F15 il mondo contro la guerra
 WWW.venetocontroguerra.net

mappa animata delle manifestazioni del 15/2 nel mondo
 

RESOCONTO assemblea PADOVA contro la guerra con vari interessanti interventi
 
 

                          Contro la guerra. Conferenza stampa ieri a Vicenza del coordinamento veneto che ha presentato la
                          mobilitazione di sabato e altre iniziative
                        http://www.ilgiornaledivicenza.it/storico/20030211/cronaca/Dab.htm
                          «Una bandiera della pace in Comune»
                          «Se non un drappo arcobaleno almeno un gesto pubblico contro il conflitto»


 

Togliere il sostegno a un economia di guerra di eterne "Missioni Umanitarie"!!Lo sterminio come arma di conquista storicamente consolidata seguito da elargizioni di surplus economico nei paesi poveri ;
Togliere il sostegno ad una cultura di guerra dalle emergenze endemiche !!
La militarizzazione , la fortificazione della "civilta' occidentale " nei paesi ricchi !!
IN questa prospettiva la giornata del 18Gennaio ha dato buoni risultati  in tutto il mondo
ed anche l' iniziativa di Vicenza ,che ha visto soggetti diversi fra loro realizzare  una giornata d'azione contro la guerra in poco piu' di 10 gg,( in cui ognuno ha partecipato e portato i suoi contenuti nelle forme che ha ritenuto piu' opportune ,con un ottima partecipazione e sembra soddisfazione ),e' un buon punto su cui cominciare
a pensare Globalmente ed agire Localmente per un interesse collettivo che
valichi gli schieramenti e si riconosca negli intenti!!!

FOTO del SIMBOLO  X LA PACE
http://www.baringwitness.org/photos.htm
 
 
 

24.01.2003 - Lettera a Sorrentino da parte del Coordinamento contro la guerra.
Questa è la lettera consegnata a nome del Coordinamento Vicenza contro la Guerra.
Dovrebbe rispecchiare tutte le sensibilità emerse. A causa della rapidità degli eventi mondiali e l'impossibilità di esserci trovati subito tutti questa settimana, non è stata discussa collettivamente tra tutti i gruppi, ma molti hanno contribuito in ordine sparso. Per farla discutere alla riunione di giunta del lunedì, doveva essere consegnata a Sorrentino entro oggi. Eventualmente lunedì sera all'incontro a Villa Lattes alle 20,30 bisognerà discutere anche su metodi di discussione e di decisione più rapidi per le nostre iniziative. Una mailing list collettiva a cui iscriversi tutti i singoli e gruppi che si battono contro la guerra? Un sito neutrale del coordinamento di informazione? Pensiamoci. A problemi urgenti dovremmo poter rispondere con strumenti veloci. Paolo

VICENZA J18 CONTRO LA GUERRA  ALTRI ARTICOLI FOTO

Vicenza, 24 Gennaio 2003
Il “Coordinamento Vicenza Contro la Guerra”
Alle dieci e cinquanta del giorno 22 gennaio il Coordinamento ha avuto un incontro presso il Comune di Vicenza con il Vicesindaco Sorrentino.
L'incontro era stato richiesto dal Coordinamento per risolvere, o comunque chiarire, la situazione verificatasi nelle scorse settimane in merito alla richiesta di associazioni, gruppi e cittadini pacifisti di poter utilizzare Piazza dei signori come punto finale di una intera giornata organizzata per dire “no alla guerra in Iraq”.Sabato 18 gennaio erano in programma diverse iniziative, dall'assemblea mattutina per discutere e confrontarsi sui temi della guerra, al presidio pomeridiano davanti alla Caserma Ederle con corteo fino in Piazza dei Signori, e in quest'ultima una festa per la pace, con interventi dal palco, giochi per bambini e musica. Tutto questo programma ha ricevuto l'adesione di un centinaio di associazioni e gruppi anche nazionali, in accordo con l'appello internazionale dell'associazione ANSWER americana (Agire ora per Fermare Guerra e Razzismo), che in contemporanea organizzava grosse manifestazioni a San Francisco e Washington (e in altre 150 città americane), contro la guerra in Iraq e per una cultura di pace, nell’occasione dell’anniversario della nascita di Martin Luther King, nonchè dell’inizio della Guerra del Golfo.
L'incontro di martedì con il Vicesindaco voleva da un lato esprimere il disappunto del comitato organizzatore vicentino per la scarsissima
collaborazione alla buona riuscita della manifestazione che il Comune ha dimostrato, dall'altro, in armonia con lo statuto Comunale di Vicenza, che al punto due recita:
1. “Il Comune, in conformità ai principi costituzionali ed alle norme internazionali che riconoscono i diritti innati delle persone umane, sanciscono il ripudio della guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali e promuovono la cooperazione fra i popoli, riconosce nella pace un diritto fondamentale della persona e dei popoli”.
2. “A tal fine il Comune promuove una cultura della pace e dei diritti umani mediante iniziative culturali e di ricerca, di educazione e di informazione, e con il sostegno alle associazioni che promuovono la solidarietà con le persone e con le popolazioni più povere”.
voleva ricordare che il Comune è tenuto a promuovere una cultura di pace tra la cittadinanza, nonchè ad agevolare ed aiutare le associazioni che si prodigano a tale scopo.
Oltre ad avere aspettato solo il giorno prima della manifestazione per concedere l'uso della piazza, quando la Questura aveva già dato da tempo il permesso per il corteo, il Comune stesso (nelle persone del Sindaco e del Vicesindaco) aveva espresso dichiarazioni negative (decontestualizzate dalla situazione contingente nonchè superficiali nella sostanza) in merito ad una iniziativa pacifica che coinvolgeva molti cittadini e il tema della pace, e che dovrebbe essere stata promossa dal Comune stesso, secondo modalità analoghe o diverse alla manifestazione stessa.
E’ bene specificare che l’attesa per la concessione del plateatico ha avuto il solo risultato di danneggiare gli organizzatori nel loro lavoro, la
manifestazione nell’abbassamento del numero potenziale di aderenti, i manifestanti, nel farli sentire (contrariamente alle loro intenzioni) costantemente in contrasto con l’Amministrazione.
Il “Coordinamento Vicenza Contro la Guerra” ha formulato delle richieste al Vicesindaco Sorrentino, proprio per superare le diffidenze e per costruire un percorso unitario con le istituzioni locali. Il comune non può non dare ascolto e non cercare di capire quella grossa fetta di cittadini che tutti i giorni si impegna per coltivare una cultura di pace che il comune stesso riconosce.
La società civile italiana si è da tempo largamente pronunciata contro la guerra e contro la partecipazione italiana ad essa, in qualunque forma. Lo dimostrano numerosi sondaggi di opinione e le innumerevoli iniziative di pace che in questi giorni stanno mobilitando la società civile italiana.
Per questo risulta necessario che anche gli enti locali, che più sono vicini ai cittadini, si facciano carico delle loro esigenze e aspettative, che prendano una posizione chiara contro la guerra in Iraq, e che si facciano carico di chiedere ai deputati e senatori, che rappresentano il loro territorio, che si pronuncino e si attivino affinchè il parlamento prenda una posizione netta contro la guerra, prima che sia troppo tardi (questo anche in base all'art. 11 della Costituzione Italiana).
È stata ribadita dal comitato organizzatore l'importanza e la centralità del Corso e della Piazza, anche per l'opera di sensibilizzazione sui temi della pace verso i cittadini vicentini.
Allo stesso tempo si ribadisce la necessità di poter fruire del cuore della città per trasmettere messaggi di elevato contenuto etico e umanistico (come il no alla guerra), a tutti, anche a coloro che fanno shopping in centro il sabato pomeriggio.
Inoltre, come confermato dallo stesso Vicesindaco, da quando c'è l'ordinanza ci sono stati più cortei o fiaccolate di prima, per questo sembra inutile, oltre che dannoso per tutte le parti, continuare a mettere in posizione di illegalità verso il comune associazioni o gruppi che organizzano iniziative in centro.
Visto che si fanno sempre più forti e preoccupanti le spinte per la apertura di un nuovo conflitto contro l'Iraq non si può impedire ai cittadini di esprimere il loro totale dissenso contro questa guerra giudicata, oltre che un disastro umanitario per la popolazione irachena, un'aperta violazione dei diritti dell'Umanità.
In questo contesto si inserisce la proposta del “Coordinamento Vicenza Contro la Guerra”, il quale CHIEDE
1. che il Vicesindaco Sorrentino si faccia carico della comunicazione delle parole di questo documento presso la Giunta nella sua più prossima riunione (es.: Lunedì 27 gennaio), come da accordi presi con il Vicesindaco stesso.
2. che (sotto invito del Vicesindaco) uno o più consiglieri (di maggioranza oppure di minoranza) facciano richiesta di immettere nell’Ordine del Giorno del prossimo Consiglio Comunale una “Richiesta di Dibattito” riguardo ad un inequivocabile “no alla guerra in Iraq”, come già fatto da più di qualche importante città italiana (Udine e Pistoia tra le prime, Bolzano Vicentino tra quelle vicine).
Soprattutto, che il Sindaco (avendone il potere) immetta in modo autonomo nell’OdG di cui sopra, detta “Richiesta di Dibattito”, al fine di dare un segnale forte alla cittadinanza, nonchè di velocizzarne il dibattimento.
3. che il comune di Vicenza esponga la bandiera della pace o un drappo bianco o un altro simbolo di pace in un luogo visibile, simbolico e consueto ai cittadini (Palazzo Trissino, Basilica Palladiana etc...) ad indicare la volontà del comune stesso a impedire un intervento in Iraq, in accordo con il parere del Vicesindaco stesso.
4. che, in conformità ai principi costituzionali, alle norme internazionali
e allo statuto del comune, i vari assessori si impegnino concretamente per favorire una cultura di pace, patrocinando le prossime manifestazioni promosse per la pace e la solidarietà fra i popoli. Le dichiarazioni di “irresponsabilità” da parte del Vicesindaco (per altro in parte rientrate) e le dichiarazioni in particolare dell'assessore Sarracco sulla natura della manifestazione non sono in sintonia con la volontà di dialogo dichiarata dal Vicesindaco stesso durante l'incontro.
5. che il Comune elimini o comunque ridiscuta l'ordinanza che vieta il passaggio di cortei in Corso Palladio e Piazza dei Signori.
“La guerra è sempre una constatazione di fallimento ed è sempre la peggiore situazione; tutto deve essere fatto per evitarla”.
in fede:
Il “Coordinamento Vicenza Contro la Guerra”
ALcune considerazioni  su J18 Vicenza contro la Guerra
 

23.1.2003 - Dopo il 18 gennaio
Ciao Ragazzi, siete fantastici !, direbbe un mio amico,ma stavolta non a sproposito perchè la manifestazione del 18 Gennaio è stata grande grazie al contributo di molti di noi .
Vi scrivo questo messaggio anche per comunicarvi alcune impressioni avuta ad un incontro a cui sono stato invitato per parlare della rete di lilliput domenica scorsa composto da un gruppo di famiglie; ascoltando le loro domande mi sono reso conto che la gente sente un forte bisogno di visibilità: ma tutto quel mondo fatto di gruppi di com. equo, banca etica, gruppi di acquisto, ecc.... perchè non si sente la loro presenza più visibile nella vita di ogni giorno, perchè non si tenta di far emerge tutta quell' economia-altra e la sua incisività nel sistema...; un altra riflessione che emergeva era che di fronte a mille campane che suonano in coro la solita musica del pensiero unico perchè non vi sono persone formate che cercano di sensibilizzare ad un altro pensiero possibile e poi mi chidevano se questo poteva essere un compito della rete .
Comunque l'incontro mi sembra sia stato interessante per tutti, anzi propongo di moltiplicarli questi incontri.
20.01.2003 - Comunicato stampa di alcune associazioni
«É pericoloso vivere nel mondo non a causa di chi fa del male ma a causa di chi guarda... e lascia fare» (Albert Einstein)
COMUNICATO STAMPA
Egregio Direttore, con rammarico e preoccupazione le vogliamo esternare la nostra delusione per non aver trovato e letto, tra le pagine del Giornale di Vicenza, un appropriato ed oggettivo resoconto giornalistico sull’importante palinsesto di manifestazioni contro la guerra e le guerre, e per la pace, tenutosi sabato 18 gennaio a Vicenza. L’appuntamento che si sono dati nella nostra città tanti cittadini ed un centinaio di variegate associazioni, sfidando l’addiaccio e l’indifferenza di molti, e in solidarietà con le tante altre manifestazioni pacifiche svoltesi in tutto il mondo, non può certo dirsi usuale e secondario, soprattutto perché è riuscito a coinvolgere e sensibilizzare, in soli dieci giorni di preparazione organizzativa autofinanziata, migliaia di persone accomunate dal vivo desiderio di testimoniare pubblicamente, in piazza, lungo le strade, i valori del dialogo e della giustizia; valori che ci spingono a credere che gli eventi bellici sono evitabili e che un altro modo di agire sul fronte della politica internazionale è possibile e doveroso, se non vogliamo ripercorrere strade lastricate di sangue, che lasciano dietro di sé indelebili scie disperazione e ingiustizia.

Tante associazioni, gruppi, singoli cittadini, rappresentanti di un arcobaleno di sensibilità diverse, ma che sono riusciti a trovare un denominatore comune nei suddetti valori, formano la spina dorsale di un contesto sociale vivo ed in crescita esponenziale. E chiedono di essere ascoltati e valorizzati, per il bene di tutti, e non ghettizzati o trattati, al massimo, come gli animatori di eventi folcloristici. Giovani e adulti impegnati nel volontariato ambientalista, nel commerci equo e solidale, nelle cooperative sociali, nel servizio civile nazionale ed internazionale, nelle associazioni ed organizzazioni politiche e sindacali, nei coordinamenti e reti associative per la legalità e la pace testimoniano ogni giorno con il proprio costante impegno volontario, senza clamori o secondi fini, la volontà di tentare, mediante il dialogo, di sensibilizzare le istituzioni ad impegnarsi sul difficile terreno del confronto costruttivo, teso ad allontanare, a scongiurare che gli arsenali di guerra, presenti nella nostra città, si mettano inesorabilmente in moto.
Siamo delusi, perché la più grossa testata informativa provinciale ha invece voluto puntare i fari e dare la parola, nell’edizione del giornale di domenica 19 gennaio, non ai contenuti e alle variegate riflessioni dei tanti “piccoli” presenti in piazza, ma ai soliti opinion leader (Achille Variati, mons. Pietro Nonis e l’assessore Sante Serracco) dei quali certo ci interessa l’opinione ma che avremmo accolto a braccia aperte e voluto tra noi, con le proprie molteplici rappresentanze e sensibilità; purtroppo costoro erano assenti in piazza (ma presenti tra le colonne del suo giornale) e non hanno aderito a quella che poteva, anche con il loro contributo, trasformarsi in una imponente manifestazione per la pace, all’insegna del dialogo e del rispetto reciproco. A padre Adriano Sella, don Albino Bizzotto, Bepi De Marzi, ai rappresentanti delle Associazioni palestinesi e degli stranieri, dei Centri Sociali, della Rete Lilliput, delle rappresentanze sindacali presenti e a tutti coloro che hanno preso la parola in piazza dei Signori e lungo il tragitto della Marcia per la pace doveva, a nostro avviso, essere dedicata la pagina del Giornale di Vicenza. Nella speranza di poter leggere in una prossima edizione del giornale quanto emerso il 18 gennaio a Vicenza, cordialmente la salutiamo.
Un saluto di pace da: Amedeo Tosi (Direttore responsabile della newsletter «il GRILLO parlante»); Paolo Michelotto (Bilancio partecipativo ? Vicenza), Alice Bollesi, Fabian Beker.

20.01.2003 - Le mezze false pagine del Giornale di Vicenza e altre amenità
Cari amici concordo anch'io con le riflessioni di Amedeo Tosi su quanto il Giornale di Vicenza ha scritto (domenica 19/1) sull'iniziativa di sabato 18 gennaio 2003.
Di una pagina, mezza (?) era sulla manifestazione (con molte foto), l'altra su cosa pensano tre "opinion leader" vicentini 

*********** Nota Le false mezze pagine del G. di Vicenza
3617 battute -caratteri- di cronaca della manifestazione di cui 1099 intervista a Filippo Magnaguagno Rete Lilliput, 3172 intervista a Sarracco, 3637 me Nonis, 3060 Variati. Quindi 17% sulla manifestazione, 8% intervista ad un aderente-organizzatore, 75% opinioni di non partecipanti
*********** Fine nota

per quanto riguarda l'articolo sulla manifestazione, a parte l'intervento di Filippo Magnaguagno, mancano le 100 voci di tutte le altre associazioni aderenti.
Il giornale di Vicenza individua a fatica solo due pseudo-macrocategorie: i "cattolici" e l' "estrema sinistra".
A quanto pare Pippo, essendo della Rete Lilliput, viene identificato con i "cattolici" e ha diritto di parola. L'altra macrocategoria, essendo "estrema sinistra", può essere solo nominata, sia mai che i "moderati" lettori del giornale di Vicenza digeriscano qualcosa di più sinistrorso del "sinistro" Achille Variati! (sigh).
Possibile che il giornale di Vicenza non abbia sentito la necessità di intervistare quattro, cinque partecipanti alla manifestazione? Forse non li ha visti, forse non ha voluto: meglio un "temino" piuttosto che evidenziare agli occhi dei lettori come 100 associazioni e 2000 cittadini cercano ogni giorno di coniugare realmente Pace con Ambiente, Pace con Sviluppo, Pace con Giustizia, Pace con Diritti, ... 
Aggiungo un'ultima riflessione sull'intervista all'Amministrazione Comunale rappresentata dall'Assessore Sante Sarracco, che, non dimentichiamolo, ha competenza sulla Casa per la Pace, sulla Consulta per la Pace e quindi dovrebbe concretizzare le aspirazioni di Pace del Comune di Vicenza scritte nell'art.2 dello Statuto.

Per l'amministrazione comunale in questa manifestazione "mancano le bandiere tricolore", "gli slogan hanno gli stessi colori", "le bandiere ai balconi sono forme esteriori", "forme esteriori politicamente etichettate, unilateralmente indirizzate". Quindi per l'amministrazione comunale questa " non è una marcia per la pace". 
Poi Sarracco sale in cattedra dice "la pace è il contrario di guerra", che la guerra storicamente nasce per varie cause, accenna alle vendite di armamenti "sono stati creati gli spiriti guerrieri nelle Nazioni povere ma non sono mai stati tolti i giocattoli alla fine del gioco", esplora il terrorismo odierno, ricorda le Torri gemelle, parla di bioterrorismo, di guerra chimica, dà dell'ignorante (nel senso che non conosce) ai " tanti pacifondai e pacifisti". Poi alza la cazzuola da colonnello-pacifista "i militari sono i primi contrari alla guerra", "la pace bisogna costruirla a livello europeo con un blocco solidale contro i movimenti immigratori e di fede religiosa". (Se qualcuno non crede a quanto riportato fra virgolette vada a rileggere l'articolo del G. di Vicenza che viene riportato nella rassegna stampa di AltraVicenza.it).
Dopo aver chiacchierato e deriso il suo "nemico", non c'è più spazio nell'articolo per sapere cosa ha fatto l'assessore per concretizzare l'art.2 dello Statuto in 5 anni di ampio mandato.
Io inizio l'elenco poi qualcuno lo completerà:
1) ha aspettato tre anni a mettere piede nella Casa per la pace;
2) ha sparato bordate sulle associazioni "estremiste" della Casa per la Pace;
3) non ha mai voluto confrontarsi con le associazioni della vecchia Consulta per la Pace;
4) ha preferito riformare e istituire una nuova Consulta per la Pace;
5) ha inventato un albo delle Associazioni vicentine in cui ha dimenticato l'area CULTURALE E DI PACE;
7) ha spulciato le richieste delle associazioni, ha eliminato quelle che non avevano la parola PACE nello statuto, anche se avevano la parola COOPERAZIONE E SVILUPPO CON LE COMUNITA' STRANIERE NEL VICENTINO
8) non ha aderito alla MARCIA PERUGIA ASSISI perchè organizzata da Comuni di sinistra
9) ha istituto un ufficio di Presidenza della Consulta dove mette all'indice i "progetti ideologicamente indirizzati", affondando così un progetto di Libera;
10) ha modificato il regolamento della Casa per la Pace, inserendo nel comitato di gestione un rappresentante del Consiglio Comunale 
11) alla richiesta, fatta da alcune associazioni in Consulta mercoledì 15/1 ore 18.00, di aderire alla manifestazione, Sarracco ha deciso per tutti: "NO".
12) ...

Probabilmente per l'amministrazione la Pace si costruisce "solo con il proprio simile politico" e si dà fiducia solo alle associazioni che fanno da "cassa di risonanza" all'Amministrazione, alla faccia del dialogo fra popoli e culture.
Amen
Enrico Zogli
19.10.2003 - Impressioni sulla giornata del 18 gennaio di Paolo Michelotto
1. La cosa più affascinante è che tutto è stato fatto ad opera delle persone che singolarmente si sono date da fare , hanno superato incomprensioni tra diverse ideologie e sensibilità e si sono parlate per costruire la giornata. Il merito più grande non è quello dei numerosi gruppi, non solo almeno, che hanno dato l'adesione, ma dei singoli, migliaia, che anche non facendo parte di nessun partito o associazione, si sono mobilitati per esprimere con forza la loro voce per dire "No alla guerra".
2. Abbiamo scoperto che il sindaco di Vicenza Hullweck di FI, come tutti i grandi uomini, da Ponzio Pilato fino a Berlusconi, non è mai intervenuto direttamente nella vicenda. Non aveva tempo. Noi gli mandavamo richieste scritte, telefonate, email, ma lui non aveva tempo. Doveva, come altri grandi uomini, da Cheope a Mussolini, terminando con Saddam inaugurare la sua grande opera, il teatro, con cui spera di passare alla storia. 
Poveretto
3. Ma, il suo vice, Sorrentino di AN (ma chi è...) ci ha dato alla fine il nullaosta per procedere. Ed ha fatto scrivere nella licenza temporanea dell'uso della piazza questa meravigliosa frase: "si prende atto che non viene vietata". Grande uomo anche lui, chiaro, sintetico, preciso... e poi ha tenuto a farsi pubblicare dal Giornale di Vicenza (nel suo servile articolo di sabato, sepolto a pagina 150, con titolo estremamente negativo, tanto per chiarire a chi non avesse ancora capito chi sono i suoi padroni politici), che i pacifisti sono degli irresponsabili perchè avrebbero bloccato la circolazione di Vicenza Est per un paio d'ore. Vi sentite irresponsabili ad avere manifestato contro la pace? Io no. Come le altre centinaia di migliaia in tutto il mondo (ed è solo l'inizio). E poi ha chiarito che lui non aveva niente contro la manifestazione per la pace, tanto da aver concesso il permesso... senza specificare che l'aveva concesso solo 24 ore prima, su pressione di centinaia di gruppi e di cittadini, che comunque avevano organizzato tutto per fare in ogni caso la manifestazione in piazza credendoci fermamente. La concessione gli era stata strappata con la forza a malincuore solo nel momento in cui aveva capito che comunque la gente avrebbe fatto la manifestazione in piazza, con permesso o senza. E il comune ha fatto pagare i costi dei quattro tavolati che sono stati il palco, le AIM di proprietà del comune hanno fatto pagare l'allacciamento della corrente elettrica, alle 20 ha fatto spegnere gli amplificatori a metà del concerto del gruppo reggae, e il gruppo africano si è esibito senza amplificatori. Ha cercato di sabotare la manifestazione in tutti i modi. Ma noi, liberi cittadini pensanti l'abbiamo voluta, e grazie alla decisione e impegno di tutti l'abbiamo realizzata.
4. Ci hanno costretto quasi a mendicare la piazza e alla fine ce l'hanno concessa solo quando non potevano più evitarlo. Come se la piazza fosse una proprietà personale di questa giunta e non il luogo fondamentale di dibattito della città. Questi rappresentanti eletti si sentono dei piccoli Re. Ma il potere sulla città è proprietà esclusiva solo di noi cittadini e se i nostri rappresentanti non ritengono questo, non sono più i nostri rappresentanti, ma solo tristi uomini inebriati da un piccolo e squallido ruolo che hanno male interpretato.
5. grazie a tutti quelli che hanno collaborato fin dall'inizio e che hanno messo a disposizione gratuitamente impegno, materiali, mezzi, furgoni, conoscenze tecniche. Tra questi non ci sono i partiti (tranne PRC e IDV) e non ci sono i sindacati (tranne i Cobas). Grazie particolare a Giuseppe Cantarella che ha regalato 216 litri di vino genuino prodotto da lui, per il vin brulé. Con persone come lui ci sono ancora speranze per la società umana...
6. se proprio vogliamo aver un confronto con la giunta comunale (ma che utilità avrebbe? Convincerli non se ne parla, i giornali poi diranno quello che vogliono, le tv di Vicenza non mostreranno nulla, i cittadini non sapranno cos'hanno risposto alle nostre obiezioni), perchè non esigere di parlare con il sindaco? In fondo il permesso era stato richiesto a lui, non al suo vice. Perchè il sindaco aveva emesso le ordinanze che vietavano le manifestazioni in corso palladio, non il suo vice. Forse che 1500 - 2000 persone non hanno la dignità sufficiente per ottenere qualche ora del suo prezioso tempo? O ha paura di non saper come difendersi? Ho ha così interiorizzato gli insegnamenti del suo boss, che non accetta nessun tipo di confronti pubblici?
19.01.2003 - Riflessioni su quanto apparso sul G. di Vicenza sulla manifestazione del 18 gennaio
Cari amici, ho letto gli articoli apparsi oggi nel sito del Giornale di Vicenza, inerenti il palinsesto di ieri, 18 gennaio. Didascalicamente, a mò di "intervento preventivo", mi vien da dire: troppo stringato l'articolo sull'evento; fuori luogo i tre interventi (Variati, Nonis e assessore ai servizi sociali). Beh, l'articolo non riporta alcuno spunto o resoconto di quanto emerso nel corso dei tanti e vari incontri programmati; fuori luogo i tre interventi perché 1) oggettivamente nessuno dei tre opinion leader era presente con proprie rappresentanze alle manifestazioni; 2) vengono umiliati quanti si sono effettivamente rimboccati le maniche e/o comunque si sono esposti scendendo in piazza: a loro, i protagonisti della giornata, dovrebbe essere data la parola. 
A mio avviso, se domani, lunedì, non uscirà un servizio come auspico/auspichiamo, vi invito a valutare, se ritenete, l'ipotesi di redigere ed inviare una lettera unitaria al direttore. Se mi dite, una lettera la posso inviare pure io, per fare un po' di sano pressing.
Shalom, amedeo tosi (il GRILLO parlante)