06 NOVEMBRE 2004

dal Giornale di Vicenza

Reati in calo, ma boom di rapine.
Precari:"Punteggi folli".Scatta la valanga di e-mail indirizzata ai parlamentari.
Quattro presidi in centro Forza Nuova e la Sinistra sono a contatto di gomito.

Reati in calo, ma boom di rapine
Aumentano furti in negozi e ditte e i borseggi. Droga in diminuzione

di Diego Neri

A Vicenza la criminalità crea preoccupazione. Se è vero che il computo complessivo dei reati è in calo, è altrettanto vero che, come nel resto d’Italia, aumentano i crimini più pesanti, come i furti in ditte e negozi e, soprattutto, le rapine. Nei primi nove mesi del 2004 si è registrato il dato più elevato degli ultimi 4 anni, con un incremento che supera del 54 per cento i dati del 2003. Ieri mattina il prefetto Angelo Tranfaglia ha convocato il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, al quale hanno partecipato il procuratore di Vicenza Pecori, il comandante della Finanza, colonnello Mascolo, il questore Rotondi, il comandante dei carabinieri, colonnello Piacentini, un rappresentante della Provincia e i sindaci dei comuni-comprensorio, cioè Vicenza, Schio, Valdagno, Bassano e Thiene. Per la città, col vice Sorrentino, c’era anche un ufficiale della polizia municipale. L’argomento all’ordine del giorno l’esame dei dati sull’andamento della criminalità con confronti fra i primi nove mesi del 2004 e gli anni precedenti, dal 2000 in avanti. Dati preliminari e avvertenze. Il prefetto, che ha sottolineato come l’analisi dei numeri sia importante ma solo indicativa, perché molti fattori modificano, in maniera sensibile, i dati statistici, ha ricordato come il raffronto sia complesso. «Dal 2004 c’è un nuovo sistema di memorizzazione dei dati sui crimini, lo Sdi, molto più raffinato del precedente. Per quest’anno abbiamo però continuato a registrare i valori anche come si faceva in passato, per avere un termine adeguato di paragone. Dal 2005 i valori saranno molto diversi». Nel complesso, i delitti denunciati sono diminuiti da quasi 22 mila a meno di 19 mila fra il 2003 e quest’anno. «Un trend positivo, che riguarda tutte le tipologie. I reati presi in esame (i più fastidiosi per la cittadinanza) mantengono questa tendenza, ma non va nascosto che ci sono luci ed anche ombre. D’altronde - ha sottolineato Tranfaglia - certi crimini sono in aumento in tutta Italia. E alcune misure preventive sono già state adottate con buoni risultati. Il Comitato, coralmente, ha precisato che la sensazione di sicurezza nei cittadini è in crescita». Le denunce a piede libero lo dimostrano: sono passate da 4851 a 5543. Rapine, borseggi, furti. Il dato più eclatante è quello delle rapine, che passano da 133 a 206. Durante l’incontro è stato ricordato come rientrino in questa fattispecie anche alcuni furti al supermercato nei quali il ladro commette violenza per sfuggire, e perciò non si tratta soltanto di azioni criminali compiute da gang organizzate. «Non va nascosto - ha detto il prefetto - che la provincia è visitata anche da bande di giostrai, e che continua il fenomeno dei pendolari del crimine dal Sud, per non dire della massiccia presenza di delinquenti di etnia slava o romeni». Il questore ha peraltro ricordato come «per più del 45 per cento delle rapine vengano scoperti i responsabili, che sono quasi sempre di fuori provincia». La maggior parte degli assalti risale ai primi tre mesi dell’anno: in quelli successivi, secondo il prefetto, il dato è calato grazie anche ai controlli predisposti dal questore col personale della scuola di polizia. In aumento anche i furti in negozio (voce che comprende tutte le attività commerciali), con un più 15 per cento, e i borseggi, più 21. Per i primi i vertici della sicurezza vicentina hanno precisato che paradossalmente l’incremento è dovuto ai maggiori controlli garantiti dagli addetti antitaccheggio, che scoprono un alto numero di colpi ai supermercati.
Stabili o in calo. Come indicato anche dal procuratore Pecori, restano stabili i valori che riguardano i furti in appartamento (1.700 in 9 mesi), quelli su auto (3 mila), estorsioni e reati che riguardano la prostituzione. In calo lo spaccio di droga, le estorsioni, gli scippi e le truffe, anche se il dato di queste ultime è difficile da valutare per la forte incidenza delle frodi informatiche, telematiche o telefoniche.
Il comprensorio di Vicenza e la città. Il vicesindaco Sorrentino ha voluto ricordare come negli ultimi mesi i reati siano aumentati anche in virtù del blocco delle espulsioni degli stranieri. «In ogni caso i crimini a Vicenza sono aumentati, e questo da un lato mi aiuterà a chiedere maggiori fondi al bilancio comunale per la sicurezza, e dall’altro a far estendere il quarto turno dei vigili urbani anche di notte». In città sono state messe a segno 68 delle 88 rapine di tutto il comprensorio, con 241 furti in negozio (in estate i commercianti del centro avevano segnalato il fenomeno al prefetto, chiedendo aiuto), con un incremento marcato dei furti su auto (857 contro 678). Nel comune capoluogo, i reati sono passati da 1.836 del 2003 (erano 1.477 nel 2002) a 2.176 in 9 mesi del 2004. Un rilievo che trova conferma nel comprensorio, cioè nei paesi della compagnia carabinieri di Vicenza (est Vicentino, area Berica, Lonigo).
Bassano. Nel Bassanese è elevato il numero dei furti in appartamento e gli scippi, crolla il dato relativo alla droga (meno 66 per cento). «L’opinione pubblica non avvertiva la questione sicurezza - sottolinea Tranfaglia - ma la rapina in pizzeria in centro storico e i danneggiamenti aggravati ci hanno costretti a porre subito rimedio». Nel comune di Bassano le rapine fino al 30 settembre erano 12, gli scippi 5, le estorsioni zero.
Schio. In aumento nel comprensorio i furti, i borseggi, le rapine e lo spaccio di stupefacenti. Complessivamente, però, il prefetto ha giudicato la situazione sotto controllo. Nel Comune i reati sono in calo, passando da 413 a 277.
Thiene. È l’isola felice del Vicentino, con i reati al minimo storico, in diminuzione del 23 per cento. Nel comprensorio aumentano soltanto i furti in ditte e negozi e le rapine, nel Comune «la situazione - ha detto Tranfaglia - è molto tranquilla dal punto di vista dell’ordine e della sicurezza».
Valdagno. Complesso il caso valdagnese, che peraltro è considerato vertice di un comprensorio molto vasto (va da Recoaro a Montecchio Maggiore, da Arzignano a Crespadoro, da Montebello a Gambellara). Nel Comune i dati dimostrano che non c’è alcun allarme (non si toccano mai le tre cifre nel conteggio dei reati), e anche nel comprensorio il dato complessivo dei reati è in diminuzione, con nessuno scippo denunciato in nove mesi. Le rapine sono però aumentate del 300 per cento, e preoccupano i furti notturni nei negozi e nelle aziende. La risposta del Comitato è nella realizzazione di due nuove stazioni dell’Arma.
«Considerando l’andamento dei dati di tutta la provincia, possiamo concludere che si avverte una certa stabilizzazione dei fenomeni criminali - chiosa il prefetto - che ci garantiscono la possibilità di studiare modalità di contrasto alla delinquenza sempre più efficaci».


Precari: «Punteggi folli» Scatta la valanga di e-mail indirizzata ai parlamentari

di Anna Madron

Dopo aver disertato la prima e l’ultima ora di scuola, qualche giorno fa, e dopo aver “occupato” a Venezia il ponte di Rialto, gli insegnanti precari tornano alla carica. Questa volta senza striscioni e fischietti, ma muniti soltanto di computer attraverso il quale hanno dato il via ad una campagna di sostegno al disegno di legge contro le super valutazioni (presentato in Parlamento qualche giorno fa) partita proprio dal Cip di Vicenza. Nel mirino un punto in particolare della legge 143/04, là dove si stabilisce che le sedi di montagna, quelle situate al di sopra dei 600 metri di altitudine, diano diritto ad un doppio punteggio nelle graduatorie permanenti. In altre parole chi sale in cattedra, anche per un solo anno scolastico, ad Asiago o a Enego, si ritroverà alla fine con un punteggio doppio rispetto al collega che ha insegnato invece a Chiampo, essendo quest’ultimo un centro di pianura. Una norma mal digerita dai precari che definiscono il doppio punteggio “spropositato”, al punto da decidere di “bombardare” di e-mail i parlamentari della 7ª commissione Camera e della 7ª commissione Senato i cui indirizzi di posta elettronica vengono comunicati in questi giorni via Internet a tutti i docenti precari.
«L’iniziativa - spiega Alessandra Pranovi, esponente del Comitato insegnanti precari - nasce a Vicenza, ma il malcontento della categoria è tale che si sta già allargando a tutto il territorio nazionale dove l’idea delle mail agli onorevoli è stata accolta con successo. Del resto questa del doppio punteggio si sta rivelando oltre che un’assurdità anche una norma che non ha portato a nulla di buono». I controsensi, sottolineano i precari, sono tanti. «A cominciare dal fatto - aggiunge Pranovi - che anche coloro che risiedono in montagna e nelle piccole isole godono ugualmente del doppio punteggio, anche se non sopportano alcun disagio e non si sobbarcano alcun tragitto. La supervalutazione vale anche per chi si trasferisce da un’altra provincia e sposta temporaneamente il domicilio. E non è tutto. I residenti in montagna, che insegnano in scuole di pianura, non godono del medesimo trattamento in termini di punteggio, anche se le distanze sono identiche. Il criterio introdotto dalla 143 vale insomma per chi dalla pianura “sale” in montagna e non viceversa. Senza contare che le sedi cosiddette “disagiate” spesso non lo sono, perché facilmente raggiungibili in autostrada o lungo strade statali». Motivazioni, queste, che i precari intendono far valere attraverso una presa di posizione forte contro i tanti disagi prodotti dalla legge: «I residenti nelle zone di montagna - prosegue Alessandra Pranovi - si ritrovano infatti senza posto, perché superati da chi ha più punteggio in graduatoria. Le cattedre vengono poi occupate per un “mordi e fuggi”, nel senso che nessuno è disposto a sobbarcarsi anni di servizio in scuole di montagna e questo non fa che esasperare il turn-over e di conseguenza la discontinuità didattica. Morale, si hanno insegnanti più arrabbiati e demotivati». Infine quella che i precari considerano un’iniquità più che evidente: «Le graduatorie permanenti sono provinciali ma non tutte le province hanno scuole di montagna. Quindi i Csa di pianura, come Venezia, Padova, Rovigo, possono essere facilmente presi d’assalto da coloro che hanno insegnato nelle sedi di montagna e accumulato così un punteggio maggiore».


Quattro presidi in centro Forza nuova e la Sinistra sono a contatto di gomito

Giornata, come dire, a rischio. Succede che in centro storico, a pochi metri l’uno dall’altro, quando non addirittura coincidenti, si collochino banchetti, gazebo, presidi e quant’altro di politicamente significativo possa offrire la situazione del momento. La Sinistra dei partiti, sindacati e associazioni si riunisce in piazza Castello dalle 10 alle 18 con lo slogan "Una tenda per la pace, contro la guerra, il terrorismo e la barbarie". Un’ora e mezza prima di smontare la tenda, la sinistra si vedrà raggiunta in piazza dai militanti di Alternativa sociale (dalle 16, 30), che hanno organizzato un presidio e una petizione popolare sulla questione dell’ingresso della Turchia in Europa e sulla Carta costituzionale europea appena ratificata a Roma.
«Il progressivo deteriorarsi della situazione in Iraq - scrive il Gruppo promotore della Tenda per la pace - con bombardamenti, attentati e rapimenti che mietono continuamente vittime fra la popolazione civile, ci impone di non restare a guardare questo dramma che rischia di compromettere il futuro nostro e degli altri popoli del pianeta. Per non dimenticare che siamo in una situazione di continua emergenza, per non essere tutti ostaggio della guerra permanente, del terrorismo, della barbarie, come donne e uomini che operano per la pace, che credono nella non violenza, ci impegniamo a realizzare anche a Vicenza una Tenda per la pace». Alex Cioni e Daniele Beschin, rispettivamente portavoce provinciale e segretario di Forza Nuova, si oppongono all’ingresso della Turchia in Europa («Questo paese ha sempre mostrato scarsissimo senso europeo») e alla Costituzione europea che «rifiuta l’identità cristiana ed esalta il relativismo morale». Ma a fare di oggi un sabato un pochino a rischio, che costringerà agli straordinari gli effettivi delle forze dell’ordine vicentine, è la presenza, in centro, di un presidio di An (nel pomeriggio in contrà Cavour) e della Sinistra antagonista, disobbedienti o giù di lì. Ovviamente le forze dell’ordine faranno in modo che eventuali facinorosi delle parti opposte non entrino in contatto e scatenino discussioni fuori programma.