Smog, 2005 l’anno più nero Record di giorni fuori legge
Dal 14 via ai blocchi delle non catalizzate da lunedì a venerdì
di G. Marco Mancassola
Lo smog centra un nuovo record: 160 giorni in un anno con valori di pm10 fuori norma. Per la verità, alla fine dell’anno mancano ancora due mesi, eppure è già stato ampiamente superato il precedente primato di sforamenti che apparteneva al 2004, anno in cui l’allora limite per la protezione della salute fissato in 55 microgrammi di micropolveri per metro cubo d’aria era stato varcato 156 volte, una ogni tre giorni.
Quest’anno la soglia è stata abbassata a 50 microgrammi, con 35 bonus da spendere in 12 mesi. E invece si viaggia con uno sforamento ogni due giorni. La media rilevata nel sito dell’Arpav è di 60 microgrammi, ben superiore all’obiettivo di qualità, fermo a 40 microgrammi.
L’autunno non sta certo dando una mano alla qualità dell’aria che si respira a Vicenza. La centralina di viale Milano ha inanellato una serie negativa di 16 giorni consecutivi, con sei incursioni oltre il confine dei 100 microgrammi, nella prateria dell’aria “pessima”.
Qualche speranza - si legge nel bollettino dell’agenzia regionale per l’ambiente - viene dall’arrivo di una perturbazione che creerà condizioni favorevoli alla dispersione delle polveri sottili; la qualità dell'aria nel Veneto sarà scadente, localmente buona. Tendenza per i prossimi giorni. Il passaggio della perturbazione associata a precipitazioni sparse e ad un rinforzo dei venti favorirà soprattutto nella giornata di domani una diminuzione delle concentrazioni di pm10.
In Comune, nel frattempo, dovrebbero essere superati dubbi e riserve che aleggiavano in sala Giunta sul piano regionale contro lo smog. La proposta, che deve essere recepita dai Comuni più inquinati inseriti nella cosiddetta “fascia A”, prospetta il blocco delle auto non catalizzate per cinque giorni alla settimana da novembre a marzo, con una pausa all’ora di pranzo.
In un incontro fra il vicesindaco e assessore all’Ecologia Valerio Sorrentino e il collega alla mobilità Claudio Cicero, sono state ricalibrate le fasce di blocco: al mattino dalle 9 alle 12 e al pomeriggio dalle 15 alle 18, dal lunedì al venerdì, a partire dal 14 novembre nell’area interna alla circonvallazione. Ma al momento sono ipotesi, l’ultima parola deve ancora essere scritta.
I dettagli sulle deroghe verranno resi noti la prossima settimana. In questo modo l’amministrazione comunale conta di alleviare il peso di un blocco che ambientalisti e Legambiente definiscono al contrario troppo lieve e quindi inutile. Con questo programma, verrebbero liberalizzate le ore di punta del mattino, di mezzogiorno e della sera, salvando ingressi e uscite da scuola e dal lavoro.
Analoghi provvedimenti, con modalità che verranno decise da realtà a realtà, dovrebbero essere assunti anche negli altri Comuni vicentini inseriti nella fascia A, vale a dire Valdagno, Schio, Bassano, Montecchio Maggiore e Arzignano, coordinati dalla Provincia.
In calendario dovrebbe essere collocata anche una domenica a piedi, presumibilmente il 19 marzo, giorno della gara podistica “StraVicenza”.
Per il momento delle targhe alterne e dei blocchi totali del traffico in giorni feriali, non si vede nemmeno l’ombra. A invocare la circolazione a corrente alternata è Legambiente, che boccia la politica regionale: «Sempre più il blocco delle sole catalizzate su cui ripiega la Regione appare il più debole dei provvedimenti e non serve a nulla. Meglio le targhe alterne ed ancora meglio prendere provvedimenti su area vasta».
Lunardi seppellisce il tunnel «A Vicenza niente fermata»
Doccia fredda dal ministro: «Collegheremo la città alla Tav con un metrò»
di Gian Marco Mancassola
Colpo di scena sul sentiero dell’Alta velocità. Da Verona, dove ieri era in visita, il ministro dei Trasporti Pietro Lunardi spara dichiarazioni che spiazzano Vicenza e mandano all’aria anni di discussioni e polemiche. Interrogato da un giornalista Rai di fronte agli altri cronisti, il ministro ha spiegato che il “nodo Vicenza” dell’Alta velocità potrà essere risolto escludendo la fermata diretta in città e realizzando una “piccola metropolitana” che collegherà il capoluogo berico con una stazione intermedia. Questo è pari pari quanto riportato dall’Ansa. Ma il concetto era già stato espresso dal ministro il giorno prima in un’intervista.
«Stiamo portando avanti - ha detto il ministro - il vecchio progetto Tav, quello che è stato concordato con le Regioni e con i sindaci. Vicenza aveva chiesto di fare una variante in galleria; vedremo invece di servire la città diversamente».
Provando a tradurre: la linea dei supertreni passerà in affiancamento all’autostrada, come da vecchio progetto, e Vicenza si aggancerà alla prima stazione utile - forse Padova, forse una ’piccola stazione’ lungo il tracciato futuro - attraverso un metrò di superficie.
Parole che rimbalzano in città prendendo molti in contropiede, ma non tutti. Da tempo, infatti, in alcuni ambienti circolavano mezze voci sulla corsa all’approvazione del progetto prima delle prossime scadenze elettorali; senza contare che già un anno fa il ministro, in visita a Vicenza, Lunardi aveva detto che il tunnel costerebbe troppo, parlando di un aumento del costo dell’impresa pari ad almeno 700 milioni di euro: troppo in questi tempi di vacche magre.
Il più sconcertato di tutti è l’assessore comunale alla mobilità Claudio Cicero, paladino del passaggio in galleria sotto Vicenza, che ieri si è attaccato al telefono raggiungendo i vertici regionali e romani per pretendere spiegazioni: «Le informazioni che ho io vanno in direzione opposta e cioè verso quanto comunicato il 24 ottobre nel comitato Transpadana».
Parole che suonano simili a quelle dell’assessore veneto alle politiche della mobilità, Renato Chisso, che dice asciutto: «Credo ci sia un malinteso. Ribadisco quanto detto nel comitato Transpadana». E cosa era stato detto, appena dieci giorni fa? «Negli ultimi due mesi - erano le dichiarazioni di Chisso - abbiamo riattivato il rapporto con il ministro Lunardi con il quale abbiamo trovato un accordo per quanto concerne la tratta Verona-Padova. Per quanto riguarda i finanziamenti, i lavori verranno portati avanti a due velocità distinte: verrà eseguita in modo completo l’intera tratta, ad eccezione del tunnel di Vicenza e dei binari da interrare in quella di Padova che andranno realizzati in un secondo momento».
Sull’ipotesi di una metropolitana di superficie, Cicero ammette di «cadere dalle nuvole: non ne ho mai sentito parlare». Tanto che arriva a dire: «Non so di quale tratta della Tav il ministro parli. Forse è un’altra tratta, non certo Vicenza. Mi sembra ci sia molta confusione».
Vicenza deve dire addio al tunnel? «Non scherziamo. Se il problema è economico, posso dimostrare in ogni momento che l’affiancamento all’autostrada avrebbe costi simili al tunnel».
La tentazione di dire “io l’avevo detto” è forte, ma la presidente della Provincia Manuela Dal Lago fa un ragionamento tecnico: «È indubbio che la soluzione dell’affiancamento all’autostrada è la peggiore. Qualche anno fa avevamo chiesto di verificare dal punto di vista economico se il tunnel si poteva fare. Altrimenti, era il caso di studiare soluzioni alternative, come il passaggio a sud dei Berici. Ora rischiamo di trovarci una soluzione calata dall’alto solo perché non abbiamo proposto alternative: mi auguro di sbagliarmi e che non sia troppo tardi».