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Buenos Aires, Circondato il Congresso

27 febbraio 2002

Diversi gruppi di manifestanti si sono dati appuntamento nella piazza del Congresso Nazionale: Partiti e organizzazioni della sinistra (MST, MTL, FREPASO), la CTA (confederacion trabajadores argentinos) e la CCC (corriente clasista combativa), gruppi organizzati di piqueteros e disoccupati di diversi quartieri della citta, tante asambleas barriales, la ADENIFRA (Associazione per la difesa della casa della Repubbblica Argentina) e gruppi di ahorristas (i risparmiatori con i soldi in banca bloccati dal corralito).
Ogni gruppo e giunto alla Plaza del Congreso compiendo un proprio percorso e dando vita a diversi cortei per le strade della capitale.
Gli ahorristas fin dalla mattina avevano protestato davanti alle sedi di diverse banche e davanti al Banco Hipotecario, la prassi ormai e collaudata: cacerolas, grancasse, cartelloni e tutti a battere contro le pareti delle banche (ormai tutte quelle del centro della citta sono tappezzate di scirtte con insulti e ammaccate), dipingere i muri, scritte con accuse durissime per tutti, cori di protesta e ancora cacerolazo.
I piqueteros invece si sono dati appuntamento per congiungersi prima di arrivare nella piazza del congresso uniti e compatti. Sono giunti da diverse zone della citta, ovvero dall'immmensa periferia che conta quasi 15 milioni di persone, e hanno dato l'impressione di aver raggiunto una base di accordo unitario con la CTA e la CCC, con laggiunta della UTBA la confederazione della stampa argentina scesa in piazza.
Intanto al Congreso le autorita avevano schierato centinai di agenti della polizia (solo qualcuno impugnava dei grossi fucili per compiere la quotidiana provocazione) e alzato reti metalliche di protezione. Non ce stato nessun incidente. I manifestanti riunitisi in migliaia hanno simbolicamente assediato il Congresso, circoldandolo e girandovi intorno per piu volte. Poi spazio ai leaders della confederazioni dei lavoratori e dei disoccupati, che dal palco hanno urlato la loro soddisfazione per la liberazione di un piquetero di Neuquen, rimasto in carcere dopo l'arresto per 45 giorni.
Prima che la manifestazione si sciogliesse sono volate parole grosse: "E l'ora della lotta popolare, e arrivato il momento di occupare tutte le fabbriche, ci dicono che con i militari la democrazia sarebbe in pericolo, ora la democrazia e in pericolo perche Duhalde non se ne va."

Il Governo di Duhalde continua una serratissima trattativa con le Provincie, il FMI, gli USA, alla ricerca di appoggio politico, prestiti e denaro fresco.
Non c'č istituzione a cui il governo si rivolga tendendogli una mano che il giorno dopo non sia contestata duramente dalla protesta. Le case di ministri e deputati sono ogni giorno teatro di escraches, proteste davanti alle abitazioni in segno di ripudio.
Intanto ieri la polizia e tornata a reprimere, sparando lacrimogeni e pallottole di gomma su alcune persone che tentavano di saccheggiare un supermercato.
In tutta l'Argentina la rabbia non tende a placarsi, nonostante i mezzi di comunicazione ufficiali qui parlino del fallimento dei cacerolazos e lasciano spazio agli intrighi dei politici.
A Neuquen i lavoratori della fabbrica di Ceramiche Zanon lottano per essere reincorporati tutti e non una minima parte come vorrebbero i padroni. In questi giorni e salita la tensione anche tra i lavoratori di una delle multinazionali europee che e venuta anni fa in Argentina e al momento giusto ha portato via i soldi, licenziato, e arrivata ad un passo dalla chisura: la Serenisima-Danone.
I lavoratori in lotta stanno porvando ad ottenere la loro reincorporazione e non hanno intenzione di chinare il capo davanti alla proprietā francese nč davanti alle autorita locali.

Il vostro inviato a Buenos Aires,
garabombo
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