Internattiva
Dossier


11 marzo 2002
Argentina



20 ottobre 2001
Kazakistan




IMC Italy

Inventati
 

 

 



Sprazzi di giustizia

13 marzo 2002

La giudice Servini sta diventando lo spauracchio di repressori e corrotti.
Parte della classe política e delle istituzioni bancarie chiamate a giudizio davanti ai giudici e davanti alla società argentina che reclama con forza juicio y castigo.

Cacerolazos, blocchi stradali, sparatorie in strada, repressione, depositi bloccati in banca: la società argentina reclama "juicio y castigo".
Sono le parole d'ordine di qualsiasi rivendicazione política, economica, sociale. Negli ultimi 30 anni l'ingiustizia e l'impunità hanno regnato sovrane e truffatori, corrotti, assassini e repressori sono restati tranquilli al loro posto senza dover sopportare nemmeno l'ombra di un giudizio; anzi molti sono stati riciclati dal sistema istituzionale e reinseriti nel prorpio ingranaggio malefico.
Negli ultimi giorni però si intravedono alcuni spiragli per un cambiamento sia per quanto riguarda la durissima repressione del 20 dicembre sia per quanto riguarda gli illeciti degli istituti bancari nazionali e internazionali.

E' stato diffuso un video inedito girato all'interno del banco HSBC da una telecamera a circuito chiuso: il 20 dicembre durante gli scontri di piazza alcuni manifestanti cominciarono a tirare pietre cotro le vetrate del palazzo della HSBC dove si erano rifugiati alcuni poliziotti. Dall'interno del banco i poliziotti e alcune guardie private hanno risposto sparando 58 proiettili verso i manifestanti.
> Uno di questi, Gustavo Benedetto, è stato colpito mortalmente mentre scappava dai gas lacrimogeni in Avenida de Mayo. E' morto sul colpo. Il video mostra come i poliziotti e gli agenti di sicurezza del banco abbiano agito di comune accordo, sparando a raffica (e non in aria come avevano dichiarato più volte), guidati da un tenente colonnello ormai ritiratosi dalla sua simpatica attività, Jorge Varando. Lo stesso Varando era un repressore durante gli anni della dittatura militare, e faceva parte del distaccamento 103 dell'Inteligencia del Ejercito, a Buenos Aires.
La fine il video riprende i pistoleri che si affannano nel raccogliere i bossoli, rimasti per terra, dopo essersi resi conto di aver sparato sul mucchio colpendo mortalmente un giovane.
Varando è stato già arrestato e le indagini continueranno con una perizia balistica e il sequestro delle altre armi che spararono quel giorno, in diversi già tremano.
Per concludere il capitolo 20 dicembre, anche nomi eccellenti sono conivolti nelle indagini che tendono a chiarire le responsabilità politiche di quell'incontrollata azione repressiva.
La giudice Servini de Cubría ha chiamato a deporre più volte Mathov, capo della sicurezza interna in quei giorni, e poi ha confermato il suo arresto. "Ha lasciato fare. Non si è opposto ad una operazione pianificata che ha visto sparare pallottole all'impazzata quel giorno". L'accusa risuona molto grave. Mathov ha però scaricato gran parte delle responsabilità sull'ex presidente Fernando De La Rua, che in una ridicola e affanosa autodifesa ha sempre dichiarato di non essere stato al corrente di cosa stesse accadendo in quelle ore; era all'oscuro di tutto quando in televisione trasmettevano le immaggini in diretta da Plaza de Mayo!
Sullo stesso De La Rua sono piovute altre accuse: colui che oggi è il sottosegretario alla Gestione delle produzioni culturali della città di Buenos Aires ha dichiarato che il 19 e il 20 dicembre il governo argentino aveva ripetutamente prodotto forti pressioni affinchè la televisione non mandasse in onda le immaggini delle manifestazioni.
< "Los ordenes eran impedir que se trasmitieran las imágenes de la gente en Plaza de Mayo". Il Governo in realtà aveva preparato un decreto, facendo leva sull'allora vigente stato d' assedio, che prevedeva che né la televisione pubblica né quella via cavo potessero trasmettere alcunchè. Qualano, responsabile di una spcie di commissione che vigilava sulle telecomunicazioni argentine si oppose a tale ipotesi ricordando a tutti che un provvedimento simile era stato preso solamente dai militari in occasione della disastrosa campagna militare alle isole Malvinas.
La paura dell'allora governo De La Rua era che ancora più gente sarebbe accorsa in Plaza de Mayo: una giustificazione possibile... richiamati dai morti? Attirati dai proiettili?
Curiosi di vedere le Madres de Plaza de Mayo caricate dalla polizia a cavallo? No, la gente non doveva vedere, non avrebbe dovuto realizzare attraverso quelle terribili immagini la gravità dell'accaduto. Questa è una giustificazione relamente possibile.
Quel che è certo è che De La Rua sarà chiamato dalla giuduce Servini e per lui si aprono le porte di un possibile processo. Con il tempo tutti i responsabili politici e materiali di quella giornata chiusasi nel lutto sono passati o passeranno per la camera della Servini, oggi vero e prorpio spauracchio anche dei bancari...

Già perchè in argentina c'è chi uccide sparando ma c'è anche chi uccide truffando, rubando, speculando sulla povertà altrui.
Rolem, bancario simbolo legato al potere político di Carlos Menem, è stato recentemente accusato di essere "l'organizzatore di una associazione illecita che ha creato un danno al sistema finanziario nazionale e all'economia in generale" (notizie filtrate dal palazzo di giustizia). Per lui è scattato il carcere preventivo e il sequestro dei beni per oltre 200 miliardi; sono ovviamente molti di più quelli su cui la magistratura sta indagando.
Il provvedimento di carcere preventivo risulta una vera sorpresa visto che non veniva applicato ai danni di un bancario da più di 10 anni. E forse non è un caso.
La giudice Servini dunque sembra aver intrapreso la strada giusta per far luce all'interno del densissimo arcipelago di imprese e aziendine, tutte "fantasma", create per facilitare movimenti di denaro, ricavato dalla fuga di capitali all'estero e dall'evasione fiscale.
La frode fiscale e la sovversione economica hanno contribuito in Argentina al "desastre del sistema economico" e la gente reclama per i responsabili "juicio y castigo".

Una settimana fa anche il giudice istruttorio Mariano Bergis ha citato a giudizio l' intero direttivo di diverse banche: Boston, Scotia, Rio.

Queste banche straniere dovranno rispondere alla domanda del giudice: al momento dell'istituzione del corralito (28/11) c'era denaro nelle casse delle banche? E nel caso contrario come si spiega la mancanza di liquidità?
La tesi del giudice sarebbe una "conduzione irregolare dei conti bancari a cavallo del giorno dell'applicazione del corralito" (il generale blocco dei fondi nelle casse delle banche che non avrebbe interessato però alcuni istituti bancari, forse salvati da una soffiata governativa).

Insomma al di là dei casi particolari si comincia ad indagare su come le grosse istituzioni bancarie (la maggioranza delle straniere) abbiano speculato sul blocco dei fondi, portato via capitali prima che venissero bloccati dal governo, gestito irregolarmente diverse operazioni che tirano in ballo milioni di dollari. Mica male!

garabombo

torna all'indice

no ©opyright InternAttiva
Tutti i materiali presenti sul sito sono protetti da licenza FDL, salvo diversamente indicato dall'autore.
Tutti i materiali presenti sul sito sono da considerarsi interamente invariabili, come specificato nella licenza, salvo diversamente specificato dall'autore.
All content is protected by FDL license, unless otherwise noted by the author.
All content is to be considered entirely invariant, as per license definition, unless otherwise noted by the author.