«Scarichi irregolari da non più di 1 anno»
di Luca Fiorin
Verona. «Al depuratore di Montebello si diluivano gli scarichi in maniera irregolare da non più di un anno e mezzo». Ad affermarlo, commentando la scoperta compiuta dalla procura di Vicenza di illiceità nella gestione dell’impianto di trattamento del Vicentino che scarica le acque reflue nel «tubo», è Walter Formenton, l’assessore all’Ecologia della Provincia di Vicenza.
Pur a fronte di un’inchiesta che ha portato a sequestri ed all’emissione di otto avvisi di garanzia (nel mirino c’è anche la gestione della discarica di Zermeghedo) e nella quale si stanno verificando anche smaltimenti irregolari di rifiuti acquosi e oleosi, Formenton definisce questa situazione solo come una «furbata». Anche se poi ammette che si tratta di «una vicenda brutta perché rischia di minare l’immagine di cambiamento alla quale stiamo lavorando con impegno da anni».
Quel cambiamento che dovrebbe portare alla riduzione degli inquinanti nelle acque che dalla vicentina Valle del Chiampo, sede del polo conciario più importante d’Europa, arrivano sino al confine di Verona convogliate in un collettore da sempre oggetto di feroci critiche - collettore nel quale oltre al depuratore di Montebello scaricano anche quelli di Arzignano, Montecchio, Trissino e Lonigo - e che poi vengono scaricate nel Togna-Fratta-Gorzone, che non a caso è il fiume con il peggior stato di salute del Veneto.
D’altronde il fatto che gli agenti della polstrada di Vicenza e Verona ed i tecnici dell’Arpav, coordinati dal pm Angela Barbaglio, abbiano verificato che venivano utilizzati milioni di litri di acqua al giorno per diluire le acque che l’impianto di Montebello non riusciva a depurare apre le porte a qualsiasi ipotesi. Anche alle peggiori.
E questo Formenton lo sa bene, anche se afferma che «non cambia la strategia di intervento avviata, soprattutto dopo che nel dicembre scorso si è arrivati a siglare un programma quadro per il disinquinamento del Togna-Fratta-Gorzone al quale hanno aderito anche i rappresentanti della Provincia di Verona e dei Comuni a valle».
Secondo l’assessore vicentino - che precisa di non avere poteri d’intervento, visto che la gestione del collettore è delegata alla società Arica di Vicenza - l’avvio di questa diluizione non autorizzata potrebbe risalire a non più di un anno e mezzo fa. «In quel periodo - spiega - agli scarichi del depuratore sono stati applicati dei filtri per fermare i fanghi che necessitano di frequenti lavaggi.
Il dubbio è che qualcuno abbia pensato di tenere quell’impianto di lavaggio sempre acceso, per fare in modo che i reflui risultassero più puliti di quello che erano in realtà, grazie ad una diluizione non autorizzata. L’effetto di tutto questo è che i dati relativi alle acque scaricate dal «tubo» sono stati falsati, con il rischio che ora non riusciamo più a rientrare nei limiti per quanto riguarda i cloruri ed i solfati stabiliti dalla deroga alla legge nazionale recentemente rinnovata dalla Regione. Anche se in realtà è stata solo aggiunta dell’acqua pulita, insomma, questa trovata può avere delle ripercussioni sulla gestione dell’intero sistema».
Secondo Formenton, insomma, la «furbata» di Montebello avrebbe provocato più danni indiretti che diretti, nonostante l’inchiesta giudiziaria si stia allargando di giorno in giorno.