Referendum, inizia la corsa per il sì
«Per nascere, guarire, scegliere» è lo slogan scelto dal comitato trasversale
di Silvia Maria Dubois
«Sì per nascere, guarire, scegliere». Questo lo slogan del ricostituito comitato vicentino pro referendum che ieri si è presentato ufficialmente alla città: un comitato trasversale che vanta componenti che vanno da Forza Italia al Partito Radicale, passando per sindacati, associazioni, intellettuali e semplici cittadini. Da oggi il gruppo si batterà per far vincere i sì ai quattro referendum parzialmente abrogativi della legge 40 sulla fecondazione assistita.
«L’obiettivo è quello di modificare una legge ingiusta - spiega la coordinatrice Marina Bergamin della Cgil - nelle parti che riguardano la salute della donna, la libertà di ricerca scientifica, la fecondazione eterologa e l’equiparazione dei diritti del concepito a quelli della madre» .
E dopo aver chiesto ai singoli candidati alle imminenti elezioni regionali di esprimere la loro posizione in merito, ora il “comitatone” si concentra su altri tre obiettivi: «È necessario fissare al più presto la data del referendum entro il mese di maggio, altrimenti si rischia di incombere in un periodo prettamente vacanziero a rischio di astensione - puntualizza la Bergamin - noi, inoltre, ci battiamo per garantire un’informazione pluralista, approfondita, libera da ideologie e non faziosa. Inoltre, credo sia necessario stimolare ed assicurare le sensibilità e la maturità dei cittadini italiani, evitando ingerenze di natura confessionale».
Un comitato che ha le idee chiare, dunque, che, come sottolinea l’assessore alle pari opportunità Francesca Bressan «si dichiara trasversale proprio perché la difesa dall’intromissione dello Stato nelle questioni personali, tramite lo strumento democratico del referendum, è una cosa apartitica e che riguarda tutti» e perché, come sottolinea la consigliera comunale Valentina Dovigo, «è bene stimolare una riflessione culturale sulla questione, evitando di vedere nella scienza solo un mostro, bensì riscoprendone le opportunità positive e costruire assieme una nuova etica».
Ma cosa succederà, esattamente, se vinceranno i sì? «Di certo non si creerà un vuoto e non si incomberà in un nuovo Far West, come teme qualcuno - spiega l’onorevole Lalla Trupia dei Ds - semplicemente si tornerà in Parlamento a discutere di questi punti. Ricordo, comunque, che rimarranno in piedi i tanti altri no di questa legge. Su alcuni dei quali siamo tutti d’accordo, come il no alle mamme-nonne, il no alla clonazione e all’euro-genetica».
«È sintomatico che stia aumentando il turismo procreativo - prosegue la Trupia - e che già dall’inizio della discussione su questa legge le utenze che si rivolgevano ai centri specializzati abbiamo subito una variazione del 15 per cento. Insomma, le coppie che non possono avere figli stanno fuggendo all’estero per averli».
Fra i programmi “pratici” del comitato c’è l’immediata discesa in campo con banchetti ed iniziative pubbliche per dialogare ed informare la cittadinanza ed un prossimo incontro con Chiara Valentini, autrice del libro “La fecondazione proibita”. Occasioni per fare chiarezza e cultura, assolutamente necessarie, come sottolinea Ferdinando Lanzi dei Radicali, «visto che dalle ultime indagini risulta che almeno il 37 per cento della popolazione italiana non sa di preciso di cosa tratterà il referendum».
«Chiediamo ai vicentini di esercitare a pieno il loro diritto di voto - conclude Daniela Sbrollini, segretaria dei Ds - e di dimostrare, come in passato con i referendum sul divorzio e sull’aborto, di saper tramandare un patto generazionale che si basa sulla libertà di scelta propri di uno Stato laico. Qui non c’è una parte politica o una singola utenza che è interessata al problema, siamo tutti interessati. Il salto di qualità, dunque, sta proprio nel coinvolgere nella questione l’intera cittadinanza».