25 NOVEMBRE 2004

dal Giornale di Vicenza

Studenti pacifisti in guerra contro i reduci dell'Iraq.
Teatro, il ritardo è di 5 mesi.
Sulla vecchia littorina come in barile

Manifestazione folcloristica e decisamente movimentata ieri mattina vicino al Municipio
Studenti pacifisti in guerra contro i reduci dell’Iraq
(an. ma.) Finti generali, finti morti e finte sparatorie. È andato in scena così ieri mattina lo sciopero degli studenti vicentini che hanno disertato scuola per protestare contro l'Amministrazione comunale. Pomo della discordia, la premiazione dei militari vicentini impegnati a Nassiriya, cerimonia che avrebbe dovuto cadere proprio ieri ma che in realtà è stata spostata oltre. In ogni caso agli studenti l'idea non è proprio piaciuta, tanto da decidere di protestare pubblicamente in un corteo che ha percorso le vie del centro, confluendo in piazza dei Signori dove erano presenti circa cinquecento ragazzi di un po' tutte le scuole. «Non possiamo accettare - hanno ribadito gli studenti - che questa presunta premiazione avvenga a nome di tutta la cittadinanza». È scattata così una mobilitazione senza dubbio coreografica, con combattimenti simulati, fumogeni rossi, fucili giocattolo e medaglie in cartone con le foto di piccole vittime irachene che i ragazzi avrebbero voluto portare a palazzo Trissino «se uno spropositato cordone di polizia - spiegano - non lo avesse impedito». Insomma uno sciopero decisamente "teatrale", a cui hanno preso parte anche studenti di Schio e Thiene che si sono uniti al gruppo di vicentini, «insieme per una causa comune - precisano gli organizzatori della manifestazione - alla quale hanno aderito tutti gli studenti contrari alla guerra, che per una volta hanno lasciato da parte gli schieramenti e le sigle sindacali».


Il cantiere. Le commissioni Cultura e Territorio fanno il punto sullo stato di avanzamento dei lavori
Teatro, il ritardo è di 5 mesi

(g. m. m.) Sarebbe di circa cinque mesi il ritardo accumulato dal cantiere del nuovo teatro imbastito lungo viale Mazzini. Il dato è emerso nel corso di una riunione congiunta delle commissioni Cultura e Territorio, che ha ospitato il direttore dei lavori Mario Gallinaro. All’audizione, coordinata dal presidente della "Cultura" Mario Bagnara, era presente anche l’assessore ai lavori pubblici Carla Ancora. Nella veste di "inquisitore" il consigliere diessino Ubaldo Alifuoco, vice della "Territorio", che nei mesi scorsi aveva a più riprese interrogato l’Amministrazione sulla gestione del cantiere appaltato alla ditta Cogi: sotto accusa, in particolare, i ritardi nei pagamenti degli stipendi agli operai. «In base all’ultima versione del cronoprogramma che ci è stata fornita - argomenta Alifuoco - a dicembre avrebbe dovuto essere completata la scatola, vale a dire tutte le opere in elevazione. È sufficiente passare dalle parti del cantiere per rendersi conto che i lavori non sono giunti a questo livello. In base alle mie stime il ritardo accumulato è di circa 6 mesi, in base a quanto riferitoci dal direttore dei lavori è invece di 4 o 5 mesi». A destare perplessità, tuttavia, erano state le modalità di pagamento adottate dall’azienda, che avevano indotto gli operai a fermare i lavori in attesa delle paghe: «Ci è stato confermato, come sospettavamo, che questo metodo è stato applicato anche con alcuni fornitori, che hanno già avanzato lamentele». Interrogativi avevano riguardato anche il numero degli addetti effettivamente impiegati. In estate si era parlato di incrementare il numero per recuperare il tempo perduto: «Ora sono mediamente una trentina», riferisce Alifuoco, che punta l’attenzione sul futuro dei lavori: «Il cantiere diventerà sempre più complesso per il numero degli interlocutori che verranno coinvolti d’ora in avanti. Il problema è capire come verrà gestito nel prossimo futuro». A conclusione del primo anno non sono state applicate penali: un’ulteriore verifica verrà compiuta a inizio 2005, alla scadenza del secondo anno di lavori. «Si tratta tutto sommato di ritardi fisiologici per un’opera di quella portata - analizza il presidente della commissione "Territorio", l’aennista Giuseppe Tapparello -. D’altra parte, è vero anche che è necessario che l'impresa si dia una mossa e sia più continua nelle lavorazioni che dovranno essere svolte da qui in avanti. Di positivo c’è che il gruppo di operai è stato portato a 40-50 persone». «L’impegno è di darsi appuntamento in primavera per una nuova visita in cantiere, dove verificare di persona lo stato di avanzamento dei lavori, dopo il sopralluogo dell’estate scorsa - conclude Tapparello -. Con l’auspicio di ritrovarci nella primavera 2006 con il direttore dei lavori e sentirgli dire che siamo in prossimità della conclusione dell’opera»


Sulla vecchia littorina come in barile
Viaggio sulla linea Schio-Thiene-Vicenza
I passeggeri: «Stipati come sardine. Perché non aggiungono carrozze?»

di Alessandra Dall’Igna

Visitando il sito delle ferrovie dello stato, www.trenitalia.it, alla voce treni storici si legge: per gli appassionati di ferrovie e antiche vaporiere, per chi cerca un’idea originale per viaggi ed escursioni inusuali. Ebbene, salendo sul treno Thiene-Vicenza delle 7.50 si può trovare tutto questo: l’"antica vaporiera" e il viaggio inusuale. La littorina, che per età e condizione delle carrozze può senz’altro essere definita storica, quando arriva a Thiene è già quasi completamente satura costringendo così molti utenti a rimanere in piedi per l’intero viaggio fino a Vicenza. E se dopo una sola fermata il treno è già pieno, si può immaginare in che condizioni viaggeranno le persone che saliranno nelle stazioni successive. Basta fare un piccolo viaggetto sulla tratta per rendersi conto di persona di come i pendolari vivono il loro pellegrinaggio. E noi siamo saliti proprio su un treno del mattino per provare il "brivido".
«Bisognerebbe fare un giro su questo treno il lunedì mattina - afferma Alberto Alba , 33 anni - quando molti studenti ritornano alle loro università carichi di valige e di borsoni e non c’è posto nemmeno per respirare.
«Quasi sempre capita che le persone rinuncino a salire e aspettino le corse successive, con conseguenti perdite di tempo e di coincidenze. Basterebbe aggiungere un paio di carrozze come è stato fatto con il treno delle 7.20». Le stesse problematiche si ripresentano alle persone che decidono di ritornare a Thiene con il treno delle 18.40, che utilizza lo stesso vettore e che, quindi, costringe i passeggeri alla medesima lotta per conquistarsi la corsa. E se per chi prende questi treni una volta ogni tanto, la situazione può essere considerata fastidiosa, per i pendolari è diventata una vera e propria tortura. Con l’aggravante che in queste condizioni la sicurezza per il passeggero, in caso di incidente o di malore, viene messa in secondo piano.
«A volte mi chiedo cosa succederebbe se a qualcuno venisse male e avesse bisogno di essere soccorso - affermano Alice Rossi e Lucia Bertoldo - Siamo talmente schiacciati che se uno sviene non riesce nemmeno a cadere a terra! Molto spesso lo stesso controllore non riesce a farsi largo tra la folla e rinuncia a controllare i biglietti». Il problema del sovraffollamento dei treni non interessa solamente questo vecchio convoglio, ma colpisce sistematicamente tutti i treni in servizio nelle ore di punta, ovvero la mattina dalle 7 alle 8 e alla sera dalle 18 alle 19. E se a questo disagio si aggiunge quello dei ritardi cronici sulla tratta Thiene-Vicenza, il quadro che si delinea è piuttosto negativo.
«Almeno un paio di volte alla settimana i treni della mattina arrivano a Vicenza con un ritardo di 15 minuti - spiegano Davide Apolloni e Adriana Busato - Sembrano pochi e invece sono sufficienti a farci perdere la coincidenza per Venezia. Di conseguenza si arriva tardi al lavoro e bisogna fermarsi alla sera a recuperare il tempo perso, per poi dover riaffrontare lo stesso calvario per tornare a casa.
«E invece di gestire i ritardi facendo slittare di qualche minuto le partenza dei treni per Venezia, Padova e Verona, le ferrovie dello stato hanno avuto la brillante idea di spiegare le forze di polizia lungo le banchine della stazione di Vicenza per fermare tutti quei passeggeri che, esasperati dalla situazione, avevano cominciato ad attraversare i binari per raggiungere i treni e assicurarsi così la coincidenza. Come dire, oltre al danno c’è anche la beffa». Sui problemi delle coincidenze concorda anche Ulrich Koenig , che ha l’esigenza di recarsi a Padova per motivi familiari. Le soluzioni che i passeggeri propongono per risolvere il problema sono diverse e tutte ugualmente valide. C’è chi spera che la Regione si decida ad investire sul raddoppio del binario che sicuramente riuscirebbe a velocizzare le corse e a snellire il traffico. Basti pensare che il treno delle 7.20 è già in stazione a Thiene alle 7 ma per partire deve attendere il treno in arrivo da Vicenza, con una perdita di tempo di 20 minuti. Qualcun altro si accontenterebbe di un paio di carrozze in più, mentre c’è chi fa proposte ambiziose come la realizzione di una metropolitana di superficie che colleghrebbe tutti i paesi fino a Vicenza. Sicuramente molte più persone utilizzerebbero il treno se le corse fossero più veloci e frequenti, un’idea nemmeno troppo futuristica, date le potenzialità economiche del nostro territorio. Proposte che forse Trenitalia valuterà dicono protestando i viaggiatori della linea Schio-Thiene-Vicenza «quando comincerà a considerare i passeggeri non più utenti ma clienti».