S. Pio X non è più il Bronx e i giovani chiedono spazi
Intanto prende forma un progetto di animazione di strada
di Maria Elena Bonacini
S. Pio X non è più il “Bronx”. E i giovani chiedono spazi d’aggregazione. Mentre per l’ex campo da baseball spunta un prefabbricato della “Ederle”. Sono i alcune delle tematiche emerse nell’ambito dell’incontro alla scuola media “Barolini” durante il quale sono stati presentati i risultati della videoricerca organizzata dall’associazione Genitori S. Pio X e realizzata dalla cooperativa sociale “Il mosaico” nel quartiere di S. Pio X su un campione di un’ottantina di persone tra giovani anziani.
Oggetto dell’indagine, patrocinata da Comune e Circoscrizione 3, la qualità della vita nella zona e le necessità avvertite dai ragazzi, oltre al rapporto tra questi e gli adulti.
Alla tavola rotonda, moderata da Ferruccio Cavallin dell’Anonima Magnagati, che ha seguito la proiezione del film ricavato dalle interviste hanno partecipato il presidente della Circoscrizione 3 Lucio Zoppello, l’assessore ai servizi sociali Davide Piazza, il tecnico dell’assessorato Bruno Scortegagna, il primario del Sert dottor Vincenzo Balestra, che ha analizzato, appunto, il rapporto tra adulti e ragazzi, Claudio Barbieri dell’associazione genitori S. Pio X e Andrea Michelin della cooperativa sociale “Il mosaico”. Oltre ad un centinaio di residenti, tra cui molti giovani la maggior parte dei quali ha preso parte alla discussione.
«Dalle interviste - ha sottolineato Barbieri - è emerso che S. Pio X non è più considerato il “Bronx” da chi ci abita anzi, il quartiere è vivibile anche se i giovani sentono la mancanza di spazi dedicati a loro. Sono anche venute fuori richieste di tipo urbanistico, come la necessità di rivedere la viabilità per diminuire il traffico e di costruire piste ciclabili».
L’associazione Genitori lancia anche una proposta operativa.
«Vorremmo realizzare - continua Barbieri - un progetto di animazione di strada, con operatori preparati che vadano ad incontrare i giovani nelle compagnie. Un ragazzo ha infatti raccontato che il suo gruppo aveva portato in Comune un progetto per una pista di skateboard non ricevendo però risposta. Dovrebbe esserci una maggiore sinergia per, ad esempio, consigliare ai giovani come muoversi in queste situazioni».
Facile scorgere nel progetto dell’associazione Genitori riferimenti a “Il mosaico”. «Noi - spiega Michelin, che preferisce usare il termine “educativa territoriale” - abbiamo esperienza in questo campo dall’89, quando partimmo con i primi progetti in città (Vicenza è stata la seconda città in Italia) ed riteniamo sia importante rendere i ragazzi siano protagonisti. Nel quartiere sarebbe inoltre un ritorno perché un’iniziativa simile c’è stata fino al 2000. Vedremo quindi se si ripeterà».
Diversa l’impostazione di Piazza. «Dall’inchiesta - sottolinea - è emerso in primis il problema degli spazi, che stiamo affrontando anche sistemando l’ex campo da baseball. Per il quale ci sono ancora 100mila euro, quindi valuteremo presto cosa fare. C’è per esempio un’idea di portare lì un prefabbricato che ora è nella caserma Ederle».
Molto cauto sul prefabbricato è invece Zoppello. «Bisogna valutere bene - spiega - se valga la pena di trasportarlo verificando di cosa necessita e i costi, siccome è una struttura già spostata più volte. Come spazio vorremmo inoltre proporre l’utilizzo del centro “Zona 3” e stiamo contattando anche privati per reperire nuove strutture che potranno essere a disposizione tra un anno o un anno e mezzo».