Entro marzo sono pronti alla consegna 108 alloggi
(g. m. m.) Entro marzo dovrebbero essere pronti per la consegna chiavi in mano 108 alloggi di edilizia popolare. Ad annunciarlo è l’assessore agli interventi sociali e ai servizi abitativi Davide Piazza, che intravede nel 2005 un boom di consegne. A giugno e a dicembre, infatti, sono programmate altre due tranche. «La media degli ultimi anni era di 130 alloggi - quantifica Piazza - nel 2005 siamo già a 108. Si può quindi prevedere di superare, speriamo abbondantemente, le medie annuali». Nel pacchetto in fase di consegna c’è anche l’edificio Ater dei Ferrovieri (nella foto), al centro di un impasse burocratico legato alla viabilità di accesso.
L’obiettivo - conferma l’assessore - è di consegnare fra i 500 e i 600 alloggi in tre anni: «Con questo ritmo ce la possiamo fare», aggiunge Piazza, che raccoglie i risultati di restauri e cantieri avviati negli ultimi anni.
Lo stesso Piazza, più volte, aveva lanciato l’allarme dell’emergenza abitativa in città: da un lato l’avanzare delle nuove povertà, dall’altro la stasi di molti piani urbanistici. Il risultato è stato che gli uffici comunali hanno registrato un picco di domande.
«Questi nuovi alloggi consentono di dare un po’ di respiro all’emergenza», annota Piazza, che ha incassato un bel gruzzolo di metri quadri di edilizia residenziale pubblica distribuiti negli otto piani integrati (piruea) adottati dalla Giunta nell’ultima settimana. In particolare, 8 mila metri quadri sono stati ricavati (per ora sulla carta) nei piruea Ftv ed ex Lanerossi: complessivamente si calcola che possano arrivare un centinaio di nuovi appartamenti.
In dirittura d’arrivo è anche il “Piano casa”, che dovrebbe essere presentato all’inizio di aprile e che conterrà le proposte di sviluppo dell’Erp per i prossimi tre anni, gli incentivi legati alle locazioni di proprietà privata e le proposte del piano di finanziamento.
«Microcelle, la soluzione del futuro»
La commissione telefonia della circoscrizione 4 invita il Comune a pensarci
di Federico Ballardin
Daniele Guarda torna all’attacco in sella al suo vecchio cavallo di battaglia. Sceso dai banchi del consiglio comunale, la “carica” contro le antenne questa volta parte dalla commissione speciale sulla telefonia cellulare voluta dal parlamentino della circoscrizione quattro, presieduto da Mauro Marchetti. La proposta era stata dei Ds ed è stata approvata all’unanimità dal parlamentino che è alle prese, nella zona di competenza, con lamentele non di poco conto in merito alle nuove installazioni di antenne per telefonia cellulare.
La commissione sulla telefonia presieduta da Guarda con Giorgio Aldighieri e Luigi Marchetto, ha prodotto un documento finale che è un’esortazione al consiglio comunale di Vicenza a prendere in considerazione gli ultimi ritrovati della tecnologia. Si tratta delle microcelle a fibre ottiche, invocate da Guarda ancora nel 2003, quando era ancora consigliere, e che ora ricevono un importante assist dalla sperimentazione positiva attuata a Milano. Anche a Pordenone si farà un tentativo simile e a Mestre ci stanno pensando. I tempi, secondo la commissione speciale della 4, sono maturi anche per Vicenza.
Il Comune adottò, prima della legge Gasparri sulla telefonia mobile, un regolamento che si poneva un obiettivo di qualità: quello cioè di ridurre le emissioni da “elettrosmog” a 0,5 volt per metro tramite installazione di antenne più numerose ma meno potenti, e generatrici dunque di un campo magnetico inferiore. Il provvedimento Gasparri fissò invece il limite a 6 volt per metro, di fatto aprendo la strada agli antennoni di potenza enormemente superiore a quella imposta dal Comune. A distanza di tempo, però, gli standard in città sono ancora quelli stabiliti dal regolamento comunale decaduto e scritto dallo stesso Guarda.
A Vicenza, come in molte altre città, non è possibile rispettare l’invito della Regione a sfruttare per l’installazione degli antennoni solo luoghi a basso impatto sulla popolazione, come cimiteri, zone commerciali ed industriali. Ma queste aree nelle città come Vicenza sarebbero insufficienti a coprire tutto il territorio.
La soluzione, dice il documento finale della commissione telefonia della circoscrizione 4, è proprio quella di adottare le microcelle.
Si tratta di antennine a bassa potenza, collegabili con la rete a fibre ottiche (che ora a Vicenza esiste), e che hanno bassa potenza e scarsa dimensione, e quindi anche un basso impatto “psicologico” sui residenti. I quattro gestori telefonici (e altri eventuali), con questa tecnologia potrebbero anche evitare di installare una antenna per ciascuno, ma potrebbero erogare il servizio usando le stesse microcelle.
In sostanza il documento presentato da Guarda chiede di rivedere completamente l’accordo comunale con i gestori, che scadrà il 31 dicembre e di firmarne, dal 2006, un altro che preveda l’utilizzo di questa soluzione.
L’auspicio è che non solo si discuta di questa proposta in consiglio comunale, ma che si verifichi anche la sua utilità e il suo effettivo impatto con esperti del settore per arrivare ad un verdetto definitivo sulla soluzione migliore da adottare in città.
Antenna, il cantiere resta sotto sequestro
(m. sc.) Cantiere sotto sequestro preventivo per presunto abuso edilizio. Cambio di marcia nella vicenda dell'antenna Umts a Recoaro: a darlo è il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Vicenza, convalidando il sequestro preventivo del cantiere in contrada Griffani sulla base della richiesta del pubblico ministero Vartan Giacomelli. Questi, a dicembre, aveva già disposto un sequestro per motivi riguardanti la sicurezza dei lavori.
Ora, una nuova pista giudiziaria. Ad innescarla, un esposto che il Comitato Griffani, che si batte contro l'installazione vicino alle scuole, aveva inoltrato al magistrato circa due mesi fa. In esso si segnalava - oltre alla mancata applicazione del regolamento comunale ed alla presenza di vincolo paesaggistico - che i lavori di installazione erano iniziati in assenza di relativa concessione edilizia.
«Se il pm ha inteso procedere a sequestro ed il gip l'ha convalidato, vuol dire che le nostre preoccupazioni sono fondate - afferma soddisfatto Umberto Pedrazzoli, presidente del comitato -. Da mesi sosteniamo che manca un permesso di costruire, l'abbiamo scritto anche nei volantini, per uno dei quali, peraltro, il sindaco ci ha querelati».
«È grave che il sequestro nasca da un'iniziativa del comitato - sottolinea Pedrazzoli -. Se c'è un abuso edilizio dovrebbe essere l'amministrazione comunale a muoversi. Prima delle elezioni, essa sosteneva la necessità della concessione edilizia; dopo, è bastata una semplice dichiarazione di inizio attività da parte della ditta installatrice per far partire i lavori».
L'amministrazione afferma che a cambiare la situazione è stato il pronunciamento del Tar del luglio scorso, favorevole all'azienda: secondo la giunta Viero basta la sola sentenza per dare il via libera all'installazione. Il sindaco, interpellato telefonicamente, non ha rilasciato dichiarazioni.
Sulle stesse basi che hanno portato al sequestro, il comitato ha già inoltrato un ricorso al Tar contro il Comune. Le due “piste” sono comunque indipendenti l'una dall'altra.