07 APRILE 2005

dal Giornale di Vicenza

Curiosità e casi particolari tra le preferenze tra ’serbatoi’ enormi e anche qualche zero
Sui banchi tutti a lezione di ... Bolivia Dall’alzabandiera alla socializzazione

Curiosità e casi particolari tra le preferenze tra ’serbatoi’ enormi e anche qualche zero

C’è chi deve averci speso un qualcosa come 30-40 euro di propaganda per ogni voto racimolato, e che è pure rimasto fuori dalla zona promozione. Per i nomi basta ricordarsi di tanti volti, sorrisi e promesse rimaste sulla carta che ancora punteggiano le strade e i marcipaiedi meno spazzati di Vicenza e del Vicentino. E c’è chi di campagna elettorale spendacciona neanche ne ha fatta o quasi, da concorrente alla De Coubertin che si accontentava olimpionicamente di competere senza pretendere di vincere. Adesso tutti - eletti, rieletti, bocciati - si stanno occupando dei rispettivi voti di preferenza. E allora ecco qualcosa di interessante o curioso da leggere nelle tabelle dell’Ufficio elettorale della Prefettura.
La scacchiera dell’Ulivo
Detto nell’articolo qui accanto di Berlato Sella, Variati e Rizzato (che può vantare qualche primo posto nella graduatoria ulivunita: a Montecchio con 399 voti, Sandrigo con 158 e Marostica con 131, oltre che nella sua zona di Quinto-Bolzano), qualche altra osservazione può riguardare i quasi 1600 voti del rappresentante socialista Ennio Tosetto arrivato quarto su otto e un paio di particolarità della scacchiera dominata dai tre big. A Marostica l’area potenzialmente pro-Margherita pare essersi orientata sull’ex-sindaco Valerio Zanforlin (444 voti) schieratosi con le liste civiche Per il Veneto. E la bassanese Maurizia Signorini (625) è rimasta molto lontana dal risultato nella città del Grappa di Mariapia Mainardi nel 2000.
La battaglia forzista tra aree e correnti
3118 voti a Chiampo. 3093 a Arzignano. Metà esatta dei voti che l’hanno spedita a Venezia la Fontanella li ha raccolti in casa propria, lungo il Chiampo. Poi, naturalmente, si è mossa bene lungo l’Agno e il Guà (424 voti a Valdagno, 354 a Cornedo, 564 a Montecchio) e altrove dove l’area-Carollo l’ha sostenuta insieme a Raffaele Grazia - in quella che appare un’abbastanza precisa suddivisione territoriale del Vicentino - in contrapposizione alla terna dei candidati dell’area-Sartori (Qualarsa, Secco, Meridio). Proprio la Qualarsa - che nel 2000 aveva battuto tutti i colleghi di lista di FI - è stata confinata al terzo posto non potendo vantare numeri grossi se non a Vicenza (1576 preferenze), dove comunque è rimasta due volte e mezza sotto la quota toccata dall’ulivista Variati. Altri risultati da segnalare: la gara bassanese vinta da Grazia (1881 voti) ma con un Secco che incalzava (1305); la vittoria di Fontana nella zona di Camisano e nei Colli Berici; lo scontro scledense dentro FI vinto da Grazia sulla Fontanella con Fontana terzo; la non irrilevante concentrazione di voti su Grazia garantita nel capoluogo dai carolliani che sono minoranza nel partito (668 preferenze, comunque lontane dal top-Qualarsa, dai 1081 di Gerardo Meridio e dagli 845 di Fontana). Segnalabili, tra i dati dei concorrenti di rincalzo, i 318 voti di Camillo Gili a Schiavon dove ha base operativa da imprenditore del mobile; e in 116 (su appena 312 in tutto il Vicentino) garantiti dai concittadini valdagnesi allo junior Alberto Montagna.
La Lega Nord e la Mara scavalcata
Partiva da capolista in quanto consigliera uscente, Mara Bizzotto. Confidava sull’area bassanese che non l’ha tradita: 667 a Rosà e 591 a Tezze i due Comuni della sua militanza amministrativa, più di 300 a Marostica e Cassola, più di 200 a Cartigliano, Romano e Nove, e altri 759 voti a Bassano. Ma fuori di lì, un mezzo deserto. E così alla fine è andato meglio l’assessore-segretario provinciale Ciambetti, che non ha fatto exploit (tranne che a Sandrigo, 501 voti, e Cornedo, 323 voti), ma ha raggranellato consensi dappertutto, finendo in testa. Da segnalare i 1374 di Daniele Dal Fiume a Valdagno e i 1138 voti di Claudio Meggiolaro nella sua Montecchio, dove è attivo nel Comitato anti-centrale: sono stati i due risultati più notevoli tra i comprimari della Lega. Altri punteggi rilevanti: 625 voti vicentini per l’assessore Davide Piazza e 317 voti breganzesi per Gianfranco Zonin.
L’Altopiano spinge l’aennista Basso
La corsa alle preferenze per la Regione valeva da test per Alleanza nazionale, nei giorni dei più forti contrasti tra anime interne. Stratosfericamente lontana la Donazzan (Destra sociale), la gara aennista era per il secondo posto: non si sa mai che ci scappi una staffetta in Canal Grande con subentro in consiglio... Ha vinto nettamente l’assessore provinciale Modesto Basso (Destra protagonista) spinto in alto dai voti di Asiago (493 preferenze) e Roana (147), ma votato in misura minore un po’ dappertutto. L’assessore vicentino Arrigo Abalti (Nuova alleanza), molto spesosi per piazzarsi tra i candidati maggiori, è uscito bene dai conti vicentini (661), secondo nel capoluogo solo alla Donazzan, ma in giro per la provincia ha spuntato qualcosa di notevole solo a Creazzo (111) culla di esordi politici.
Vecchia scuola democristiana
Con più di 18 mila preferenze raccolte dagli otto candidati - su un totale di 28 mila voti dati al partito - l’Udc scudocrociata ha espresso il miglior rapporto tra concorrenti e radicamento nell’elettorato. Vecchia scuola democristiana, direbbero gli storici delle elezioni vicentine. Prendendosi da solo più di un quarto di queste preferenze, De Boni (5012 voti) è tra gli eletti a più alta intensità di consensi. Notevolissima la performance di Bressan (4293), ottenuta anche grazie alla notorietà da assessore "tecnico" con Giancarlo Galan che lo ha tenuto fino all’ultimo all’attenzione delle cronache, prima dell’ingresso in scena come candidato a sorpresa. Inaspettato da molti anche il monte-voti di Pino Rossi, fortissimo nei Sette Comuni (515 voti a Gallio, 300 a Asiago, 180 a Roana), ma capace anche di arrivare terzo a Vicenza (230) dietro a Bressan e De Boni.
Vicenza Capoluogo e i carrariani-Doc
Animatrice della lista che ha corso con i colori e il nome di Massimo Carraro, l’associazione Vicenza Capoluogo - protagonista due anni fa di un 7 e mezzo per cento nelle elezioni comunali del capoluogo - ha mobilitato stavolta in totale 514 voti cittadini con preferenza. Li ha concentrati sul suo presidente Andrea Pelosi, capolista arrivato secondo dietro il marosticense Zanforlin, ben votato anche a Bassano (122 preferenze). L’unico candidato di Per il Veneto estraneo alle liste civiche, il vicentino Luigi Costa, ha fatto meglio in Altopiano (60 voti a Roana, un’altra quarantina altrove) che nel capoluogo (108).
Sapesse Beggiato... quanti voti Contessa
Trasferitosi in Progetto Nordest alla "corte tele-locale" di Giorgio Panto, Ettore Beggiato puntava a rinverdire vecchi fasti veneziani. L’eventuale rotta per il consiglio regionale gli è stata però preclusa dall’eccezionale successo di Antonio Contessa in casa propria: 874 voti a Rosà (con percentuale da grosso partito: 18,4%), 140 a Cassola, 112 a Tezze e 266 a Bassano. Beggiato è riuscito a difendersi solo a Vicenza (231) dove è stato comunque battuto da Silvano Giometto (368).
Qualche exploit tra i “minori”
Tra i partiti che non offrivano chance di elezione ai propri candidati c’è comunque qualcosa da segnalare. Il vicesindaco leoniceno Luca Restello ha raccolto con la mini-Udeur ben 545 voti nel suo Comune (con il partito del Campanile alzato fino al 9,3%), uno dei risultati proporzionalmente più clamorosi: più di tutte le preferenze uliviste messe insieme, due volte e mezza tutte le preferenze accordate dai leghisti, il doppio del forzista meglio piazzato (Fontana). L’animalista trevigiano Andrea Zanoni ha battuto i vicentini che lo ospitavano in lista: 1173 voti per lui, venutigli dagli ecologisti-Doc. E sempre sotto il Sole-che-ride il consigliere del capoluogo Ciro Asproso ha nettamente battuto tutti i colleghi raccogliendo a Vicenza più di metà delle preferenze attribuite dagli elettori verdi (699) e sette preferenze sue su dieci (990 il totale provinciale). Il Pdci-Comunisti italiani è stato tra i partiti che hanno distribuito meno voti personali: 878 preferenze in 121 Comuni e lunghe file di zeri nei tabelloni dei risultati. Il più "preferito" in un Comune è stato il decano della squadra, Giuseppe Farina, con 87 voti vicentini concentrati soprattutto nella zona dell’Albera dov’è attivo animatore dei comitati. Tra i “cugini” del Prc-Rifondazione il capolista Emilio Franzina ha totalizzato 252 preferenze nel capoluogo, ma hanno fatto proporzionalmente meglio Giuliano Ezzelini Storti a Recoaro (165) e il segretario provinciale Ezio Lovato a Arzignano (122). Un quarto delle 1079 preferenze spartite dall’elettorato dipietrista, per la precisione 287 voti di cui 125 a Vicenza-città, si è concentrato su Francesco Di Bartolo, presente per l’Italia dei valori anche nel "listino del centrosinistra" che corredava la candidatura di Massimo Carraro.
Nella federazioncina dell’estrema destra
Nel nome di Alessandra Mussolini correvano tre partitini dell’estrema destra, fermatisi tutti insieme poco sopra il mezzo punto percentuale con 2641 voti in tutta la provincia. Se è tentabile una classifica interna, basata sui migliori punteggi: 1. Forza Nuova con l’arzignanese Daniele Beschin (320); 2. Libertà d’Azione con lo scledense Alex Cioni (283); 3. la Fiamma Tricolore con il vicentino Luigi Tosin (125). Tra i concorrenti l’ex-candidato sindaco a Vicenza Renzo Piccolo ha avuto 64 preferenze, di cui circa metà nel capoluogo.
I Mister 0 a Vicenza e il “fanalino” assoluto
Una citazione finale, quasi un omaggio al sacrificio pro-partito, va riservata ai sei "Mister 0 voti" di Vicenza, i candidati che nel capoluogo - su 64 mila e passa votanti - non hanno ricevuto nemmeno quell’unica preferenza toccata a qualche loro collega: sono il comunista Quirino Traforti, i lighisti Solange Soccol e Lorenzo Brunelli, i mussoliniani Emanuele Brusaferro e Roberto Brotto, e il consumatore Ferruccio Favaro arrivato in lista chissà da dove. A quest’ultimo va la memoria ultimissima da consegnare alle cronache del 2005 elettorale: con 15 voti in tutta la provincia ha vinto il titolo di... fanalino di coda delle Regionali.
La moglie Degani batte il marito Grazia
Infine un particolare matrimonial-partitico in arrivo da fuori provincia. La forzista padovana Barbara Degani - moglie dell’assessore uscente Raffaele Grazia e messa in testa alla lista di FI dal coordinatore regionale Giorgio Carollo - ha battuto il marito bassanese per 13.158 preferenze a 11.857. Il che fa quasi esattamente 25 mila consensi "azzurri" per la coppia più votata del Veneto. La Degani ha fatto campagna parallela con Grazia, ospitando lei nel Padovano lo stesso ministro Claudio Scajola che era passato per il Bassanese per calamitare voti per il consorte, e facendo squadra con Carollo. Nella sua provincia è stata battuta solo da Clodovaldo Ruffato, sostenuto dal presidente della Provincia,Vittorio Casarin anche lui carolliano.


Ieri nelle elementari di via Turra, un’iniziativa particolare che ha coinvolto un giovane sudamericano
Sui banchi tutti a lezione di ... Bolivia Dall’alzabandiera alla socializzazione

di Natascha Baratto

In Bolivia per una mattinata di scuola. Capire quali sono i problemi del paese latino americano, confrontarsi con una cultura diversa dalla propria e prendere le abitudini di Andrès, un bambino boliviano, solo per un giorno. È questo il progetto di Davide Passuello, di Tommaso Simionato, della Commissione interculturale del Comprensivo 7 e dell'associazione Loma Santa, che si sono uniti per portare nelle scuole testimonianze di vita diversa. Il maestro Evaristo Cruz e l'allievo Andrès, in questi giorni, stanno girando tra i vari Istituti scolastici vicentini insieme a Davide Passuello, da due anni impegnato a Potosi per conto dell'Ong Mlal ProgettoMondo, e Tommaso Simionato, che sempre a Potosi ha fatto un tirocinio di 4 mesi come educatore delle scuole. Per una giornata, gli studenti delle elementari di via Turra, ieri, hanno vissuto le abitudini di una scuola boliviana: dall'alzabandiera, al canto dell'inno, alla marcia di entrata in classe, alle danze e ai racconti di alunno ed insegnante. Lo scambio culturale serve ai bambini anche per capire un problema fondamentale della Bolivia: la mancanza di acqua potabile. Andres ha raccontato una giornata tipica, nel suo paese, impressionando i piccoli studenti che lo guardavano affascinati. Dodicenne, l'allievo boliviano si alza alle cinque e mezza della mattina per portare al pascolo le mucche. Dopo esser ritornato a casa, esce di nuovo per andare a prendere l'acqua al fiume, che serve sia per lavarsi sia per cucinare. Alle sette la prima campanella della scuola fa capire che manca un' ora all'inizio delle lezioni; dopo mezz'ora la seconda e alle otto, invece, la terza servono agli studenti, senza orologio, per arrivare puntuali. La prima ora viene dedicata, dopo l'alzabandiera e il canto dell'inno nazionale, a socializzare. « Lo stato boliviano - ha spiegato Passuello - è infatti diviso da varie culture, per questo all'interno delle scuole si è deciso di dare un'ora agli studenti per conoscersi e stare insieme. Questo tempo viene usufruito dai ragazzi per giocare e cantare insieme; iniziano poi, alle nove, le lezioni che durano fino alle quattro, cinque del pomeriggio ». Tutti si sono meravigliati quando Andres ha raccontato che, per arrivare a scuola, deve attraversare un fiume e che quando l'acqua è alta gli impedisce di arrivare alle lezioni. Stupore ha riscosso anche il vestito scolastico tipico boliviano: con il sombrero calato in testa, Andres ha mostrato la bruza e i bombacha (giacca e pantaloni) di lana caprina e gli abarcas , i sandali costruiti con la gomma recuperata dai copertoni dei camion. Il progetto portato avanti in questi giorni nelle scuole, i prossimi appuntamenti saranno alle elementari di Anconetta, Bertesinella, Stanga, Polegge, delle medie di Anconetta e Marostica e al Liceo Quadri, non è solo informativo. A tutti gli studenti partecipanti, infatti, verrà chiesto di comprare un quaderno e di scrivere sulla prima pagina una dedica o una frase per gli allievi boliviani, in modo che ad ogni ragazzo del paese sudamericano arriverà, comunque, un libricino su cui scrivere gli appunti delle lezioni. Inoltre, l’associazione Mlal sta raccogliendo fondi per la costruzione di un pozzo a Potosi in modo che non ci siano problemi legati all’acqua in quella zona.