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Non mi lasciano nemmeno andare in bagno!

16 marzo 2002

Non preoccupatevi, Garabombo va al cesso regolarmente, sono altri a soffrire.

Giornali e televisioni ne parlano come un fenomeno da crónica amarilla (un misto tra affari legati alla politica interna, intrighi vari e cronaca rosa). In realtà, per una societá che da poco ha ripreso ad alzare la testa davanti a chi la pilotava come una marionetta, puó essere considerata una forte manifestazione politica.
Tutto parte da un gruppo di uomini e donne argentine i quali furono da bambini o neonati strappati dal ventre materno e "affidati" a generali e ufficiali che governavano il paese. Ad una certa etá hanno scoperto che i loro genitori erano altri, e coloro i quali avevano chiamato per anni mamma e papá invece erano assassini con il gusto di privare perfino dei propri figli le giovani madri e i giovanni padri che gli si opponevano. Quando la menzogna é venuta a galla gli hijos si sono riuniti e e ribellati, ripudiando chi li aveva sequestrati. Hanno cominciato ad individuare tali criminali e a tappezzare le porte e le finestre dei loro palazzi con volantini e manifesti del tutto espliciti e corretti: "Qui abita un genocida" per esempio.
La gente che passava per quelle strade cominciava cosí a riconoscere i palazzi, le case, le stanze, poi i volti e i corpi di tanti tra quelli che negli anni della dittatura hanno ucciso, represso, sequestrato, fatto volare o scappare migliaia di argentini.

La pratica dell'individuare le case private dei generali e renderle luogo di pubblico ripudio é seguita fino ad arrivare ad oggi, per colpire i politici corrotti, gli ex presidenti, i giudici venduti della Corte Suprema, insomma gran parte di quella classe politica istituzionale che ben guidata da attenti "ïnvestitori" stranieri hanno ridotto un paese potenzialmente straricco ad una terra di prigionieri liberi.
L'ex presidente della Repubblica Argentina De La Rua deve mandare in macchina il proprio segretario personale a prendere gli ospiti di una cena in casa perché teme manifestazioni di protesta. La moglie dell'ex presidente Menem (anni '90) é stata fischiata perfino ad un festival musicale a Mar del Plata. La residenza presidenziale di Olivos (Buneos Aires) dove alloggia anche l'attuale presidente Duhalde é circondata da croci mortuarie e cartelli con su scritto "vendesi". Il ministro dell'economia Carlos Ruckauff é stato oggetto di una pesante contestazione all'interno di un aereo che lo riportava in Argentina; gli stewards del volo sono dovuti intervenire per evitare che la situazione degenerasse. Diversi poltici vengono contestati quotidianamente, insultati all'interno dei ristoranti della capitale. Basti pensare che i propietari di quei ristoranti che si trovano nei pressi della Casa Rosada, sede delle attività politiche nazionali in Buenos Aires, preferiscono che i deputati restino alla larga, nonostante il portafoglio starcolmo, visto che in piú di una occasione hanno visto svuotarsi i propri saloni all'arrivo di un cliente riconosciuto e pubblicamente contestato. Insomma c'é chi non puó uscire di casa se non scortato, camuffato, ben nascosto. Ristoranti, viaggi, compere e grandi cenoni gli sono se non impediti almeno resi particolarmente difficili.
Una amica argentina mi dice "devono rimanere chiusi in casa con tutto il denaro che ci hanno rubato".
"Senza denaro ancora meglio", le dico.
"No, no, con tutto il denaro. Tanto quello non ce lo ridanno e poi non c'é cosa peggiore di restare intrappolato in casa immobile, senza poter spendere e far straripare pubblicamente i propri bigliettoni. Chiusi in casa, meglio cosí!"

Il vostro inviato a Buenos Aires,
garabombo

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