NO NATO IN VENICE!

Dal 12 al 16 novembre al Lido di Venezia si svolge l'assemblea parlamentare della Nato.
Questo vertice di guerra viene ospitato in una città,che si è sempre considerata una città di pace, con l'appoggio e la collaborazione dell'amministrazione comunale.
Venezia e il Lido in questi giorni hanno subito una vera e propria occupazione militare con un numero spropositato di forze dell'ordine e militari in giro per la città, con motovedette o blindati "versione laguna" della polizia, dei carabinieri, della guardia di finanza per proteggere questo vertice. La reazione cittadina a questo ha portato a numerose mobilitazioni. Ci sono stati convegni,assemblee, cortei ed azioni contro il vertice. Il grosso delle manifestazioni è iniziato venerdì, ribattezzato giorno del rifiuto, che ha visto l'occupazione oppure l'autogestione delle scuole veneziane, la protesta dei lavoratori dell'ACTV. Tanto per farvi rendere conto del clima pesante che si respirava la Digos di Venezia giovedì ha fatto irruzione in un liceo scientifico per chiedere i nomi degli studenti che stavano organizzando un'ASSEMBLEA e sottolineo ASSEMBLEA per il giorno dopo incentrata sul vertice Nato.
Venerdì sera si è verificato lo spritz contro il coprifuoco offerto da San Precario in campo Santa Margherita. I manifestanti si sono poi spostati in corteo per le calli fermandosi davanti ai lussuosi hotel dove erano ospitati i delegati dell'assemblea parlamentare. Sabato è stata la giornata principale di mobilitazione, infatti si sono verificati un corteo acqueo organizzato da Rifondazione Comunista, la rappresentazione del monumento al disertore da parte del Venezia Social Forum al Lido, il corteo al Lido diretto verso la zona rossa ed infine il corteo degli anarchici a Mestre.
Manifestare al Lido non è stato semplice, perchè nei giorni precedenti c'era stato il tentativo di vietare o comunque limitare la streetparade contro la guerra, quindi essere riusciti a sfilare in corteo garantendo così il diritto e la libertà di manifestare è già un buon risultato.
La street parade ha assunto la forma di mostrare cosa significa la guerra quotidianamente; infatti dal soundsystem partivano continuamente rumori di guerra come spari,bombardamenti,urla di dolore e la sirena che annuncia alla popolazione l'inizio dei bombardamenti. Il tutto si è svolto in una situazione di vuoto per le strade, con elicotteri che continuavano a sorvolare sopra le teste, con cordoni e schieramenti massicci lungo tutto il tragitto del corteo. Durante la manifestazione sono state fatte due azioni comunicative di fronte ad altri due hotel depositando sacchi di yuta a simboleggiare le trincee, disegnando sull'asfalto le sagome di morti,versandoci sopra vernice rossa. Arrivati di fronte al limite della zona rossa si è potuto vedere anche visivamente la blindatura: file interminabili di blindati, grate e ringhiere alte 3 metri, cordoni insuperabili. Dopo aver accesso numerosi fumogeni rossi si è fatto dietrofront ritornando verso l'imbarcadero per lasciare il lido,ma la mobilitazione non finiva qui... Siamo saliti divisi in gruppi sui vaporetti e addentrandosi tra le varie calli siamo arrivati a gruppetti da tutti i lati per accerchiare e bloccare la fenice.
Non contenti di aver occupato la città e mentre a Falluja si combatteva provocando così centinaia e centinaia di altri morti innocenti, questi signori pensavano alla cena gran galà offerta da Galan e ad assistere alla prima della Traviata alla Fenice. Il tentativo era quello di bloccare tutti gli accessi del teatro per impedire il regolare svolgimento dello spettacolo. E' difficile ricostruire con precisione come sono avvenuti i fatti, comunque si può dire che alcuni gruppi di manifestanti erano riusciti a sfondare, seppur provvisoriamente, gli iniziali cordoni di polizia e sembra che due persone sono state fermate. Nel blocco,in cui sono rimasto, non ci sono stati momenti particolari di tensione, si manteneva il cordone di fronte allo schieramento di sbirri. Si scandivano cori contro la guerra e quando poi il livello di tensione si è decisamente abbassato ci siamo lanciati nel cantare la Traviata e altri cori. Nel frattempo ci arrivava la notizia che uno dei 5 altri blocchi era stato caricato e che le forze del disordine erano riusciti ad aprire un varco per far passare circa 150 delegati. Il resto dei delegati sono stati fatti entrare facendoli passare attraverso il palazzo del consiglio regionale. Alla fine la Traviata è iniziata con un po' di ritardo e i vari blocchi sono stati lasciati e tutti sono confluiti in un corteo per le vie di Venezia che si è concluso in piazzale Roma per permettere alla gente venuta da fuori di prendere i mezzi per tornare nei propri territori.
Infine,ma non per questo meno importante, l'azione svolta giovedì da un gruppo di ragazzi che hanno mangiato al Harry's Bar e al momento di pagare il conto, sono andati via senza pagare lasciando un volantino di rivendicazione sul tavolo con scritto "paga la Nato o paga Galan".