Gen 292017
 

Riceviamo e pubblichiamo.

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“Alcuni mesi sono passati dal 29 novembre data dell’ultima ondata repressiva che ci ha colpiti.

L’ennesima ordinanza tribunalizia che ha portato quattro compagni in carcere e ha notificato ad altri otto dei divieti di dimora. Una vicenda che ha visto finire altri cinque compagni in carcere e due ai domiciliari a conseguenza della violazione dei divieti e che si è conclusa dopo quasi un mese con la caduta al Riesame di tutte le accuse.

La cadenza periodica con cui il tribunale di Torino continua a colpire le lotte ci spinge a non tirare un sospiro di sollievo per il finale apparentemente positivo della vicenda ma piuttosto a cercare di riflettere a bocce ferme sulla fase attuale.

Da una parte a livello generale ci preme sottolineare la complessità dell’attacco che le classi sfruttate stanno subendo negli ultimi anni e la necessità per dei compagni di progettare un intervento in questa situazione. Dall’altra parte a livello locale c’è la necessità di comprendere come mettere in campo questo tipo di intervento all’interno di un contesto urbano e politico in via di trasformazione.

Consapevoli che i tribunali non sono che un tassello del mosaico di forze che ci dominano abbiamo cercato di tracciare alcune linee di riflessione”.