OBIETTIVO: LA COSTRUZIONE DI UN PAESE

Dalla sua costituzione nel settembre 1999, Udalbiltza ha dovuto affrontare numerosi problemi che hanno messo in scacco la sua traiettoria. Ma nonostante i venti contrari, l’istituzione nazionale basca ha sempre mantenuto la prua rivolta verso la costruzione di un paese composto da sette province e chiamato Euskal Herria.

Sindaci e consiglieri comunali di tutta Euskal Herria si riunirono il 6 febbraio 1999, ad Iruñea, per porre le basi della prima istituzione nazionale basca dell’era moderna. 666 eletti risposero all’appello di una commissione composta da sindaci e dichiararono la loro volontà di impegnarsi nella costruzione nazionale.

- 18 settembre 1999: 1.789 eletti nei municipi, riuniti nel Palazzo Euskalduna di Bilbao, partecipano alla costituzione della prima istituzione nazionale basca: Udalbiltza / Assemblea dei Municipi e degli Eletti Municipali di Euskal Herria. Nella sua prima dichiarazione politica, Udalbiltza si è presentata come espressione della territorialità, si è impegnata ad agire come istituzione nazionale e a rendere visibile nel mondo l’esistenza della nazione basca. L’Assemblea Generale designa i quindici componenti della Commissione Permanente ed approva l’avvio di gruppi di lavoro.

- 19 ottobre 1999: la Commissione Permanente decide la creazione di nuovi gruppi di lavoro per iniziare una diagnosi globale di Euskal Herria, con particolare attenzione all’analisi degli ambiti dell’euskara (lingua basca, N.d.T.), dello sport, della comunicazione, dell’ordinamento territoriale, dell’insegnamento, dell’educazione e dello sviluppo economico e sociale.

- 25 novembre 1999: il Municipio di Bilbao entra a far parte di Udalbiltza, decisione duramente criticata da PP e PSE. Nello stesso mese, nei municipi, inizia la discussione delle mozioni di adesione politica all’istituzione nazionale, alla quale partecipa, fra gli altri, il municipio di Abanto, governato dal PSE.

- 28 marzo 2000: PNV e EA rompono il consenso in Udalbiltza per approvare una dichiarazione politica nella quale si chiede a ETA di tornare alla situazione di tregua che, l’organizzazione armata, aveva dato per conclusa il 3 dicembre 1999, quattordici mesi dopo aver dichiarato un cessate il fuoco unilaterale. PNV e EA fanno valere la loro maggioranza nella Commissione Permanente per dichiarare che «la violenza e la costruzione nazionale sono incompatibili». Questa decisione è stata la prima assunta con il gioco delle maggioranze e delle minoranze, modificando il sistema di funzionamento per consenso in vigore fino ad allora nell’istituzione. Iniziano a percepirsi i primi sintomi di rallentamento negli impegni dell’istituzione, legando PNV e EA il loro sviluppo alla congiuntura politica.

- 23 aprile 2000: Aberri Eguna (Giorno della Patria Basca, N.d.T.) indetto da Udalbiltza. I municipi si trasformano in punti di riferimento per migliaia di cittadini che prendono parte alle cerimonie organizzate dall’istituzione nazionale con la parola d’ordine «Euskal Herria eraikitzen (Costruendo Euskal Herria, N.d.T.)». La giornata trascorre in un ambiente festivo e di impegno per la costruzione nazionale e democratica di Euskal Herria.

- 13 maggio 2000: si conferma che PNV e EA rimandano sine die l’Assemblea Generale di Udalbiltza, prevista per il giorno 27 al Kursaal di Donostia. La proposta di sospensione viene avanzata una settimana prima davanti alla Commissione Permanente dagli eletti del PNV e raccoglie l’immediato appoggio di EA. Gli argomenti usati dai due partiti sono simili a quelli della dichiarazione del 28 marzo con la richiesta a ETA.

- 7 giugno 2000: il portavoce di Lakua (sede del Governo della Comunità Autonoma Basca, guidato dal PNV, N.d.T.), Josu Jon Imaz, annuncia che viene congelato il finanziamento di 25 milioni di pesetas previsto per Udalbiltza dopo l’attentato mortale di ETA contro il consigliere comunale del PP di Durango Jesús María Pedrosa. Un giorno prima, il deputato generale di Bizkaia, Josu Bergara, aveva congelato i 93 milioni previsti per l’istituzione nazionale. La Diputacion di Gipuzkoa fa altrettanto con una partita di 63 milioni.

- 9 luglio 2000: la Commissione Permanente decide per consenso di dare il via libera al piano di gestione di Udalbiltza, con un bilancio preventivo di 400 milioni di pesetas. Destina 275 milioni all’esecuzione di piani specifici per l’euskara, la cultura, lo sport, la comunicazione, l’ordinamento del territorio, l’insegnamento, l’educazione e lo sviluppo economico e sociale. Con il resto del denaro si finanzieranno programmi per sviluppare l’identità nazionale di Euskal Herria e la sua proiezione internazionale. Si consegnano somme per le sedi previste a Iruñea e Donostia e per il pagamento degli stipendi del personale.

- 31 agosto 2000: EA afferma che continuerà a lavorare in Udalbiltza nonostante l’uscita dalla Commissione Permanente di Pello González, sindaco di Urretxu, che ne faceva parte dall’inizio. González si era dimesso avanzando ragioni «etiche e morali» in relazione agli attentati di ETA. In coincidenza con queste dimissioni, molte delle riunioni dei gruppi di lavoro sono sospese o ritardate su iniziativa di EA e del PNV. Nel febbraio di quest’anno, Jon Jauregui riconosce che i gruppi di lavoro non si riuniscono da settembre.

- 16 settembre 2000: un gruppo di eletti lancia un appello a rafforzare Udalbiltza, «dato che la prima istituzione nazionale di Euskal Herria è totalmente paralizzata». Si rivolgono a tutti gli eletti «preoccupati per Euskal Herria affinché si assumano impegni seri per tornare a mettere in moto l’istituzione creata nell’Assemblea dell’Euskalduna».
Indicono un’assemblea in favore di Udalbiltza per il giorno 30, a Iruñea.

- 30 settembre 2000: 550 sindaci e consiglieri comunali -in maggioranza di Euskal Herritarrok, anche se partecipano rappresentanti di AB, EA, PNV e di formazioni indipendenti- riuniti a Iruñea, si impegnano ad agire come motore e stimolo per Udalbiltza e creano undici gruppi di lavoro con iniziative molto concrete. Nell’assemblea si sottolinea la necessità che i consiglieri e sindaci non solo rappresentino le loro località, ma che si trasformino, di fatto, in eletti di Euskal Herria, nella misura in cui ciascun municipio si faccia partecipe, con Udalbiltza come riferimento, della costruzione di tutto il paese. I convenuti chiedono una riunione alla Commissione Permanente. Da questo organo, Jon Jauregi, annuncia che «come PNV e EA assumeremo in esclusiva la gestione» di Udalbiltza.

- 21 ottobre 2000: circa 400 eletti di tutta Euskal Herria compongono a Leiza gli undici gruppi di lavoro e adottano l’impegno concreto di promuovere sette progetti per Ipar Euskal Herria (la parte settentrionale del paese Basco, sotto occupazione francese, N.d.T.), già approvati da Udalbiltza, anche se non sviluppati. Alcuni giorni dopo, propongono che i municipi destinino l’1% dei loro bilanci a Udalbiltza.

- 17 novembre 2000: PNV e EA annunciano un accordo con Lakua per sbloccare in favore di Udalbiltza la partita di 25 milioni di pesetas che era stata congelata. Non si riesce a firmare l’accordo e la somma viene persa.

- 22 novembre 2000: PNV e EA costituiscono in Udalbiltza un Consiglio di Direzione dal quale escludono EH e AB. Giustificano la decisione facendo riferimento all’atteggiamento della formazione indipendentista rispetto alla lotta armata e agli eletti che lavorano per attivare Udalbiltza, dei quali rifiutano il lavoro.

- 25 dicembre 2000: si scopre che solo venti dei 174 municipi che aderiscono a Udalbiltza governati da PNV e EA hanno rispettato gli impegni economici con l’istituzione nazionale. 52 dei 62 comuni governati da Euskal Herritarrok hanno già messo a disposizione i loro contributi. La Commissione Permanente, l’11 luglio, aveva stabilito che le somme dovevano essere messe a disposizione entro il 31 dello stesso mese.

- 27 dicembre 2000: PNV e EA assumono in esclusiva la direzione di Udalbide, società strumentale con personalità giuridica, riproducendo la stessa manovra messa in atto con la creazione del Consiglio di Direzione. I due partiti portano in Udalbide gli stessi piani che avevano congelato in Udalbiltza.

- 27 dicembre 2000: eletti di Udalbiltza convocano l’Assemblea Generale per il 24 febbraio al Kursaal di Donostia. PNV e EA respingono la convocazione.

- 9 febbraio 2001: il Consiglio di Direzione approva la destinazione di aiuti a quattro programmi in favore dell’euskara ed il progetto "Euskal Herria ezagutzen (Conoscere Euskal Herria, N.d.T.)". uno dei finanziamenti è per Uda Leku, l’associazione di Lapurdi che a novembre, poco prima di ricevere quattro milioni di pesetas da eletti di Udalbiltza, aveva lanciato un SOS urgente per la sua possibile chiusura.

- 10 febbraio 2001: Bai Euskal Herriari chiede a Udalbiltza di soddisfare la richiesta di oltre 125.000 cittadini e avvii l’emissione di un documento di identità basco, considerandolo lo strumento più efficace per garantire il diritto alla nazionalità.

- 24 febbraio 2001: 713 eletti si danno appuntamento al Kursaal di Donostia. Udalbiltza, unica istituzione nazionale basca, rinnova il suo impegno per condurre Euskal Herria ad un nuovo ambito nazionale e verso una nuova struttura istituzionale.

- 15 dicembre 2001: Udalbiltza celebra la sua Terza Assemblea Generale nel Casinò di Biarritz. Durante i lavori si rende pubblica una dichiarazione istituzionale nella quale questo organismo annuncia l’avvio di un’iniziativa in favore di una soluzione politica e dialogata del conflitto che subisce Euskal Herria. A questo proposito, assicura che manterrà «ogni tipo di contatti e relazioni con tutti i soggetti che intervengono in ambito basco». Inoltre, indica che Zuberoa (una delle tre province basche sotto occupazione francese, economicamente depressa, N.d.T.) sarà la prima priorità del Fondo Basco per lo Sviluppo, con l’obiettivo di dare risposta alle necessità economiche, culturali e sociali di questa provincia.

- 22 febbraio 2002: conformemente all’impegno assunto a Biarritz, Udalbiltza comunica che si è già riunita con diversi soggetti per raccogliere contributi con l’obiettivo di trovare una soluzione al conflitto. Si riafferma la posizione per «un dialogo senza condizioni né esclusioni».

- 1 agosto 2002: la campagna in favore di Zuberoa raccoglie 1.600 contributi economici, per una somma complessiva di 400.000 euro che saranno destinati al finanziamento di progetti di sviluppo della provincia. Maribi Ugarteburu, portavoce di Udalbiltza, evidenzia che l’iniziativa «è stata utile per rendere nota nell’insieme di Euskal Herria la grave situazione di Zuberoa, oltre che per rafforzare i legami e riuscire ad essere più vicini che mai».

- 12 ottobre 2002: presso la multisala “Golem” di Iruñea è presentato il documento «Sulla via della pace e della democrazia in Euskal Herria». È lo specchio dei diversi contatti mantenuti con soggetti politici, sociali e sindacali. L’istituzione nazionale conferma la sua «scelta ferma in favore dei diritti di Euskal Herria, sia individuali, sia collettivi». Inoltre, indica che per avanzare verso una soluzione è necessario «il riconoscimento dei diritti internazionali per la cittadinanza basca ed il rispetto della pluralità».

- 23 novembre 2002: quarta Assemblea Generale di Udalbiltza, celebrata a Tolosa. In questo appuntamento si presenta la Carta dei Diritti di Euskal Herria, un lavoro sviluppato in undici mesi e nel quale si raccolgono i diritti che spettano al paese ed ai suoi cittadini in ambiti quali la lingua, la cultura, l’economia, la politica, i diritti umani e civili e quelli riguardanti la comunicazione, l’informazione e l’espressione. In questa stessa riunione si annuncia l’avvio di un forum di dibattito, aperto a tutti i cittadini, il cui fine sarà «promuovere un processo democratico basato sulla necessità di garantire tutti i diritti».

- 6, 7 e 8 dicembre 2002: il Kursaal di Donostia accoglie la Conferenza Internazionale per i Diritti dei Popoli. Vi si incontrano rappresentanti di stati e popoli dei cinque continenti che si scambiano esperienze seguendo il filo conduttore del diritto all’autodeterminazione. A questo proposito, la dichiarazione approvata al termine della conferenza sostiene «l’utilizzo di processi di autodeterminazione per prevenire conflitti e costruire un mondo più democratico, più libero e più giusto. Inoltre, si accoglie l’idea di creare un Parlamento dei Popoli d’Europa».

- 21 aprile 2003: la proposta di un forum di dibattito «a sostegno di tutti i diritti», lanciata nella Quarta Assemblea Generale, prende corpo. Udalbiltza comunica di aver svolto un centinaio di riunioni bilaterali con diverse persone e soggetti, al fine di avviare un processo che offra la possibilità di «analizzare in un forum di ambito nazionale i problemi di carattere nazionale».

- 26 aprile 2003: di fronte alla situazione politica che vive Euskal Herria, Udalbiltza tiene a Tolosa un’Assemblea Straordinaria, nella quale si approva una dichiarazione nella quale si sostiene il diritto dei baschi a scegliere liberamente e democraticamente i loro rappresentanti politici, indipendentemente da «legalità estranee». Inoltre, Udalbiltza si impegna ad elaborare «una regolamentazione che regoli l’attività politica» ed annuncia che, d’ora in avanti, la sua composizione continuerà a basarsi sulla rappresentanza democratica.

COSA È REATO PER LO STATO SPAGNOLO

L’operazione scatenata ieri contro Udalbiltza, firmata dal giudice Baltasar Garzón e «spiegata» dal Governo dello Stato, che si è conclusa con la perquisizione e la chiusura degli uffici che l’istituzione nazionale ha a Bilbao, Gasteiz, Astigarraga e Iruñea e l’arresto di otto cittadini baschi, è una dimostrazione pratica di ciò che lo Stato spagnolo considera reato in Euskal Herria. Il semplice fatto di agire per via giudiziaria e poliziesca contro un’istituzione di eletti, che sviluppa un’attività pubblica ampiamente riconosciuta in diversi ambiti della società basca, è sufficientemente significativo: lo è ancora di più se, alla luce delle accuse lanciate dal Ministro degli Interni, Angel Acebes, si guarda alle azioni e posizioni dell’assemblea dei municipi e degli eletti baschi di Euskal Herria dalla sua nascita fino a questa bordata inferta, ancora una volta, col favore delle tenebre, con spiegamento di polizia e scandalo.

Seguendo la sua stessa linea di ragionamento, nello Stato spagnolo è reato la Carta dei Diritti di Euskal Herria, nella quale Udalbiltza manifestava la sua volontà di costruire Euskal Herria «come uno spazio di convivenza nel quale, dalla loro condizione di baschi, uomini e donne liberi concorrano alla costruzione di un popolo e di un mondo retti da uguaglianza, pace e solidarietà»; rivendicava il diritto di Euskal Herria «ad esistere come popolo, a che si riconosca la sua condizione di soggetto di diritti che, in quanto tale, le spettano e che si rispetti la sua territorialità»; o che «Euskal Herria ha diritto di vivere in pace e sicurezza, a decidere il libertà». Nello Stato spagnolo è reato elaborare un documento che consenta il riconoscimento della cittadinanza basca a coloro che lo desiderano, in base al diritto universale di scegliere la propria nazionalità. E per lo Stato spagnolo è reato appoggiare iniziative in favore dell’euskara, per lo sviluppo economico e sociale di Zuberoa, in appoggio alla rivendicazione di selezioni sportive basche o per la promozione di mezzi di comunicazione elaborati in e per Euskal Herria.

Questi sono i tratti di identità del lavoro reale, pubblico e, inoltre, riconosciuto da tutti i soggetti sociali che, grazie ad esso, hanno potuto portare avanti i loro progetti, che Udalbiltza ha sviluppato da quando, il 18 settembre 1999 era costituita con la partecipazione di 1.778 eletti baschi. E questi sono i gravissimi reati per i quali Acebes considera che quella di ieri «è la più importante operazione antiterrorista» eseguita negli ultimi tempi dai poteri dello Stato spagnolo. In definitiva, questi sono i gravi limiti che lo Stato spagnolo impone alla democrazia, ai diritti ed alle libertà di Euskal Herria.