La conceria vende aria pulita
Ogni azienda avrà una dotazione massima di solventi da utilizzare Chi ne risparmia potrà cederli, inquinando meno e guadagnando
Un ambiente pulito per i cittadini può diventare un'occasione economica per il mondo produttivo delle concerie.
Si chiama emissions trading ed è uno strumento innovativo che la Provincia di Vicenza ha recentemente adottato con l’approvazione in Giunta di un sistema di scambio delle quote di emissione dei solventi da parte delle concerie della Valle del Chiampo.
«Dal 1998 - sottolinea l’assessore all’ambiente della Provincia di Vicenza Walter Formenton - l’emissione di solventi è calata di oltre il 45 %, passando da 18.000 a 9.500 tonnellate circa. Un obiettivo raggiunto attraverso un sistema di obblighi, con autorizzazioni rispondenti a criteri più restrittivi rispetto alla normativa nazionale, accettati e condivisi dal mondo produttivo. Ora è necessario spingere ulteriormente tale azione, e adottare strumenti che permettano di proseguire sulla strada del miglioramento ambientale».
Una strada difficile ma che bisogna percorrere, visto che recentemente, nel novembre scorso, la Regione Veneto, nell’approvare il Piano Regionale di Risanamento dell’Atmosfera, ha riconosciuto il distretto conciario della valle del Chiampo come zona degradata dal punto di vista dell’inquinamento atmosferico per la presenza di composti organici volatili (solventi).
Lo strumento dell’emissions trading, spiegano i tecnici provinciali, è mutuato dallo spirito della direttiva adottata dall’Unione Europea per l’applicazione del Protocollo di Kyoto relativa alle riduzioni delle emissioni in atmosfera dei gas ad effetto serra.
Prima in Italia ad agire a livello territoriale, e con molta probabilità anche in Europa visto che i precedenti si trovano quasi esclusivamente negli Stati Uniti d'America, la Provincia di Vicenza ha deciso di adottare lo stesso strumento anche per un singolo distretto industriale e per specifici inquinanti, i solventi.
In parole semplici, lo strumento dell’emissions trading prevede che un quantitativo annuo massimo di solventi utilizzabili, stabilito nell'autorizzazione, rappresenti per la singola azienda non solo una prescrizione nell’esercizio dell’attività, ma anche una quota disponibile.
Le aziende più virtuose e che risparmieranno parte della quota, potranno venderla a quelle aziende che, pur nel rispetto di un fattore di emissione adeguato, emetteranno una maggiore quantità di solventi, non tanto per cattiva volontà quanto per difficoltà legate al particolare ciclo di produzione. La quota venduta verrà decurtata di una determinata percentuale di solventi che consentirà comunque di ottenere un beneficio ambientale.
«In questo modo - spiega l’assessore Formenton - c’è anche un tornaconto economico da parte delle aziende in una gestione oculata delle emissioni. I singoli ci guadagnano, ottenendo tra l'altro anche una maggiore flessibilità rispetto alle esigenze del mercato, soprattutto nei momenti critici, l’ambiente si risana e l’aria che respiriamo è più pulita. E’ il sistema che ci guadagna, dovendo comunque trovare un equilibrio, anche se rimarranno aziende che inquinano di più e aziende meno, ma nella somma le emissioni calano progressivamente e la qualità dell’aria migliora».
L’emissions trading, prediposto e proposto dall'Ufficio Aria della Provincia, ha ottenuto l'approvazione da parte della Commissione Tecnica Provinciale per l’Ambiente, che l’ha ritenuto un incentivo efficace per consentire logiche di riduzione sul consumo dei solventi, con conseguente ottenimento di garanzie di beneficio ambientale, se poi al tutto si unisce appunto il fatto che le concerie più virtuose possono trarre da questo loro comportamento anche un beneficio economico, la norma finirà sicuramente per creare un effetto emulazione importante.