GUARDANDO LA SENTENZA, CI SI RENDE CONTO CHE ERA PREPARATA IN ANTICIPO

Kepa Landa, avvocato

Kepa Landa è uno dei «quaranta, cinquanta o sessanta» avvocati immersi nella marea di ricorsi, notifiche, allegati e sentenze che hanno a che vedere con l’annullamento delle, finora, 241 liste elettorali da parte del Tribunale Supremo spagnolo.

D. Quando avete avuto per la prima volta, ufficialmente, notizia delle richieste di impugnazione presentate contro le liste?

R. Giovedì 1° Maggio, a mezza mattina, hanno iniziato a telefonare nei paesi dicendo che bisognava passare dalle giunte elettorali per delle comunicazioni. Tutti capivano che si trattava delle richieste di impugnazione. Ma quando si sono presentati, hanno ricevuto qualche foglio, due certificati di notificazione, nei quali si comunicava che erano state presentate due richieste di impugnazione e che queste si trovavano a Madrid, presso il Tribunale Supremo.
Dicevano che il termine per presentare allegati era le 15,00 del giorno seguente e che bisognava presentarsi debitamente rappresentati. In alcuni casi questo è stato notificato lo stesso giorno 2 alle 10,00 o alle 11,00.

D. Cos’è successo a partire da quel momento?

R. Ogni lista si è messa in contatto con il suo avvocato ed è iniziata una spirale di autentica follia durata tutto il pomeriggio e parte della sera, fino a terminare con la realizzazione di alcuni allegati che ognuno ha redatto come gli è parso opportuno. Il giorno seguente, gente di ogni provincia è salita in macchina con le carte di ciascun avvocato. In Bizkaia eravamo d’accordo che, alle 9,00, un’avvocata portasse tutti gli allegati a Madrid in una cassa.
Nella sede del Tribunale Supremo ci sono stati parecchi problemi, soprattutto tenendo conto che venerdì era un giorno festivo a Madrid. Non so se si aspettassero che ci fosse un’unica risposta, ma si sono trovati davanti al fatto che ciascun paese aveva le sue carte ed i suoi avvocati. Era giorno festivo e la procuratrice non lavorava, però alla fine la hanno trovata e si è offerta di restare. Ci sono stati i casi di alcuni paesi che hanno saputo solo la mattina stessa e hanno telefonato agli avvocati che erano già in viaggio, che hanno redatto gli allegati con una penna sulle scale del Tribunale Supremo. E così, senza neppure sapere cosa era stato impugnato, sono stati presentati gli allegati.
Da quel momento in poi, tutti in attesa della decisione della Corte del Tribunale Supremo… Se uno guarda al contenuto delle sentenze, salvo le risposte molto brevi e malfatte agli allegati più importanti che si formulano nei documenti, si rende conto che erano preparate in anticipo. Non c’è nessuno che sia capace, in così poco tempo, di confrontare le 249 liste ed i membri di ognuna di esse con tutti i dati che hanno potuto fornire la Polizia e la Guardia Civil su tutte le legislature, dal 1978 o dal 1979.

D. Come si possono valutare il processo e le sentenze?

R. Vi sono molti errori. Per quanto mi concerne, i dati di Sestao e Portugalete non corrispondono alla realtà. E so che a Bakio è accaduto lo stesso.
Inoltre, il sabato, prima di conoscere le sentenze, abbiamo già tenuto una conferenza stampa per spiegare ciò che pensavamo del processo.
L’argomento e talmente logico che è come se una persona presentasse una querela perché il vicino del piano di sopra gli insudicia i panni stesi:
automaticamente, al vicino viene trasmessa copia dello scritto dell’altra parte affinché risponda.

D. Si sono verificate altre situazioni strane?

R. Vi sono stati fatti curiosi, come quando il Tribunale Supremo ha detto che gli allegati andavano presentati l’1 e il 2 maggio, mentre la legge stabilisce che il termine è di due giorni feriali e questi giorni, a Madrid, erano festivi.
Non si sono nemmeno valutate prove, durante il procedimento. Io le proponevo, nel mio scritto, e la risposta che offre la sentenza è "guardi, questa storia delle certificazioni e di chiedere documenti per confrontarli no, perché non c’è tempo e l’importante è che le elezioni non possono attendere".
Per il Tribunale Supremo, la cosa più importante era ottenere una sentenza in quarantotto ore, infischiandosene del fatto che non avevi possibilità di difenderti.
Sembra tutto molto surreale. Se i fratelli Marx avessero fatto un film su questo tema, la realtà avrebbe sempre superato la loro immaginazione.

D. Il prossimo passo è il ricorso al Tribunale Costituzionale: quali sono i termini?

R. Alla maggior parte, la sentenza è stata comunicata nella mattinata o nel pomeriggio di domenica ed è iniziata un’altra volta la stessa gimcana. La legge stabilisce un termine di due giorni da quando si comunica la sentenza. Pare che vi siano paesi nei quali è stata notificata oggi (si intende il 05 maggio), pertanto dovrebbero avere tempo fino a mercoledì.