Tosi al S. Bortolo fra le polemiche
L’assessore regionale accolto dall’ossessivo volantinaggio di Rdb-Cub
di Franco Pepe
Una visita preceduta da un volantinaggio ossessivo, asfissiante, che ha messo prima in affanno e poi in crisi Antonio Alessandri e il suo staff. Flavio Tosi, il nuovo e giovane assessore regionale alla sanità, giunto puntualissimo, e senza autista, al S. Bortolo per inaugurare il nuovo laboratorio di emodinamica, non se n’è neppure accorto, ma per un paio di ore prima del suo arrivo c’è stata una guerra di nervi nei corridoi dell’ospedale. L’affissione, ovviamente abusiva, pare sia iniziata ancora durante la notte ed è proseguita fino a pochi istanti prima dell’arrivo di Tosi.
Decine, anzi centinaia, di volantini, attaccati sui muri, nelle bacheche, con frasi che hanno preso ironicamente di mira l’assessore nordista, accusato fra l’altro, di odio razzista. Insomma, manifesti piazzati un po’ dappertutto, finanche all’esterno, sul ponticello esterno, da parte di Germano Raniero e dei suoi del Rdb-Cub, che alla vigilia avevano fatto esplodere in una lettera aperta gli stessi toni esplosivi. Così, quando ieri mattina Alessandri di buon’ora è arrivato in ufficio, quasi gli veniva un colpo. Qualche minuto di sbigottimento e poi è partita la controffensiva con l’ordine perentorio a commessi e altro personale di rincalzo di tirare via tutta la stampa clandestina.
È così iniziata una caccia sfrenata ai volantini e ai misteriosi attacchini. Solo che mentre il gruppo del dg li staccava, l’altro gruppo scatenato dei Rdb guidati da un Raniero in tenuta estiva strategicamente espostosi come diversivo, li riattaccava. Alla fine il dg non ne ha potuto più, ha chiamato la questura, e sono arrivati di corsa gli uomini della Digos.
A questo punto la simpatica gazzarra è finita assieme alla campagna di volantinaggio orchestrata dal leader locale degli autonomi, e se ne è andata la prima parte (semiseria) non prevista dal copione della visita dell’assessore che, non si sa se informato o no dell’accaduto, ha mantenuto un aplomb invidiabile, dimostrando di essere entrato con naturalezza nel ruolo istituzionale.
«Vedrete - ci confidava la presidente della Provincia Manuela Dal Lago giunta in ospedale assieme al neo consigliere della Lega Nord Roberto Ciambetti - sarà una sorpresa in positivo per molti. E’ intelligente, sa ascoltare, comprende i sentimenti della gente, e ha la capacità di mediare interessi generali e particolari. Io ho grande fiducia in lui. Vedrete che saprà prendere posizione, che saprà difendere il Veneto nei confronti di Roma. I volantini ? Solo bassa demagogia politica».
E lui, Tosi, con la giacca in pratica fino in fondo malgrado l’afa attaccasse gli abiti alla pelle, a Vicenza ha cominciato a convincere anche gli scettici, perché le prime risposte le ha date subito concrete, senza paura e senza complessi, visto che alla sanità si accosta davvero “duro e puro” nel senso autentico dello slogan leghista coniato da Bossi, senza scheletri incatenati nell’armadio e senza l’assillo di dover proteggere lobbyes o colletti inamidati.
«Da me la sanità vicentina avrà un occhio di riguardo. A parte i tanti amici di qui, i consiglieri regionali, la Dal Lago che conosco da 15 anni, ai quali dovrò - ha detto scherzosamente - rendere conto, la programmazione va condivisa. E per farlo bisogna venire sul territorio, dialogare, confrontarsi con i sindaci, con le parti sociali, con i colleghi. La sanità non è né di destra né di sinistra, e l’approccio non può essere demagogico. Ho ereditato - ha continuato - un ottimo sistema sanitario con livelli di eccellenza. Nel Veneto, tranne il Friuli che confina con noi, viene tutta Italia a curarsi, anche se i problemi ci sono, come le liste di attesa da abbattere, gli accessi ai pronto soccorso. Bisogna, quindi, fare investimenti. Ma prima voglia andare in giro per il Veneto per prendere visione delle cose che mancano. Ripeto, sono disponibile al confronto per affrontare insieme i problemi e mantenere la sanità vicentina ai livelli attuali».
Una dichiarazione di intenti, la sua, presa al volo dal vicepresidente del consiglio regionale Achille Variati della Margherita: «Accogliamo questa proposta di dialogo. Gli tendiamo la mano anche noi. Facciamo subito a Venezia un tavolo sulla sanità vicentina». In precedenza, dinanzi al prefetto Angelo Tranfaglia, al consigliere regionale Onorio De Boni, all’assessore comunale Piazza, ai direttori generale Caffi e Carraro, e alla scia dei primari quasi al completo, la benedizione del nuovo, avveniristico laboratorio di emodinamica, il saluto del dg Alessandri, quello del presidente della conferenza dei sindaci Eleutheriuos Prezalis, che ha rivendicato il credito vicentino della seconda ortopedia, mai concessa da Venezia nonostante il sacrificio dei 50 posti di riabilitazione previsti dalle schede ospedaliere, e le spiegazioni tecniche di un raggiante Alessandro Fontanelli, primario di cardiologia.
«Difendiamo il diritto di asilo»
Domani super manifestazione
Si chiede, innanzitutto, la garanzia del rinnovo del permesso di soggiorno
di Silvia Maria Dubois
Prima si discute e poi si manifesta. È una giornata intensa quella organizzata per domani dalle principali associazioni in difesa degli immigrati presenti nella nostra città e non solo. Il motivo? Battersi per la libertà dei richiedenti asilo nel nostro Paese. Si comincia alle 10 con un seminario e un successivo forum a Villa Lattes, dove interverranno rappresentanti di categoria e docenti universitari. Nel pomeriggio, invece, è prevista una manifestazione che partirà alle 17 dalla stazione percorrendo tutte le principali vie del centro.
«L’Italia è l’unico Paese europeo senza una legge organica sul diritto d’asilo - spiegano i promotori delle iniziative - , la condizione dei richiedenti asilo, in Italia, è quanto di più precario si possa immaginare. Coloro che lo richiedono non possono lavorare e, nonostante dovrebbero essere garantite loro accoglienza e sussistenza, questa norma non viene rispettata, costringendoli ai limiti della sopravvivenza o a essere sfruttati nel mercato nero del lavoro».
«Coloro che sono in possesso di un permesso per motivi umanitari - si prosegue - non hanno la garanzia del rinnovo neppure se hanno regolari condizioni di lavoro e così sono, come tutti i migranti, sottoposti al nuovo pesante ricatto del regolamento di attuazione della legge Bossi-Fini».
Ma perché fare proprio a Vicenza questa manifestazione, visto che la nostra città non sembra essere toccata - almeno direttamente -dal problema?
«Non è così - racconta Fabio Raimondi del Tavolo migranti dei social forum -, soprattutto nell’ultimo anno si è assistito ad un fenomeno ben preciso: centinaia di queste persone, con il permesso di soggiorno ottenuto in Campania, si sono poi spostate nella nostra Provincia dove hanno trovato lavoro in fabbriche e diverse aziende. Spesso, al loro arrivo, si sono subito messe in contatto con noi proprio per le numerose difficoltà trovate nell’ottenere il rinnovo dei permessi e tutti quei documenti necessari per rimanere».
Quello che si chiede, in particolare, è il rinnovo automatico e la conversione dei permessi per motivi umanitari; la non esclusività del provvedimento di espulsione fino alla decisione del tribunale sul ricorso contro il diniego dello status di rifugiato; la possibilità di lavorare legalmente; la chiusura dei Cpt, il rifiuto di ogni forma di detenzione amministrativa per i richiedenti asilo in attesa di accertamenti e il blocco delle espulsioni di massa.