01 DICEMBRE 2004

dal Giornale di Vicenza

Qualità della città, Veneto ko.
I vicentini invadono Venezia.

Qualità delle città, Veneto ko
I guai? L’inquinamento e i consumi idrici Solo Treviso risale, però la vetta è lontana
L’annuale classifica punisce Vicenza, ma alle altre va peggio

di Piero Erle

È un vero e proprio tonfo, quello vissuto dal Veneto nella classifica "Ecosistema urbano 2005" diffuso lunedì da Legambiente in collaborazione con il quotidiano Il Sole 24 Ore. Vicenza perde 14 posizioni e scivola a metà classifica nazionale (52° posto), ma fa meglio di Verona che ne perde 22 e si ritrova al 58°. Belluno, da sempre la ’perla della vivibilità’ veneta, crolla di ben 33 posizioni e si classifica soltanto a 42° posto nazionale. Rovigo segna una vera e propria debacle, finendo al 65° con uno scivolone lungo ben 37 posizioni. Per Venezia va ancora peggio: 67° posto, mentre solo un anno fa era al 23° gradino nazionale. Padova non scivola... ma soltanto perché era già in fondo alla classifica, e perde un’ulteriore posizione rispetto all’anno precedente finendo 75ª. L’unica che può far festa per le pagelle di Legambiente è Treviso, che un anno fa si trovava all’80° posto e ora guida di gran lungo la classifica delle città venete conquistando la 26ª posizione nazionale. Ma resta il fatto che tra le prime 25 città d’Italia non c’è più neanche un capoluogo veneto. Vicenza, per la verità, un piccolo record di efficienza se lo conquista: è l’unica assieme a Mantova (certifica Legambiente) ad aver fornito tutti i dati richiesti, senza saltarne uno. E alla fine, forse, può giustificare quel suo 52° posto assoluto anche con il fatto che nella classifica delle altre città ci sono anche ’buchi’ (cioè dati non noti) che potrebbero cambiare le cose. Nel dettaglio, Vicenza come al solito infila una serie di risultati altalenanti rispetto alle diverse classifiche di settore stilate da Legambiente.
Smog. Come numero di centraline siamo al top, ma restiamo a metà classifica nazionale (oltre il 50° posto) per l’inquinamento sia da biossido di azoto - per il valore massimo e per la media di inquinamento annuale - sia per la concentrazione nell’aria da polveri sottili pm10. In quest’ultimo caso la media annuale di 54 microgrammi di polveri respirabili piazza la nostra città al 64° posto in Italia (su 72 capoluoghi che hanno fornito dati).
Acqua. Anche i consumi d’acqua sono un punto debole per Vicenza (Legambiente segnala peraltro di non aver ricevuto dalla nostra città dati che mettono assieme il consumo civile e quello industriale-artigianale): siamo scivolati al 70° posto nazionale, perché un vicentino consuma in media 303 litri al giorno di acqua, contro i 294 dell’anno precedente. Restiamo poi al 75° posto in classifica per la concentrazione di nitrati nell’acqua potabile, mentre Vicenza è al 19° posto per le perdite di acqua in rete (solo il 17%, contro città che perdono anche il 60% di acqua dalle tubazioni). Classifica bassa (59°) posto anche per la capacità di depurazione delle acque.
Rifiuti. È un settore che dà soddisfazioni a Vicenza. La produzione di rifiuti annui per abitante risulta calata da 638 a 582 chili, per cui dal pessimo 81° posto dell’anno scorso siamo risaliti al 63°. Per la raccolta differenziata Vicenza (ferma al 34% circa) perde invece cinque posizioni, ma è a un brillante 13° posto in classifica nazionale.
Trasporti pubblici e privati. Per i trasporti pubblici la nostra città si piazza al 20° posto (guadagna sei posizioni), e si ritrova al 32° posto per l’utilizzo di mezzi a minore impatto ambientale. Per il numero d’auto circolanti siamo 38° (60 vetture ogni cento abitanti).
Spazi "liberi". Non sono aumentate in genere (salvo piccoli ritocchi) né le isole pedonali, né quelle a traffico limitato, né le piste ciclabili, né le aree di verde urbano, e quindi Vicenza scivola in classifica di alcune posizioni pur restando in zona medio-alta. Per il verde urbano totale (parchi e giardini rispetto al totale della superficie della città) invece scivoliamo dal 58° al 70° posto.
Consumi energetici, certificazioni e abusi. Nell’elettricità i consumi sono un po’ aumentati (38° posto) e così pure quelli di carburante (70° posto). Si segna il passo anche per le certificazioni ambientali Iso diffuse tra le imprese. Migliora la situazione degli abusi edilizi: risultano aumentati, ma altre città hanno peggiorato molto di più per cui siamo passati dal 48° al 37° posto nazionale.
Eco-management. È un voto complessivo sulla capacità dei Comuni di acquistare prodotti ’ecologici’ e promuovere produzioni ad efficienza energetica e bassi consumi (carta riciclata e altro). Vicenza risulta al 46° posto, con una perdita di 13 posizioni rispetto a un anno fa.


Quattromila lavoratori da tutta la provincia hanno accolto l’invito del sindacato e hanno assistito al discorso di Savino Pezzotta in piazza San Marco, nonostante la pioggia battente e l’acqua alta. Cgil, Cisl e Uil parlano di adesione massiccia: «Percentuali comprese tra il 70 e l’80 per cento»
I vicentini "invadono" Venezia
Porto (Cisl): «Grande partecipazione perché si teme il futuro»

di Marino Smiderle

Alle 6 di ieri mattina il cielo di Vicenza era nero come la pece e, dispettoso, vomitava pioggia. I dirigenti provinciali di Cgil, Cisl e Uil, ancora un po’ assonnati, accusavano il meteo di essere berlusconiano e paventavano un fallimento totale. Cavolo, per lo sciopero generale avevano convocato una cinquantina di pullman e adesso temevano un forfait collettivo. «E invece questa giornata passerà alla storia - afferma con tono trionfale Franca Porto, segretaria della Cisl vicentina, ripresa dalle telecamere della Rai a fianco di Savino Pezzotta durante il discorso ufficiale -. Pensavamo che la pioggia tenesse lontani i nostri iscritti e invece Venezia è stata invasa dai lavoratori, convinti che questa manovra finanziaria, che questo taglio delle tasse siano inganni clamorosi. C’era l’acqua alta in piazza San Marco, e la pioggia scendeva incessante: eppure era pieno, la gente ha voluto dare una dimostrazione incredibile di dissenso. Sì, credo proprio che questa giornata passerà alla storia». Cinquanta pullman, per non contare chi è andato a Venezia in auto o in treno. I vicentini che hanno voluto andare a manifestare il proprio dissenso in piazza San Marco sono stati, secondo le stime sindacali, oltre quattromila. Capeggiati dalla Porto, da Oscar Mancini (Cgil), da Grazia Chisin (vicesegretario provinciale della Uil), i vicentini hanno voluto dimostrare di esserci. E di essere in tanti. «Io credo - ha osservato Porto - che questa grande partecipazione sia figlia di una preoccupazione di fondo. La gente ha capito che questa politica non ha un disegno preciso, non porta da nessuna parte. In passato abbiamo fatto altri scioperi generali, magari per protestare contro una politica ritenuta troppo dura, troppo restrittiva nei confronti delle famiglie. Stavolta il taglio delle tasse annunciato in pompa magna dal governo non viene percepito come una manovra favorevole alla povera gente: per pochi spiccioli si rischia di pregiudicare il futuro del Paese. Così non si va da nessuna parte». Ma a Vicenza qual è stata la percentuale di adesione allo sciopero? Difficile dare dati precisi. Di primo acchito si può dire che nel settore pubblico l’adesione è stata massiccia. La maggior parte degli uffici è rimasta chiusa e gli stessi sindacati annunciano con orgoglio un pieno successo, anche se per le percentuali esatte rimandano ad un calcolo più preciso. Anche perché l’astensione dal lavoro dei conducenti degli autobus, per esempio, è stata attuata dalle 17,30 alle 21,30, e sarà quindi necessario un approfondimento ulteriore per conoscere i dati definitivi.
«Ma è sul fronte delle importanti aziende metalmeccaniche vicentine che registriamo la percentuale più alta di adesione - aggiunge Franca Porto -. In molte aziende della provincia si è superato l’80 per cento e questa è la prova che il mondo dei lavoratori, anche nel Vicentino, si oppone a questa finanziaria». Certo, questo è uno sciopero inusuale. Nel senso che non c’è un'immediata contro-stima da parte della controparte imprenditoriale, anche se a livello nazionale Federmeccanica riferisce di un’adesione del 33 per cento, «in calo rispetto al 46 per cento dell’ultimo sciopero generale». Ma questo è stato uno sciopero politico, come ha ribadito lo stesso Savino Pezzotta ai microfoni di piazza San Marco, non tanto uno sciopero contro gli industriali. Piuttosto contro una politica finanziaria ritenuta inadeguata e dannosa. A questa protesta si sono uniti anche gli studenti vicentini, a Venezia con 10 pullman. Una protesta, quella dell’Unione degli studenti di Vicenza, figlia dell’indignazione «per le politiche governative riguardanti l’istruzione». Soddisfazione per lo sciopero è stata infine espressa dalla Fisascat Cisl per l’80 per cento di adesione allo sciopero da parte dei lavoratori della Civis Fidelis, alle prese con una vertenza particolare e piuttosto complessa. Chiude Mancini gongolante: «Non siamo mai andati così bene: percentuali vicentine di adesione dall’80 al 100 per cento».

Al San Bortolo mai così pochi gli assenti
E Noventa centra il record: tutti al loro posto

di Franco Pepe

Lo sciopero di 8 ore non si è visto né avvertito al S. Bortolo e dintorni. La grande manifestazione nazionale indetta da Cgil, Cisl e Uil contro la Finanziaria ha solo sfiorato la sanità pubblica vicentina. Parlano i numeri e sono eloquenti. In ospedale hanno incrociato le braccia 7 medici, una quarantina di infermieri, 3 amministrativi. A S. Felice le assenze di medici e infermieri si contano sulle dita di una mano, mentre sul territorio, in poliambulatori e distretti, si arriva a 10. Insomma, disagi e disservizi zero, se si esclude qualche rallentamento negli ambulatori per le visite dei pazienti esterni e qualche problema al numero verde del Cup, dove è mancata qualche operatrice, e, pertanto, alcuni utenti hanno dovuto penare prima di trovare la linea e avere risposte. Per il resto tutto normale, tranquillo e a pieno regime. Le sale operatorie hanno funzionato, gli interventi programmati non hanno subito alcun intoppo, i servizi nei reparti sono stati garantiti. Lo stesso si è verificato all’ospedale di Noventa, collegato a filo doppio con Vicenza. Qui, anzi, non ha scioperato proprio nessuno. Sì, davvero, un altro pianeta rispetto a quello messo in seria difficoltà nei mesi scorsi dall’astensione compatta dei camici bianchi in lotta per il rinnovo del contratto e per altre vertenze legate al servizio sanitario nazionale, in primis quella delle risorse finanziarie destinate alle Ulss dal governo e ritenute inadeguate alle esigenze. I dati ufficiali li sforna la direzione generale dell’Ulss. «Credo - dice il dg Antonio Alessandri - che abbia prevalso il senso di responsabilità. Certo che, a memoria, numeri così bassi per uno sciopero non li ricordo. Probabilmente ha influito una serie di concause». E in effetti un’analisi delle ragioni si può tentare. In primis la presenza in massa, o quasi, degli infermieri. Solo 40 su oltre 1200 che non timbrano il cartellino sono davvero pochi.
«Probabilmente - spiega il direttore medico Livio Dalla Barba - ha inciso il fatto che la maggioranza aderisce al Nursind che è un sindacato autonomo». Concorda il responsabile Fpl dell’Uil Claudio Scambi, reduce dal diluvio (pioggia e acqua alta) veneziano che ha messo un po’ in crisi il corteo-fiume dei lavoratori. «Berlusconi - ironizza - controlla il governo ma anche la meteorologia. Due anni fa è successa la stessa cosa: dovevamo andare a Milano e si è messo a nevicare. Per quanto riguarda il S. Bortolo è stato un discorso di sigle, ma questo non toglie che gli infermieri i problemi li troveranno ugualmente nei prossimi mesi». Prende le distanze, invece, Andrea Gregori, secondo supervotato della lista Nursind alle recenti elezioni per le Rsu: «Io non ero nei contingenti minimi per cui in teoria avrei potuto scioperare ma non l’ho fatto per non aumentare i carichi di lavoro dei miei colleghi». Anche Gino Masenello, responsabile Cgil per il S. Bortolo, infermiere a malattie infettive, non ha scioperato, ma solo perché ieri ha partecipato a un corso di aggiornamento: «Altrimenti - dice - avrei aderito. Comunque si fa sempre fatica a fare sciopero nella sanità. Noi a Vicenza nei nostri reparti siamo decisamente sotto organico. Se si sta a casa si pesa sugli altri infermieri». Non hanno partecipato neppure gli autonomi dei Rdb-Cub. «Noi faremo sciopero venerdì - spiega il segretario Germano Raniero - crediamo negli scioperi indipendenti, che non siano figli di mediazioni politiche. Noi i confederali non li abbiamo attaccati. Non siamo certo con Berlusconi ma non siamo neppure con chi va a discutere i fondi pensione per i pubblici dipendenti». Per i medici parla il segretario regionale dell’Anaao Salvatore Calabrese: «Sì, fra di noi c’è la consuetudine di fare scioperi dedicati. Le ragioni le abbiamo condivise ma non abbiamo aderito. E poi quest’anno, obiettivamente, di manifestazioni ne abbiamo fatti già tante. In ogni caso ci ritroveremo giovedì a Roma al teatro Valle, e se gli emendamenti fiscali alla finanziaria non serviranno a coprire il nostro contratto riprenderemo la lotta».

«Inzuppati dalla pioggia ma la protesta è riuscita»
Missione lagunare per oltre 300 studenti berici

di Anna Madron

Avevano raccolto circa 500 adesioni, tante da riempire una decina di pullman. Ma qualcuno si è lasciato intimorire dalla pioggia battente che ieri mattina non ha lasciato un solo minuto di tregua. E così dal piazzale della stazione sono partiti in 350, tutti studenti dell'Uds e tutti determinati a raggiungere Venezia per prendere parte al corteo e alla manifestazione di piazza San Marco organizzata dai sindacati contro la Finanziaria. Del resto già nei giorni scorsi per le scuole circolavano i volantini siglati Uds in cui si invitavano gli alunni ad unirsi alla protesta dei lavoratori, «perché - spiega Teo Mauro, esponente dell'Unione degli studenti - anche la scuola subisce tagli drastici che hanno come unico risultato quello di abbassare la qualità del servizio». Insomma una scuola pubblica che anche agli occhi studenteschi appare Cenerentola, come hanno ribadito ieri mattina i ragazzi vicentini che hanno preso parte allo sciopero. Un centinaio del liceo Quadri (la rappresentanza più nutrita) ai quali si sono aggiunti i compagni del Fusinieri, Boscardin, Fogazzaro, Pigafetta con tanto di striscioni contro la riforma Moratti che, dicono, "disegna una scuola più povera, in cui si riducono le risorse e gli organici e in cui ci sono sempre meno fondi anche per le attività studentesche previste dal dpr 567". Tasto dolente, questo dei tagli, sentito e condiviso, giurano gli studenti, non solo da chi sale in cattedra ma anche da chi siede sui banchi, a cominciare dalle centinaia di ragazzi provenienti da tutte le scuole del Veneto che ieri mattina hanno sfilato nel corteo organizzato dall'Uds regionale.
«La pioggia ci ha letteralmente inzuppati - riprende Mauro - ma siamo soddisfatti per una protesta riuscita. La scuola è un tema che ci sta particolarmente a cuore, non a caso del suo futuro ne parliamo spesso, anche durante le assemblee d'istituto». Intanto, conclusa la manifestazione contro le tasse «che vengono ridotte ma solo apparentemente, perché diminuiscono i finanziamenti agli enti locali», gli studenti tornano a battersi per altre cause. Quella della "carta giovani", ad esempio, con la quale ottenere sconti e agevolazioni sull'acquisto di libri e dischi, ma anche sull'ingresso di cinema e teatri. Una strada percorribile, se dalla Provincia giusto qualche giorno fa è arrivato l'invito a stilare un elenco di negozi in cui si riforniscono abitualmente i giovani