato prossimo», risponde Calearo. I padroncini raccolti attorno agli organizzatori applaudono ogni intervento. Sono motivati: già non è un gran momento, già l’economia rallenta, se ci sono i bastoni tra le pur gigantesche ruote, la paralisi è totale. Non c’è più tempo, gli autisti si arrampicano sugli abitacoli di questi mostri sgargianti sui cui cassoni, normalmente, transita ogni giorno quel che serve per vivere. Mancano pochi minuti alle 10, ecco, i motori sobbalzano, le marmitte sputano gas, i bestioni si muovono. Per quasi tre ore la squadra di tir giocherà all’attacco: devono assolutamente rimontare un gol che, tra l’altro, ritengono palesemente irregolare. Sperano che l’arbitro-Tar annulli la segnatura e, intanto, mostrano i muscoli.

Gli stanchi residenti di Villaggio del Sole di nuovo in strada «La smettano con i teatrini della politica e facciano la bretella»
«Volevamo esserci per difendere il diritto alla salute. Manifestiamo sempre ma non cambia nulla»

di Marco Scorzato

«La soluzione esiste: la smettano con i teatrini della politica e realizzino la bretella». I Comitati dei residenti non hanno dubbi: le esigenze di autotrasportatori e residenti possono essere bilanciate; il diritto alla salute può essere garantito senza frenare la marcia dell’(auto)treno dell’economia. Non è nuova la soluzione proposta, anzi è quella sul tavolo da anni: la bretella di collegamento tra Ponte Alto ed Isola Vicentina. Una strada che vede le istituzioni divise, ma che metterebbe tutti d’accordo, residenti ed autotrasportatori. I quali, per ora, continuano a guardarsi da avversari. Come ieri mattina, a Villaggio del Sole, dove i residenti esasperati dal transito dei mezzi pesanti sotto le finestre delle loro abitazioni non hanno voluto mancare all’appuntamento con la sfilata di protesta dei tir. Per esserci, per dire la loro, ancora una volta: con un occhio rivolto al futuro, sperando nella bretella; con l’altro al presente, per sostenere l’ordinanza che blocca il traffico pesante nelle ore notturne e per chiedere che venga estesa a tutto il giorno. Per chiedere, al contempo, il dirottamento temporaneo dei tir sull’autostrada A31. Alle 8 del mattino una ventina di manifestanti è già lungo viale del Sole; all’apice del sit-in saranno una trentina. «Ormai siamo stanchi - dice Pietro Innocenti, residente - continuiamo a manifestare ma non cambia nulla». «Quello di oggi è solo un atto simbolico - precisa Giovanni Rolando, esponente dei comitati e consigliere comunale Ds -. Volevamo esserci, per difendere innanzitutto il diritto alla salute». Non molti, i manifestanti, ma organizzati: due gazebo, mascherine antismog, volantini. E soprattutto tante bandiere e magliette e striscioni, appesi alla siepe su un lato della strada o sorretti a braccia. «Tutti devono fare un piccolo sacrificio per il bene comune - aggiunge Rolando -: il dirottamento dei tir sull’A31 è fattibilissimo, esiste pure una legge regionale che consente il rimborso del pedaggio agli autotrasportatori per 1,5 milioni di euro. Quanto alla bretella, perché non è mai stato attivato il tavolo di concertazione?». Mirella Noaro ha un negozio proprio all’incorcio dell’Albera: «Non è possibile - sbotta - che passino di qui i camion che vengono da lontano e proseguono oltre Thiene. Vadano in autostrada». Il sole si alza in cielo, monta l’attesa per il transito dei tir. Sono le 11,20 quando un’auto della polizia apre il corteo dei bestioni. Sventolano le bandiere dei manifestanti. «Guardate - dice Paolo Melison, residente in zona -, la maggior parte dei camion provengono dall’Alto Vicentino, potrebbero prendere la Valdastico». Il serpentone si snoda senza intoppi, sotto gli occhi attenti di una trentina tra agenti della Questura e carabinieri. Qualche camionista aziona le trombe, strappando alle lingue dei manifestanti epiteti irripetibili. Dopo la virata a Ponte Alto, il corteo ritorna all’Albera: in tutto, un’ora e dieci minuti, 250 camion. «E sono solo un decimo di quelli che passano quotidianamente», osserva amara Sonia Brazzale. Ore 12,30: arriva anche Achille Variati, consigliere regionale della Margherita. Giusto in tempo per vedere scorrere gli ultimi tir ed esprimere solidarietà ai residenti. Poi comincia l’ammaina-striscione, si torna a casa, mentre il traffico in strada prosegue intenso, come sempre.


Il comitato vicentino che si batte per la più alta affluenza possibile al voto sulla procreazione assistita ieri ha aperto il suo quartiere generale in piazza dei Signori. All’inaugurazione decine di politici e tanti rappresentanti dell’associazionismo locale. Al via volantinaggi, banchetti divulgativi e dibattiti
Il fronte del sì affila le armi
E l’on. Trupia ha ideato una guida intitolata “Battiquorum”

di Silvia Maria Dubois

Al centro della città, al centro dell'attenzione. La sede del comitato referendario per il sì ha ufficialmente aperto i battenti ieri al civico 50 di Piazza dei Signori. Lì, è già attivo un quartier generale dalle scorte piene di materiale informativo, idee ed iniziative da proporre alla cittadinanza vicentina, in piena contro- tendenza con il black out nazionale che ultimamente sembra essere calato sull'argomento della procreazione assistita. Vastissima l'adesione alla neonata formazione referendaria, ieri inaugurata da decine di vip politici ed associazioni locali, fra cui spiccava la presenza delle dirigenze Ds, Verdi, Comunisti Italiani, Radicali, Cgil, Uil, Arciragazzi, Federconsumatori, Uds, "L'Una e l'altra" e "Donna chiama donna". «Questo sarà un vero e proprio punto d'informazione - racconta la portavoce del comitato Marina Bergamin, segretaria della Cgil - da qui partirà l'organizzazione di volantinaggi, banchetti divulgativi da posizionare nei punti strategici della città, riflessioni e dibattiti sul tema con esperti, medici e biologi. Noi sosteniamo la battaglia per il sì, ma la nostra preoccupazione maggiore è quella di portare la gente a votare e per fare questo dobbiamo incentivare l'informazione sul tema». «È gravissimo, infatti, che si stia boicottando ancora una volta l'istituto referendario - rinforza l'on. Lalla Trupia dei Ds, che ha anche ideato una guida referendaria dall'emblematico titolo "Battiquorum" - ai vicentini, dunque, chiediamo innanzitutto di non farsi scippare del diritto di esprimere la loro opinione!». «Gli italiani devono avere la possibilità di confrontarsi esclusivamente sul terreno delle schede - aggiunge Olol Jackson, dirigente dei Verdi - non si deve aver paura del risultato, qui si deve aver paura del fatto che non viene data la possibilità di esprimersi!». Appelli e preoccupazioni lanciati a destinatari più o meno noti. «La campagna anti-referendaria che sta attuando la Chiesa è una dichiarazione di sconfitta preventiva - spiega Ferdinando Lanzi, dell'associazione Radicali Ernesto Rossi - questa Chiesa integralista e contro-riformista dimostra di aver paura dell'opinione popolare, non potendo controllare le teste di ogni credente, scoraggia al voto. Ai cattolici, invece, sarebbe bene riconoscere e ricordare quella libertà di coscienza datagli fin dall'inizio del Cristianesimo». Fra gli appuntamenti più attesi del comitato "pro- sì" c'è la presentazione del libro "La fecondazione proibita" di Chiara Valentini, in programma per venerdì prossimo, alle 17.30, nella sede della Circoscrizione 1. «In Italia ci sono problemi nuovi, l'infertilità è in aumento ed è inutile e dannoso avanzare con regole che fanno leva solo sulla paura che infondono nella gente - riflette la consigliera comunale Valentina Dovigo - credo piuttosto che nel mutato panorama odierno serva costruire una nuova etica con gli strumenti che la scienza ci mette a disposizione». «Una scienza che dovrebbe essere usata per ridurre le nostre sofferenze - fa presente Giorgio Langella, consigliere provinciale dei Comunisti Italiani - una sofferenza che colpisce tutti, uomini e donne, in modo trasversale». «Noi lavoriamo a stretto contatto con le donne - racconta Vicky Carlotti di "Donna chiama donna", a fianco di Maria Stocchiero di "Luna e l'altra" - donne che ci suggeriscono di schierarci dalla loro parte perché sentono fortemente il problema di non avere voce in capitolo in questo personale e delicatissimo argomento». «La nostra non vuole essere una campagna contro qualcosa - conclude la segretaria provinciale dei Ds Daniela Sbrollini, a fianco di Nora Rodriguez dell'Arciragazzi - noi ci battiamo per l'esercitazione di un diritto, per uno Stato laico dove venga salvaguardata la libera scelta di ogni individuo, specie in un ambito così personale come lo è la genitorialità. Ed infine ci battiamo contro l'indifferenza, contro la logica del "non voto perché l'argomento non mi riguarda" perché ogni cittadino deve sentirsi parte di questo progetto, di questa grande battaglia per la difesa dei diritti».