Doppia archiviazione
Pm10: Enrico Hüllweck non è stato inerte
di Ivano Tolettini
Doppia archiviazione per il sindaco di Vicenza. Non è stato inerte nell’adottare quelle misure possibili per contrastare un fenomeno così complesso come quello delle polveri sottili relative all’inquinamento atmosferico. Quanto alla gestione del depuratore di Sant’Agostino, per il quale è stato messo sotto inchiesta assieme al presidente di Aim Giuseppe Rossi, le emissioni odorose lamentate dai cittadini dipendevano da difetti dell’impianto in relazione ai quali «Hüllweck appare del tutto estraneo mentre, il presidente delle Aim ha messo in luce l’esistenza di deleghe a beneficio dei direttori di settore».
Sono state rese note le motivazioni per le quali i giudici per le indagini preliminari Agatella Giuffrida ed Eloisa Pesenti, accogliendo le richieste del pm Vartan Giacomelli, hanno chiuso favorevolmente le indagini per il primo cittadino, che era difeso dall’avv. Enrico Ambrosetti.
Polveri sottili. Era l’argomento più scabroso e la prima segnalazione per una presunta omissione in atti d’ufficio alla procura risaliva ancora al 13 agosto 2002 quando il circolo di Legambiente accusava il Comune di non avere predisposto misure idonee a mantenere livelli accettabili per la salute.
«Questi obblighi - spiega il pm - trovano la fonte nella normativa che prevede l’obbligo di adozione di sistemi di controllo dell’inquinamento urbano e pone limiti di qualità dell’aria da quanto previsto» dalle normative.
Il magistrato osserva che la difficoltà della questione ambientale «pone serie difficoltà in ordine a quali interventi adottare e alla loro efficacia».
Legambiente sollevava censure per presunte tardive adozioni di strumenti per monitorare gli agenti inquinanti, Pm 10, Ipa e benzene, previsti dal decreto ministeriale del novembre ’94 e le misure per tamponare «la presenza di polveri sottili imposte dal decreto del 2002».
Il magistrato ha osservato che è stato ascoltato come testimone Elvio Bissoli, dipendente dell’Ufficio ecologia del comune capoluogo ed ha precisato che fino al ’96 Vicenza non rientrava nell’elenco delle città comprese dal decreto ministeriale.
Successivamente il Comune «si è attivato per programmare specifiche campagne di misurazione ammesse dal decreto ministeriale stesso come opzioni alternative ai sistemi permanenti di monitoraggio dell’aria imposti dalla decreto del ’94 e, installati, nel gennaio 2002».
Il dott. Giacomelli sottolinea che se è evidente che i valori limite degli agenti inquinanti sono stati superati in città numerose volte oltre il limite, è altrettanto vero che è stato istituito un comitato tecnico composto anche da specialisti dell’Ulss 6 per valutare le concentrazioni degli agenti inquinanti e individuare misure di carattere strutturale. E in base a queste segnalazioni il Comune ha adottato il blocco totale e le targhe alterne.
Il problema di non facile soluzione, dunque, ha una dimensione specialistico-scientifica («gli interventi per diminuire il traffico sono vari e su di essi non c’è concordanza nemmeno a livello tecnico») e una amministrativa. Con il bilanciamento delle scelte che incidono sulla vita della gente a livello produttivo, di spostamento e di bilancio.
Per le responsabilità penali, però, bisogna dimostrare «una consapevole inerzia priva di giustificazione». Nel caso delle polveri sottili, però, l’accusa di Legambiente «appare più volto a denunciare l’inefficacia della politica ambientale dell’Amministrazione, piuttosto che mettere in evidenza un’omissione penalmente rilevante».
Depuratore di Sant’Agostino. Sull’inchiesta per getto pericoloso di cose riguardo alle emissioni odorose dell’impianto c’è stata una consulenza che ha escluso responsabilità del sindaco Hüllweck e del presidente di Aim Giuseppe Rossi. «Le emissioni appaiono riconducibili a problemi di funzionamento e manutenzione del depuratore - scrivono i magistrati - in relazione ai quali il sindaco appare del tutto estraneo, mentre il presidente Aim ha messo in luce l’esistenza di deleghe a beneficio dei direttori di settore». Rossi ha quindi detto che non fu mai informato dei problemi tecnici dell’impianto. «Circostanza compatibile con la natura del problema (manutenzione)», scrive il pm. Dall’organigramma delle municipalizzate il responsabile all’epoca dei fatti dei “Servizi a rete” era l’ing. Paolo Leoni, mentre per “fognatura e depurazione” l’ing. Giovanni Sacchiero.
“Azione sociale” contro il caro-scuola
«Un 15% in più per corredo del liceo»
(an. ma.) Libri di testo usati anche su Internet, in vendita sul sito "Comprovendolibri.it". È il portale-novità, con accesso gratuito, pensato per i ragazzi delle superiori che, senza spostarsi da casa, possono ordinare la letteratura o il manuale di matematica via web. «Il catalogo offre 160 mila titoli e un servizio di compravendita senza intemediari - fa sapere Marco Sarain dello staff di “Comprovendo”, che sottolinea l'originalità del sito che permette anche il dialogo via mail tra privati che desiderano acquistare o vendere un libro.
E mentre c'è chi naviga in Internet alla ricerca del libro perduto, c'è anche chi organizza volantinaggi in centro città per informare le famiglie, se mai ce ne fosse bisogno, dei costi sempre più esosi di libri, zaini, materiale di cartoleria. Sono i militanti di “Azione sociale”, il movimento fondato da Alessandra Mussolini, che domani pomeriggio stazioneranno lungo corso Palladio per denunciare il caro scuola. «La spesa anche quest'anno, è molto alta - spiega il coordinatore provinciale Alex Cioni - e per l'intero corredo scolastico oscilla dai circa 500 euro per la prima media, a circa 700 euro per il primo anno del liceo classico, con un aumento del 10-15 % rispetto al 2004. A ciò vanno aggiunte poi le tasse scolastiche che variano da istituto ad istituto. Il dato che emerge, complessivamente, è un aumento medio del 3,4% per la scuola primaria e del 6,5% per le secondarie».
Insomma un salasso che induce i militanti di Azione sociale a ribadire la loro contrarietà a qualsiasi forma di finanziamento alle scuole private «dal momento che le risorse a disposizione - riprende il coordinatore - sono quelle che sono. I soldi devono essere usati esclusivamente per l'istruzione pubblica e per aiutare tante famiglie che oggi più che in passato devono dissanguarsi per mandare i propri figli a scuola. Insomma, lo Stato deve farsi da garante del diritto allo studio per tutti i propri cittadini».
Infine qualche suggerimento ai genitori: «Spiegare ai ragazzi che la 'griffe' non è un requisito utile allo studio e alla formazione; acquistare prodotti di buona qualità (esistono) non firmati; chiedere ai singoli istituti bonus per i libri di testo, disponibili per le famiglie con un reddito pari a 10.632 euro annui; acquistare libri usati con la raccomandazione di verificare l'edizione e la presenza dei vari supporti, cd-rom, floppy, dvd, nel caso siano previsti».