15 MAGGIO 2005

dal Giornale di Vicenza

THIENE.Corteo di studenti in centro "La giunta non ci dà spazio"
Dopo l'abuso, residenza per i nomadi! In Comune scoppia subito la polemica
I comunali in stato di agitazione fanno il blocco degli straordinari. Domani vertice in prefettura.
Magazzini comunali "C'è pericolo: evitate di parcheggiare lì"
Ciclopista, via il camper arriva il gazebo

Sotto accusa la mancata autorizzazione delle feste di fine anno
Corteo di studenti in centro «La giunta non ci dà spazio»
La protesta ha tuttavia richiamato solo un centinaio di ragazzi

di Alessandra Dall’Igna

"Dato che sono sempre loro a giudicarci, oggi abbiamo pensato di farlo noi!" È con questo slogan che ieri mattina i manifestanti del coordinamento studentesco di Thiene e Schio hanno attraversato il centro città e si sono diretti verso il municipio dove hanno affisso la "pagella" con i voti al comune: incoerenza, disinteressamento e falsità 10, disponibilità 3, interesse alle iniziative proposte 2, tolleranza 0. Un corteo di protesta, a cui hanno aderito un centinaio di studenti degli istituti superiori di Thiene, costituitosi per contestare le mancate autorizzazioni comunali all’utilizzo di spazi pubblici per il ballo di fine anno e la festa della creatività. Due rifiuti ritenuti dalla giunta più che giustificati dato che in entrambi i progetti mancava il coinvolgimento dei presidi, ma che ai ragazzi sono sembrate solo due forme di pregiudizio nei loro confronti. «Si permettono di dire che noi giovani non abbiamo valori e che passiamo il nostro tempo ad ubriacarci - spiegano gli studenti - e quando tentiamo di realizzare un progetto in cui crediamo e per cui, in questi ultimi mesi, abbiamo lavorato duramente, ci negano la possibilità di realizzarlo. Indipendentemente dalle modalità con cui abbiamo organizzato le feste e richiesto le autorizzazioni, si poteva trovare un punto d’incontro. Invece l’amministrazione comunale è partita già prevenuta nei nostri confronti e non ha voluto accettare le nostre ragioni e capire le nostre esigenze». Dopo la sosta in municipio, gli studenti si sono diretti al Parco del Donatore dove hanno dato vita ad una piccola "festa della creatività" e concluso la loro manifestazione di protesta. I ragazzi, tuttavia, non hanno alcuna intenzione di arrendersi di fronte ai "no" ricevuti e si stanno già organizzando per trovare un altro comune che sostenga la loro iniziativa. «La cosa più triste - concludono i ragazzi - è che non sembra essere possibile un dialogo tra giovani ed istituzioni. Nonostante l’appoggio di alcuni insegnanti e presidi e il sostegno dei nostri genitori, non siamo riusciti a far capire al sindaco e all’amministrazione comunale che queste feste rappresentano il nostro modo di esprimere noi stessi».


Via Nicolosi. Rucco (An) interroga: « Con quali criteri e dopo quali verifiche l’Amministrazione ha commesso una leggerezza simile?»
Dopo l’abuso, residenza per i nomadi! In Comune scoppia subito la polemica

di Silvia Maria Dubois

«Con quali criteri e con quali verifiche è stata data la residenza ai rom di via Nicolosi?». A lanciare il duro attacco al settore dei servizi demografici del Comune di Vicenza è il consigliere comunale Francesco Rucco (An) che a breve trasformerà la sua protesta in interrogazione. «Ho saputo che è stata riconosciuta la residenza in loco ai nomadi stanziati in via Nicolosi - racconta Rucco - questa è una cosa inammissibile! Il rilascio della residenza deve essere preceduto da un iter dettagliato di severe verifiche. Quali sono quelle attivate dall’ufficio demografico?». Al centro della contestazione è la famiglia senza fissa dimora di nazionalità bosniaca di Ibrahim Halilovic. Famiglia che, qualche mese fa, aveva perso un ricorso al Tar presentato dopo che il Comune aveva fatto demolire tutte le opere realizzate in loco perché considerate abusive. Ora, paradossalmente, dopo l’intervento di demolizione e tanti sgomberi preannunciati, arriva a sorpresa la residenza, certificata pure dalla visura camerale rilasciata dalla Camera di commercio di Vicenza che si riferisce alla “ditta” degli Halilovic di via Nicolosi 257. Iscrizione emessa riconoscendo al capofamiglia la qualifica di “piccolo imprenditore” a fronte di una attività all’ingrosso di rottami ferrosi. «Mi chiedo come possa un’Amministrazione comunale aver concesso un permesso del genere - puntualizza Rucco - senza aver verificato con scrupolo tutti i requisiti necessari. Mi sono già rivolto al settore di competenza per avere delle spiegazioni in merito: lo stesso dirigente Michele Dalla Negra mi ha confermato di essere all’oscuro di tutto, mentre dagli uffici, dove di fatto è stato prodotto il documento, mi è stato risposto che la residenza è stata rilasciata a fronte di un riconosciuto domicilio dell’azienda». «Purtroppo questa faccenda ora potrebbe complicare la procedura di sgombero invocata da tempo sia dai cittadini che dalla stessa Circoscrizione 4 - prosegue il consigliere aenneista - non solo: se anche si potesse intervenire, la residenza inappropriata rilasciata a questi nomadi ci porterebbe ulteriori problematiche legate alla collocazione dei minori che si ritroverebbero a carico della stessa Amministrazione, provocando ulteriori costi per le tasche dei cittadini». Non si esclude, però, a priori la possibilità di invalidazione di questa contestata residenza, visto che la presenza del gruppo di nomadi è stata precedentemente definita abusiva. «Io chiederò comunque che venga revocata con un procedimento di autotutela da parte dell’Amministrazione - conclude Rucco - non è possibile che si commmettano tali leggerezze quando la cittadinanza, da tempo, ci chiede, a ragione, tutt’altro!».


I comunali in stato di agitazione fanno il blocco degli straordinari. Domani vertice in prefettura

Stato di agitazione e blocco degli straordinari. Le Rsu del Comune di Vicenza hanno ufficializzato i primi passi della loro protesta contro l’Amministrazione comunale, dopo aver denunciato lunedì scorso nel corso di un’animata assemblea il malessere che a loro dire si vive nel rapporto fra le parti e la necessità di rimpinguare il fondo produttività, quella che definiscono la loro “quattordicesima”. Più soldi, ma non solo, dunque. Domani in prefettura è stato convocato il primo vertice per cercare una via d’uscita per scongiurare un’escalation che riguarderebbe un’azienda con oltre mille dipendenti. In questi giorni, intanto, le Rsu stanno appoggiando la battaglia nazionale sul rinnovo del contratto. «Il Governo - si legge in una nota dei confederali - fino ad ora non ha consentito il conseguimento di una conclusione positiva dei contratti, in ragione di difficoltà e divisioni presenti al proprio interno, dopo che la delegazione governativa aveva considerato accettabile la mediazione». «Altro che 100 euro - si legge nei manifesti appesi in municipio dalla sigla Rdb-Cub - ne servono il doppio per recuperare il potere d’acquisto perso negli ultimi anni. Il governo considera il pubblico impiego terreno di rapina, a cui sottrarre fondi e risorse per ripianare i buchi di bilancio di una gestione fallimentare fatta di promesse per tutti ma mantenute solo per pochi, i più ricchi».


Allarme per il degrado della struttura
Magazzini comunali «C’è pericolo: evitate di parcheggiare lì»

Va sempre peggio dalle parti dei magazzini comunali di via Frescobaldi. A segnalare la situazione di degrado è ancora una volta un’interpellanza del consigliere dei Democratici di sinistra Ubaldo Alifuoco, che già a fine 2003 aveva interrogato l’Amministrazione comunale sulla sicurezza precaria, l’ambiente malsano, le infiltrazioni, i disservizi e le deficienze negli impianti. «A distanza di quasi un anno e mezzo - annota Alifuoco - nonostante i vari solleciti e le reprimende del presidente del consiglio comunale verso gli assessori inadempienti, non è stata fornita alcuna risposta». Nel frattempo, però, la situazione non è certo migliorata, anzi. «Ora veniamo in possesso di una lettera del 21 aprile e firmata dal direttore del settore Provveditorato, in cui si raccomanda ai dipendenti di parcheggiare le vetture nel piazzale esterno e si declina ogni responsabilità per eventuali auto private poste “all’interno della proprietà comunale”. Tale provvedimento - commenta Alifuoco - nasce dalla preoccupazione che vi possano essere danneggiamenti ai mezzi dovuti allo stato di degrado della struttura nel suo complesso». Appare dunque sempre più precaria la cartella clinica dell’edificio individuato per sostituire il vecchio magazzini di via Monte Zovetto, ritenuto non più adeguato per la vicenda dell’inquinamento all’ex Zambon. La lista dei difetti era già ben pasciuta un anno e mezzo fa, quando venivano segnalate infiltrazioni di umidità e pioggia, la mancanza di un adeguato impianto di illuminazione, l’assenza di un impianto telefonico e di un box a uso ufficio, e via di questo passo. Di qui la richiesta del consigliere di «provvedere a porre in sicurezza l’intero immobile per evitare danni a dipendenti e a cose».


S. Lazzaro. Ennesima manifestazione ieri in via Albinoni, ma con un comitato seminuovo e di stampo diessino
Ciclopista, via il camper arriva il gazebo
Ora con una mozione popolare verrà chiesta al Comune la variante-via Corelli
di Sandro Sandoli

Ormai via Albinoni è diventata l’“ombelico” di San Lazzaro. Nel senso che tutti gli “umori” del quartiere in questi giorni passano per questa strada. Infatti a fine aprile era stata l’epicentro della prima grande protesta, che era stata gratificata da una mezza vittoria perché la realizzazione della ciclopista era stata sospesa, ma che poi, dopo un’affollata assemblea pubblica, alla fine è “inciampata” in una specie di referendum con credibilità nulla, perché centinaia di schede erano state taroccate. Ieri mattina la stessa via Albinoni è stata teatro di un’altra manifestazione, sempre per la pista ciclabile, ma con un’ottica diversa, perché lo scopo era quello di recuperare quella terza ipotesi di variante (passaggio per via Corelli) che i residenti, utilizzando i questionari non originali, hanno mostrato di prediligere. Insomma dove nei giorni scorsi erano stato posizionato il camper del dott. Daniele Zeggio, motore del primo comitato spontaneo, ieri è comparso il gazebo di un altro comitato, che solo parzialmente coincide con il primo (sono rimasti Flora Bartolomei e l’edicolante Mauro Filippi) ma che ora ha assunto una marcata connotazione diessina, per la presenza dei consiglieri della circoscrizione 5 AndreaTapparo e Alessandro Furlan e del membro supplente dela commissione territorio Fulvio Rebesani. E il passaggio di testimone coincide con una decisione forte: quello che il quartiere va chiedendo fin dall’inizio (niente ciclopista in via Albinoni, ma passaggio per via Corelli) diventerà una mozione di iniziativa popolare con richiesta di modifica del piano comunale delle ciclabili, che sarà presentata in sala Bernarda, supportata da 500 firme “certificate”, come stabilisce il regolamento di palazzo Trissino. Naturalmente non poteva passare sotto silenzio il flop del referendum. Il nuovo comitato infatti spiega che chi ha votato per la variante di via Corelli non ha fatto altro che appropriarsi del diritto di esprimere un parere difforme dalle ipotesi formulate dall’assessore Cicero («Solo due e soltanto le sue», viene precisato più volte). Inoltre si puntualizza che le 383 schede pro-via Corelli erano in buona parte quelle stampate e distribuite dal comitato, ma con l’aggiunta della terza opzione fatta a penna dai votanti: quindi le schede non erano taroccate, semmai sono state “manomesse”. Ma la maggior parte degli interventi dei componenti il nuovo comitato hanno per tema la proposta di variante che sarà l’oggetto della mozione. Con l’ausilio di cartine e mappe a chi si accosta al gazebo viene spiegato che via Albinoni dovrebbe “uscire” dal tracciato di ciclopista, per lasciar posto a via Corelli. La quale, però, potrebbe essere raggiunta anche da via Brunialti: questa soluzione permetterebbe un più rapido collegamento con la pista ciclabile (quasi ultimata) di parco Fornaci e non comporterebbe grandi spese supplettive. Però non ci si nasconde dietro un dito ma si avanzano forti dubbi sulla possibilità che il Palazzo faccia facilmente dietrofront e accetti l’ipotesi via Corelli: vi confluirà infatti una strada larga nove metri (è già in corso di realizzazione) che arriverà dai Pomari e sarà utilizzata dalle duecento famiglie che si insedieranno in cinque palazzoni previsti dal piano di edilizia residenziale pubblica, per cui all’incrocio con via Corelli la nuova arteria “non può” trovarsi difronte una ciclopista (C’è chi sogghigna: «Qualcuno potrebbe arrabbiarsi»). Comunque il comitato è più che mai deciso a... provarci. Ora verrà preparato il testo della mozione, ma intanto il primo appuntamento è per lunedì: si teme che venga ordinato all’Amcps di riattivare il cantiere in via Albinoni, per cui i presenti vengono invitati a vigilare e a dare l’allarme con i telefonini al primo segno di ripresa dei lavori. Una residente che spinge una carrozzina con bambino promette: «Se vedo qualcosa mi metto di traverso e vi chiamo». Però da quest’ulteriore manifestazione scocca la scintilla di un interrogativo: se un pezzo di pista ciclabile ha provocato mezza rivoluzione, cosa succederà a Vicenza quando si comincerà a realizzare l’Alta velocità?