«LO STATO PROPONE SOLO STRATEGIE DI GUERRA»
Ugarteburu sollecita tutti gli eletti ed ai soggetti che «lavorano in chiave di Paese» a rispondere congiuntamente.

La portavoce di Udalbiltza, Maribi Ugarteburu, ha affermato ieri ad Astigarraga che «questo non è un attacco isolato, ma è un ulteriore passo di una lunga sequenza antidemocratica iniziata ormai cinque anni fa dallo Stato spagnolo contro Euskal Herria». A questo proposito, ha indicato che «mentre noi abbiamo proposto una strategia di pace per la risoluzione del conflitto, loro propongono solo strategie di guerra».
A fronte di ciò, ha sollecitato tutti gli eletti di Udalbiltza ed ai soggetti che «lavorano in chiave di Paese» a tenere una riunione per «articolare una risposta congiunta».

Mikel JAUREGI
ASTIGARRAGA 30.04.2003

«Questo attacco è un tentativo di smantellare Udalbiltza. Hanno arrestato otto colleghi e amici, ci hanno perquisito e chiuso gli uffici di Bilbao, Gasteiz, Iruñea e Astigarraga e si può dire che ci hanno lasciato solo le biro. Ci hanno messi in mezzo alla strada» ha iniziato con l’affermare la portavoce dell’istituzione nazionale, Maribi Ugarteburu, che ha incontrato i media nella Piazza del Municipio di Astigarraga, insieme al presidente di Udalbiltza, Loren Arkotxa, ai sindaci di Tolosa, Oiartzun e Usurbil, Antton Izagirre, Xabier Iragorri e Joxe Antonio Altuna e a diversi rappresentanti della Commissione Esecutiva dell’istituzione nazionale, che ha tenuto una riunione d’urgenza presso il municipio.

Dopo aver espresso la loro preoccupazione per lo stato degli arrestati, aver chiesto che «si rispettino i loro diritti umani» ed espresso la loro solidarietà «ai nostri colleghi ed ai loro parenti», Ugarteburu ha affermato che «questa non è un’aggressione isolata, ma si tratta di un ulteriore passo in una lunga sequenza antidemocratica, avviata dallo Stato spagnolo contro Euskal Herria ormai cinque anni fa e che, negli ultimi tempi, si è inasprita».

Attacchi che, a suo giudizio, sono diretti contro «qualsiasi tentativo, progetto o iniziativa per articolarsi come Paese» e che «conculcano diritti elementari. Di fatto, è in gioco lo stesso diritto di essere e sentirsi baschi».

«Lo Stato spagnolo sa che le proposte realizzate ultimamente da Udalbiltza, come nel caso della Carta dei Diritti di Euskal Herria, la proposta/documento intitolata "Vie per la pace e la democrazia" o il forum di dibattito nazionale, sono elementi importanti per il conseguimento di una situazione di pace e democrazia in Euskal Herria. Da qui, l’attacco».

A questo proposito, la portavoce dell’istituzione nazionale ha affermato che «a fronte della nostra strategia di pace e democrazia, essi propongono solo strategie di guerra. Non vogliono che l’attuale situazione di conflitto cambi».

A fronte di ciò, ha assicurato che Udalbiltza vuole offrire «una risposta in chiave positiva: vogliamo dire sì a Udalbiltza e sì a Euskal Herria». E attorno a questa rivendicazione, Ugarteburu ha invitato a «unire forze per frenare questo attacco ai diritti fondamentali e democratici. Però, al di là di una risposta unitaria e puntuale, è giunta l’ora di muovere passi decisivi ed irreversibili verso una soluzione democratica del conflitto».

La portavoce di Udalbiltza ha parlato delle decisioni adottate dalla Commissione Esecutiva per rispondere a questa nuova operazione poliziesca ordinata dal giudice della Audiencia Nacional Baltasar Garzón.
Oltre a ricordare la presentazione di una mozione nei municipi allo scopo di discuterla in sedute straordinarie, l’assemblea degli eletti ha deciso di indire per oggi, alle 20,00, davanti ai municipi, concentramenti silenziosi con la parola d’ordine «Bai Udalbiltzari, bai Euskal Herriari (Sì a Udalbiltza, sì a Euskal Herria, N.d.T.)».

Inoltre, Ugarteburu, ha fatto un appello «il più sincero ed ampio possibile a tutti gli eletti nelle istituzioni di Euskal Herria che fanno parte di Udalbiltza, che appartengano alla sinistra indipendentista, ad Abertzaleen Batasuna, ad Eusko Alkartasuna, al Partito nazionalista Basco o a qualsiasi altra formazione», a partecipare ad una riunione aperta che avrà luogo oggi, alle 16,00, nella sala consiliare del municipio della località di Gipuzkoa.

L’incontro, al quale sono stati invitati anche tutti i soggetti politici, sociali, sindacali e culturali che «lavorano in chiave di Paese», vuole servire a «articolare, per i prossimi giorni, una risposta unitaria a questo attacco».

«È un appello alla dignità ed a costruire un vero muro di difesa democratica dei diritti fondamentali di Euskal Herria e di tutti i cittadini baschi», ha precisato; una risposta di letti in Araba, Lapurdi, Bizkaia.

Il consigliere comunale della sinistra indipendentista di Ustaritze, Battitta Ameztoi, rappresentante della lista Herria Bizi Dadin, ha denunciato che «gli Spagnoli non agiscono contro chi utilizza mezzi violenti, ma contro gli obiettivi della sinistra indipendentista e la costruzione nazionale». I consiglieri Arantza Urkaregi, di Bilbao, e Koldo Castaños, di Barakaldo, hanno tenuto una conferenza stampa per indicare che l’obiettivo «è criminalizzare la sinistra indipendentista e aggredire chiunque lavori per Euskal Herria». In termini simili si è espresso il gruppo indipendentista al comune di Gasteiz che, in un comunicato, ha censurato le parole del candidato sindaco del PNV , Mikel Martínez «che ha fatto riferimento alla presunta illegalità del documento di identità nazionale basco (emesso da Udalbiltza e non riconosciuto dalle autorità spagnole e francesi, N.d.T.) per minimizzare l’attacco».