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CHI SIAMO

Siamo un gruppo di persone accomunate dall´amore per il canto popolare nelle sue più diverse forme. Tale passione si esprime principalmente nel piacere del cantare in gruppo.
Una caratteristica comune dei brani del nostro repertorio è l´appartenenza ad una storia ufficialmente poco riconosciuta e considerata; da qui nasce il nostro intento di condividere, con chi ci ascolta, ciò che sappiamo del contesto storico e sociale in cui i canti hanno preso forma e si sono evoluti, delle motivazioni civili che li hanno ispirati. Non meno importanti sono lo studio e la padronanza delle tecniche di emissione e dei virtuosismi vocali, nelle infinite varianti offerte dalle differenti culture locali.
Cantare popolare significa riappropriarsi di una memoria viva, pulsante, fortemente innervata in una società colma di conflitti e contraddizioni. La scoperta e la valorizzazione di questo patrimonio, che per natura appartiene a tutti, è per noi un esercizio di responsabilità, di memoria e di libertà, che si esprime tramite la più antica forma di racconto: la trasmissione orale.

In mezzo ai suoni
«Cerca di cantare in coro, soprattutto nelle voci di mezzo. Questo ti renderà musicale.»
Nelle "101 regole di vita musicale", Robert Schumann, compositore ed insegnante di musica, elenca una lunga serie di consigli per una corretta pratica musicale.
Il consiglio di cantare nelle "voci di mezzo" è basato su un principio fisico: l´orecchio umano percepisce chiaramente i suoni acuti e i suoni gravi, ma non decodifica con la stessa facilità i suoni "in mezzo". Solo se si pone attenzione alla costruzione melodica nell´insieme si riesce a cogliere quelle frequenze che non vengono facilmente riconosciute dal nostro orecchio. Inoltre, educarsi al´'emissione delle note in tessitura media, rende tecnicamente più agevole riconoscerne il suono. L´invito è quindi quello di non "sentire" la musica con superficialità, ma di imparare a disporsi all´ ascolto.

In mezzo alla storia
Dal punto di vista storico "stare in mezzo" significa porsi nel centro della storia, in posizione intermedia tra passato e futuro. Un passato spesse volte distrattamente dimenticato o volutamente ignorato e negato, oppure manipolato, e un futuro dai contorni non ancora definiti.
Le voci di mezzo sono quelle dei protagonisti di una storia minore, fatta di quotidianità e di piccoli gesti. La storia del mondo contadino e di quello operaio (ma oggi potrebbe essere quello, mutevole e composito del precariato...), degli esclusi, degli sfruttati, dei sovversivi e dei resistenti di ogni tempo e luogo. Sono le voci di chi ha vissuto sulla propria pelle le trasformazioni epocali della rivoluzione industrale: vite scandite per secoli dal ritmo delle stagioni, travolte dall´avvento della fabbrica nel breve corso di una generazione, strappate alla terra nell´esodo verso le grandi città.
Il canto popolare è la rivendicazione della centralità di quelle voci , è la denuncia delle fatiche del vivere quotidiano fatto di sofferenze e rinunce, di sacrifici imposti da cambiamenti attuati in nome del profitto economico. È il grido delle idee di uguaglianza, di giustizia e di libertà; è il racconto delle lotte intraprese, delle battaglie vinte e delle speranze tradite.