Feb 082021
 

Riceviamo e pubblichiamo

Domenica ci siamo ritrovate in una quarantina di persone sotto le mura del carcere di Parma per Claudio e tutti i detenuti. Nell’ambito della settimana di mobilitazione nazionale anche noi abbiamo voluto portare attenzione e solidarietà al coraggio di quei 5 detenuti che in novembre con un esposto hanno contribuito a rompere il silenzio sui pestaggi e gli omicidi di marzo scorso nelle carceri. Abbiamo raggiunto il prato dove avevamo deciso di posizionarci e per circa due ore siamo rimaste in presidio intervallando interventi in italiano francese ed arabo con musica. Buona è stata la comunicazione con i detenuti della media sicurezza che con determinazione e senza paura hanno sfidato le guardie che, ci han detto, li stavano minacciando di ritorsioni (come la perquisizione della cella) e intimando loro di stare zitti. In particolare ci hanno raccontato di un detenuto quasi ammazzato di botte sabato 30 gennaio – di 5 detenuti morti di covid negli ultimi 5-6 mesi sebbene la versione ufficiale parli di morte per infarto e di un altro detenuto molto malato e poco assistito. Hanno anche ricordato un detenuto morto nel 2010. Poi ci hanno confermato una realtà fatta di abusi da parte delle guardie con la complicità della direzione del carcere. Ci hanno raccontato di problemi con la corrispondenza e nello specifico che provano a scriverci ma che la posta viene strappata e noi additati come delinquenti dalle guardie questo a confermare che la solidarietà fa paura a chi detiene il potere… ma chi si ribella non sarà mai solo e noi torneremo sotto le carceri a Parma come in altre città finché di quelle mura non ci saranno solo macerie!

Prossimi appuntamenti: domenica 7 febbraio alle ore 11 fuori dal carcere di Reggio Emilia e alle ore 15 fuori dal carcere di Piacenza.