02 SETTEMBRE 2005

dal Giornale di Vicenza

SCHIO.Marzotto, rabbia tra gli operai
Doppia archiviazione
“Azione sociale” contro il caro-scuola

Dopo l’assemblea dei sindacati i dipendenti improvvisano un corteo di protesta in via dell’Industria bloccando il traffico
Marzotto, rabbia tra gli operai
«Il problema è sociale: dove sono andati a finire i politici locali?»

di Luca Valente

Momenti di tensione ieri mattina in via dell’Industria, al termine dell’assemblea indetta dai sindacati nella sala mensa della ex Lanerossi per illustrare ai 125 dipendenti il congelamento per due settimane del piano di mobilità deciso dai vertici della Marzotto. Uno spiraglio che non ha impedito agli operai di manifestare in strada, bloccando il traffico dell’importante arteria. E le proteste più decise sono arrivate dai rappresentanti dell’Rsu, che chiamano in causa i politici locali. È mezzogiorno quando la riunione finisce: scure in volto le maestranze sfilano attraverso i cancelli. Tra i primi ad uscire anche i sei delle Rappresentanze sindacali unitarie, Giansandro Bonaguro, Lorena Mantovani, Giovanni Sartori, Valeria Sella, Lucia Dalla Costa e Moreno Dal Castello: «Siamo arrabbiati, qui chiudono fabbriche una dietro l’altra e il tessuto produttivo delle nostre vallate si sta sfaldando. Eppure abbiamo lavorato sodo come non mai, fino a primavera gli straordinari erano fissi». E proseguono: «Nel 2000 hanno mandato a casa 300 persone, due anni dopo altre 250 e di queste solo una quarantina hanno trovato una nuova occupazione. Questa volta sarà ancora peggio, l’80% delle maestranze è rappresentanto da donne con meno di 40 anni, dove andranno a finire? Vogliamo che il problema sia allargato al di fuori della proprietà, che coinvolga i politici. Perché non si fa sentire Berlato Sella, fino a ieri nostro dirigente, ora che è finito in Regione? E il sindaco? Vogliamo Dalla Via davanti ai nostri cortei». Nel tardo pomeriggio, in verità, il primo cittadino di Schio e quello di Valdagno Alberto Neri si sono trovati a palazzo Garbin coi sindacati per affrontare lo scottante problema. Nel frattempo era andata in scena la protesta degli operai in via dell’Industria: in due riprese i manifestanti, oltre un centinaio, hanno percorso la sede stradale attorno alla grossa rotonda davanti allo stabilimento bloccando il traffico, mentre poliziotti, carabinieri, polizia municipale e funzionari della questura vigilavano che la situazione non degenerasse. I sindacati, intanto, annunciano battaglia in vista di una nuova assemblea di fabbrica prevista per lunedì pomeriggio. «Vediamo di approfittare del poco tempo che abbiamo a disposizione - afferma Mario Siviero della Cisl - per proporre all’azienda delle proposte alternative. La soluzione deve coinvolgere la Marzotto nella sua interezza, non solo la stabilimento di Schio». Anche Renato Omenetto della Cgil conta di sfruttare le due settimane di “proroga”: «Vogliamo che l’azienda riveda le sue posizioni, anche se sappiamo che sarà difficile. Però tanti errori del passato sono stati commessi proprio dal management, non dagli operai. La Marzotto, se vuole, ha la capacità per aggredire il mercato e risalire». «C’è molta preoccupazione perché l’azienda pare ferma nella sua decisione - dice Antonio Visonà della Uil -. Due settimane non bastano, serve una proroga a medio o lungo termine per trovare soluzioni all’interno del gruppo o anche qui a Schio. E al dibattito devono partecipare anche le istituzioni e le associazioni di categoria».

I dirigenti della Marzotto e i sindacati hanno discusso per 5 ore sul futuro dei 125 dipendenti
Mobilità bloccata per 15 giorni
Mercoledì 14 settembre le parti riprenderanno le trattative

di Marco Scorzato

Fino al 14 settembre nessuno è licenziato, ma la vita della Lanerossi ha le ore contate. Altri quindici giorni di speranza e procedura di mobilità “congelata” per i 125 dipendenti della tessitura, in attesa del prossimo, decisivo incontro coi vertici aziendali: è quanto sono riusciti a spuntare i sindacati, dopo quasi cinque ore di trattativa con la dirigenza Marzotto. Un risultato che, alla vigilia, era tutt’altro che scontato, anche se ha tutto l’amaro sapore dell’ultima sigaretta sulla strada di un destino annunciato. È stata una giornata calda, quella di ieri, per i lavoratori del gruppo Marzotto ed in particolare per i 160 dell’ex Lanerossi radunatisi a manifestare davanti ai cancelli dello stabilimento di Valdagno, in Largo Santa Margherita. Al loro fianco, un centinaio di colleghi valdagnesi che ha scioperato per due ore, solidali e al tempo stesso in ansia per il proprio futuro occupazionale. Una giornata calda, sia nella stanza dei bottoni che sulla pubblica piazza, e non solo per il sole a picco sulle teste dei manifestanti. Al tavolo di discussione, di fronte a Massimo Lolli e Stefano Sassi - rispettivamente direttore delle risorse umane e direttore generale del settore tessile - c’è il gotha della Triplice, i segretari nazionali di settore Sergio Spiller della Cisl, Pasquale Rossetti della Uil, e Teresa Bellanova della Cgil; ed i rappresentanti provinciali, Graziano Besaggio e Renato Omenetto della Cgil, Giannino Rizzo e Antonio Visonà della Uil e Mario Siviero della Cisl. Non ammessi al tavolo delle trattative i Cub. Al loro leader, Germano Raniero, non resta che tuffarsi nella mischia, giù in largo Santa Margherita, e spronare i lavoratori. È lui ad accendere gli animi, intorno alle 14.30, quando azienda e sindacati discutono già da mezz’ora. «Invece di stare qui a fare ombra a noi stessi - è il suo esordio al megafono - andiamo ad occupare la strada». Si alza un applauso e pochi istanti dopo la provinciale 246 è invasa dai manifestanti. Auto, camion e corriere sono costrette a fare marcia indietro e prendere la circonvallazione est per attraversare la città. Qualche decina di metri più in là, sull’altra sponda dell’Agno, un altro drappello di manifestanti blocca l’accesso al traforo per Schio. In 20 minuti l’intera area circostante lo stabilimento valdagnese è presidiata da lavoratori e forze dell’ordine. Ci sono gli uomini della questura di Vicenza, i carabinieri della stazione di Valdagno, insieme alla polizia municipale: in tutto oltre 30 agenti a gestire l’ordine pubblico e deviare il traffico. Il blocco stradale riesce, senza disordini, e per un paio d’ore l’intera area è di fatto un’enorme oasi pedonale. Si fanno vedere alcuni amministratori pubblici, tra i quali il sindaco di Valdagno Alberto Neri. Solo verso le 16 il presidio si dirada, i valdagnesi tornano verso la fabbrica, perché le due ore di sciopero per loro sono finite. Davanti alla portineria rimane la truppa scledense, in attesa di notizie. Che arrivano solo poco prima delle 19. «Incontreremo di nuovo l’azienda il 14 settembre - spiega Rizzo - e fino ad allora non sarà aperta alcuna procedura di mobilità, è tutto sospeso. Abbiamo chiesto di poter discutere tutta la politica industriale del gruppo e chiederemo di prolungare la cassa integrazione». Per i lavoratori, dunque, per qualche giorno non cambia nulla, visto che la produzione è già ferma e la cassa integrazione aperta. «Non è molto - dice Siviero - ma se non altro possiamo discutere senza la pistola alla tempia che una procedura di mobilità già aperta avrebbe rappresentato».


Sindaco prosciolto per le polveri sottili e il depuratore S. Agostino
Doppia archiviazione
Pm10: Enrico Hüllweck non è stato inerte

di Ivano Tolettini

Doppia archiviazione per il sindaco di Vicenza. Non è stato inerte nell’adottare quelle misure possibili per contrastare un fenomeno così complesso come quello delle polveri sottili relative all’inquinamento atmosferico. Quanto alla gestione del depuratore di Sant’Agostino, per il quale è stato messo sotto inchiesta assieme al presidente di Aim Giuseppe Rossi, le emissioni odorose lamentate dai cittadini dipendevano da difetti dell’impianto in relazione ai quali «Hüllweck appare del tutto estraneo mentre, il presidente delle Aim ha messo in luce l’esistenza di deleghe a beneficio dei direttori di settore». Sono state rese note le motivazioni per le quali i giudici per le indagini preliminari Agatella Giuffrida ed Eloisa Pesenti, accogliendo le richieste del pm Vartan Giacomelli, hanno chiuso favorevolmente le indagini per il primo cittadino, che era difeso dall’avv. Enrico Ambrosetti. Polveri sottili. Era l’argomento più scabroso e la prima segnalazione per una presunta omissione in atti d’ufficio alla procura risaliva ancora al 13 agosto 2002 quando il circolo di Legambiente accusava il Comune di non avere predisposto misure idonee a mantenere livelli accettabili per la salute. «Questi obblighi - spiega il pm - trovano la fonte nella normativa che prevede l’obbligo di adozione di sistemi di controllo dell’inquinamento urbano e pone limiti di qualità dell’aria da quanto previsto» dalle normative. Il magistrato osserva che la difficoltà della questione ambientale «pone serie difficoltà in ordine a quali interventi adottare e alla loro efficacia». Legambiente sollevava censure per presunte tardive adozioni di strumenti per monitorare gli agenti inquinanti, Pm 10, Ipa e benzene, previsti dal decreto ministeriale del novembre ’94 e le misure per tamponare «la presenza di polveri sottili imposte dal decreto del 2002». Il magistrato ha osservato che è stato ascoltato come testimone Elvio Bissoli, dipendente dell’Ufficio ecologia del comune capoluogo ed ha precisato che fino al ’96 Vicenza non rientrava nell’elenco delle città comprese dal decreto ministeriale. Successivamente il Comune «si è attivato per programmare specifiche campagne di misurazione ammesse dal decreto ministeriale stesso come opzioni alternative ai sistemi permanenti di monitoraggio dell’aria imposti dalla decreto del ’94 e, installati, nel gennaio 2002». Il dott. Giacomelli sottolinea che se è evidente che i valori limite degli agenti inquinanti sono stati superati in città numerose volte oltre il limite, è altrettanto vero che è stato istituito un comitato tecnico composto anche da specialisti dell’Ulss 6 per valutare le concentrazioni degli agenti inquinanti e individuare misure di carattere strutturale. E in base a queste segnalazioni il Comune ha adottato il blocco totale e le targhe alterne. Il problema di non facile soluzione, dunque, ha una dimensione specialistico-scientifica («gli interventi per diminuire il traffico sono vari e su di essi non c’è concordanza nemmeno a livello tecnico») e una amministrativa. Con il bilanciamento delle scelte che incidono sulla vita della gente a livello produttivo, di spostamento e di bilancio. Per le responsabilità penali, però, bisogna dimostrare «una consapevole inerzia priva di giustificazione». Nel caso delle polveri sottili, però, l’accusa di Legambiente «appare più volto a denunciare l’inefficacia della politica ambientale dell’Amministrazione, piuttosto che mettere in evidenza un’omissione penalmente rilevante». Depuratore di Sant’Agostino. Sull’inchiesta per getto pericoloso di cose riguardo alle emissioni odorose dell’impianto c’è stata una consulenza che ha escluso responsabilità del sindaco Hüllweck e del presidente di Aim Giuseppe Rossi. «Le emissioni appaiono riconducibili a problemi di funzionamento e manutenzione del depuratore - scrivono i magistrati - in relazione ai quali il sindaco appare del tutto estraneo, mentre il presidente Aim ha messo in luce l’esistenza di deleghe a beneficio dei direttori di settore». Rossi ha quindi detto che non fu mai informato dei problemi tecnici dell’impianto. «Circostanza compatibile con la natura del problema (manutenzione)», scrive il pm. Dall’organigramma delle municipalizzate il responsabile all’epoca dei fatti dei “Servizi a rete” era l’ing. Paolo Leoni, mentre per “fognatura e depurazione” l’ing. Giovanni Sacchiero.


Volantini con consigli utili e “aste” su Internet per spendere meno
“Azione sociale” contro il caro-scuola
«Un 15% in più per corredo del liceo»

(an. ma.) Libri di testo usati anche su Internet, in vendita sul sito "Comprovendolibri.it". È il portale-novità, con accesso gratuito, pensato per i ragazzi delle superiori che, senza spostarsi da casa, possono ordinare la letteratura o il manuale di matematica via web. «Il catalogo offre 160 mila titoli e un servizio di compravendita senza intemediari - fa sapere Marco Sarain dello staff di “Comprovendo”, che sottolinea l'originalità del sito che permette anche il dialogo via mail tra privati che desiderano acquistare o vendere un libro. E mentre c'è chi naviga in Internet alla ricerca del libro perduto, c'è anche chi organizza volantinaggi in centro città per informare le famiglie, se mai ce ne fosse bisogno, dei costi sempre più esosi di libri, zaini, materiale di cartoleria. Sono i militanti di “Azione sociale”, il movimento fondato da Alessandra Mussolini, che domani pomeriggio stazioneranno lungo corso Palladio per denunciare il caro scuola. «La spesa anche quest'anno, è molto alta - spiega il coordinatore provinciale Alex Cioni - e per l'intero corredo scolastico oscilla dai circa 500 euro per la prima media, a circa 700 euro per il primo anno del liceo classico, con un aumento del 10-15 % rispetto al 2004. A ciò vanno aggiunte poi le tasse scolastiche che variano da istituto ad istituto. Il dato che emerge, complessivamente, è un aumento medio del 3,4% per la scuola primaria e del 6,5% per le secondarie». Insomma un salasso che induce i militanti di Azione sociale a ribadire la loro contrarietà a qualsiasi forma di finanziamento alle scuole private «dal momento che le risorse a disposizione - riprende il coordinatore - sono quelle che sono. I soldi devono essere usati esclusivamente per l'istruzione pubblica e per aiutare tante famiglie che oggi più che in passato devono dissanguarsi per mandare i propri figli a scuola. Insomma, lo Stato deve farsi da garante del diritto allo studio per tutti i propri cittadini». Infine qualche suggerimento ai genitori: «Spiegare ai ragazzi che la 'griffe' non è un requisito utile allo studio e alla formazione; acquistare prodotti di buona qualità (esistono) non firmati; chiedere ai singoli istituti bonus per i libri di testo, disponibili per le famiglie con un reddito pari a 10.632 euro annui; acquistare libri usati con la raccomandazione di verificare l'edizione e la presenza dei vari supporti, cd-rom, floppy, dvd, nel caso siano previsti».