Verso il 15 ottobre ad Ancona. Basta pagare, anche a Falconara e nell’AERCA

Verso il 15 ottobre ad Ancona. Basta pagare, anche a Falconara e nell’AERCA

Indagine Oro Nero, mancate bonifiche del sito Sin, nuovo rigassificatore di Ancona, chiediamo che siano semplificati e favoriti impianti a energia rinnovabile e comunità energetiche

Quanto accaduto il 15 settembre scorso nelle Marche, e gli eventi metereologici estremi che continuano a susseguirsi in tutta la penisola, fino a quello recentissimo di Matelica, attestano l’evidenza della crisi climatica globale con cui dobbiamo fare i conti qui ed ora, che è composta dai tanti tasselli di responsabilità e interessi, di quello che succede e non succede, da quanto facciamo e non facciamo, qui a casa nostra e in ogni dove.

Del resto a fine febbraio scorso scoppiava una guerra nel cuore dell’Europa che ci sta trascinando nella più grande crisi diplomatica economica energetica dal secondo dopoguerra, nel contempo dalla raffineria Api si sprigionava una colonna di fumo per l’incendio all’impianto di cracking termico 1850, e per finire veniva pubblicato il nuovo rapporto dell’IPCC dell’Onu sui cambiamenti climatici: per contenere l’aumento della temperatura media globale entro 1.5°C sarebbe necessario ridurre le emissioni di gas CO2 e di gas climalteranti del 55% entro il 2030 e del 100% entro il 2050. Il futuro prossimo dell’Europa, specie quella meridionale, sarà caratterizzato da siccità e ondate di calore, intensità di inondazioni e aumento del livello del mare, scarsità delle risorse idriche e fenomeni climatici estremi.

E se oggi guerra, crisi climatica, impennata del business delle fonti fossili contro ogni parvenza di transizione ecologica, crisi energetica, inflazione, corrono di pari passo contro di noi e verso gli extraprofitti di pochi, è quanto mai necessario rilanciare e unire le tante movimentazioni vecchie e nuove che si producono.

Essere il prossimo 15 ottobre ad Ancona alla manifestazione “Basta pagare, ad un mese dall’alluvione” non è quindi solo un atto di solidarietà verso qualcuno oltre noi, ma di affermazione e di rivendicazione per tutto quello che siamo e vogliamo.

Qui l’evento Facebook della manifestazione e il testo dell’appello

https://www.facebook.com/events/775439673566354/

Chi e come ci ripagherà mai dei danni ambientali, sanitari, dei costi sociali, delle nostre giovani generazioni costrette ad emigrare, di un indotto economico bloccato verso un diverso sviluppo economico possibile per una città costiera come la nostra?

 

Quanto dovremo ancora attendere perchè gli oltre 3 milioni di euro già stanziati da 13 anni per le bonifiche pubbliche del sito sin (sito di interesse nazionale da bonificare) di Falconara vengano effettivamente spese sul territorio, garantendo nuovo lavoro e riqualificazione di aree degradate? Dovremo forse attendere che questi interventi di diritto divengano compensazioni di fatto usate quali armi di ricatto come succede oggi a Piombino?

Quanto ancora dovremo segnalare per costringere gli enti di controllo e le istituzioni a sanzionare le esalazioni nocive ed inquinanti provenienti dalle troppe industrie fossili concentrate nell’area a elevato rischio di crisi ambientale di Falconara e hinterland?

Quanto dovremo attendere per l’avvio del processo nei confronti della Raffineria Api dopo la conclusione delle indagini preliminari “Oro Nero” dello scorso luglio? Le accuse e i capi di imputazione sono gravi: “disastro ambientale” ed altri reati concernenti la normativa ambientale e quella contro la pubblica amministrazione, segnatamente i reati di abuso d’ufficio, rivelazione di segreti d’ufficio e istigazione alla corruzione, la violazione della normativa sulla gestione degli impianti a rischio di incidente rilevante e la responsabilità amministrativa degli enti nei confronti della società Api, nonché le reiterate violazioni delle prescrizioni e dei limiti di emissione con riferimento alle emissioni in atmosfera, agli scarichi idrici, alla gestione dei rifiuti interni, alla gestione dei malfunzionamenti e degli eventi incidentali. Che dire poi dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) del Ministero dell’Ambiente rilasciata in data 11 maggio 2018, cioè a solo un mese dall’incidente in oggetto!

Quanto dovremo attendere perchè i politici regionali si esprimano sulla richiesta di rinnovo dell’autorizzazione di un rigassificatore off shore riproposto dall’Api, scaduta nel lontano 2015 e reiterata per 4 anni dall’allora governo Renzi, purchè non si modifichi “lo scenario ambientale di riferimento”, che ci pare evidentemente modificato in senso peggiorativo da allora.

Un impianto di rigassificazione a rischio di incidente rilevante in prossimità di una raffineria ad altrettanto rischio di incidente rilevante in prossimità del traffico portuale di Ancona.

Una tecnologia inefficace e costosa che ci lega agli alti prezzi di approvvigionamento dei mercati statunitensi o arabi e non risolve l’attuale speculazione attorno al gas, sia per i suoi tempi lunghi di fattibilità sia per il rilevante contributo pubblico come quota parte dell’investimento privato del proponente.

Non intendiamo invece attendere oltre perchè si esprima da subito un rinnovato movimento dal basso contro la guerra, forte del consenso della stragrande maggioranza oltre gli interessi dell’establishment politico e dei potentati globali dell’economia fossile;

perchè si favorisca, sbloccando i decreti attuativi ancora mancanti, lo sviluppo di produzione e autoconsumo collettivi delle comunità energetiche rinnovabili;

perchè  si avvii la proposta strutturale, che langue da settembre 2021 nel cassetto del Ministro della finzione ecologica Cingolani, di installare 60 GW di nuovi impianti rinnovabili nei prossimi 3 anni insieme ai necessari investimenti sulla rete per il risparmio energetico e sui sistemi di accumulo. 60 GW di rinnovabili taglierebbero del 20% le importazioni di gas. La Germania in linea con questi obbiettivi europei ha programmato che nel 2035 raggiungerà il 100% di rinnovabili mentre l’Italia continua a stare al guinzaglio di aziende fossili come l’API?

Per tutto questo saremo da Falconara e dalla bassa Vallesina ad Ancona questo sabato.

Devastazioni ambientali. Cambiamenti climatici. Crisi economica. Carovita. Caro bollette.

Basta pagare le vostre catastrofi ambientali, le vostre crisi sociali.

Laboratorio Falkatraz, Comitato Mal’aria, Trivelle Zero Marche, Ondaverde Odv

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