Materassi, spazzatura ed escrementi lungo la camminata più celebre della città
di G. M. Mancassola
Scoppia l’emergenza sotto i portici di Monte Berico, la passeggiata più celebre della città del Palladio. Da giorni residenti e avventori segnalano la presenza invasiva di gruppi di disperati che hanno preso dimora in alcuni tratti del porticato che da viale del Risorgimento conduce al santuario mariano.
L’altra sera, alla centrale operativa della polizia locale sono arrivate richieste di intervento perché la temperatura si stava surriscaldando, con schiamazzi e tensioni provocate da alcuni clochard provenienti dal Sudest asiatico e altri di origine magrebina.
Per ben quaranta minuti, due pattuglie dei vigili sono state impegnate per sedare gli animi, riportare la calma e invitare i senza tetto a sgomberare la salita al colle che domina il centro storico. È iniziata così una serie di sgomberi a raffica che proseguirà anche nei prossimi giorni, di notte e di giorno, per persuadere i barboni ad accogliere l’aiuto dei servizi sociali.
Lo annuncia il vicesindaco e assessore alla pubblica sicurezza Valerio Sorrentino, che ha seguito l’operazione dei vigili, coordinata dal comandante Cristiano Rosini. «Per due o tre volte al giorno - spiega Sorrentino - l’area verrà pattugliata, per evitare che si ricrei la situazione di disagio sociale e degrado urbano che già si era verificata sotto i portici di palazzo Angaran, in piazza XX Settembre. Non possiamo accettare che vengano occupati i portici di Monte Berico. D’altra parte, queste persone, tutte di nazionalità straniera, non accettano aiuti da parte nostra. E tuttavia, chiederemo l’intervento dei servizi sociali, per cercare un rimedio».
A differenza di palazzo Angaran, però, qui si tratta di suolo pubblico: non serve quindi una denuncia formale da parte dei proprietari per poter intervenire. Nel caso dell’edificio storico che si affaccia su ponte degli Angeli, invece, era stata necessaria la collaborazione dell’Inps per poter agire, dopo mesi di tira e molla fra il Comune e l’ente assistenziale.
Sorrentino fa notare che i portici stanno diventando infrequentabili di notte, per la presenza di clochard spesso avvinazzati, ma anche di giorno: come testimoniano le fotografie pubblicate in questa pagina e scattate ieri pomeriggio, c’è chi continua a dormire e a bivaccare anche di giorno, mentre gli altri lasciano materassi, borse, viveri e sporcizia mentre girovagano per la città.
Il risultato è che i passanti girano al largo da una zona che rappresenta uno degli scorci più suggestivi della città e una delle zone residenziali più “in”, con ville storiche e residence signorili, ma che ora rischia di diventare off-limits: gli alloggi precari, infatti, sono circondati da un forte odore di orina, escrementi e vomito, mentre la spazzatura è gettata alla rinfusa, dentro e fuori sacchetti di plastica da supermercato. Indumenti, scarpe e resti di cibo completano il desolante quadro di emarginazione.
Per lo più i disperati indugiano nel primo tratto dei portici, nella parte più bassa della salita. Ma sono stati segnalati anche nel secondo troncone, fra la curva del Cristo e la stradella del Diavolo. Da parte dei residenti, la domanda che rimbalza con più insistenza è se i balordi abbiano le carte in regola: senza casa e lavoro, sono presenze compatibili con la legge Bossi-Fini?
Al primo intervento della polizia locale, martedì sera, ha preso parte anche il comandante Rosini, che ha verificato di persona il problema: «Il fatto è che sono molte persone, di nazionalità indiana e tunisina, quelli che stanno cercando rifugio sotto i portici. La soluzione non è semplice, ma bisogna trovare una sistemazione alternativa. Con i primi caldi, molti decidono di farsi una passeggiata alla sera e i portici sono un luogo ideale, oltre a essere simbolo caro ai vicentini. Al solito noi applichiamo quanto previsto dalla legge, ma è chiaro che quello non è un luogo idoneo per bivacchi e per dormire».