07 GENNAIO 2005

dal Giornale di Vicenza

In 3.600 senza lavoro nel 2004
«Assessore, il centrobus ha ’tagliato’ 2 mila auto»

I dati ufficiali della Provincia parlano di un’emorragia superiore del 20 per cento rispetto al 2003
In 3.600 senza lavoro nel 2004
Il ricorso alla mobilità ha colpito soprattutto le donne, con il 56%

di Gian Marco Mancassola

Se si potesse sottoporre il mercato del lavoro vicentino a un consulto medico, la diagnosi parlerebbe di un principio di schizofrenia. Da un lato ci sono i numeri a tinte fosche che riguardano i lavoratori messi in mobilità. Alla fine del 2003 erano 3 mila; quest’anno sono 3.658: questo significa che i centri provinciali per l’impiego hanno registrato un aumento di oltre il 20 per cento nel numero delle persone che hanno perso il lavoro. Dall’altro però ci sono dati in controtendenza, che inducono a smorzare certi toni allarmistici.
Se ci sono centinaia di imprese in difficoltà e con personale in esubero, è vero anche che ci sono molte aziende in salute che stanno assumendo. Non a caso le percentuali della disoccupazione non hanno subito particolari stravolgimenti, restando alla soglia fisiologica come fanno notare in Provincia, dove da tempo ogni analisi è all’insegna della massima cautela, proprio per le tante variabili da considerare e per la contradditorietà di molti segnali. «Il dato globale del 2004 sulla mobilità è peggiore rispetto a quello del 2003 - riconosce l’assessore al lavoro Alessandro Testolin -. Ma merita di essere rilevato che mentre il 2003 aveva subito una paurosa impennata nell’ultima parte dell’anno, il 2004, dopo una partenza forte, si è fortunatamente assestato. E poi ci sono molti dati in contrasto: molti segnali ci parlano di un mercato del lavoro comunque vivace, tutt’altro che fermo, nonostante i numeri della mobilità siano pesanti». Complessivamente sono ricorse alla mobilità 881 aziende: il 14 per cento hanno più di 15 dipendenti, l’86 per cento ne hanno meno di 15. Nessun settore sembra essere stato immune. La mobilità si è abbattuta soprattutto sul comparto del tessile e dell’abbigliamento, con oltre 1.200 lavoratori in mobilità, in grande maggioranza donne: nelle piccole imprese sono state 401 contro 50 uomini, mentre nella grandi imprese sono state 577 contro 244. Altri settori come la concia e la lavorazione della pelle per il momento non mostrano sofferenze oltre misura: non è un caso, infatti, se il numero degli immigrati in mobilità corrisponda percentualmente alle presenza nel Vicentino. Se dovessero entrare in crisi concia o edilizia, presumibilmente ci sarebbero altri numeri. E in ogni caso, fanno notare gli addetti ai lavori, se da un lato non ci sono clamorose perdite di posti di lavoro in certi settori, dall’altro si lavora meno: meno straordinari, meno week-end al lavoro con la conseguenza che si guadagna mediamente meno. Estranei al trend fino a poco tempo fa, anche settori come il commercio e i servizi entrano in graduatoria, soprattutto nelle piccole aziende, dove sono rimasti senza lavoro rispettivamente 218 e 208 lavoratori. La difficoltà di trovare una chiave di lettura che permetta di fare previsioni per l’anno appena iniziato è confermata anche dal confronto fra le tabelle che hanno registrato gli avviamenti nel 2003 e quelli del 2004. Dalle aree di Arzignano, Asiago, Lonigo, Schio, Thiene e Valdagno arrivano infatti più luci che ombre. Se il totale per la provincia nel 2003 era stato di 20.535 avviamenti, nel 2004 è stato di 22.720 (più 10 per cento): segno - sottolinea Testolin - che il mercato del lavoro non è completamente immerso nelle sabbie mobili. Al contrario. E a proposito di segnali positivi, qualche sprazzo di sereno si intravede anche nelle tipologie di contratti. Sono tendenzialmente in leggero aumento, infatti, i contratti a tempo indeterminato, che crescono rispetto al 2003 e in alcuni casi sono addirittura superiori i contratti a tempo determinato. La crisi c’è e si vede, e per il 2005 le incognite sono ancora molte; ma nonostante il vento contrario, il motore del lavoro vicentino non si è del tutto ingolfato.


Botta... Il responsabile della mobilità cittadina sostiene: «I cittadini vogliono arrivare in centro in auto. Faccio parcheggi»
«Assessore, il centrobus ha ’tagliato’ 2 mila auto»
Soprana attacca Cicero: «Si rilegga bene i dati di dicembre E se il mezzo fosse stato gratis tutto il giorno si raddoppiava»

(s.m.d.) «Cicero, stai ancora facendo confusione fra matematica e geometria!». Solita calcolatrice alla mano e nuovi progetti nel cassetto, il consigliere di “Vicenza capoluogo” Stefano Soprana contesta la diffusione di parcheggi urbani centrali, come l’annunciato “Verdi 2”, e mette in discussione la conclusione a cui è arrivato più volte l’assessore alla mobilità Claudio Cicero: i vicentini preferiscono usare l’auto a discapito dei mezzi pubblici. Conclusione peraltro emersa dai dati relativi all’utilizzo natalizio del centrobus comparati a quelli dei tre principali parcheggi del centro. «Come si fa a paragonare la predilezione tra l’uso del centrobus e i posteggi centrali? - si chiede Soprana - quale confusione si prospetta con tale analisi? Forse l’obiettivo di Cicero è portare tutte le auto in centro, ma a questo punto mi chiedo dove le vuole mettere!» . Soprana contesta non i dati in questione, ma la metodologia di comparazione che non può, e non deve, portare a considerare che i vicentini che vogliono venire in città, lo facciano esclusivamente preferendo l’auto. «Dai risultati relativi all’utilizzo del centrobus si vede che ben 2mila auto non sono arrivate in centro storico, mentre oltre 4mila e 700 persone si sono recate in centro - racconta il consigliere - e se il dato si riferisce alla gratuità, che era solo per mezza giornata, posso affermare che, se si fosse data la gratuità per tutto il giorno, i dati potrebbero essersi addirittura duplicati: 4mila auto lasciate fuori da centro e 9mila e 400 persone in arrivo». Una lettura che considerare in chiave positiva, è dir poco. «Certo, perché il mio obiettivo politico, diversamente da quello di Cicero, è quello di portare più persone ad usufruire del centro e fornire il centrobus gratuito è il concetto cardine di questo obiettivo - prosegue Soprana - un centrobus che sia sempre più veloce, efficiente e competitivo e per fare questo bisogna togliere le auto dalle strade, creare dei posteggi capienti fuori dalle mura cittadine che salvaguardino la natura pedonale di questo perimetro urbano tanto prezioso, quanto in pericolo». Per Soprana, che assieme al suo partito prossimamente presenterà un nuovo progetto per l’organizzazione viabilistica e dei posteggi di Vicenza, il nostro centro storico è da trattare come un grande centro commerciale: con le auto parcheggiate fuori e il diritto salvaguardato di passeggiare davanti alle vetrine senza l’insidia dei motori. «Non sono le auto a portarci la gente, le auto ci rovineranno e basta, e Vicenza si trasformerà in un mega parcheggio - è drastico Soprana - quest’ultimo deve essere inteso come una soluzione per mettere ordine alla città, non per incrementarne il traffico viabilistico». Il consigliere di “Vicenza capoluogo” punta il dito anche verso i posti blu. «Se si escludono i residenti, questi spazi dovrebbero essere solo a servizio della rotazione - spiega - perché oltre a fornire le finanze per ottenere il centrobus gratuito, offrono al centro storico più presenza di persone. Invece ancora in molti lasciano lì l’auto dal mattino alla sera. Il grave errore strategico di Cicero è quello di offrire abbonamenti generici, e questo non permette una corretta rotazione dei posti, facendo perdere sia reddito che aumento di persone al servizio soste». Insomma, per l’opposizione la città rischia di essere paralizzata dalle auto e di vedere sfumato quello che si ritiene uno dei pochi strumenti di rinascita socio-economica: un efficiente mezzo di trasporto gratuito che colleghi velocemente i grandi posteggi satellite ai bordi urbani. «Invito Cicero a rileggere i dati del periodo natalizio e ad espletare con chiarezza il suo obiettivo politico» conclude Soprana, invitando le consigliere comunali a fare la “prova tacchetto”: comparare quanto si impiega, con borse e scarpe eleganti, a raggiungere il proprio parcheggio, una volta in centro, un’altra volta in quelli col centrobus. «Ritengo che il ruolo dell’assessore alla mobilità sia quello di offrire ai cittadini il massimo della mobilità con tutti i mezzi possibili, non solo con l’auto. Il centro storico lo si rivitalizza portando più persone ad usufruire dei suoi servizi, come hanno dimostrato quelle 4mila e 700 persone che hanno usato il centrobus in queste feste».