03 MAGGIO 2006

VALDAGNO.Vertenza Marzotto Dopo lo stallo segnali di apertura
Sindacato inquilini contesta la “linea” di Piazza e rilancia l’Osservatorio casa

Ieri nuovo incontro azienda-sindacati
Vertenza Marzotto Dopo lo stallo segnali di apertura

di Marco Scorzato

Non c’è stata rottura e questo è già un motivo di soddisfazione per azienda e sindacati. Si incontrati di nuovo ieri i rappresentanti della dirigenza Marzotto e di Cgil, Cisl e Uil, che da quasi due mesi hanno aperto un confronto sul nuovo piano industriale. Esaurita due settimane fa la fase d’approfindimento tecnico del piano predisposto dall’azienda, è iniziata ieri la vera e propria fase “negoziale”: in ballo ci sono una questione industriale ed una, strettamennte legata, di tipo occupazionale. Secondo il piano aziendale, tintoria, mistificio e filatura sono i reparti che dovrebbero essere delocalizzati in Repubblica Ceca, con un conseguente taglio di 146 posti di lavoro. Una prospettiva indigesta ai sindacati, che pure si sono detti disponibili al confronto: è sul “quantum” di questa riorganizzazione produttiva che si gioca dunque la partita tra le parti. Il primo round è andato in onda ieri nella stanza dei bottoni in largo S. Margherita, mentre sotto alle finestre decine di lavoratori, in sciopero per 4 ore, manifestavano a difesa del posto di lavoro. Dopo quasi cinque ore di faccia a faccia, rappresentanti di azienda e sindacati si sono dati appuntamento al 9 maggio prossimo, per un confronto che dovrebbe essere in ogni caso risolutivo. «Nel corso dell’incontro - afferma Maurizio Ferron, della Cgil - l’azienda ha manifestato una certa apertura sia per quanto riguarda l’aspetto industriale che occupazionale». Il che significa, in sostanza, che la dirigenza è disponibile a rivedere -al rialzo- i volumi delle produzioni nel sito valdagnese e - al ribasso - la quantità di esuberi, ipotizzando percorsi di ricollocazione interna di alcuni lavoratori. «La misura di questa apertura, però, - aggiunge Ferron - è tutta da verificare nel prossimo incontro». Per Antonio Visonà, della Uil, e Mario Siviero della Cisl «l’incontro è stato positivo anche per il diverso atteggiamento dell’azienda, non solo nel merito ma anche nel metodo». «C’è disponibilità a discutere da entrambe le parti - conferma Massimo Lolli, direttore delle risorse umane della Marzotto -, questo fa ben sperare per l’incontro di martedì prossimo, che sarà l’ultimo a disposizione per tentare un’intesa». Domani i lavoratori si riuniranno in assemblea, per discutere dell’esito dell’incontro di ieri e gettare le basi delle prossime tappe della trattativa.


Scontro su locazioni e affitti
Sindacato inquilini contesta la “linea” di Piazza e rilancia l’Osservatorio casa

(e. mar.) Le proposte dell’assessore Davide Piazza su locazioni e affitti non sono piaciute al Sunia. Piazza aveva dichiarato qualche giorno fa di voler promuovere una minor durata dei contratti di locazione: cinque anni invece di otto. Gli affitti con minor durata, secondo l’assessore, avrebbero vantaggi per gli inquilini che pagherebbero un canone inferiore a quello di mercato, e compensativi per i proprietari che si vedrebbero tra l’altro ridurre l’Ici. Ma il sindacato degli inquilini non ci sta e ricorda tra l’altro come «la minor durata dei contratti non sia frutto di una sua proposta ma di una disposizione di legge datata 1998, applicabile di concerto tra comune e associazioni dei proprietari e inquilini». Intese che negli anni successi diedero vita alla “Commissione di congruità” e l’“Osservatorio sulla casa”, organismi che di fatto, secondo il Sunia, il comune avrebbe ignorato. «Sindaco e giunta - spiega il Sunia - avevano due compiti previsti dalla legge. Ridurre l’Ici per invogliare i proprietari a locare il canone concordato e incrementare l’imposta al 9 per mille per gli alloggi sfitti, impostazione seguita sia a Bassano che a Padova». Si tratta, sempre secondo il Sunia «di una grave e colpevole responsabilità dell’Amministrazione comunale, che limita la diffusione dei contratti a canone concordato (tre più due), danneggiando così i non pochi residenti a reddito basso che non sono in grado di fronteggiare i canoni di locazione a mercato libero ed i piccoli proprietari che sarebbero disponibili ad affittare a canone ridotto».