04 OTTOBRE 2004

dal Giornale di Vicenza

Cospa, condanna con pignoramento
Chiesto il quasi-confronto all’americana sui conti e il ruolo dell’assessore Ancora

Cospa, condanna con pignoramento
Nell’autunno del ’97 l’invasione della A4 Concluso il processo d’Appello a Venezia un agente derubato ottiene il risarcimento
Le pene più alte al capo ed a chi lanciò il letame
Per i moti di Vancimuglio qualche sconto e un imputato deve pagare i danni

di Ivano Tolettini

La giustizia italiana è una macchina complessa e quasi sempre lenta. Quante volte lo si è scritto. Ma è un convoglio che arriva a destinazione, se è vero che a sette anni dai moti di Vancimuglio che fecero il giro del mondo con le invasioni dei trattori in A4, il lancio dei lacrimogeni da parte delle forze dell’ordine e l’uso dell’arma fetentissima per mettere ko la polizia, per 14 degli attori protagonisti è arrivata la condanna bis. Le pene inflitte dal tribunale di Vicenza il 25 ottobre di due anni fa sono state sostanzialmente confermate in Appello a Venezia. Non solo, per uno dei protagonisti, E. C., la sentenza di risarcimento danni è diventata esecutiva e gli sono state pignorate somme in banca per 16 mila 500 euro. Si tratta del risarcimento per la violenza privata (e non rapina come ipotizzato dalla procura di Vicenza e sostenuto in appello dalla procura generale e dalla parte civile) ai danni del poliziotto della Scientifica Paolo Pellizzola al quale venne sottratta la telecamera.[16500 euro di danni per avere sotratto una telecamera?!?!?!Ma stiamo scherzando?!?!?] Nei giorni scorsi l’ufficiale giudiziario si è recato nella sede centrale della Banca Popolare di Vicenza ed ha notificato i sigilli sui conti di C., 35 anni, padovano di Conselve, fino al credito stabilito dai giudici. È dunque rimasta sostanzialmente inalterata la ricostruzione formulata all’epoca dal pubblico ministero Tonino De Silvestri, il quale aveva isolato tra i guerriglieri del latte le posizioni più compromesse. Su tutte ci sono quella di S. M., 47 anni, di Grantorto, uno degli organizzatori delle proteste che il 20 e 27 novembre 1997 si concretizzarono con la paralisi dell’autostrada Serenissima, mentre da Roma il ministro degli Interni Napolitano ordinava alla questura di Vicenza di non cedere al ricatto dei Cospa e di intervenire per sgomberare l’asse viario più importante del Nord-Est. A M. l’iniziale pena a 7 mesi di reclusione è stata ridotta a 6 mesi perché è stata annullata la condanna sulla presunta resistenza che aveva visto un trattore travolgere un’auto della polizia in autostrada. Di questo annullamento hanno beneficiato anche i padovani M. L. e R. P., i quali hanno visto le loro pene ridursi a 3 mesi 10 giorni di reclusione. Invece, la pena di 6 mesi (al posto degli iniziali 7) è stata inflitta a S. B. perché maneggiava lo spargiletame con il quale il 27 novembre irrorò la polizia assiepata sulla carreggiata della A4. Per i giudici è provato che i due getti di liquame furono lanciati da B., 35 anni, nato a Vicenza e residente a San Pietro in Gu, il quale era coordinato da M.. Se Ruggero Marchioron e Mauro Giaretta erano gli strateghi politici di Cospa, S. M. e C. F. erano i "generali" sul campo che davano indicazioni alle truppe motorizzate sui trattori. Così a C. F., 33 anni, di Bolzano Vicentino, è stata confermata la pena di 2 mesi - la stessa di R. B. di Bressanvido; L. S., O. M. di Gazzo; M. P. di di Villaga e L. P. di Sandrigo - perché fu uno degli occupanti della massicciata ferroviaria Milano-Venezia del 18 dicembre sempre di quel memorabile autunno ’97. Furono fatti, come scrive la Corte d’Appello, che «si inseriscono nelle manifestazioni di protesta poste in essere a partire dall’autunno ’97 fino ai primi mesi del ’98 dai produttori del settore lattiero-caseario; manifestazioni dirette da un lato a sollecitare le riforme normative a livello comunitario ed a livello nazionale, mentre dall’altro ai consumatori e alla comunità in genere in termini della controversia relativa alle cosiddette quote latte». Gli altri condannati in appello sono stati E. R., 42 anni di Lonigo a 4 mesi 10 giorni; il bergamasco A. M. in azione con bastoni contro la polizia al quale sono stati inflitti 4 mesi così come a E. C. Quest’ultimo fu riconosciuto dal sovrintendente Pellizzola come uno di quelli che lo circondarono per farsi consegnare la telecamera con la quale erano stati filmati i dimostranti in azione. I giudici di Venezia hanno confermato la validità dell’analisi logico-giuridica del collegio vicentino (Perillo, Biondo e Giuffrida), nel punto in cui declassavano il più grave reato di rapina contestato a C. in quello di violenza privata. Il profitto che i manifestanti si prefiggevano sequestrando la telecamera, non era tanto quello ingiusto di far impedire il loro riconoscimento, quanto, ad avviso della Corte, quello di visionare il filmato a Vicenza Est nel quale si vedeva un poliziotto colpire col manganello C. F. Quanto alla somma liquidata dal tribunale a Pellizzola, la Corte lagunare la ritiene equa[16500 euro per una telecamera sarebbe equo?] perché la «parte civile non ha speso molte parole per giustificare la richiesta di una maggiore somma». Così nei giorni scorsi l’ufficiale giudiziario ha presentato il conto, sottoforma di pignoramento, di 16 mila 500 euro eseguito nella banca dove l’imputato ha i soldi. L’udienza in tribunale è in calendario nei prossimi giorni.


Chiesto il quasi-confronto all’americana sui conti e il ruolo dell’assessore Ancora
Hüllweck ha minacciato il "tutti a casa" Il centrodestra cerca certezze sui numeri

di Antonio Trentin

Riapre oggi il municipio in versione... freezer. Il comandamento del sindaco dice: assessori "congelati" e attività amministrativa ridotta all’osso, finché unità del centrodestra non sopravvenga in consiglio comunale, cioè entro dopodomani. Per allora dovranno essere digeriti tutti i magoni dell’ultima settimana e la Casa delle libertà - dopo il flop di giovedì - dovrà arrivare al voto sull’assestamento e la ricognizione dei bilanci 2003-2004, due atti diventati banco di prova della solidità della coalizione e della fiducia accordabile all’assessore forzista Carla Ancora dopo il trimestre di altalena sullo scarto milionario nei conti Aim-Comune.
In pratica nei Palazzi municipali sta succedendo soltanto che in queste ore ognuno degli assessori pensa ai fatti propri girando col motore al minimo, non fa "collegialità" neanche con i colleghi, aspetta che Enrico Hüllweck dia avviso dell’avvenuto scongelamento. Del quale nessuno dubita, peraltro, perché nervosi sì, ma suicidi (tramite scioglimento del consiglio comunale) proprio no... Il capo dell’Amministrazione in questi giorni si è fatto sentire con le parole e con i silenzi. Con le prime ha esternato una minaccia tanto potente, legittima e comprensibile, quanto superflua, perché in effetti un Comune con i bilanci sballati non può andare avanti e se i conti non vengono votati il prefetto liquida l’intera sala Bernarda. Se mercoledì non tornano il numero legale garantito dalla maggioranza e un centrodestra compatto in sala Bernarda ad approvare le carte dell’Ancora - ha avvertito il sindaco - si va tutti a casa e si torna alle elezioni anticipatissime. Con i secondi ha lasciato intendere di subodorare per l’ennesima volta un complotto ai suoi danni (ordito stavolta dalla Lega Nord?) per una fine imminente del mandato iniziato poco più di un anno fa. Sullo sfondo rimane presentissima, e irrisolta, la questione-Ancora. La Casa delle libertà - stando alle bene informate indiscrezioni che escono dal quadripartito di maggioranza - finora è riuscita ad affrontare il caso soltanto... in pizzeria, dove tra un trancio di "diavola" e una fetta di "capricciosa" mezza Forza Italia, qualche aennista e chi conta della Lega si è chiesto e richiesto quale formula sarà escogitabile per far "sfiduciare", senza troppi danni per nessuno, un’assessore al bilancio diventata troppo ingombrante per la squadra. Dall’opposizione continuano intanto a tuonare i critici dell’Ancora. Hanno già chiesto che dopodomani, in sala Bernarda, su dubbi e quesiti a proposito del trimestre nero nei rapporti finanziari tra Comune e Aim possano essere interrogati anche i revisori dei conti comunali Campana, Motterle e Faccioli; il dirigente amministrativo di Aim Dario Vianello e il presidente della SpA di contrà San Biagio Giuseppe Rossi. Potrebbe uscirne - totalmente inedito per il consiglio vicentino, che ormai ne sta vedendo una dopo l’altra - un quasi-confronto all’americana su chi ha sbagliato o no a registrare e far approvare i bilanci discrepanti che hanno prodotto il "buco" in via di tappatura. Luigi Poletto e Ubaldo Alifuoco, i due diessini che fanno a gara nel pestare di più sul tasto delle accuse all’Ancora, stanno perfezionando i proiettili polemici che già avevano caricato per il mancato dibattito consiliare di giovedì scorso. Commenta il primo, sollecitando all’Amministrazione la creazione di un’Agenzia speciale per il controllo della qualità dei servizi pubblici: «Un esame dell'intera vicenda attesta come l'assessore abbia trattato con superficialità l'intera materia, con riferimenti generici agli assetti normativi, con furbeschi ricorsi ad anticipazioni finanziarie che pregiudicano il futuro rendendo disponibili oggi quelle risorse che dovrebbero essere godute domani, con rimodulazioni e artificiose distribuzione delle risorse richieste alle Aim e frequenti ricorsi a consulenti esterni per sanare l'insanabile» . Rincara il secondo: «Le cose sono semplici: la previsione di bilancio per il 2003 ha inserito cifre sbagliate che alla fine non sono arrivate. Sperava che Aim si accollasse l’onere senza parlare e invece qualcuno nel consiglio d’amministrazione della SpA ha avuto il fegato di dire le cose come stanno - accenno, questo, all’ex-amministratore forzista di contrà San Biagio Alberto Filosofo, che aveva fatto scoppiare il caso tra maggio e giugno ed è rimasto l’unico finora a rimetterci la poltrona, non essendo stato riconfermato da Hüllweck -. Per quattro mesi si è portata avanti una manfrina costata alla città migliaia di euro in consulenze, riunioni, consigli saltati: qualcuno dovrà pur risponderne» .