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5 Aprile 2006

ALT! DOCUMENTI!

Da qualche tempo all'entrata del 36 di via Zamboni e' apposto l'avviso che da meta' marzo sarebbe stato attivato il controllo elettronico del badge. Nonostante i ritardi nell'entrata in funzione, questo progetto verra' presto realizzato. Cio' comporta non solo una limitazione dell'accesso per chi non e' iscritto a determinate facolta', ma anche un controllo sistematico degli stessi iscritti che per meglio uniformarsi al nuovo modello di una universita'-fabbrica ora dovranno anche timbrare il cartellino. Il pretesto dell'Ateneo e' sicuramente quello di offrire un miglior servizio agli studenti appartenenti alle suddette facolta', ma inrealta' e' solo l'ennesima trovata per sottoporre un nuovo tassello degli ambienti universitari a nuove forme di controllo: ogni ingresso e ogni uscita lasceranno immancabilmente traccia del passaggio di ognuno di noi.

Questa volonta' da parte dell'Ateneo e' riemersa nel 2001 quando durante l'occupazione del 36 sono state trovate dagli studenti 6 telecamere inserite nelle luci di emergenza; si e' poi resa ancor piu' visibile con la militarizzazione di piazza verdi e l'installazione di innumerevoli telecamere in tutta la zona universitaria, comportando quindi una progressiva sottrazione di spazi di socialita' e di confronto, per finire con un atto estremo di repressione, ovvero lo sgombero per mezzo delle forze dell'ordine dell'A.U.L.A di Piazza Scaravilli occupata nell'autunno scorso per sviluppare, oltre a nuovi progetti politici, una nuova forma di socialita' al di fuori di quella imposta dalle logiche del controllo sociale.

Oggi tutto questo si ripropone di nuovo all'interno del 36, uno dei pochi luoghi rimasti dove l'intreccio di relazioni tra studenti ha saputo in questi anni creare una socialita' completamente diversa e contrapposta all'iter da catena di montaggio studia-consuma-lavora che vogliono imporci dall'alto; un luogo che porta ancora percettibilmente nel proprio immaginario la memoria di esperienze di lotta passate che hanno saputo mettere in crisi il modello di universita' allora nascente, il quale, oggi, si sta tentando di contrastare attraverso l'opposizione dal basso alle riforme Zecchino-Moratti e a direttive come queste. In questa direzione si sta anche sviluppando a livello europeo un progetto che rendera' le biblioteche pubbliche a pagamento e che comportera' una restrizione al libero accesso al sapere e andra' a sottrarre un luogo pubblico per eccellenza come le biblioteche al libero e aperto utilizzo sociale, per subordinarlo alle logiche del profitto ad ogni costo...

Tutto questo e' inaccettabile: infatti la politica dell'universita' e' volta sempre piu' alla frammentazione sistematica degli studenti, perfettamente congeniale al suo ruolo di sfruttamento e riproduzione di lavoratori in formazione, e di dominio del capitale. Questo modello di universita'-fabbrica vuole offrire agli studenti-macchine solo una forma di sapere svuotata da ogni contenuto critico, da ogni possibilita' di apertura di contraddizioni che portino verso una reale liberazione. Ogni esperienza che porti ad un'immediata condivisione di esperienze, lotte, saperi, operata dal basso e in maniera completamente orizzontale viene cosi' continuamente minacciata di repressione, ne vengono colpite le basi di potenzialita' sovversiva proprio attraverso la sistematica separazione tra i soggetti sociali potenzialmente capaci di rivoluzionare l'ordine economico vigente.

CONTRO LA MILITARIZZAZIONE DEL 36 E DELLA ZONA UNIVERSITARIA

PER UN LIBERO ACCESSO AI SAPERI

 

 

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Il collettivo si riunisce tutti i martedi alle 17.00 nell'aula studenti di Via Zamboni 38
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