31 OTTOBRE 2004

dal Giornale di Vicenza

THIENE.Cinquecento studenti in piazza.
Quei tuguri accolgono strane compagnie e i Ds "interrogano" il presidente della 4.
Thiene. Gli alunni delle superiori contestano l’aumento dei trasporti e dei testi scolastici

Cinquecento studenti in piazza
E contro il caro-libri ora parte la "minaccia fotocopie"

di Marita Dalla Via

Un sit-in in corso Garibaldi non si vede tutti i giorni. Gli studenti delle scuole superiori di Thiene, ieri mattina, invece di sedersi sui banchi di scuola, si sono accomodati per terra sulla strada per protesta, con megafoni e striscioni per dire no al caro libri e al caro trasporti. Cinquecento circa, anche se alla fine alcuni di loro si erano già accomodati nelle sedie più comode dei bar del centro per cornetto e cappuccino. Tra liceali, futuri geometri, ragionieri e periti hanno voluto testimoniare che così le cose a loro non stanno bene. Al suono della campanella dunque, invece di recarsi nelle proprie aule, dalle diverse scuole superiori sono partiti per convergere in un unico corteo in centro, hanno sfilato per corso Garibaldi, si sono fermati davanti al comune per poi andare a chiudere la manifestazione alla stazione delle corriere al Bosco. Ad organizzare l’evento è stato un comitato spontaneo di studenti, non solo rappresentanti di istituto, e nessun gruppo schierato politicamente. A gestire la manifestazione il "Cit", ovvero un comitato interstudentesco, fondato proprio qualche giorno fa.
«E’ la novità più bella di questo sciopero - dichiara uno degli organizzatori, della quarta liceo scientifico -. Non abbiamo nessun colore politico, i soldi li abbiamo tirati fuori noi per organizzare tutto. Ci siamo ritrovati in una decina di ragazzi qualche giorno fa ed in maniera autonoma volevamo fare sentire anche a Thiene la nostra protesta contro i costi della scuola che ci stanno penalizzando. Potevamo sicuramente fare di meglio, ma siamo soddisfatti lo stesso. Avevamo anche un gruppo elettrogeno da attaccare ad un’auto per fare sentire meglio la nostra presenza alla gente, ma si è rotto». Il gruppo elettrogeno di riserva l’hanno poi trovato, riuscendo a trasmettere musica ad alto volume, ma anche slogan come "Caro libri e caro trasporti gli studenti sono morti", o "Prezzi più umani ci trattate come cani" che hanno destato la curiosità e l’interesse dei negozianti e di quanti passeggiavano in centro di prima mattina. Ma oltre agli slogan i ragazzi hanno anche minacciato di passare ai fatti, come ad esempio fotocopiare i libri di testo, sebbene integralmente non si possa per la legge sul diritto d’autore, oppure salire sugli autobus o sui treni senza biglietto.
«E’ la rabbia che ci fa dire queste cose, sappiamo che non si possono fare - dichiara un altro ragazzo -. Vorremmo però essere ricevuti dal sindaco, dai rappresentanti dei trasporti regionali e dall’azienda Ftv per fare sapere loro che quanto sta succedendo non ci sta bene. In comune vorremmo chiedere ad esempio la possibilità di istituire un comodato d’uso dei libri, così da poterli noleggiare come già succede in alcune parti d’Italia».


Quei tuguri accolgono strane compagnie E i Ds "interrogano" il presidente della 4

di Maria Elena Bonacini

Parco Città, quale futuro per le case abbandonate?
È l’interrogativo posto nei giorni scorsi dal capogruppo dei Ds a Parco Città Luca Balzi, che ha presentato un’interpellanza urgente in Circoscrizione 4, relativamente alle abitazioni corrispondenti ai civici 63 T, S, V e R di via Quadri. «Dietro sollecitazione dei cittadini - spiega il consigliere - ho compiuto alcuni sopralluoghi nelle case che si trovano a ridosso dei magazzini "Terribile" e che negli ultimi tempi sono diventate un punto di ritrovo di strane compagnie che preoccupano appunto i residenti, i quali temono la presenza di spacciatori e di altre attività illegali. A inizio ottobre inoltre non erano presenti né una recinzione né un cartello che indicasse il pericolo di crollo, comparsi verso fine mese insieme ad un cartello di "cantiere edile" privo però d’indicazioni relative a concessioni edilizie, mentre della recinzione nessuna traccia». Il consigliere s’era quindi affrettato a chiedere al presidente Mauro Marchetti «d’attivarsi per conoscere la proprietà degli edifici e l’esistenza di concessioni». La situazione ha poi subito sviluppi negli ultimi giorni. «Durante un ulteriore sopralluogo - racconta Balzi - ho potuto notare la presenza di senzatetto che trascorrevano la notte in edifici pericolanti, segno d’un’amministrazione che non sta facendo abbastanza in campo sociale. Una situazione sulla quale vorrei intervenisse il vescovo Cesare Nosiglia». Problematica che ha fatto interrogare molti sulla proprietà delle abitazioni, in un primo tempo ritenute di proprietà dell’Ipab e successivamente identificate come appartenenti ad un ospite delle strutture dell’ente.
«Si tratta - conferma il presidente Gerardo Meridio, che in settimana ha condotto un sopralluogo il loco - di case appartenenti ad un anziano che dal 1980 vive all’istituto Salvi, i cui beni già da tempo sono amministrati da un curatore patrimoniale, l’avvocato Susi Codotto. Da questa persona l’Ipab dovrebbe avere allo stato attuale la somma di circa 300 milioni accumulati in anni di residenza nella struttura. Cifra che sarebbe rifusa dal passaggio degli immobili. Non si tratta quindi di nostre proprietà, anche perché, se così fosse, le avremmo già ristrutturate per snellire un po’ le nostre lunghissime liste d’attesa». Meridio non è certo fermo. Di recente avrebbe infatti raggiunto un accordo, che dovrebbe essere sottoscritto a metà novembre, con l’Inpdap e il Comune grazie al quale l’Ipab erogherebbe alcuni servizi a domicilio agli anziani iscritti all’istituto di previdenza. E anche per il caso di via Quadri spiega d’aver già fatto alcuni passi per l’acquisizione dei fabbricati.
«Per intervenire sulle case - conclude Meridio - dovremmo trovare un accordo col curatore, per il passaggio delle abitazioni in oggetto al nostro ente. Soluzione già proposta sulla quale torneremo nei prossimi giorni alla luce dell’esistenza di una causa tesa a recuperare la somma dovuta. È chiaro quindi che i cartelli di "cantiere edilizio" non hanno nulla a che fare con noi anche se ci spronano a chiarire al più presto la situazione e le intenzioni del curatore».