Apr 132020
 

riceviamo e diffondiamo

 

A scrivervi siamo più di mille familiari di persone detenute sparse per tutto il territorio italiano.

Ci rivolgiamo a voi in questo giorno di pasqua, sperando di riuscire a raggiungere il vostro cuore.

Non è una pasqua comune, tutti ci troviamo chiusi in casa ad affrontare questa emergenza dovuta al COVID-19.
Tuttavia per alcuni lo è ancora meno, per noi e i nostri cari la preoccupazione è alle stelle.

Ormai è ben chiaro a tutti che questo dannato virus trova terreno fertile in luoghi affollati e chiusi, il dramma di ciò che è accaduto all’interno delle residenze per anziani è agli occhi di tutti.

Purtroppo la situazione all’interno delle carceri è analoga, sono luoghi estremamente affollati, chiusi ed al cui interno molte persone non versano in un buono stato di salute psico-fisico.

Il caso del carcere di Montorio, in cui ci sono 42 persone, tra detenuti e guardie, positive al virus, ne è solo un tragico esempio.
Ad oggi, per quanto ci è dato sapere, ci sono circa duecento agenti della penitenziaria, quasi un centinaio di detenuti e venti lavoratori del personale sanitario contagiati.
Si contano morti a causa del virus tra i detenuti e gli agenti di custodia.

Da inizio aprile si sono tolti la vita ben 4 detenuti, suicidi che sono sicuramente da ascrivere all’interno della situazione di tensione che si crea a viversi questi momenti di emergenza costretti in carceri sovraffollate.

Dal procuratore generale della cassazione Salvi, ai magistrati di sorveglianza, da numerose sigle sindacali della polizia penitenziaria, all’ordine degli avvocati, negli ultimi giorni più persone “autorevoli” hanno avvisato della pericolosa escalation in corso all’interno delle carceri ed espresso l’urgenza di adottare delle misure d’emergenza che possano fare uscire numerosi detenuti “con urgenza”, ovvero senza gravare ulteriormente sui tribunali di sorveglianza.

Sappiamo che bisognerebbe fare uscire circa diecimila detenuti per raggiungere la capienza massima all’interno degli istituti di pena, questo è quello cui auspichiamo.

In giro per tutta Italia, tra parenti, ci siamo detti disposti a creare una giornata di protesta per rendere pubblica la situazione inaccettabile all’interno delle carceri giovedì 16 aprile, ciò che più speriamo è che questa pasqua crei le condizioni per cui non saremo costretti a portare avanti questa protesta.

Ciò che più speriamo è che si ha prenda in considerazione con serietà la situazione all’interno delle carceri e che, grazie alla pasqua, prevalga un sentimento di compassione rispetto a quello di vendetta.

Andrà tutto bene solo se andrà bene per tutti e tutte!

Familiari dei detenuti e delle detenute nelle carceri italiane