DOSSIER ELETTROSMOG.

1.Introduzione generale.
2.Perchè sono dannose.
3.Effetti a breve e a lungo termine
4.A Vicenza
5.La normativa vigente
6.Che cosa chiediamo

Introduzione generale

L'inquinamento elettromagnetico (o elettrosmog) è una forma d'inquinamento dovuta alla presenza di radiazioni elettromagnetiche nell'ambiente prodotte da elettrodotti, dispositivi elettronici e impianti radiotrasmettitori.
Lo spettro elettromagnetico comprende numerose componenti con caratteristiche molto diverse a seconda della frequenza d'onda variabile da 0 a 300 GHz.
Si va dalle onde radiofrequenza, su cui si basano le telecomunicazioni, dette non ionizzanti, fino alle radiazioni X e gamma, dette ionizzanti, passando per microonde, infrarossi, visibile e ultravioletti.
Le componenti dello spettro a cui si allude quando parla d'inquinamento elettromagnetico sono quelle classificate ELF (Extremely Low Frequency) e RF (Radio Frequency).
Le prime sono le onde di frequenza inferiore a 300 Hz, come quelle generate dalle linee di trasmissione dell'energia elettrica; le seconde sono onde di frequenza comprese tra 10 MHz e 300 GHz, vale a dire quelle associate ai campi generati da telefoni mobili, trasmettitori per telecomunicazioni e forni a microonde.

Perché sono dannose

Le onde dei due intervalli di frequenza specificati hanno effetti diversi sui sistemi viventi.
Gli studi condotti sugli effetti prodotti dalle onde a bassa frequenza (ELF) sugli organismi viventi sono sia di carattere epidemiologico che di laboratorio.
I risultati, riconosciuti anche dall'istituto superiore di sanità, confermano il sospetto che esista una qualche correlazione tra la vicinanza a sorgenti di onde elettromagnetiche a bassa frequenza e l'insorgenza di alcune forme di tumore, come la leucemia infantile.
Inoltre, i risultati degli studi in laboratorio dimostrano che tali radiazioni, somministrate a un'intensità di almeno 1/10 di microtesla (0,1 µT), condizionino le funzioni delle cellule e favoriscano la prolificazione cellulare.
Per quanto riguarda le radiofrequenze, la situazione è meno chiara: non si conoscono gli effetti di un'esposizione prolungata.
Va comunque operata una distinzione tra le due principali sorgenti di onde a radiofrequenza: gli impianti per la telefonia cellulare e quelli per la diffusione radiofonica. I primi sono antenne altamente direzionali e a bassa potenza; i secondi irradiano con potenze di gran lunga maggiore (dell'ordine delle centinaia di kilowatt).
Quanto ai telefoni cellulari, sembra che le loro emissioni producano un riscaldamento dei tessuti biologici che a lungo andare risultano nocivi.
In particolare gli UMTS (ossia i videocellulari) hanno frequenze che superano i 2.200 megahertz, di gran lunga superiori ai vecchi Tacs, che ne avevano 450, e ai 1.800 dei Gsm di ultima generazione. Le alte frequenze artificiali causano fenomeni di risonanza e di interferenza con quelle biologiche, ad esempio l'elettroencefalogramma, l'elettrocardiogramma o la frequenza della pompa cellulare che regola il rilascio della quantità di calcio.

I gestori telefonici avrebbero delle alternative meno dannose! Potrebbero usare le microcelle, che sono antenne a potenza ridotta, mantenendo lo stesso campo di applicazione. Oppure rivolgersi alla rete fissa a fibre ottiche. Ma queste soluzioni implicano costi molto maggiori e perciò non vengono attuate.

Effetti a breve e lungo termine

Si possono distinguere gli effetti delle radiazioni sull'uomo in conseguenze a breve e lungo termine.

Effetti a breve termine
Gli studi hanno dimostrato che esposizioni ad elevate intensità di campo elettromagnetico possono generare nell'uomo un effetto termico, cioè il riscaldamento del corpo o di sue parti esposte alle radiazioni che segue all'assorbimento dell'energia elettromagnetica.
Gli effetti riscontrati sono molteplici e confermano il pericolo per la salute.
Un esempio sono le esposizioni a cui sono soggetti gli utenti dei telefoni cellulari che irradiano campi di valore molto elevato durante la conversazione.

Effetti a lungo termine
Gli effetti biologici sono legati anche alle lunghe esposizioni ai campi di bassissima intensità. Le esposizioni prolungate, convenzionalmente determinate in almeno 4 ore, favoriscono un effetto non termico. Questo effetto è dovuto all'interazione tra i messaggi elettrochimici dell'organismo e le onde elettromagnetiche.
Anche a bassissima intensità i campi elettromagnetici si comporterebbero come delle piccole sollecitazioni che, se ripetute nel tempo, provocano dei danni biologici.
Pare che le parti più esposte siano, a parte il cervello, gli occhi, con lo sviluppo del melanoma uveale, ed il nervo acustico, sollecitato troppo a lungo.
Intanto ci sono occasioni e condizioni in cui il cellulare effettivamente danneggia l'uomo. Per esempio i portatori di pacemaker non possono assolutamente sostare in prossimità di cellulari poiché la loro attività interferisce con quella dei pacemaker.
È stata anche osservata una maggiore elettricità cerebrale durante l'uso del cellulare: l'elettroencefalogramma registra picchi e curve che durano fino a 24 ore successive allo spegnimento dello stesso.
Un altro danno probabile è che il calore sviluppato dal cellulare possa alterare i tessuti oculari favorendo il GLAUCOMA.

A Vicenza
Nella nostra città sono stati posti dei ripetitori per i videofonini UMTS nelle zone densamente popolate e in prossimità di scuole.
In particolare una è situata vicino ai licei Pigafetta e Lioy (in pieno centro storico!); un'altra in contrà Burci, vicino al liceo Fogazzaro, dove tra l'altro sono presenti scuole elementari ed asilo nido; altre due antenne si trovano invece nel quartiere densamente popolato di San Pio X nelle vicinanze del liceo artistico Martini e delle scuole materne, elementari e medie. Pensate cosa significa "friggersi il cervello" per cinque anni di scuola o più per chi ci vive.

Normativa vigente
La nuova legge quadro n. 36/2001 applica il principio di precauzione di cui all'art. 174 del trattato istitutivo dell'Unione Europea e sancisce il rispetto dell'art. 32 della Costituzione (tutela della salute). I decreti attuativi (D.P.C.M. del 8 luglio 2003) hanno definito i nuovi limiti di esposizione per la popolazione (valori indicati per le antenne: 6 volt/metro nelle aree intensamente frequentate).
A ottobre 2003 la Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale il Decreto Gasparri che ha tentato di "liberalizzare" l'installazione delle antenne (lo stesso Gasparri che si è fatto togliere un'antenna di telefonia vicino alla sua seconda casa a Marettimo).
La Corte ha anche riconosciuto la localizzazione degli impianti alle Regioni. Il Ministro ha però fatto approvare il "Codice delle comunicazioni", che riprende molte norme del decreto bocciato, al fine di agevolare ancora l'installazione delle antenne. Il Codice stabilisce che per installare antenne sotto i 20 watt i gestori non hanno bisogno di autorizzazioni, sono sufficienti un accordo con il proprietario del terreno o dell' immobile (che si becca dai 20 ai 30.000 € l'anno) e la denuncia di inizio attività. Questa norma sembra essere in contrasto con quanto scritto nella Costituzione ed in particolare con la recente riforma del titolo V della Costituzione che gli italiani hanno confermato con un referendum.
Mentre la competenza sui limiti di esposizione è stata riconosciuta allo Stato, la Corte Costituzionale ha riconosciuto la competenza sulla collocazione delle antenne alle Regioni ed ai Comuni.
Ma il comune di Vicenza, nell'accordo coi gestori, ha incluso l'obbligo di rispetto del solo Codice delle comunicazioni senza prendere minimamente in considerazione il testo sull'urbanistica!
Come dire "mettetele pure dove volete".
Con la nuova finanziaria regionale sembra che il potere decisionale per quanto riguarda l'ubicazione delle antenne sia tornato al comune.

Cosa chiediamo
Chiediamo che, ora che il comune ha di nuovo voce in capitolo, il testo sull'urbanistica venga finalmente fatto rispettare.
Vogliamo che non vengano più installate antenne (soprattutto quelle UMTS) nel bel mezzo di centri densamente abitati e vicino alle scuole e che vengano rimosse quelle che già sono di troppo.
Vogliamo che il comune la smetta di ragionare solo in termini di € e pensi innanzitutto alla nostra salute.

Coordinamento Studentesco Vicenza