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  USA e Russia alleate contro un unico nemico

Le potenze della Guerra Fredda colpite dal terrorismo: Mosca un anno dopo New York.
L’11 settembre 2001 due aerei dirottati da un gruppo di kamikaze appartenenti alla rete internazionale di Al Qaeda si abbattono sulle Twin Towers, provocandone la distruzione e la morte di migliaia di persone. Poco più di un anno dopo, 2x ottobre 2002, un commando di combattenti ceceni occupa un teatro di Mosca; l’intervento delle forze armate russe, in circostanze ancora non ben definite, causa circa centosessanta morti fra gli spettatori del teatro e i ceceni. Perché Stati Uniti e Russia, perché sono proprio le due potenze militari da cui sono dipese le sorti del Mondo dal dopoguerra ad un decennio fa ad essere ora colpite? Non è certo un caso. Gli U.S.A. sono la maggior potenza politica, economica e militare mondiale, il paese che dalla distruzione dell’ex impero sovietico ha ereditato il controllo militare globale, e che per sua natura mantiene una propulsione egemonica e imperialistica, una politica di continuo attacco. Di contro la Russia vive in una situazione di profondo degrado e disfacimento sia politico che soprattutto economico, una realtà nazionale che a stento mantiene uniti i brandelli di quello che fu un grande impero. Quindi da un lato gli Stati Uniti procedono con le loro guerre di morte, distruzione e illegittima occupazione dei territorio per fare largo alle multinazionali e con esse allo sfruttamento intensivo del sud del Mondo e alla globalizzazione; la guerra in Afghanistan ne è stato il più chiaro esempio: ha seminato morte, distrutto un paese e la vita del suo popolo, ma ha permesso l’avvio di progetti di sfruttamento del territorio sotto il controllo americano, oltre al controllo politico-militare della regione. La Russia è costretta a procedere con gli stessi mezzi militari di terrore, anch’essa contro un popolo che lotta per non cadere ai piedi di una patria che non riconosce. Il governo di Mosca non può permettersi di perdere una regione, quella cecena, da cui poter ricavare risorse per sopravvivere, e a questo scopo insiste lungo la strada della guerra. Così, l’occupazione cecena del teatro non rappresenta altro che l’urlo di un popolo in agonia, schiacciato da una guerra di cui non si parla e troppo spesso come altre si dimentica, un grido violento, estremo e comprensibile di vendetta, una rivendicazione della dignità stessa di popolo. Dal terrore della guerra dei potenti si scatena la lotta dei popoli, in tutto il Mondo. E mentre Stati Uniti, Russia, Israele, Iraq la stessa Turchia, continueranno ad essere le nazioni della guerra e delle bombe, dell’odio razziale e religioso a difesa di falsi miti o ideali di grandi patrie e imperi, la lotta araba e cecena, palestinese e kurda, e di tutti i popoli che lottano per esistere con dignità continuerà a colpire. Le potenze che per decenni fino alla caduta dell’Unione Sovietica spaccarono il Mondo in due, ora mobilitano tutte le loro risorse economiche e belliche contro l’unico, grande e comune nemico, la libertà dell’uomo.