Appendice – I simboli dell’Anarchia                                          

1) Qual è la storia della bandiera nera ?
2) Perché la bandiera rossonera ?
3) Da dove proviene la A cerchiata ?


Introduzione

L’Anarchismo ha sempre deliberatamente rappresentato un’ampia e a volte vaga piattaforma politica. Il motivo è valido; i progetti dettagliati creano rigidi dogmi e soffocano lo spirito creativo della rivolta. In base alle stesse linee e confrontandosi con gli stessi problemi, gli Anarchici hanno rifiutato l’autorità “imposta” che si trova in molti gruppi politici di sinistra. Anche per questo il motivo è valido; la guida basata sull’autorità è di conseguenza gerarchica. Sembra logico, dal momento che gli Anarchici/e hanno scartato tutto quello che era statico che scartassero anche l’importanza di simboli e icone.

Mentre questa può essere una spiegazione del motivo per il quale l’origine dei simboli anarchici è vaga e inconcludente, il fatto è che gli Anarchici/e hanno usato il simbolismo nella loro rivolta contro lo Stato e il Capitale non solo la bandiera nera, ma anche la A cerchiata e la bandiera rossonera. Le A cerchiate sono disegnate con lo spray sui muri e sotto i ponti in tutto il mondo; i punk le esibiscono sui loro giubbotti e le scarabocchiano nel cemento fresco. Le bandiere nere e rossonere sono risorte in Russia e nell’ Europa orientale dopo la caduta del socialismo e continuano a sventolare nella maggior parte del mondo.

Perciò, il movimento anarchico ha diversi simboli associati ad esso. Quelli più famosi sono la A cerchiata, la bandiera nera e la bandiera rossonera. Questa appendice cerca di tracciare la storia di questi simboli. Ironicamente, l’unico simbolo tra quelli originari anarchici era la bandiera rossa (infatti, come rilevano gli storici anarchici Nicolas Walter e Heiner Becker, “Kropotkin preferì sempre la bandiera rossa”. [Peter Kropotkin, Act for Yourselves, p. 128]). Questo non è sorprendente perché l’anarchismo è una forma di socialismo ed ebbe origine dai principali movimenti socialisti e operai. Radici comuni dovrebbero sottindendere un comune immaginario. Tuttavia, siccome la corrente principale del socialismo si sviluppò nel XIX secolo sia come socialdemocrazia riformista sia come socialismo di Stato dei marxisti rivoluzionari, gli anarchici elaborarono proprie immagini di rivolta, cominciando dalla Bandiera Nera.

In questa appendice presentiamo una breve storia dei simboli più famosi, cioè la bandiera Nera e RossoNera così come la A cerchiata. Desideriamo far notare che questa appendice è basata sul saggio di Jason Wehling del 1995, Anarchism and the History of the Black Flag. Inutile dire che questa appendice non si occupa di tutti i simboli anarchici. Ad esempio, recentemente la bandiera rossonera è stata completata dalla bandiera verdenera dell’ecoanarchismo. Altri simboli popolari includono il “Wildcat” ispirato dalla IWW, la Rosa Nera e l’ironica “piccola bomba nera” (tra gli altri). Tuttavia, qui i concentriamo sui tre più famosi.

1) Qual è la storia della Bandiera Nera ?

Esistono ampi resoconti dell’uso della bandiera nera da parte degli anarchici/e. Probabilmente, il più famoso uso fu quello dei sostenitori di Nestor Makhno durante la Rivoluzione Russa. Sotto il vessillo nero, il suo esercito fece ritirare una dozzina di eserciti e liberò una gran parte dell’Ucraina per un paio di anni (vedi History of the Maknovist Movement di Peter Arshinov per maggiori dettagli su questo importante movimento). Sulla bandiera nera fu ricamato “Libertà o Morte” e “la Terra ai Contadini, le Officine agli Operai”. [Peter Marshall, Demanding the Impossible, p. 475]. Nel 1910 Emiliano Zapata, il rivoluzionario messicano, usò una bandiera nera con un teschio e le ossa incrociate e la Vergine – aveva anche il motto “Terra e Libertà” (“Tierra y Libertad”). Nel 1925, gli anarchici giapponesi crearono la Black Youth League e nel 1945, quando si ricostituì la federazione anarchica, il loro giornale venne chiamato Kurohata (Bandiera Nera) [Op. Cit. p.525-6]. In epoca più recente, gli studenti parigini sventolarono bandiere nere (e rosse) durante lo sciopero generale del 1968 così come, nello stesso anno, accadde alla convenzione nazionale dell’ America Students for a Democratic Society. Circa nello stesso periodo, iniziò le pubblicazioni in Inghilterra la rivista Black Flag, tuttora esistente. Oggigiorno, se andate a qualsiasi importante manifestazione vedrete la bandiera nera sventolata dagli anarchici/e presenti.

Ma la bandiera nera anarchica ha origini più lontane di queste. La prima testimonianza non è nota. Sembra che il merito della prima volta debba essere attribuito a Louise Michel, famosa partecipante della Comune di Parigi del 1871. Secondo lo storico anarchico George Woodcock, Michel sventolò la bandiera nera il 9 marzo 1883, durante una manifestazione dei disoccupati a Parigi. La manifestazione all’aperto venne interrotta dalla polizia e circa 500 manifestanti, con Michel in testa che sventolava una bandiera nera e urlava “Pane, lavoro o comando!”, marciò lungo boulevard Saint Germain. La folla saccheggiò tre forni prima di venire attaccata dalla polizia. Michel venne arrestata e condannata a sei anni di isolamento in carcere. Dietro pressione dell’opinione pubblica venne concessa l’amnistia. [George Woodcock, Anarchism, pp. 251-2]. Tuttavia, gli anarchici usarono le bandiere  rossonere alcuni anni prima (vedi prossima sezione), così l’uso da parte di Michel del colore nero non fu senza precedenti.

Non molto tempo dopo il simbolo nero prese la strada dell’America. Paul Avrich riferisce che il 27 novembre 1884 la bandiera nera venne mostrata a Chicago ad una manifestazione anarchica. Secondo Avrich, August Spies, uno dei famosi martiri di Haymarket “notò che quella era la prima occasione nella quale [la bandiera nera] aveva sventolato sul suolo americano.” [Paul Avrich, The Haymarket Tragedy, pp. 144-145].

Su di un versante più triste, il 13 febbraio 1921 segna la fine delle bandiere nere nella Russia dei Soviet. Quel giorno ebbe luogo il funerale di Peter Kropotkin a Mosca. Grandi moltitudini di gente la cui marcia si snodava per miglia sventolarono bandiere nere che recitavano “Dove c’è autorità non c’è libertà”. [Paul Avrich, The Anarchists in the Russian Revolution, p. 26]. Sembra che in Russia la bandiera nera non sia comparsa fino alla nascita del movimento Chemoe Zhania (“vessillo nero”) nel 1905. Soltanto una settimana dopo la marcia per il funerale di Kropotkin, la ribellione di Kronstadt venne annientata e l’anarchismo cancellato dalla Russia per sempre.

Mentre gli eventi sopra citati sono abbastanza ben conosciuti, così come sono stati descritti,  resta oscura l’esatta origine della bandiera nera. E’ noto che un gran numero di gruppi anarchici nei primi anni del 1880 utilizzarono nomi associati al colore nero. Nel luglio 1881, a Londra venne fondata The Black International (l’Internazionale Nera). Questo fu un tentativo di riorganizzare la componente anarchica della Prima Internazionale da poco scomparsa. [George Woodcock, Op. Cit., 212-4]. Nell’ottobre 1881 a Chicago nacque per il nord America L’International Working People’s Association. Questa organizzazione era conosciuta come Black International ed era affiliata all’omonima inglese. [Clifford Harper, Anarchy: A Graphic Guide, p. 76, Woodcock, Op. Cit., p. 393]. Queste due conferenze vennero immediatamente seguite dalla manifestazione di Michel (1883) e dalle bandiere nere di Chicago (1884).

Consolidando ulteriormente questo periodo (inizio anni 1880) segnaliamo la breve comparsa di una pubblicazione anarchica francese “Le Drapeau Noir” ("La Bandiera Nera"). Secondo Roderick Kedward, questo giornale Anarchico esistette per pochi anni precedenti l’ottobre 1882, quando una bomba venne fatta esplodere in un caffè di Lione. [The Anarchists: the men who shocked an era, p. 35]. Sostenendo questa teoria, Avrich dichiara che nel 1884 la bandiera nera “era il nuovo simbolo degli anarchici/e”. [Paul Avrich, The Haymarket Tragedy, p. 144]. In accordo con lui, Murray Bookchin afferma, parlando del movimento anarchico spagnolo nel giugno 1870, che “negli anni successivi gli anarchici adottarono la bandiera nera”. [Murray Bookchin, The Spanish Anarchists, p. 57]. In quell’epoca gli anarchici usavano largamente la bandiera rossa. Appare evidente che questo è il periodo in cui la bandiera nera si unisce al movimento anarchico.

Tuttavia, l’uso della bandiera rossa non scomparve del tutto. Perciò troviamo Kropotkin che mentre lavora a Words of a Rebel [pubblicato nel 1885, ma scritto tra il 1880 e il 1882] parla di “gruppi anarchici...che alzano la bandiera rossa della rivoluzione”. Come rileva Woodcock, “la bandiera nera non era universalmente accettata dagli anarchici in  quel periodo. Molti, come Kropotkin, pensavano a se stessi come a dei socialisti e alla bandiera rossa come appartenente a loro”  [Words of a Rebel, p. 75, p.225]. Inoltre, gli anarchici/e di Chicago continuarono ad usare sia la bandiera nera sia quella rossa per tutti gli anni ’80 (1880). Allo stesso modo, troviamo, Louise Michel che afferma:

    “quanta gente in collera, quanti giovani saranno con noi  quando i vessilli rossi e neri ondeggeranno nel vento della collera! Quale ondata ci sarà             quando i vessilli rossi e neri si leveranno sulle rovine [della società capitalista]!

    Il vessillo rosso, che ha sempre rappresentato la libertà, spaventa i carnefici perché è rosso come il nostro sangue. La bandiera nera con strati di                 sangue  su di essa, proveniente da coloro che vollero vivere lavorando o morire combattendo, spaventa coloro che vogliono vivere a spese del lavoro         degli altri. Questi vessilli rossi e neri ondeggiano sopra di noi piangendo i nostri morti e ondeggiano sopra le nostre speranze per l’alba che sta                 sorgendo.” [The Red Virgin: Memoirs of Louise Michel, pp. 193-4]
   
Gli anarchici/e francesi portarono tre bandiere rosse sia al funerale della madre di Louise Michel nel 1885 sia al funerale della stessa Louise nel 1905 [Op. Cit. p. 183 e p. 201]. Tuttavia, per molto tempo gli anarchici usarono entrambe le bandiere, la rossa e la nera, come proprio simbolo.

La tendenza generale a lasciare la bandiera rossa per la bandiera nera deve essere analizzato nel contesto storico. Nell’ultima parte degli anni ’70 (1870) e negli anni ’80 (1880) il movimento socialista cambiò. La democrazia sociale marxista divenne la tendenza dominante, il socialismo libertario subì una fase di declino in molte aree. Di conseguenza la bandiera rossa venne sempre di più accostata alla componente autoritaria e statista (e sempre più riformista) del movimento socialista. Per distinguersi dagli altri socialisti, l’uso della bandiera nera aveva una perfetta logica. Non soltanto divenne il riconosciuto simbolo della rivolta operaia, condivise l’origine stessa della rivolta di Lione del 1831 [Bookchin, The Third Revolution, vol. 2, p. 65]. Dopo la Rivoluzione Russa e il suo scivolare verso la dittatura (prima con Lenin, poi con Stalin) l’uso anarchico della bandiera rossa diminuì perché non venne più associata “alla libertà” ma ai Partiti Comunisti o al più alla social democrazia burocratica, riformista e autoritaria. Gli anarchici avrebbero ancora usato il rosso nelle loro bandiere, ma soltanto unito al nero (vedi prossima sezione). In questo modo non avrebbero associato se stessi alla tirannia dell’Unione Sovietica.

Sembra che riuscire a capire quando fu fatto il collegamento sia più facile che scoprire perché venne scelto il colore nero. Il Chicago Alarm che aveva notizie direttamente dalle fonti, affermò che  la bandiera nera era “il terribile simbolo della fame, della miseria e della morte” [Paul Avrich, The Haymarket Tragedy, p. 144]. Bookchin afferma che la bandiera nera è “il pauroso simbolo della miseria dei lavoratori così come espressione della loro rabbia e della loro amarezza”. [Op. Cit. p. 57]. Lo storico Bruce C. Nelson nota che la Bandiera Nera era considerata “l’emblema della rabbia” quando venne spiegata a Chicago nel 1884 [Beyond the Martyrs: A Social History of Chicago’s Anarchists, p.141, p. 150]. Louise Michel sosteneva che “la bandiera nera è la bandiera degli scioperi e di chi è arrabbiato” [Op. Cit., p. 168].

Sulle stesse linee, Albert Meltzer sostiene che il legame tra la bandiera nera e la rivolta della classe lavoratrice “nacque a Reims [Francia] nel 1831 (“Lavoro o Morte”) durante una manifestazione di disoccupati” [Alfred Metzer, The Anarcho-Quiz Book, p.4]. Infatti egli sostiene che il legame si consolidò durante l’azione di Michel del 1833. I legami tra rivolte francesi e anarchismo sono anche più forti. Come riferisce Murray Bookchin, “nel 1831 gli artigiani della seta insorsero armati per ottenere una tariffa o un contratto migliori dai commercianti. Per un breve periodo ebbero il controllo della città, sotto le bandiere rossonere, il che rese la loro insurrezione un evento memorabile nella storia dei simboli rivoluzionari. L’uso da parte loro della parola mutualisme per evidenziare la disposizione associativa della società che desideravano fece dell’insurrezione un evento memorabile nella storia dell’anarchismo anche passato, da quando Proudhon sembra abbia preso da loro il termine durante la sua lunga permanenza nella città nel 1843-4.” [The Third Revolution, vol. 2, p. 157].

Lo stesso Kropotkin afferma che l’uso continuò nel movimento operaio francese dopo questa insurrezione. Egli rileva che i lavoratori di Parigi “sventolarono nel giugno (1848) la loro bandiera nera di ‘Pane o Lavoro’” [Act for Yourselves, p. 100].

L’uso della bandiera nera da parte degli anarchici/e, quindi, è un’espressione delle loro origini e lotte nel movimento operaio europeo, particolarmente in Francia. L’adozione anarchica della bandiera nera da parte del movimento anarchico, negli anni 1880, rispecchia il suo uso come “simbolo tradizionale di fame, povertà e disperazione” e veniva “sventolata nelle sommosse popolari in Europa come segno di non capitolazione e di lotta senza quartiere” [Walter and Becker, Act for Yourselves, p.128].

Questo non deve sorprendere considerando la politica anarchica. Come gli anarchici/e basano le loro idee sull’attività odierna della classe operaia, dovrebbero anche basare i loro simboli su quelli sorti da tale attività. Per esempio, Proudhon oltre che adottare il termine “mutualismo” dai lavoratori radicali argomentò che “le associazioni cooperative operaie erano state create spontaneamente a Parigi e Lione, senza incoraggiamento e senza capitale…la prova di ciò (il mutualismo, l’organizzazione del credito e del lavoro) è nella pratica, la pratica rivoluzionaria.” Egli considera le proprie idee un’espressione dell’attività autogestita della classe operaia. [No Gods, No Masters, vol. 1, pp. 59-60]. Infatti, secondo K. Steven Vincent c’era “una stretta somiglianza tra l’idea associativa di Proudhon…e il programma dei Mutualisti di Lione” e c’era “una straordinaria convergenza (di idee), ed è verosimile che Proudhon sia stato in grado di articolare il suo programma in maniera più coerente grazie all’esempio dei lavoratori della seta di Lione. L’ideale socialista che prese a campione era stato già realizzato, fino a un certo punto, da quei lavoratori.” [Pierre - Joseph Proudhon and  the Rise of French Republican Socialism, p.164]. Altri anarchici avevano svolto simili argomentazioni sull’anarchismo come espressione di tendenze già presenti dentro la società e nella lotta della classe operaia (per Kropotkin vedi sezione J.5) e così l’uso di un tradizionale simbolo operaio sarebbe una naturale espressione di questo aspetto dell’anarchismo.

Allo stesso modo, forse, fu la frase di Louise Michel che la bandiera nera “la bandiera degli scioperanti” che potrebbe spiegare la denominazione della Black International fondata nel 1881 (e l’uso crescente della bandiera nera nei circoli anarchici nei primi anni del 1880). Intorno al periodo della fondazione (dell’Internazionale) Kropotkin espresse l’idea che tale organizzazione dovesse essere “un’Internazionale degli Scioperanti” (Internationale Greviste) - un’organizzazione di resistenza, di scioperi” [Kropotkin, citato da Martin. A. Miller, Kropotkin, P. 47]. Nel dicembre 1881 parlò della ripresa dell’International Workers Association (Associazione Internazionale dei Lavoratori”) come di un’Internazionale degli Scioperanti perché per essere “capace di fare la rivoluzione, la massa dei lavoratori dovrà organizzarsi. Resistenza e scioperi sono ottimi metodi per farlo.”  Sottolineò che “lo sciopero sviluppa il senso di solidarietà” e disse che la Prima Internazionale “nacque dagli scioperi; essa fu soprattutto un’organizzazione di scioperanti”. [citato da Caroline Cahm, Kropotkin and the Rise of Revolutionary Anarchism, 1872-1866, p. 255 e pag. 256]. Una “Internazionale degli Scioperanti” avrebbe bisogno di una bandiera degli scioperi e in questo modo, forse, la Black International prese il proprio nome.

Mentre l’idea di una “Internazionale degli Scioperanti” era, come la stessa Black International, un progetto fallito in partenza, gli anarchici/e sostennero e ed incoraggiarono gli scioperi in quel periodo. E’ possibile, anche se non completamente dimostrato, che l’Internazionale Nera e l’uso della Bandiera nera in parte nacquero a causa delle idee e  degli articoli di Kropotkin. Questo ben si adatta all’uso della Bandiera Nera da parte dell’anarchismo come simbolo della resistenza dei lavoratori, un ‘espressione politica di quella resistenza.

Ma ci sono altre possibilità.

Il nero è un colore molto potente o un anti colore. Gli anni 1880 furono un periodo di lotta anarchica estrema. L’Internazionale Nera vide l’introduzione della “propaganda del fatto” come piattaforma anarchica.

Il nero è stato storicamente associato al sangue - in particolare sangue rinsecchito – come la bandiera rossa (come disse Louise Michel, nel 1871 “a Lione, Marsiglia, Narbonne, tutti avevano la propria Comune e come le nostre (a Parigi) anche le loro bandiere erano sommerse nel sangue dei rivoluzionari. Questa è la ragione delle nostre bandiere rosse. Perché i nostri vessilli rossi spaventano così terribilmente quelle persone che hanno provocato il loro essere di colore rosso? [Louise Michel, Op. Cit., p.65]. Così, mentre il colore rosso è legato alla ribellione della classe operaia era anche un simbolo del nichilismo di quel periodo (un nichilismo generato dalla carneficina di massa, ad opera della classe dirigente, dei Comunardi dopo la caduta della Comune di Parigi nel 1871).

E’ questa carneficina dei Comunardi che segna probabilmente anche l’uso della Bandiera Nera da parte degli anarchici. Il nero è “il colore del lutto [almeno nelle culture occidentali], simboleggia il nostro lutto per i/le compagni/e morti, coloro la cui vita è stata strappata dalla guerra, sul campo di battaglia (tra stati) o nelle strade o nei cordoni di scioperanti (tra classi)”. [Chico, “letters”, Freedom, vol.48, No. 12, p.10]. Considerati i 25.000 morti della Comune, molti tra loro anarchici/e e socialisti libertari, l’uso della Bandiera Nera da parte degli anarchici avrebbe un senso logico dopo questo evento. Anche Sandino, il socialista libertario del Nicaragua, (l’uso del colore rossonero da parte sua verrà affrontato nella prossima sezione) disse che il nero rappresentava il lutto. (“Rosso per la libertà; nero per il lutto e il teschio per la lotta fino alla morte” [Donald C. Hodges, Sandino’s Communism, p.24].

Esiste anche un possibile fondamento psicologico dietro l’uso del colore nero. Un altro motivo per il quale gli anarchici/e si rivolsero al colore nero è la sua natura di segno di “negazione”. Molti di coloro che hanno scritto sulla Bandiera Nera hanno evidenziato questo aspetto, per esempio Howard J. Ehrlich afferma che il nero è “un’ombra di negazione. La bandiera nera è la negazione di tutte le bandiere.” [Reinventing Anarchy, Again, p.31]. Come segno di negazione, la bandiera nera si adatta perfettamente ad alcune idee di Bakunin. – in particolare le sue teorie sul progresso. Influenzato da Hegel, Bakunin accettò il metodo dialettico di Hegel ma sottolineò sempre che il lato negativo era la ragione della forza dentro di esso. (vedi per i dettagli l’introduzione di Robert M. Culter a The Basic Bakunin). Così definisce il progresso come la negazione della posizione iniziale (ad esempio in God and the State, afferma che “ogni sviluppo sottintende la negazione del suo punto di partenza” [p. 48]). Quale migliore simbolo per individuare il movimento anarchico di quello che è la negazione di tutte le altre bandiere, questa negazione che rappresenta il movimento in una più alta forma di vita sociale ? Così, la bandiera nera dovrebbe rappresentare la negazione della società esistente , di tutti gli stati esistenti e così preparare il terreno per una nuova società, per una società libera. Tuttavia non possiamo sapere se questo fu un fattore nell’adozione della bandiera nera o solo una  coincidenza.

Esiste anche un interessante collegamento tra la bandiera nera e i pirati. C’è una notizia non confermata secondo la quale Louise Michel, mentre guidava il battaglione femminile nella Comune di Parigi del 1871, potrebbe avere sventolato il teschio e le ossa incrociate. Ma il collegamento potrebbe andare più lontano. I pirati erano noti come ribelli, spiriti liberi, e spesso spietati assassini. Mentre i pirati variavano molto, tanti ebbero un Capitano eletto per la nave pirata. In alcuni casi il capitano non era un uomo, molto inusuale a quell’epoca. Lui o lei era “soggetto a revoca immediata” e la vita a bordo di una nave pirata era certamente più democratica della vita sulle navi militari inglesi, americane o francesi, tralasciando le navi mercantili.

Per i pirati, la bandiera nera era un simbolo di morte; un lasciapassare costituito da un teschio e ossa sul nero. Un segno equivalente a “arrendersi o morire !” diretto a spaventare le loro vittime nel sottometterle senza un combattimento. Agiva pressappoco allo stesso modo degli eserciti di Gengis Khan.

Molti altri adottarono la bandiera nera come segno di “arrendersi o morire”. Un ufficiale dei Condeferati, Quantrill, combattè con la bandiera nera durante la guerra civile americana. Era conosciuto come poco propenso alla pietà verso gli avversari e non si aspettava nessuna pietà in cambio. Anche il generale Santa Anna (che poi sarebbe Santana in spagnolo, se può dirsi) del Messico era un noto “sventolatore” della bandiera nera. La sventolò anche ad Alamo. Accompagnando il vessillo nero, i suoi trombettieri suonavano un motivo chiamato “The Deguello”, che significava “saremo spietati” (Non fate prigionieri). L’uso della bandiera nera fu seguito dagli anarchici/e americani dell’Internazionale Nera. Mentre “nei circoli anarchici venne considerato simbolo di morte, fame e sofferenza” venne anche ritenuto  “essere l’emblema del castigo” e in un corteo di lavoratori a Cincinnati nel 1885 “venne anche riconosciuto come il vessillo dell’intransigenza della classe operaia, come dimostrato dalle parole ‘Senza Pietà’ iscritte su di esso.” [Donald C. Hodges, Sandino’s Communism, p.21 – vedi anche Avrich, Op. Cit. p.82].

Mentre Khan, Quantrill e il Generale Santa Anna non sono collegati strettamente all’anarchismo, per i pirati il discorso è più complicato. Erano considerati ribelli. Ribelli senza uno Stato, debitori di obbedienza a nessun codice eccetto qualsiasi regola improvvisata da loro stessi. Certamente i pirati non erano anarchici in modo cosciente e spesso non si comportavano meglio di barbari.  Ma ciò che è importante è come venivano visti. Il loro simbolo era la personificazione della rivolta e dello spirito senza regole e di rivolta. Erano odiati dalla classe dominante.

Questo era sufficiente a chi moriva di fame ed era disoccupato per raccogliere la bandiera nera della rivolta. Infatti, uno poteva (il condizionale potrebbe suona a mio parere male nella frase) facilmente procurasi un pezzo di stoffa rossa o nera in una rivolta. Era facile ottenere l’occorrente. Occorreva tempo per disegnare un simbolo complicato. Così un’improvvisata bandiera ribelle sventolata in una rivolta doveva probabilmente essere giusto di un solo colore. Da ciò segue che la bandiera nera sventolasse senza teschio e ossa perché era necessariamente improvvisata per una rivolta. Sulla questione della bandiera nera, Howard Ehrlich ha un grande pezzo nel suo libro Reinventing Anarchy, Again. Vale la pena citarlo integralmente:

    “Perché la nostra bandiera è nera? Il nero è una sfumatura di negazione. La bandiera nera è la negazione di tutte le bandiere. E’ una negazione del         concetto di nazione che mette la razza umana contro se stessa e nega l’unità di tutta l’umanità. Il nero è uno stato di rabbia e indignazione contro tutti     i ripugnanti delitti commessi contro l’umanità in nome della fedeltà ad uno Stato o ad un altro. E’ rabbia e indignazione contro l’offesa all’intelligenza     umana implicita nelle pretese, ipocrisie e cavilli a buon mercato dei governi… Il nero è anche il colore del lutto; la bandiera nera che cancella la                 nazione è in lutto anche per i molti milioni di vittime uccise in guerre, esterne e interne, per la gloria e la stabilità di qualche stato cruento. E’ in lutto         per coloro il cui lavoro è rubato (tassato) per pagare il massacro e l’oppressione di altri esseri umani. Piange non solo la morte del corpo ma la                 menomazione dello spirito sotto sistemi autoritari e gerarchici; piange milioni di cellule del cervello oscurate senza nessuna possibilità di illuminare il         mondo. E’ un colore di inconsolabile dolore.

    “Ma il nero è anche bello. E’ un colore di determinazione, di fermezza, di forza, un colore con il quale tutti gli altri sono chiariti e definiti. Il nero è il         mistero che circonda la generazione, della fertilità, il luogo di riproduzione di una nuova vita che si evolve sempre, si rinnova, si ravviva  e riproduce se     stessa nell’oscurità. Il seme nascosto nella terra, lo strano viaggio dello sperma, la crescita segreta dell’embrione nel ventre, il nero circonda e protegge     tutto questo.

    “Così il nero è negazione, è collera, è indignazione, è lutto, è bellezza, è speranza, è l’allevare e il proteggere nuove forme di vita umana e di relazioni         su e con questa terra. La bandiera nera significa tutte queste cose. Siamo orgogliosi di portarla, ci dispiace doverlo fare, e non vediamo l’ora del                 giorno in cui questo simbolo non sarà più necessario.”
[Reinventing Anarchy, Again, pp. 31-2].

2) Perché la bandiera rossonera ?

La bandiera rossonera è stata associata all’anarchismo negli ultimi tempi. Murray Bookchin colloca la nascita di questa bandiera in Spagna:

    “La presenza di bandiere nere insieme a quelle rosse divenne una caratteristica delle manifestazioni anarchiche in Europa e in America. Con la                 creazione della CNT (1910), venne adottata in Spagna un’unica bandiera nella quale il nero e il rosso erano separati in diagonale.” [The Spanish             Anarchists, p.57].

Tuttavia, esiste un’abbondanza di prove che dimostra che la bandiera nera sventolò in altri paesi, in particolare quelli con forti legami con la Spagna (come i paesi Latini). Per esempio, durante i “Due Anni Rossi” in Italia che culminarono con l’occupazione delle fabbriche nel 1920 (vedi sezione A.5.5) la bandiera rossonera venne sventolata dai lavoratori in rivolta [Gwyn A. Williams, Proletarian Order, p. 241]. Allo stesso modo, Augusto Sandino, il combattente del Fronte di Liberazione Nazionale del Nicaragua, venne così tanto ispirato dall’esempio degli anarcosindacalisti durante la rivoluzione del Messico che fondò la bandiera del suo movimento sulle loro bandiere rossonere (la bandiera sandinista è divisa orizzontalmente piuttosto che in diagonale). Come rileva lo storico Donald C. Hodges “la bandiera rossonera di Sandino ha un’origine anarcosindacalista, essendo stata introdotta in Messico dagli immigrati spagnoli.” Non inaspettatamente, quindi, la sua bandiera era considerata “una bandiera dei lavoratori che simboleggiava la loro lotta per la liberazione”. (Hodges si riferisce alla “particolare branca di anarcocomunismo” di Sandino che suggerisce come l’uso della bandiera rappresenti un forte tema libertario nella sua politica). [Intellectual Foundations of the Nicaraguan Revolution, p.49, p.137, p.19]

Nel mondo di lingua inglese l’uso della bandiera rossonera sembra scaturire dalla pubblicità mondiale nata dalla Rivoluzione Spagnola e dalla Guerra Civile nel 1936. Con le informazioni collegate alla CNT-FAI diffuse nel mondo, la familiarità della CNT ispirò anche la diffusione della bandiera nera finchè divenne un simbolo comune anarchico e anarcosindacalista in tutti i paesi.

Per alcuni, la bandiera rossonera è associata più all’anarcosindacalismo che all’anarchismo. Come sostiene Alfred Meltzer, “la bandiera del movimento operaio (non necessariamente solo del socialismo) è rossa. La CNT in Spagna creò il rossonero dell’anarcosindacalismo (anarchismo più movimento operaio)”. [Anarcho-Quiz Book, p.50]. Donald C. Hodges ha un’opinione simile, quando afferma che “sulle insegne della Casa Mondiale dei Lavoratori in Messico[l’unione messicana anarcosindacalista], la striscia rossa rappresentava la lotta economica dei lavoratori contro le classi dei proprietari e il nero la loro lotta insurrezionale.” [Sandino’s Communism, p.22].

Anche George Woodcock pone in rilievo l’origine della bandiera:

    “La bandiera anarcsindacalista in Spagna era nera e rossa, divisa in diagonale. Nei giorni della [Prima] Internazionale gli anarchici, come altre sette     socialiste, portavano la bandiera rossa ma dopo ebbero la tendenza a sostituirla con quella nera. La bandiera rossonera simboleggiava un tentativo di     unire lo spirito dell’anarchia dell’anarchismo successivo con il richiamo di massa dell’Internazionale”. [Anarchism, P. 325]

Tuttavia, esistono precedenti usi documentati della bandiera rossonera, che suggeriscono, forse, che essa venne più riscoperta che inventata dagli anarchici/e spagnoli. Il più antico utilizzo dei colori rossoneri avvenne durante un tentativo insurrezionale italiano nell’agosto 1874. Pur essendo stato un fallimento, alcuni di coloro che furono coinvolti “sfoggiavano la coccarda rossonera anarchica”. Nell’aprile 1877, un simile tentativo di rivolta vide gli anarchici/e entrare nella piccola città di Letino “vestendo coccarde rossonere e portando vessilli dello stesso colore”. Queste azioni aiutarono a “focalizzare l’attenzione nazionale” e “suscitare un’importante attenzione verso l’Internazionale e il suo programma socialista”. [Nunzio Pernicone, Italian Anarchism, 1864-1892 p.93, p.124 e pagg.126-7]. Sia T.R.Ravindranathan [Bakunin and the Italians, p.228] che George Woodcock annotarono lo stesso evento e la stessa bandiera utilizzata. [Anarchism, p.285].

Esiste anche notizia dell’uso della bandiera rossonera da parte degli anarchici/e in Messico, pochi anni dopo. Ad un incontro di protesta anarchico il 14/12/1879 nel Columbus Park di Città del Messico “circa cinquemila persone si radunarono piene di bandiere rossonere, alcune della quali con la scritta ‘La Social, Liga International del Jura’. Un grande striscione nero con la scritta “La Social, Gran Liga International” ricopriva la parte anteriore del palco dell’oratore”.I legami tra movimento anarchico messicano ed europeo erano forti, perchè “il movimento operaio cittadino messicano del XIX secolo manteneva contatti diretti con la sezione del Jura della First International Workingmens’ Association e in un certo momento apertamente affiliata ad essa.“ [John. M. Hart, Anarchism and the Mexican Working Class, 1860-1931, p. 58 e p. 17].

Di conseguenza, non è sorprendente trovare in Messico e in Italia movimenti che usano le stesse bandiere. Entrambi appartenevano alla stessa internazionale anti-autoritaria come la federazione del Jura ed avevano stretti legami con essa. Sia il movimento italiano sia quello messicano erano collegati alla Prima Internazionale e alla sua divisione antiautoritaria. Entrambi, come la Federazione del Jura in Svizzera, erano attivi nell’organizzare il sindacato e gli scioperi. Considerati i chiari legami e i punti in comune tra l’anarchismo collettivista della Prima Internazionale (il cui più famoso patrocinatore fu Bakunin) e l’anarcosindacalismo, non sorprende l’uso di simboli simili. Come afferma Kropotkin “Il sindacalismo non è altro che la rinascita dell’Internazionale – federalista, operaia, latina”. (citato da Martin A. Miller, Kropotkin, p.176). Così, non sarebbe una coincidenza la rinascita dei simboli.

Altri due fattori suggeriscono che la combinazione delle bandiere rosse e nere  fosse un logico sviluppo. Considerato che le bandiere rosse e nere erano associate alla rivolta di Lione del 1831, forse lo sviluppo della bandiera rossonera non è inusuale. Allo stesso modo, considerato che la Bandiera Nera era la “bandiera degli scioperi” (dando credito a Louise Michel - vedi sezione precedente) il suo uso con la bandiera rossa del movimento operaio sembra un naturale sviluppo per un movimento quale l’anarchismo e l’anarco-sindacalismo che si basano sull’azione diretta e l’importanza degli scioperi nella lotta di classe.

Tuttavia, malgrado l’uso della bandiera rossonera alla fine degli anni ’70 (1870), sembra poi essere caduta in disuso e soltanto con la creazione della CNT in Spagna oltre 30 anni dopo venne usata di nuovo su larga scala. Col tempo l’associazione con l’anarcosindacalismo è diventata meno rilevante a causa di molti anarchici/e non sindacalisti, felici di usare la bandiera rossonera (molti anarco-comunisti ad esempio usano la bandiera rossonera). Significherebbe generalizzare affermare che gli anarchici sociali sono più disposti ad usare la bandiera rossonera degli anarchici individualisti perché gli anarchici sociali sono più volenterosi a schierare se stessi con i più vasti movimenti socialisti e operai rispetto agli anarchici/e individualisti (almeno nei tempi moderni).

Così, la bandiera rossonera proviene dall’esperienza degli anarchici/e nel movimento operaio ed è associato in  particolare all’anarco-sindacalismo. Il nero rappresenta le idee libertarie e gli scioperi (cioè azione diretta), il rosso rappresenta il movimento operaio. Tuttavia, è diventato un simbolo generalizzato anarchico con il passare degli anni, il nero rappresenta ancora l’anarchia e il rosso cooperazione sociale o la solidarietà. Così, la bandiera rossonera più di ogni altro simbolo rappresenta lo spirito dell’anarchismo (“Libertà della cooperazione  individuale e sociale dell’intera comunità” [Peter Kropotkin, Act for Yourselves, p. 102]) così come significa “fare la rivoluzione, la moltitudine dei lavoratori dovranno organizzarsi. Resistenza e scioperi sono mezzi eccellenti di organizzazione per farlo” e “lo sciopero sviluppa il senso di solidarietà”. [Peter Kropotkin, citato da Caroline Cahm, Kropotkin and the Rise of Revolutionary Anarchism: 1872-1886, p. 255 e p.256].

3) Da dove proviene la A cerchiata ?

La A cerchiata è anche più famosa della Bandiera Nera e Rossonera come simbolo anarchico (probabilmente perché si presta così bene per i graffiti). Secondo Peter Marshall la “A cerchiata” simboleggia la massima di Proudhon “Anarchia è Ordine”. [Demanding the Impossible, p. 558]. Peter Peterson aggiunge anche che il cerchio è “un simbolo di unità e determinazione” che “si presta a supporto dell’idea proclamata della solidarietà anarchica internazionale”. [“Flag Torch, and Fist: The Symbols of Anarchism”, Freedom, vol. 48, No. 11, pp.8].

Tuttavia, l’origine della “A cerchiata” come simbolo anarchico è meno chiara. Molti pensano che cominciò nel movimento punk negli anni ’70, ma risale ad un periodo precedente. Secondo Peter Marshall “nel 1964, un gruppo francese Jeunesse Libertaire, diede nuovo impeto al motto di Proudhon ‘Anarchia è Ordine’ creando la A cerchiata, un simbolo che si diffuse rapidamente in ogni parte del mondo” [Op. Cit. 445]. Questo non è il caso noto più vecchio nel tempo. Il 25/11/1956, L’Alliance Ouvrière Anarchiste (AOA), alla sua fondazione in Bruxelles, adottò questo simbolo. Risalendo (prima) negli anni, un documentario della BBC sulla Guerra Civile in Spagna mostra un membro della milizia anarchica con un’evidente “A cerchiata” sul retro dell’elmetto. Oltre a questi esempi, c’è poca conoscenza sull’origine della “A cerchiata”.

Oggi la A cerchiata è una delle immagini di maggior successo dell’intero settore della simbologia politica. “La sua incredibile semplicità e franchezza l’ha portata a diventare a diventare il simbolo riconosciuto del consolidato movimento anarchico dopo la rivolta del 1968” particolarmente perché in molte, se non la maggior parte, delle lingue del mondo la parola che indica anarchia inizia con la lettera A. [Peter Peterson, Op. Cit. p.8].