IL GOVERNO SPAGNOLO HA GIOCATO LE SUE CARTE

Quando le giunte elettorali, che sono i tribunali ordinari competenti in materia elettorale, hanno proclamato tutte le candidature presentate per le elezioni amministrative in Euskal Herria (Paese Basco, N.d.T.), hanno lasciato al Governo spagnolo il compito di mettere fuori dal gioco elettorale l’opzione politica di sinistra e indipendentista. Dichiarata l’assoluta liceità delle piattaforme locali e territoriali presentate, ormai solo l’azione del Governo poteva impedire il pluralismo nelle urne il prossimo 25 maggio. E il Governo ha giocato le sue carte, quelle delle quali si era dotato con la riforma della Legge sui Partiti. Il Tribunale Supremo ha ieri respinto 241 delle liste presentate che, se il Tribunale Costituzionale ratificherà questa decisione, non potranno partecipare alle elezioni.

Questo procedimento sta diventando il compendio delle illegalità e frodi subite nel lungo elenco di processi politici ai quali sono state sottoposte persone ed organizzazioni dell’indipendentismo basco nello Stato spagnolo. Tanto che il difficile è trovare riferimenti legali che avallino almeno uno dei passi compiuti dalle diverse istanze che hanno agito sotto la spinta governativa. Si vede che il Governo del PP non vuole rischiare che niente e nessuno, né giudici, né leggi, né principi democratici si mettano di traverso rispetto al suo obiettivo di sradicare il pluralismo politico, in Euskal Herria, nelle prossime elezioni.
La Legge sui Partiti Politici è servita, com’era da aspettarsi, come guazzabuglio all’interno del quale è possibile qualsiasi azione contro la sinistra indipendentista basca. Fedeli all’atteggiamento profondamente antidemocratico che ieri esprimeva il prefetto spagnolo nella Comunità Autonoma Basca, Enrique Villar, nel reclamare «meno ricorsi e più obbedienza», i poteri dello Stato non hanno badato nemmeno alla forma: pretende di annullare, con un unico ricorso, 249 liste, quando un processo giudiziario che risponda a parametri democratici esige l’individualizzazione delle accuse; nessuna comunicazione diretta del ricorso alle liste, generando così un’autentica impossibilità di difesa per coloro che, non sapendo di cosa li si accusava, non potevano sapere come argomentare a loro favore; un termine entro il quale era impossibile presentare appelli, per la sua brevità e per comprendere giorni festivi.

AuB (Autodeterminaziorako Bilgunea, Assemblea per l’Autodeterminazione, la piattaforma elettorale della sinistra indipendentista basca, N.d.T.) si è impegnata a garantire la sua presenza alle elezioni, rispondendo così alla difesa del diritto alla partecipazione politica avallata da oltre ottantamila cittadini baschi con le loro firme. E la risposta a questo impegno costituirà un vero test democratico, per tutti.