Giù le mani dal Colle dell’Infinito

Mercoledì 23 settembre ore 18 al Passpartout Libreria-Caffè di Recanati

Assemblea pubblica con Augusto de Sanctis (Coordinamento No Ombrina)

Il governo Renzi con il decreto legge Sblocca Italia toglie la gestione del territorio alla collettività e la concentra nelle sue mani, per poi rivenderla alle multinazionali del petrolio. La regione Marche è a fortissimo rischio di deriva petrolifera con il 22% del territorio regionale, ben 215.00 ettari, oggetto delle mire dei petrolieri.

Dallo scorso giugno come rete Trivelle Zero Marche abbiamo animato una decina di partecipatissime assemblee territoriali in tutta la Regione, denunciando le conseguenze nefaste del cosiddetto Sblocca Italia del governo Renzi. Abbiamo presentato in conferenza stampa il Dossier “Tutti i numeri degli idrocarburi nelle Marche”, curato da Augusto De Sanctis del Forum Nazionale dei Movimenti per l’Acqua, per informare la comunità marchigiana sui progetti in corso e quelli in arrivo, dai titoli minerari – come concessioni di coltivazione, permessi di ricerca, istanze di ricerca e istanze per lo stoccaggio – ai gasdotti in fase di autorizzazione. Questi ultimi sono lo scheletro infrastrutturale alla base di un’ampia strategia volta quasi esclusivamente a collegare tra di loro pozzi e stoccaggi, non per assicurare servizi ai cittadini, ma per far diventare l’Italia un luogo di passaggio di gas verso il Nord Europa. Il tutto per favorire il profitto dei privati, con espropri e rischi, come scoppi ed incendi, che ricadono sui cittadini che devono anche sopportare la beffa di pagare queste opere e i relativi appalti nella bolletta!
Abbiamo informato e resi pubblici i decreti di compatibilità ambientale per le prospezioni petrolifere tramite air-gun della Spectrum Geo lungo l’Adriatico da Rimini al Salento, passando per la totalità della costa marchigiana, l’istanza di permesso di ricerca in zona agricola di pregio a soli due chilometri dal centro storico di Recanati, i progetti di estrazione di metano da parte dell’Eni a 24 miglia dalla costa di fronte ad Ancona, l’istanza di ricerca della Mac Oil “Monte Porzio” che riguarda oltre 200 chilometri di superficie della Valcesano da Senigallia a Fano coinvolgendo una venti di enti locali comunali, e molto altro ancora…
Nel dettaglio il progetto recanatese è localizzato a 1,9 km da Recanati, in un’area agricola di pregio. La società COGEID (Compagnia Generale Idrocarburi SPA) ha ricevuto da pochi mesi il Decreto di non Assoggettabilità a Valutazione di Impatto Ambientale dagli uffici della Regione Marche. In poche parole nella terra di Leopardi si può fare un pozzo per idrocarburi con torce e trivelle alte decine di metri senza la Valutazione di Impatto Ambientale nonostante per il Piano Regolatore Comunale quest’area è ZONA AGRICOLA DI SALVAGUARDIA PAESISTICO – AMBIENTALE (però prevede delle specifiche condizioni per la realizzazione di progetti di pubblica utilità; grazie al Decreto Sblocca Italia un pozzo per idrocarburi è di pubblica utilità!)
Il progetto prevede sbancamenti per 36.000 metri cubi di terreno,  di cui 13.000 andranno in discarica, il posizionamento per mesi di una trivella e di una torre per la torcia alte decine di metri (negli elaborati non sono neanche reperibili le informazioni circa l’altezza esatta; solo la base della torcia ha un diametro di 30 metri), sarà scavato un pozzo profondo oltre 800 metri. Il cantiere si trova in un’area classificata a rischio sismico 2 (possibilità di forti terremoti) e all’interno di una zona a pericolosità frane a livello moderato.

Pensiamo che questo sia il momento di mettersi in gioco perché il rischio della svendita della nostra terra e del nostro mare alle lobbies del petrolio, porta con sé anche una serie di pericolose ipoteche sul nostro futuro: dal punto di vista della tenuta e sostenibilità ambientale, da quello delle scelte strategiche ed economiche, fino alla messa in discussione dei più elementari principi democratici e di governance territoriale.

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