Settima Riunione Nazionale
del Comitato Promotore

Firenze, 23 ottobre 2005

Domenica 23 ottobre al Centro Popolare Autogestito (CPA) – Firenze Sud si è svolta la riunione mensile del Comitato Promotore della "Campagna nazionale contro l'art. 270 e contro tutti i reati associativi", con il seguente ordine del giorno:

- Bilancio delle iniziative con i compagni Baschi;
- Manuale di autodifesa: informazioni sulla diffusione e piano di lavoro per la presentazione;
- Discussione su modalità e tempi di sviluppo e chiusura della Campagna;
- Discussione ed organizzazione della proposta di iniziativa sulla Turchia;
- Discussione sulle iniziative nazionali "No War", Iraq, CPT;
- Varie ed eventuali.

BILANCIO DELLE INIZIATIVE COI COMPAGNI BASCHI
Le iniziative di informazione si sono svolte a Milano, Bologna, Massa, Firenze, Roma. I compagni baschi hanno anche risposto a numerose interviste per varie radio e riviste. Inoltre si sono svolti incontri anche con alcune situazioni di Napoli, oltre ad alcuni incontri con specifiche realtà locali, anche dell'ambito istituzionale.
Ovunque le iniziative e gli incontri sono andati bene, partecipati, il livello della discussione è stato buono e gli aspetti toccati dai compagni molteplici e approfonditi.
I compagni baschi hanno insistentemente sottolineato la valenza della campagna 270 in Italia.
L'obiettivo di estendere la riflessione al piano internazionale, passando per una realtà di particolare significato come quella basca, è stato pienamente centrato, ed è stato tracciato un esaustivo quadro degli apparati repressivi a livello europeo.
Da alcuni incontri è uscita la proposta di supportare la richiesta dei compagni baschi per formare una delegazione internazionale di rappresentanti di realtà politiche, giornalisti, avvocati, che partecipino alle udienze del processo-simbolo che si svolgerà contro il Movimento Indipendentista Basco probabilmente a partire da novembre. Appena ci saranno informazioni dettagliate sulle date del processo saranno fatte girare in rete e si provvederà a redigere un comunicato come comitato promotore 270 che invita alla solidarietà, a formare la delegazione e a veicolare l'informazione sulla questione.
Come materiali, sarà presto disponibile la sbobinatura di alcuni incontri, mentre si sta sottotitolando in italiano il video (DVD) che i compagni hanno portato sul paese basco. Sono inoltre risultati utili alle iniziative i materiali fatti circolare in mailing list nei giorni precedenti alle stesse. Durante le iniziative si è infine fatta una buona distribuzione del manuale di autodifesa.
Per dare continuità a questo lavoro si è pensato di produrre un opuscolo riepilogativo e di gestione politica del tour, da mettere anche in rete fra i materiali prodotti dalla campagna. Sarà composto da una premessa del comitato promotore, da alcune sbobinature, dal breve materiale informativo fornito agli incontri dai compagni baschi, forse da qualche comunicato.
Per quanto riguarda le spese del tour, si è deciso che ogni situazione si accolla le spese sostenute localmente (sono già state organizzate alcune iniziative di autofinanziamento), e che fra le situazioni che hanno realizzato l'iniziativa si dividono i costi degli aerei, 70 euro a città, fermo restando la disponibilità della cassa del Comitato Promotore se qualche situazione avesse problemi economici.


MANUALE DI AUTODIFESA, DIFFUSIONE E PRESENTAZIONI
In 2 settimane dall'uscita si è esaurita la prima stampa di 1.000 copie del manuale e si è già fatta una ristampa di 2.000 copie.
A oggi risultano distribuite alle situazioni più di 1.900 copie.
Si ribadisce che il costo unitario è di 5 euro e il costo in distribuzione oltre le 15-20 copie è di 3 euro + spese postali.
Visto che l'andamento è buono, coperte le spese si potrà in parte usare il rimanente anche per garantire una cassa locale ai comitati locali. E' importante comunque garantire almeno i 3 euro a copia.
La distribuzione andrebbe in particolare incentivata al centrosud.
Ci si pone inoltre l'obiettivo di far arrivare il manuale anche ai compagni prigionieri.
In generale il manuale risulta apprezzato da molti e l'obiettivo delle presentazioni, oltre alla diffusione del manuale, è la costruzione di ulteriori contatti per la campagna, con un particolare interesse per le situazioni nuovo e del sud. Il calendario delle presentazioni è già piuttosto fitto e comprende anche alcuni inviti all'estero (Svizzera e Germania).
La cassa del comitato potrà coprire eventuali spese per partecipare alle presentazioni in luoghi lontani.
All'interno delle prossime iniziative vedremo anche di presentare il materiale sulla legge Pisanu, la cui bozza è stata fatta circolare in mailing list in questi giorni, e su cui si richiedono riflessioni, modifiche, correzioni... .
Sarà poi opportuno far supervisionare il materiale a un compagno avvocato.
Sarà utile usare le iniziative anche per denunciare la legge recentemente approvata che istituisce la "Festa della Libertà" il 9 novembre, per la caduta del muro di Berlino e in "commemorazione di 90 milioni di vittime del comunismo... ... in nome dell'odio di classe e della dittatura del proletariato". Alias una giornata (non festiva) di propaganda di regime nelle scuole e posti pubblici, all'interno del percorso di illegalizzazione del comunismo, dei partiti e movimenti che vi si richiamano.
I compagni di Trento prepareranno una scheda riepilogativa sulla questione.
Sempre all'interno delle prossime iniziative sarà necessario aprire una finestra sull'applicazione del 41 bis ai rivoluzionari. Sta partendo adesso la campagna dei Familiari e Amici dei Prigionieri Politici contro il 41bis. Sarà utile coordinarsi reciprocamente per dare un contributo anche come campagna 270, nella prospettiva di organizzare iniziative congiunte sulle due questioni (41bis e reati associativi).
E' in verifica la possibilità di tradurre il manuale di autodifesa in arabo (con le eventuali opportune integrazioni).
Fra i suggerimenti (da ricordare per le prossime edizioni), è stato rilevato che al manuale manca un buon indice "analitico" per articoli.

VARIE ED EVENTUALI:
- E' in aggiornamento il web della campagna con una nuova sezione "approfondimenti" (in cui collocare gli opuscoli e altro materiale interessante) e una "41bis" (in cui raccogliere i materiali prodotti su questo argomento).
- Si informa che è uscito un articolo su Contropiano riguardo alla campagna e al manuale.
- E' pronto e da far girare il comunicato del Comitato sul 41bis [vedi sito].
- Si informa dell'invito del Soccorso Rosso internazionale a partecipare a una conferenza di lavoro in Svizzera sulla repressione, a cui si decide che due compagne parteciperanno per il Comitato.

DISCUSSIONE SULL'INIZIATIVA SULLA TURCHIA
Vengono fatte un paio di modifiche alla proposta di comunicato fatta dai compagni di Trento, dopodichè il comunicato è pronto da far girare [vedi sul sito].
Riguardo alla proposta di un'iniziativa all'ambasciata turca o ad altra sede UE contro lo stato fascista turco e i suoi alleati europei, si rileva come l'organizzazione di tale iniziativa senza un'adeguata preparazione determinerebbe la partecipazione dei soli compagni già coinvolti nella campagna. Al contrario, l'obiettivo dovrebbe essere quello di costruire un'iniziativa che sappia far vivere la questione in settori più ampi, collegandola con altri aspetti, quali l'applicazione del 270 bis allargato per la prima volta in Italia proprio contro 2 compagni turchi, la guerra al "terrorismo" internazionale, le inchieste contro gli islamici, le liste nere e via dicendo.
Quindi si valuta opportuno avviare un percorso che possa portare, con i dovuti passaggi, alla realizzazione di un'iniziativa ampia sulla questione turca e sulle tematiche connesse. Si può produrre un materiale informativo sulla questione, si possono far vivere i contenuti del comunicato in tutte le nostre iniziative, evidenziando l'allineamento dell'UE alla repressione turca, ampliando il piano (stretto) della solidarietà, nella prospettiva di incentivare iniziative informative locali e intraprendere il suddetto percorso.


DISCUSSIONE SU SVILUPPO E CHIUSURA DELLA CAMPAGNA
La discussione, evidentemente in una fase iniziale, è risultata multiforme e articolata, e per non appiattirla eccessivamente si è valutato di riportare una sintesi non del dibattito nel suo complesso, quanto dei singoli interventi; ne deriva, come è giusto che sia, un dibattito ancora aperto, in cui si manifestano differenti punti di vista e valutazioni sul lavoro da fare.

Viene rilevato anzitutto come in questo momento la campagna sia, a livello nazionale, nella fase che inizialmente si valutava dovesse essere la condizione di partenza da cui sviluppare la campagna stessa. In realtà si è dovuto realizzare un lavoro preparatorio di vari mesi, che solo ora ha determinato le condizioni per cui la campagna si possa realmente sviluppare a livello nazionale. Per molte realtà la campagna è iniziata adesso.
E' necessario quindi individuare le forme del lavoro da qui in avanti, ottemperando alle necessità di coordinamento dello stesso, nella prospettiva di un'assemblea che concretizzi la fine di una fase del lavoro; lavoro che viene "restituito" a tutte le situazioni e i compagni che lo vogliono proseguire.
E' quindi necessario individuare come si può sviluppare un'ulteriore fase della Campagna.

Allora si tratta di partire da un bilancio della campagna, una Campagna che è partita con paletti ben precisi entro i quali muoversi, e che ora deve saper coniugare le realtà in sviluppo che ha determinato con le sue esigenze di percorso, fino alla sua conclusione, più che chiusura.
Una Campagna che ha arricchito il proprio piano di lavoro con varie questioni, riscontrando anche alcuni limiti e problemi, e che ha consentito la produzione di vari materiali e iniziative.
Si tratta di capire se su quest'esperienza sia opportuno costruire un organismo che possa proseguirne il lavoro, occupandosi anche di questioni come, per esempio, la cassa di aiuto legale.
Si tratta anche di rispondere alle critiche che ci sono state mosse, rilevando come col lavoro svolto fin'ora oggi si possa riportare nel tessuto sociale la questione della repressione per rispondere alla campagna statale di prevenzione della lotta di classe, cosa che da tempo non si riusciva più a determinare.

Il lavoro fin'ora ha dato buoni frutti, è necessario individuarne delle fasi, e adeguare a queste la struttura della campagna.
Molti compiti sono stati assolti, fra i buchi registriamo ancora l'incompiutezza del lavoro di mappatura dell'applicazione in concreto della normativa, a livello di massa, e anche questo è un obiettivo da darsi.
In generale è da valutare la possibilità di una trasformazione di carattere organizzativo che possa assolvere a obiettivi diversi da quelli raggiunti fin'ora.

In questi mesi sono state gettate le basi del lavoro. E si valuta molto positivamente che diverse esperienze e impostazioni abbiano trovato un terreno comune di lavoro sul tema.
E' allora importante proseguire chiudendo questa fase di lavoro.
Un'altra questione da affrontare più sistematicamente è la questione immigrazione.

La campagna si è potuta sviluppare grazie alla capacità avuta di essere aderente alla realtà, individuando paletti di partenza concreti. E' necessario garantire una continuità, ora che il lavoro si è stabilizzato ponendo i presupposti di questo cambiamento. In questo senso bisogna avviare un ragionamento che non va concluso oggi stesso.
E' anche molto importante chiarirsi sui termini che usiamo, capendosi bene su cosa si intende per terminare una fase, costruire un ambito di coordinamento, eccetera.
In generale, anche se alcuni frutti li abbiamo raccolti, il lavoro incompiuto della mappatura legale è un po' il sintomo di come non sia finito il lavoro di ricompattamento dei settori militanti. Quindi bisogna si individuare cosa va mutato per riuscire appieno nel lavoro, che però ha bisogno di essere continuato.

La Campagna nasce da una valutazione comune non sull'incapacità di una lettura complessiva della repressione, ma dalla consapevolezza che questa di per se non bastava a rompere l'isolamento delle iniziative nazionali su questo tema.
Per questo è diventata centrale la questione del "metodo": la risposta adatta è stata individuare un terreno specifico paradigmatico, e aggregarvi attorno interesse, attività, strumenti.
Il quadro e il piano generale della repressione l'avevamo chiaro anche 10 mesi fa: il salto politico che dobbiamo determinare ora non può essere unicamente rappresentare questo quadro! Non ci sono differenze che ci dicano che adesso va bene questa scelta che 10 mesi fa eravamo convinti non potesse funzionare.
Se 10 mesi fa era necessario partire da altro, evitare p.e. un'assemblea nazionale che finisse nel nulla, la scommessa l'abbiamo vinta, e il problema rimane lo stesso.
E' corretto però sostenere la necessità di un bilancio.
La sensazione è che il potenziale propulsore del comitato promotore si vada esaurendo, anche perché ci sono difficoltà soggettive, concrete, a reggere quest'intensità di lavoro: facciamo fatica a sostenere un piano nazionale senza essere un'organizzazione strutturata. Gli obiettivi posti sono stati però in buona parte raggiunti, a parte la mappatura, e diverse realtà hanno potuto aprire un intervento territoriale, mentre altre realtà hanno colto l'importanza della questione e possono lavorarci ora con gli strumenti a disposizione.
Dobbiamo sicuramente riattrezzarci, quindi, per non "consumarci" e capitalizzare positivamente questa esperienza, valutando quali siano il metodo e gli strumenti migliori per interagire con la realtà attuale, a questo punto del lavoro.
Ad esempio possiamo valutare che invece di continuare con questa frequenza le riunioni nazionali, la cui partecipazione rischia di diluirsi, si possa sviluppare maggiormente il livello regionale; oppure ci si può dare una periodicità differente da quella mensile, potenziando strumenti "remoti" (sito, mailing list, ecc) con l'ausilio telematico.
In sintesi, è necessario reinvestire al nostro esterno le energie accumulate finora (prima che si esauriscano per sfinimento), facendo vivere nei differenti ambiti di lotta quel che abbiamo seminato finora, continuando a mettere a disposizione gli strumenti e le conoscenze accumulate per chi oggi dimostra sensibilità su questi temi.
"Complessivizzare" il nostro contenuto politico non ci consente automaticamente di dare risposte e strumenti a questi obiettivi.
Al riguardo è evidente che questo dibattito ha bisogno di tempo per svilupparsi, e si propone di continuarlo anche dopo la riunione con interventi scritti da inviare in ML da qui alla prossima riunione.

Il salto di cui stiamo parlando, necessario perché non si esaurisca il nostro lavoro, non è un salto politico, ma un salto di qualità; il punto è che alcuni compagni pensano di dover superare questa fase, e altri che si possa continuare, alias registriamo sensibilità diverse su questo salto di qualità.
E' anche necessario non separare l'aspetto soggettivo da quello oggettivo, ma capire la dialettica tra i due aspetti.
Attraverso la nostra azione abbiamo determinato qualcosa al di fuori del nostro ambito, ad esempio le iniziative basche, la diffusione del manuale, qualcosa che 10 mesi fa non era attuabile. Abbiamo informato e coinvolto nelle nostre iniziative centinaia di compagni.
L'elemento soggettivo è prevalente, ma la nostra azione si dialettizza con ciò che determina al nostro esterno.
La differenza da 10 mesi fa è che allora le cose che abbiamo fatto non potevamo farle. Abbiamo fatto alcune scelte, ristretto almeno nominalmente l'ambito di intervento del nostro lavoro, determinato un certo modo di aderire al lavoro individualmente; scelte che ci hanno consentito di avviare un percorso alternativo e opposto ad altri precedenti che non avevano prodotto nulla.
A questo punto abbiamo posto le condizioni politiche e organizzative per poter superare la campagna. Si tratta di capire se siamo in grado di superare i limiti della campagna verso un coordinamento nazionale. Abbiamo cementato unità e costruito le condizioni per ciò. Il bilancio del nostro lavoro serve per poter valorizzare il lavoro svolto, superare gli errori, assumere e superare le critiche, per andare oltre all'ambito del 270 e reati associativi.

In ogni caso è dimostrato nei fatti che il nostro lavoro non si limita ai reati associativi. A livello soggettivo non è cambiato molto. Dobbiamo investire sugli spazi che questo metodo ha determinato. E' proprio questo metodo che ha consentito di generalizzare il lavoro, tanto adesso come 10 mesi fa. Ora per esempio abbiamo da costruire una risposta alla legge Pisanu, è necessario il nostro lavoro in questo senso.
Anche il bilancio e l'individuazione della fase successiva del lavoro vanno fatti tenendo presente che è sempre lo stesso il panorama in cui giochiamo.

Il problema dunque è quale veste darsi per continuare il lavoro. Dobbiamo vederlo non in modo statico, il nemico di classe si è mosso; non rispetto a noi, non in prevalenza quantomeno, ma si è mosso, in questi mesi. Noi dobbiamo guardare la realtà oggettiva e ragionare sul nostro ruolo soggettivo. Dobbiamo ora impegnarci su questa riflessione e individuare come elevare il livello del nostro lavoro.

Le condizioni generali non sono cambiate; il nostro lavoro sta determinando spazi politici, discussione, ecc... . E' stato un lavoro produttivo, azzeccato.
Non si è mutato il quadro generale, nel senso che è mutato da parte dello stato, della controrivoluzione preventiva; ma a questo non è corrisposto una modifica delle condizioni da un punto di vista di classe o militante in misura tale da potersi considerare modificato il quadro.
Aumenta la sensibilità sul tema (l'avevamo previsto e abbiamo azzeccato), lo spazio politico si apre in fasce sempre più ampie e a livello sociale. Ora dobbiamo individuare come proseguire meglio il lavoro.
Sulle differenze fra gli approcci sarà utile sviluppare un confronto franco riguardo a strade, strumenti e passaggi da percorrere. Solo una valutazione corretta e nuovamente anticipatoria del quadro potrà indicarci la strada vincente.
Molte volte a un bilancio positivo è seguita una velleità soggettiva di fare un salto. La capacità di inghiottire anche bocconi amari è una qualità che ci consente di non cadere in automatismi che ci possano far perdere la nostra originalità, e ci consente di individuare i passaggi concreti, funzionanti, i referenti, gli spazi che si aprono indipendentemente dal nostro lavoro.

Si invitano caldamente tutti i compagni a far circolare in ml le proprie riflessioni scritte su questo dibattito.

[Non si è riusciti a realizzare la discussione sulle iniziative nazionali "No War", Iraq, CPT.]

LA PROSSIMA RIUNIONE DEL COMITATO PROMOTORE E' FISSATA PER
DOMENICA 27 NOVEMBRE ORE 10,30
AL CPA FI SUD, VIA VILLAMAGNA 27/A, FIRENZE