Fiamma, asse solidale con la Lega
Puschiavo: «Ne so qualcosa di sentenze politiche io, assolto dopo 10 anni»
di Silvia Maria Dubois
Tempo di Fiamma solidale. In particolare con la Lega Nord scaligera. «Abbiamo saputo della scandalosa sentenza che il tribunale di Verona ha inflitto a carico di sei esponenti della Lega Nord, fra cui l'ex segretario provinciale Flavio Tosi - racconta Piero Puschiavo, "new entry" del Msi-Fiamma Tricolore di Vicenza e prossimo delegato a Fiuggi - il motivo? Sono stati condannati, a norma della legge Mancino, per discriminazione razziale, con l'accusa di aver raccolto le firme contro l'insediamento abusivo di un campo nomadi presente in città».
La federazione della Fiamma Tricolore berica spedisce tutta la sua solidarietà ai leghisti veronesi, a Tosi e agli altri inquisiti, affermando che «la lotta politica si conduce con argomenti politici e la via della liberazione non sta nel chiudere la bocca agli altri, ma nel migliorare se stessi».
«Questa è l'ennesima sentenza contro la volontà popolare e contro chi osa difendere il proprio territorio e tutelare la comunità di appartenenza - prosegue Puschiavo - una sentenza che asseconda e salvaguarda invece chi non rispetta le leggi, una sentenza che, attraverso la richiesta di interdizione per tre anni dall'attività politica, punta ad eliminare avversari politici scomodi e sgraditi».
E di sentenze, Puschiavo, ne sa qualcosa, dopo aver vissuto un processo decennale per poi essere assolto.
«Nel 1994 ci furono 54 arresti - racconta il fondatore del Veneto Fronte Skinheads - fui arrestato anch'io e solo dopo ben dieci anni, grazie ad una procura non politicizzata come quella di Verona (!!!), siamo stati assolti dalle accuse di propaganda razzista. Cosa mi è rimasto di questa esperienza? La consapevolezza che la giustizia italiana è nelle mani dei singoli magistrati, i quali possono emettere sentenze sulla base della propria ideologia politica. È tempo di reagire: la Fiamma Tricolore ora intende proprio denunciare l'innegabile esistenza di questa branca della magistratura, di cui Verona è triste esempio».