01 GIUGNO 2005

dal Giornale di Vicenza

Il Tar ha bocciato la Valdastico Sud Subito il ricorso al Consiglio di Stato

Il Tar ha bocciato la Valdastico Sud Subito il ricorso al Consiglio di Stato

di Gianmaria Pitton

Il Tar blocca la Valdastico sud. A tre mesi e mezzo dall’inaugurazione del cantiere, cerimonia a cui avevano partecipato il ministro Pietro Lunardi e il governatore del Veneto Giancarlo Galan, i giudici del Tribunale amministrativo regionale hanno virtualmente spento le ruspe che avrebbero dovuto realizzare, entro il 2010, il nuovo tracciato autostradale di 54 chilometri da Torri di Quartesolo, dove il ramo nord dell’A31 si congiunge con la Brescia-Padova, fino allo svincolo sulla Transpolesana in comune di Canda, provincia di Rovigo. Oggi a Verona vertice nella sede della Brescia-Padova. Inevitabile il ricorso al Consiglio di Stato. Il progetto bocciato riguarda cinque chilometri tra gallerie e trincee, quattro su ponti e viadotti; ventitrè Comuni e quattro province coinvolti. Sei i caselli previsti, di cui quattro nell’area berica: Longare, Albettone-Barbarano, Agugliaro e Noventa, più S. Margherita d’Adige e Piacenza d’Adige. Il Tar ha accolto i ricorsi di Italia Nostra e Wwf, Comitato intercomunale e alcuni privati, tra i quali la fondazione inglese “The Landmark Trust”, proprietaria della palladiana villa Saraceno, il cui presidente onorario è il principe Carlo d’Inghilterra. Il fronte anti-autostrada aveva contestato, in particolare, le procedure di valutazione di impatto ambientale che a loro dire non avevano considerato in alcun modo le osservazioni dei cittadini e delle associazioni. L’impatto ambientale era stato lo scoglio più difficile da superare per l’iter del progetto, bloccato dal parere negativo del ministero per i Beni ambientali. L’impasse era stata superata da una delibera del Consiglio dei ministri nel dicembre 2002. La firma del presidente Berlusconi non ha però impedito ai giudici veneziani di contestare l’opportunità di un’opera dal costo previsto di un miliardo di euro. Anzi, la decisione del Consiglio dei ministri viene definita dal Tar «un’asserzione pressoché arbitraria (anche se espressa al massimo livello) che non dà conto del perché della affermata prevalenza dell’interesse a realizzare il tronco stradale, su quello, di senso contrario, a tenere indenne da offese ingiustificate il territorio, il paesaggio e l’ambiente». In sostanza un progetto, quello della Valdastico sud, di cui si parla da vent’anni, che non sarebbe stato sufficientemente motivato. Così il Tar boccia la delibera del Consiglio dei ministri, il successivo decreto del presidente del Consiglio, la valutazione favorevole della commissione statale sulla Via (Valutazione impatto ambientale), la compatibilità ambientale, il provvedimento statale conclusivo, la procedura per l’approvazione del progetto. Compresi gli atti regionali: il parere della Ctr e il decreto del presidente della Giunta. Tutto da rifare, a causa di una serie di vizi che il Tar spiega in ben sessanta pagine della sentenza pubblicata ieri. I giudici non si limitano solo alle questioni formali; intervengono sull’opportunità dell’opera, ritenendo che si debba riconsiderare «la scelta di realizzare il tronco autostradale nel contesto di una politica del territorio finora mancata». Secondo il Tar, la Valdastico sud sarebbe stata dunque concepita all’interno di «un modello economico di cui oggi emergono le connotazioni negative». In particolare lo spreco del territorio in quanto risorsa. E si dovrebbe tener conto, sempre per i giudici veneziani, «della rinnovata opposizione, di varia provenienza» alla costruzione dell’arteria. L’effetto della sentenza, esecutiva, è di bloccare sia le procedure per l’assegnazione dell’appalto, sia gli espropri, che interessano oltre 900 proprietari.

Le reazioni. Galan: « Gli ambientalisti sono il male oscuro che degrada l’economia»
La Dal Lago: «Per colpa di pochi ci rimettono tutti». Il sen. Fabris: «Troppo potere al Tar»

di Cristina Giacomuzzo

Doccia fredda sulla Valdastico Sud e i commenti sono al vetriolo. Ad aprire il fuoco difensivo è il presidente della Regione Giancarlo Galan: «Come previsto, come da copione, come da disgrazia annunciata, è andata a segno la mossa degli ambientalisti tesa a colpire la realizzazione della Valdastico Sud. Costoro rappresentano “il male oscuro” dell’Italia, un male che degrada l’ambiente e l’economia dell’Italia e del Veneto, sono, per il momento, riusciti a fare tutto il male di cui sono capaci. Costoro rappresentano quelle forze che hanno letteralmente avvelenato il Veneto, impedendo fino a poco tempo fa la realizzazione del Passante di Mestre. Costoro rappresentano quelle forze che, se richiamate al governo, segneranno per sempre la fine della modernizzazione del nostro paese». Il governatore non entra nel merito della decisione, ma prosegue ad alzo zero: «Tra costoro desidero segnalare la presenza di una pseudo fondazione inglese che, con prepotenza di stampo colonialista e arroganza da padroni della filanda, si è data sempre da fare per mantenere in condizioni ambientali pericolose villa Saraceno ad Agugliaro, data la sua attuale vicinanza al massacrante traffico che ogni giorno, ogni mese, ogni anno colpisce la strada statale Riviera Berica». Raggiunta ad una cerimonia della Prefettura, la presidente della Provincia, Manuela Dal Lago, componente del Cda della “Serenissima”, si limita ad annunciare ricorso. Scatta però quando apprende il comunicato del Wwf. «Sono delusa, amareggiata e stanca. Non è giusto che per colpa di pochi ci rimettano tutti: la gente, il Basso Vicentino, la Regione. Quei pochi che contestano bloccano una strada che serve per l’economia. E non solo - e si anima sempre di più -. Non capisco come un giudice possa decidere sull’opportunità o meno di una infrastruttura. A cosa servono i politici? Siamo stati eletti per questo». E ancora. «Si lamentano che il Consiglio dei Ministri ha deliberato per la realizzazione dell’opera? Ma se è previsto per legge che in caso di impasse sia proprio il Consiglio a decidere? Anzi, di più. Peccato che decisioni dall’alto di questo tipo il Presidente del Consiglio non ne abbia fatte di più». Il sen. Mauro Fabris, vice presidente della commissione Lavori Pubblici del Senato, torna sul ruolo dei giudici: «La decisione del Tar dimostra che la Legge Obiettivo, tanto sbandierata dalla CdL non basta. Ma non è però accettabile che si continui a lasciare ai Tar tutto questo potere di veto. Lo avevo già fatto presente: non si può lasciar decidere al giudice amministrativo se un’opera come l’A31 sia di interesse pubblico o meno». Il sindaco di Grancona, Antonio Mondardo, ex vicepresidente della Provincia, è lapidario: «Con una marca da bollo si ferma la volontà della gente». Il consigliere regionale, Roberto Ciambetti, anch’egli leghista: «Evidentemente i giudici non risiedono nel Basso Vicentino e non sono mai stati tre ore in fila a Longare per arrivare a Vicenza. Non sanno quanto bisogno c’è di questa arteria. Non sanno che la conferenza di servizio si è espressa unanimamente o del referendum di Agugliaro. I giudici veneziani avranno sulla coscienza i prossimi morti sulla Riviera Berica». Dalla Regione, l’assessore ai trasporti Renato Chisso non commenta: «Dico solo che “Serenissima” farà ricorso». Il che fa ben sperare il sindaco di Orgiano, Lorenzo Rezzadore: «Il Comune pur non confinando con il tracciato è interessato alla Valdastico Sud perché i benefici ci saranno anche per noi in termini di attività economica, fluidità del traffico e di mobilità dei residenti». Commenti, questa volta di segno opposto, dagli avvocati Gianluigi e Matteo Cerruti, che hanno patrocinato il ricorso al Tar, e che nel comunicato del Wwf definiscono i togati del Tar dei «giudici custodi della legalità dell’azione amministrativa».