Mar 202021
 

Riceviamo e pubblichiamo

Un anno fa le persone detenute hanno indicato l’unica soluzione
possibile per evitare il contagio di massa in celle sovraffollate:
svuotare le galere.
Alle proteste, dilagate poi nelle carceri di mezzo mondo, lo Stato
ha risposto con pestaggi, trasferimenti punitivi, morti e torture.
Il tracollo sanitario che ha trasformato le carceri in focolai era
prevedibile, ma lo Stato ha predisposto manganelli, lacrimogeni,
muscoli e processi… strano modo per tutelare la salute.
Oggi, 18 marzo 2021, 54 detenuti di Rebibbia verranno processati
nell’aula bunker per la rivolta del 9 marzo 2020, e 20 prigioniere
sono sotto indagine per una protesta avvenuta in contemporanea
nella sezione femminile.
Noi siamo al loro fianco.
A Roma, in quanto solidali, amici e parenti dei detenuti e delle
detenute, abbiamo cercato di non lasciare nessuno e nessuna sola
con presidi periodici sotto le mura di Rebibbia e Regina Coeli.
Il 6 marzo eravamo davanti al carcere di Modena, dove l’anno
scorso si è consumata una strage, e l’8 marzo eravamo al Ministero
della Giustizia, dove la polizia ha risposto con i manganelli alla
nostra presenza determinata. Continueremo ad essere al fianco di
chiunque lotti per la libertà fornendo la nostra vicinanza e il nostro
supporto.
Chiunque abbia voglia di contattarci,
può farlo ad uno di questi indirizzi:
Punto Solidale, via Augusto Dulceri 211 – 00176 Roma
mail: dulceri211@gmail.com                                                                                                                                           Parenti e solidali delle persone detenute