01 APRILE 2005

dal Giornale di Vicenza

Sfratti, sono finite le deroghe
La prescrizione salva gli skinheads. Puschiavo assolto
I comitati: «All’Albera stop ai tir giorno e notte»

La circolare applicativa del decreto è arrivata tardi e i Comuni non si sono attrezzati
Sfratti, sono finite le deroghe
Sunia: «50 famiglie a rischio»

(c. r.) È scaduto ieri il termine per il differimento degli sfratti varato ancora nel settembre scorso. Il blocco, infatti, era decaduto il 30 giugno del 2004 (al suo rinnovo si oppone una sentenza della Corte Costituzionale) e successivamente il Governo aveva varato un provvedimento - con congrui contributi anche per i Comuni - che prevedeva che gli inquilini delle categorie interessate (ultra sessantacinquenni, portatori di handicap...) potessero stipulare nuovi contratti. «Ma da oggi - spiega il segretario del Sunia, Fulvio Rebesani - per tutte quelle famiglie che, o per lo spaventoso ritardo nell’emanazione della circolare attuativa della legge sull’emergenza abitativa, o per indisponibilità della proprietà o per immobilismo degli enti locali, non hanno avuto la possibilità di sottoscrivere uno dei contratti previsti, gli sfratti saranno esecutivi e, come prospettiva abitativa per loro c’è solo la strada. In pratica siamo alle solite, la circolare è arrivata a metà marzo e non c’è stato per gli enti locali il tempo di intervenire». In città - a detta del Sunia - sono circa 150 le famiglie interessate e un terzo quelle che rischiano di finire di mezzo ad una strada. «La questione non cambia- prosegue Rebesani- solo che questa volta non ci rendiamo conto del dramma che famiglie a basso reddito, con ultra sessantacinquenni e portatori di handicap si troveranno ad affrontare anche perchè le soluzioni ottenute con il decreto emanato dal Governo sono pressoché nulle nel senso che, come dicevo all’inizio, le norme applicative sono arrivate troppo tardi. Per il resto, il Comune di Vicenza non pensa certo agli sfrattati - prosegue Rebesani - senza dimenticare che ha 200 alloggi liberi e 90 verranno riservati a famiglie che, prima di entrare, dovranno versare 8 mila euro per i lavori di manutenzione. Non solo, in sede di bilancio non è stato previsto nulla e a dicembre c’era tutto il tempo per programmare nuove politiche abitative». In sostanza, si vive nell’emergenza, manca quella che i sindacati in più occasioni, hanno definito programmazione. «Ci sarà un motivo - conclude Rebesani - per cui l’Ater costruisce molto più in altri Comuni che in città, evidentemente le difficoltà sono maggori e non si vuole affrontare in termini politici un problema che non è sottovalutabile e nemmeno procastinabile. In città ci sono 170 sfratti definiti in via giudiziaria, altri 150 in via bonaria e questi si aggiungono i 150 per la scadenza del decreto. Cifre che si commentano da sole e che necessitano di una nuova politica abitativa».


Tutti prosciolti dalla Corte d’appello i sette imputati di istigazione all’odio razziale del Veneto Fronte per fatti del ’90
La prescrizione salva gli skinheads. Puschiavo assolto

Il tribunale di Vicenza non avrebbe dovuto contestare il reato di istigazione all’odio razziale con la sentenza di condanna del ’95 perché la legge Mancino era del ’93 e non poteva essere considerata valida per fatti del ’90, non potendo avere valore retroattivo. Di conseguenza ai sette indagati andavano contestati gli iniziali reati contenuti nella legge 654 del 13 ottobre del ’75, poi modificati in sede processuale. Essendo, però, cancellati dal tempo, dunque prescritti, le “teste rasate” vicentine che si erano macchiate di fatti poco commendevoli vanno assolte. Pertanto, dieci anni dopo la condanna di primo grado, la prescrizione ha cancellato i reati dai quali dovevano difendersi Piero Puschiavo e Ilo Da Deppo, fondatori del Veneto Fronte Skinheads (VFS), e altre cinque camerati: Claudio Puschiavo, Marco Bortoloso, Alessandro Binda, Vincenzo Graci e Armando Serino. I primi due erano stati condannati a 2 anni ciascuno di carcere perché fondatori del VFS, mentre agli altri cinque il tribunale presieduto da Giacomo Sartea aveva inflitto pene variabili da 1 a 1 anno 6 mesi di reclusione. La Corte presieduta da Di Mauro, giudice relatore Citterio, ha accolto il ricorso degli avvocati Enrico Ambrosetti, Ferdinando Cogolato, Andrea Bettini e Alessandra Graci. Per contro il pg Maferri aveva chiesto la conferma della condanna per i due fondatori del VFS e il prosciglimento degli altri sette. Le indagini erano state svolte dalla Digos della questura e dai carabinieri del nucleo opeartivo della compagnia di Vicenza condotte dall’allora capitano Gelpi Rota. Avevano portato al sequestro di materiale di vario tipo che provavano come l’associazione volesse diffondere un’ideologia caratterizzata dalla superiorità della razza bianca finalizzata all’odio razziale. Piwero Puschiavo e Ilo da Deppo il 14 dicembre ’90 davanti al notaio Maselli di Roma avevano costituito l’associazione VFS che aveva sede a Sordio di Gambellara. Alcuni suoi appartenenti, come Claudio Puschiavo, Binda e Graci si erano poi contraddistinti nel ’92 in immotivate aggressioni di stampo squadrista.


Nonostante l’ordinanza del sindaco, decine di residenti sono scesi in strada sotto la pioggia per chiedere un blocco totale
I comitati: «All’Albera stop ai tir giorno e notte»

Nonostante l’ordinanza che stabilisce il blocco notturno dei mezzi pesanti a partire dal 4 aprile, ieri pomeriggio i comitati dell’Albera sono tornati in strada, per chiedere che lo stop venga esteso 24 ore su 24 e non solo dalle 22 alle 6 come scritto nel provvedimento voluto dal sindaco Enrico Hüllweck. Come sollecita da tempo uno dei leader storici dei comitati, Giuseppe Farina, che ieri mattina con un gruppo di residenti ha incontrato il sindaco, è necessario arrivare a uno stop totale per motivi sanitari, non viabilistici. Con questo spirito ieri i comitati sono scesi in strada, attraversando di continuo sotto la pioggia le strisce pedonali di Villaggio del Sole, con la conseguenza che si sono venuti a creare lunghi incolonnamenti lungo tutte le direttrici. Alla manifestazione hanno preso parte anche il segretario cittadino dei Democratici di sinistra, Luca Balzi, e il consigliere comunale Giovanni Rolando, che dice: «L’ordinanza per la notte è un primo passo. Siamo d’accordo con chi dice che la bretella è la soluzione vera, però si continua a litigare sul tracciato e si allungano i tempi di realizzazione. Per questo è ancor più indispensabile dirottare i tir sull’A31».