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dall'articolo " Operazione limpida " de Il Resto del Carlino" del 19 agosto 2006

L'assessore Libero Mancuso dice: " Per la prima volta, credo, sono stati liberati appartamenti che avevano già un titolare legittimo ."

Mancuso svela così l'inconsistenza di tutte le promesse di assegnazione immediata degli alloggi sgomberati fino ad oggi. Il movimento bolognese per il diritto alla casa ha da sempre denunciato la vergognosa pratica del comune di sgomberare con la forza gli appartamenti occupati per riconsegnarli al degrado dell'abbandono, costringendo i cittadini a rivolgersi ad un mercato privato dai prezzi esorbitanti, che naviga nella più assoluta illegalità

Quando gli si chiede se ci sarà un dialogo con gli occupanti Mancuso ribatte che " non si può farlo con chi ricorre all'illegalità "

Come ex magistrato dovrebbe essere a conoscenza di alcune sentenze del tribunale di Trieste che assolvono gli imputati di occupazione perché il fatto non costituisce reato. Secondo queste sentenze occupare immobili abbandonati e degradati quando si è in uno stato di necessità è espressione del percorso individuale per affrancarsi dalla sofferenza e dal bisogno e per questo l'atto non può essere considerato illegale, ma rientra tra i diritti dell'uomo salvaguardati dalle istituzioni. È facile parlare di legalità come concetto supremo, al di sopra di tutto e tutti senza ricercare un riscontro reale con le dinamiche della giustizia sociale. Se qualche migliaio sono gli sfratti e gli sgomberi che interesseranno questa città allora deve esserci sotto un problema sociale diffuso e grave che a quanto pare non trova soluzione. E che soluzione vogliamo che sia lo sfratto coatto. Ricordiamo ai legalisti che il diritto alla casa è sancito dalla costituzione italiana e dai trattati sui diritti fondamentali dell'uomo che l'Italia ha ratificato. Le istituzioni hanno il dovere di garantire e proteggere questi diritti fondamentali. A questo punto ci chiediamo in quale territorio di legalità si pone chi non può permettersi un affitto equo e impossibilitato a rientrare nelle liste di assegnazione degli alloggi pubblici (o già in lista ma da anni in attesa) e occupa temporaneamente un alloggio miseramente abbandonato; rispetto a chi invece dall'altro lato lascia nel degrado centinaia di alloggi pubblici (favorendo il mercato privato) e risolve il problema abitativo con la forza sbattendo per strada centinaia di persone senza aprire un dialogo o proporre alternative.

 

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